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Autore: madelifje    03/09/2014    5 recensioni
Sono Ed e Ali.
Lui fa lo sdolcinato, lei lo smonta (arrossendo segretamente).
Ancora una volta sono arrivati sull’orlo del precipizio e ancora una volta riusciranno a tornare indietro.
Funziona così.
Sotto sotto addirittura le piace.
***
Ambientata due anni dopo Invisible.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Augh
Potrebbe essere un errore. Anzi, sicuramente lo è. Andiamo, i sequel non vengono bene quasi a nessuno, perché dovrebbe essere diverso con me? Infatti questa OS non avrebbe dovuto esistere. Doveva essere il capitolo di una long. L’ho iniziata, scrivevo, scrivevo e c’era qualcosa che non andava. Perché era troppo Ed/Ali, capite?  Più le pagine word aumentavano più capivo di stare sbagliando. Così ho cancellato tutto, ho messo su la cover di Ed di Stay e l’ho riscritta, stavolta con i nomi giusti. Questo è quello che è venuto fuori. Magari questa vi farà schifo perché è assurdamente lunga, sembra scritta perché non avevo niente di meglio da fare e potrebbe risultare inutile. Ma nella vita mica quasi mai c’è il “e vissero felici e contenti”, giusto? E poi oh, non potevo tenermela per me. La verità è che Invisible un po' mi mancava e dovevo farmi perdonare per aver fatto fare puf a Gravity. Ah già, parte del titolo è tratta dalla bellissima canzone dei Kodaline. Ergo, godetevela :)
baci,
la vostra Gaia




iapw

Maybe one day
 

How are you still holding on?
 


Messaggio inviato alle 00.59
Da: Craparossa
Ho chiamato alle 00.59 del 09/24/15. Informazione gratuita del servizio CHIAMAMI.
 
(Ignora)
 

Messaggio inviato alle 07.32
Da: Mamma
Fai gli auguri alla zia….….. !!!
 
(Ignora)
 

Messaggio inviato alle 08.12
Da: Segreteria
Segreteria telefonica: hai 1 nuovo messaggio. Per ascoltare chiama il ***** Per ricevere il numero del mittente via SMS digita 0 dopo l’ascolto.
 
(Ignora)
 

Messaggio inviato alle 08.33
Da: Nonna Claudette
Pkjnihbgvu
 
(Ignora)
 

Messaggio inviato alle 09.17
Da: Will
Avevi ragione
 

Oh mio Dio.
Si blocca con il telefono a mezz’aria. Rilegge il messaggio, tanto per essere sicura di non avere le allucinazioni, e ripete “Oh mio Dio”.
 

Messaggio inviato alle 09.28
A: Will
Non dirmi che
 
Messaggio inviato alle 09.29
Da: Will
Già
 
Messaggio inviato alle 09.30
A: Will
Di già a casa?
 
Messaggio inviato alle 09.31
Da: Will
Esatto. Te lo sto dicendo apposta, perché tu odi gli ospedali.
 

Si copre la bocca con una mano per non gridare.
Il proprietario del B&B in cui alloggia distoglie lo sguardo dal suo quotidiano per fissarla. Lei gli fa un cenno che significa di non preoccuparsi e schizza in camera, lasciando a metà la colazione. È arrivata in quel paesino a ridosso del Gran Canyon da pochi giorni e in questo momento ringrazia il Signore per non aver ancora disfatto del tutto la valigia. Ci butta dentro le ultime cose e si fionda alla reception, non prima di aver scritto a Will di mandare qualcuno in stazione ad aspettarla. Mica si può perdere una cosa del genere.
La ragazza si blocca a metà della manovra lanciamo-la-valigia-nel-bagagliaio e riprende il cellulare.
 
Messaggio inviato alle 09.50
A: Will
Ed lo sa?
 
 
 
«Il concerto di ieri sera è stato un successone!»
«Ah-ha.»
«Twitter è praticamente impazzito!»
«Ah-ha.»
«Arriverai a quattrocentomila followers!»
«Ah-ha.»
«Possibile che tu non abbia niente da dire?»
«Ci sono ancora queste patatine? Possibilmente con la maionese.»
«Hai appena finito un tour e pensi alla maionese?»
«Se permette, sì.»
Ed Sheeran non si abituerà mai agli aerei privati. Gli sembra assurdo pensare che l’unico scopo di quel volo è portare lui dall’aeroporto di Santa Fe a quello di Seattle. La sua agente, Jane Freeman, si è imbottita di pillole per evitare di rimettere a qualche chilometro di altitudine e, come effetto collaterale, è diventata un po’ iperattiva. Per scaricare la tensione sta camminando avanti e indietro per il corridoio dell’aereo, mentre Ed si ingozza di cibo spazzatura e cerca di non controllare l’ultimo accesso di una certa persona su whatsapp. Fare una cosa del genere è troppo da stalker.
«Congratulazioni, figliolo.» Pacca sulla spalla.
Quell’uomo si è presentato come “Steve”. Ed lo conosce sì e no da un’ora – cioè da quando l’aereo è decollato – e già gli dà sui nervi. Il rosso deve anche capire quale sia il suo ruolo in tutta questa faccenda.
«Mio caro ragazzo, tu farai strada.» Piccola pacca sulla spalla. Probabilmente non ci crede neanche lui.
L’unica cosa che gli viene in mente è Ali, la quale odia la gente che deve per forza toccarti mentre parla.
«Stai già scrivendo qualcosa?» Dito sudato che preme sul braccio.
E poi Ed non è autorizzato a tagliare le mani alla gente. Ma in che mondo viviamo?
Un telefono vecchio modello inizia a vibrare sul tavolino, catturando gli sguardi di tutti e tre. Jane fa per agguantare il piccolo marchingegno, ma Ed è più veloce e riesce ad afferrare il proprio telefono.
 
Messaggio inviato alle 09.19
Da: Willow R
È successo. No, non ci credo neanche io.
 
Ed impiega un po’ a connettere. Pensa a cosa potrebbe essere successo, scarta le ipotesi più improbabili, fa due conti e… E rimane raggelato. Dalla bocca gli fuoriesce un urletto un po’ troppo effemminato per i suoi gusti, poi guarda incredulo Jane Freeman – la quale inizia seriamente a pensare che il suo cliente sia impazzito – e digita in fretta una risposta.
 
Messaggio inviato alle 09.21
A: Willow R
Sto venendo lì. OH MIO DIO, WIIILLL!
 
Messaggio inviato alle 09.22
Da: Willow R
Gesù, sapevo che avresti reagito così. Contieniti.
 
 
 
Messaggio inviato alle 09.30
A: Willow R
Ali lo sa?
 
 
Willow ha quel tipico sorriso soddisfatto che fa tanta paura a Vince. Lui può anche facilmente immaginarne la ragione, ma è meglio di no. A volte la sua ragazza non capisce quando è meglio farsi i fatti propri.
Sono ancora lì, in quel trilocale vicino alla piazza, alla faccia di tutti e di tutte quelle parole che nessuno aveva il coraggio di ripetere ad alta voce. Sono ancora lì e potrebbe benissimo durare.
Dopotutto, saranno costretti a vedersi ancora per tanto tempo, indipendentemente dalla loro volontà.
Vince ascolta la musica – Evanescence – forse ad un volume più basso di quello che vorrebbe, mentre Willow, udite udite, stira.
Fonti abbastanza attendibili, alias quell’alternativa che un po’ le sta sul culo di Bridget, le hanno riferito una storia molto interessante.  Storia probabilmente ingigantita un po’, ma Willow sa per certo che sia vera. Gli ultimi messaggi dei suoi amici ne sono la prova.
«Quanti giorni sono?» domanda Vince. Sta’ a vedere che anche lui ha un cervello!
«Tre/quattro. Non c’è da preoccuparsi.»
«Il motivo?»
«Lo scopriremo. Fidati.»
 
 
Ali sa, ancora prima di mettere effettivamente piede nell’appartamento, che Ed è già lì. Ci sono volte in cui questa capacità le fa quasi paura, poi si convince che forse è dovuto al fatto che si conoscono bene, come le proprie tasche, come un pesce pagliaccio conosce l’anemone di mare in cui vive da sempre.
Appoggia una mano sulla maniglia della porta della vecchia casa di Vince, dove i due colombi in amore si sono trasferiti da poco. Da dentro proviene l’eco di una risata dolorosamente familiare, che fa rimpiangere ad Ali di aver perso tempo girovagando per la città. Non ha potuto farne a meno, essere a casa è troppo bello. È andata a salutare Wallace, il fotografo, poi si è assicurata che il suo negozio di vestiti preferito sia ancora aperto ed è andata a farci un giro. Profuma ancora di sapone e rosmarino e la cassiera ha ancora i capelli di quell’assurdo lilla. Quasi quasi Ali si commuoveva.
Adesso, fuori dall’appartamento, vorrebbe essere venuta direttamente qui.
«Che mi venga un colpo, Crawford!» ulula Vince, in piedi sulla soglia. Indossa i soliti pantaloni neri troppo aderenti infilati negli stivaletti lucidi. Sopra porta una brutta canotta di qualche gruppo punk, coperta in parte dalla felpa grigia. Ali vorrebbe ricordargli che sono in estate e che un abbinamento del genere fa cagare sempre e comunque.
«Mi ha chiamato Will» dice invece, come a giustificare la propria presenza. Vincent Sunders la abbraccia. Ali sorride, nascosta dalla sua spalla, perché in quattro mesi non è cambiato di una virgola. Stessa altezza, stesso fisico magrissimo, stesso profumo di dopobarba e Abercrombie – lui però giura che si tratta di un profumo esotico comprato in Tailandia – e stessi piercing. Dio, se le è mancato.
«Ti stavamo aspettando. Sheeran si è già attaccato alla birra, tanto per cambiare, ma non è troppo presto?»
«Non me ne frega niente.» Bugia.
Vincent la prende per una battuta e si sposta per lasciarla entrare nel caotico appartamento. Willow Reed le salta praticamente addosso, lasciandosi andare con tutto il proprio peso e costringendola ad indietreggiare per non cadere di schiena.
«Tutto questo entusiasmo?» biascica Ali, mentre una ciocca bionda le finisce in bocca.
«Mi dicono che devo essere più affettuosa.»
Questo non significa dover vomitare arcobaleni.
«Vieni di là?» Willow molla la presa, solo per poterle agguantare un braccio. «Ed c’è già.»
Ali naturalmente lo sapeva.
Si prepara a questo momento più o meno da quando ha comprato il biglietto del volo low cost, ma vedere lui di persona è tutta un’altra faccenda.
Ed Sheeran ha una maglietta verde militare, i capelli così scompigliati che sembra abbia messo due dita nella presa della corrente e un sorriso ebete stampato sulla sua faccia da schiaffi. Quel sorriso ebete.
La porta d’ingresso si chiude, bloccando qualsiasi via di fuga. Gettarsi dal quarto piano non è una grande idea, vero?
«Ali.»
«Ciao.»
«Tutti qui, come ai vecchi tempi!» Qualcuno si appoggia poco delicatamente alle spalle di Ed e Ali, lasciando una stomachevole scia di Abercrombie. Già, proprio come ai vecchi tempi.
«Lei dov’è?»
Il viso di Willow semplicemente si illumina. La prende per mano, stringendola con quelle dita umidicce e profumate di chi se le è appena lavate, e apre la porta in una stanza che due anni fa era uno studio. Adesso le pareti sono state dipinte di giallino, dal lampadario penzolano dei coniglietti e quelli che hanno portato dentro l’armadio bianco hanno rigato leggermente il parquet. L’attenzione di Ali, però, viene subito catturata dalla culla che troneggia in mezzo alla stanza.
Si avvicinano in punta di piedi, a mo’ di pantera rosa, e osservano la creaturina che ci dorme all’interno. Pochi capelli chiari schiacciati su una testa dalla forma ancora non definitiva, tipica dei neonati. Sta dormendo della grossa. Si vede il piccolo petto che si alza e si abbassa ad un ritmo regolare. Dall’espressione di Willow si capisce che potrebbe stare ad osservarla per ore. Indossa una tutina rosa. Femmina, pensa Ali.
«Dio santo, Willow» mormora.
«Lo so. Fidati, lo so.»
Magari a vent’anni non ti aspetti di avere un figlio. Nei tuoi progetti c’era altro, tipo laurearti col massimo dei voti ad Harvard e comprare un’intera isola dell’Oceano Indiano. Poi però succede. Se decidi di tenerlo poi non si torna mica indietro, ti dicono tutti. Si possono elencare tanti difetti di Willow Reed. Beve(va) troppo. Guida malissimo. È giusto un po’ egocentrica. Non sa niente della storia americana e dichiara di vivere benissimo anche così. Quando si tratta di Vincent, diventa gelosa come poche. È la persona che ha insultato Ali più volte (ma anche quella che non la trattava da invisibile). Probabilmente venderebbe sua sorella per un paio di scarpe. È la persona più testarda sulla faccia della Terra. Non la sentirete mai ammettere di aver sbagliato, potete starne certi. Forse ha deciso di tenere la bambina proprio per questo, per poter fare il gesto dell’ombrello a tutti quelli che dicevano che non ce l’avrebbe fatta.
Sta di fatto che l’ha tenuta. E non tornerebbe indietro per niente al mondo, anche nonostante le nottate passate a piangere insieme alla neonata.
Ali, tutte queste cose, le sa.
«Nome?»
«Vince voleva Cornerlia G. Buffy Sunders.»
«Ma il cognome di Buffy l’ammazzavampiri era Summers
«Dillo a lui. Comunque io mi sono opposta, eh, mica potevo rovinarle la vita con un nome del genere.»
«E il risultato è…?»
Pausa. Sorriso. Ancora silenzio.
«Dylan Giselle Sunders.» Lo sguardo di Ali passa dalla bambina a Willow. «Volevamo che Giselle fosse il primo nome. Però poi ti immagini chiamarla così ogni giorno?»
«Dylan è un bel nome» dice, anche se in realtà non le piace. Will con un sorriso le comunica che ha capito, non serve dire altro.
Decidono di lasciarla dormire e, col loro passo felpato, ritornano nell’anticamera. Willow le chiede cosa sia successo con Ed, nonostante lo sappia, e Ali scrolla le spalle. Sarebbe troppo difficile da spiegare e non vuole intraprendere una discussione di cui conosce già ogni singola battuta.
In sala da pranzo Ed e Vincent giocano a scala quaranta. Sta vincendo Ed. Lo si capisce dalle nocche sbiancate di Vince e dal sorrisone della testa arancione.
«Un commento e vi ammazzo» ringhia il primo.
«Tanto non chiudi comunque.»
«Chiudo, chiudo.»
«Hai tre jolly. Come si fa a perdere con tre – tre! – jolly?»
«Si può. Tu hai un tale culo che perfino la Dea Bendata si sta facendo qualche domanda!»
«Oppure sta barando» bisbiglia Willow ad Ali. Prima che Ali possa chiedere come diavolo si faccia a imbrogliare a scala quaranta – soprattutto se l’altro ha in mano tre jolly – Ed ha già sbattuto un tris di re sul tavolo e, con uno svolazzo di mano finale, lasciato cadere il sette di picche sulla pila di carte scartate.
Invece del balletto che tutti si sarebbero aspettati, il rosso chiede «Siete state da Didi?»
«Sheeran, non ti basta vincere a carte?! Devi anche dare soprannomi di merda a mia fi-»
«Sì» dice Ali. «A proposito, il cognome di Buffy era Summers.» Vincent sta abbaiando qualcosa come “vai a controllare su wikipedia, dai, forza”, ma nessuno ci bada. Per la prima volta dopo giorni, Ali ha risposto a una domanda di Ed. A una che non era nemmeno indirizzata proprio a lei, per giunta.
 
 
Fuori diluvia. Qualcuno ha tirato fuori lo Scarabeo, ma non ci provano nemmeno. Invee si ritrovano a parlare. Della madre di Willow, a cui hanno perso la valigia in aeroporto a Berlino. Di Bridget, che si vuole fare il piercing alla lingua. Dei piercing e tatuaggi in generale – “E se mi tatuassi il nome di Dylan? Magari con anche la sua faccia!” “La faccia è una tamarrata”. Della scuola di Ali. Del suo profilo di flickr, che adesso è seguito da un sacco di persone (il motivo è palese, ma non lo tira in ballo nessuno). Della pessima torta che Willow ha bruciato ieri. Del nuovo singolo dei Coldplay, di cui nessuno ricorda il titolo, solo che ma sì, è quello che fa ta da daaa da daa. Poi Vincent chiede a Ed come sia andato il concerto.
Ed si strozza con la Sprite. Ali si irrigidisce. Willow sparisce nella stanza della bambina, la quale in realtà non sta piangendo. Vincent non capisce cosa diavolo abbia detto di male.
«Bene» dice infine Ed. «È andato bene.»
«Adesso che ci penso, devo fare un salto a casa» esclama Ali di punto in bianco.
 
 

«Prevedibile.»
«Scusa, ti ho dato l’impressione che me ne freghi qualcosa?»
«Sì ok, ma… È il 21, Ali.»
Appunto. Uno dei posti migliori del mondo.
Gambe della sedia che strusciano sul pavimento rovinato. Ventata di Abercrombie preso in prestito dal fidanzato. Rumore di gomma che viene masticata – dieci dollari che si tratta di una vivident xilt. Unghie lunghe e blu che tamburellano sul legno.
«Se sei gelosa di una modella, dillo subito. Almeno ti ammazzo e mi tolgo il pensiero.»
«Una modella non finirebbe mai con Ed Sheeran. Cristo, l’hai visto? Non ha neanche un milione di followers su twitter.»
«Non ti facevo un tipo da-»
«Lo sai, cosa voglio dire. Non… Non è quello.»
«No?»
«Vuoi sapere perché non ci parliamo da giorni? Lo vuoi sapere davvero?»
«Cazzo, sì!»
«Per gli ingredienti della pizza alle quattro stagioni.»
Pausa. Le unghie si fermano. Le gambe della sedia si bloccano a mezz’aria.
«Scusa, cosa?»
«Hai capito. Secondo lui ci sono le olive, secondo me no. Da lì abbiamo iniziato a rinfacciarci le solite cose e sai qual è il bello? Che non mi ricordo neanche come abbiano fatto a saltare fuori, quelle stronzate. Come si passa dalle olive nere a “non mi hai nemmeno fatto conoscere la tua famiglia”? Bastava guardare su internet, invece no! È che sono stanca, Will.»
«È normale, Ali. Normalissimo. Le discussioni partono quasi sempre dalle stronzate. L’importante è essere d’accordo sulle cose serie. Chissenefrega delle olive.»
La radio del 21 trasmette gli Snow Patrol, The planet between us. Ali si chiede come facciano a mettere sempre le canzoni giuste.
«Lui è un cantante. Adesso le modelle non lo guardano neanche di striscio. Poi ci sarà quel giorno in cui, al milione di seguaci, ci arriverà. Vincerà un Grammy o una cosa del genere, le celebrità se lo porteranno in tour e inizieranno a fare dei calzini con la sua faccia stupida stampata sopra.»
«Non le comprerebbe nessuno.»
«Io sì, almeno potrò calpestarlo. Comunque, un giorno lui diventerà famoso, tornerà a casa, mi guarderà e si renderà conto di avere davanti… nessuno. Non dico che mi lascerà. Ma un giorno finirà per provare una sorta di pietà di me e… sarebbe una merda. Adesso, grazie a quello che ci siamo urlati in faccia, so che succederà.»
Le unghie riprendono il loro tamburellare. Gli Snow Patrol lasciano il posto ai Green Day e la pioggia continua a massacrare i poveri vetri del 21.
«Posso dirti la verità?»
«Posso risponderti di no?»
«Non aveva pena di te quando avevi le allucinazioni dopo aver visto il cadavere della tua migliore amica. Perché dovrebbe averne adesso, o in futuro, quando starai bene e magari farai un lavoro che ami?»
«Perché lui un giorno avrà tanti soldi e tanti fan da poter invadere il Liechtenstein. Ecco perché.»
Risata fuori luogo.
«A lui non gliene frega un cazzo. Siete Ed e Ali, Ali e Ed. Quelli che si vedeva che stavano insieme anche quando di fatto erano ancora single. Discutete per la pizza? Amen.»
 
 
 
È vero. Sono Ed e Ali.
Ed e Ali non hanno vie di mezzo.
Sono lo Yin e lo Yang.
Si amano così tanto da avvertire fisicamente la presenza dell’altro. Quando discutono, lo fanno bene. Sanno come spingersi fino all’orlo del precipizio, abbastanza vicini da sentire il vuoto allo stomaco ma abbastanza lontani da essere al sicuro. E si spingono anche oltre, fino al punto in cui credono di non poter più risalire, poi ce la fanno. Non si sa come, non si sa dopo quanto, ma ce la fanno. E il ciclo ricomincia. Sono Ed e Ali, non ce la fanno, ad avere una relazione tranquilla.  Ci sono i viaggi on the road con la nutella. Ci sono i suoi tour in giro per il paese e c’è lei che non lo segue quasi mai. E inevitabilmente arrivano i momenti in cui Ali ha paura, perché pensa che siano troppo lontani, che ormai il punto di non ritorno l’hanno bello che passato. Per fortuna, di solito Ali si sbaglia.
Piove ancora.
La macchina di Ali – questa è solo di seconda mano – ormai sa a memoria la strada per tornare nella sua vecchia casa. Papà è in Oregon, mica può andarsene senza salutare.
Piove e la radio prende solo una stazione religiosa, quella che la gente del posto chiama Radio Gesù. L’ultima cosa che Ali vuole ascoltare in questo momento.
Frustrata, riprova con la radio ufficiale dello Stato dell’Oregon. Stavolta funziona.
Buon pomeriggio, abitanti dell’Oregon! Oggi il tempo non ci dà tregua, eh?
Può dirlo forte, questo tizio con la esse sibilante.
Chiunque sia.
Volete tirarvi su il morale, vero?
No.
A volte Ed le chiede come faccia a detestare l’ottanta percento della popolazione mondiale. Solitamente la risposta è di farsi i fatti suoi – naturalmente in altri termini.
Ma perché ci pensa proprio adesso?
Allora godetevi questo live di Ed Sheeran, che è stato nostro ospite settimana scorsa.
Ali fa un salto sul sedile di pelle rovinata. La mano scatta immediatamente sulla rotella della radio, ma il subconscio le impedisce di girarla.
Ah, ehm, buongiorno.
Fa abbastanza impressione sentire quella testa arancione in radio.
Non ho mai cantato questa canzone in pubblico. Cioè, l’hanno sentita i produttori eccetera, ma… avete capito. Si chiama Tenerife Sea. La persona a cui è dedicata capirà, non serve che la nomini. Anche perché poi mi ucciderebbe, quindi… Ok, eccola. Spero che vi piaccia.

You look so wonderful in your dress | I love your hair like that | The way it falls on the side of your neck | Down your shoulders and back

La mano di Ali si allontana dalla radio.
We are surrounded by all of these lights | And people who talk too much | You've got that kind of look in your eyes | As if no one knows anything but us

Stupido idiota, ma perché deve fare certe cose? E perché le viene da piangere?

And should this be the last thing I see | I want you to know it's enough for me | Cause all that you are is all that I'll ever need | I'm so in love, so in love | So in love, so in love

Ha accostato e si è fermata in un parcheggio senza neanche rendersene conto.

You look so beautiful in this light | Your silhouette over me | The way it brings out the blue in your eyes | Is the Tenerife sea

«Per l’ennesima volta, Sheeran, I miei occhi sono grigi» «Al sole diventano azzurri. Non negare» «Cambia oculista, quello che hai è incompetente»

Ma perché non fa una bella canzone sulle ali di pollo fritte, così tutti sono contenti?

Lumière, darling | Lumière over me

Esse Sibilante gli fa i complimenti. Ali gira ancora su Radio Gesù.
La pioggia batte sui finestrini dell’auto usata e pagata una cavolata. A giudicare dall’acqua che gocciola sul cruscotto, la ragazza inizia a capire come mai.
La pioggia fa un rumore allucinante e un tizio con l’accento del sud legge un passo del vangelo, eppure è come se ci fosse silenzio. Ali pensa.
Che poi Ed, Tenerife, l’ha vista solo in fotografia.
Mio Dio, ma come cazzo fai a essere così acida?
Questo pensiero assurdo la fa scoppiare a ridere forte, così tanto da toglierle il fiato e farle venire le lacrime agli occhi. 
C’è una voce, in un angolino remoto della sua mente, secondo la quale Willow ha ragione.
Sono Ed e Ali. Lui fa lo sdolcinato, lei lo smonta (arrossendo segretamente). Ancora una volta sono arrivati sull’orlo del precipizio e ancora una volta riusciranno a tornare indietro.
Funziona così.
Sotto sotto addirittura le piace.
 
 



Messaggio inviato alle 22.00
A: Craparossa
Ancora in Oregon?
 
Messaggio inviato alle 22.01
Da: Craparossa
Yep. Steve sta già pianificando un altro tour di quattro tappe. K voglia ha?
 
Messaggio inviato alle 22.03
A: Craparossa
*Sfigato
 
Messaggio inviato alle 22.04
Da: Craparossa
Ti tengo un biglietto per il Texas? XD
 
Messaggio inviato alle 22.05
A: Craparossa
Se vuoi… Ed, ti posso fare una domanda?
 
Messaggio inviato alle 22.06
Da: Craparossa
Certo, All
 

Ali indugia, con il cellulare in mano e il labbro inferiore massacrato dai denti.
Scrive e cancella più volte il messaggio. Poi preme invio.
 

Messaggio inviato alle 22.07
A: Craparossa
Ma chi cazzo è Steve?
 

Sdraiato sul divano di Vincent, Ed Sheeran ride.
 

Messaggio inviato alle 22.08
A: All
Uno che sicuramente ti starebbe sul culo
 



Messaggio inviato alle 22.09
A: All
Mi sei mancata
 


E può quasi sentire Ali, a un paio di chilometri da lì, che sorride.





 

 
  
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