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Autore: Alis_Weasley    03/09/2014    8 recensioni
“Ma certo, vai Granger, ci vediamo dopo, non sentire troppo la mia mancanza!” e le ammiccò.
Lei disse tra se e se qualcosa che somigliava a “stupido” e ancora rossa, girò sui tacchi e scomparve.
A Fred venne da ridere.
Ce ne sarebbero state delle belle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La guerra era finita. Voldemort era morto.
Molte persone avevano perso la loro vita per rendere il mondo un posto migliore.
Anche se camminando per le strade, si sentiva ancora l’eco delle grida e l’odore del terrore.
Remus, Tonks, Sirius, Silente, Malocchio.. tutti morti. Trascinati via da quell’onda distruttiva che è la guerra.
I supersiti si erano messi d’impegno, rimboccandosi le maniche, uniti per uno scopo comune: Far tornare il mondo magico a splendere come prima.
La stessa Hogwarts era andata distrutta, e già gli studenti e alcuni volontari la stavano ricostruendo.
Tra questi ovviamente non potevano mancare Harry, riconosciuto ormai da tutti come il salvatore del mondo magico; Ron ed Hermione, che gli stavano sempre accanto.
Anche la famiglia Weasley stava dando una mano, la stessa Molly che aveva avuto una paura tremenda di perdere suo figlio Fred.
Quando il muro era crollato, tutti si erano subito precipitati a vedere come stesse. E per un attimo lo avevano davvero creduto morto, poi però il suo cuore aveva magicamente ripreso a battere, e il suo sorriso sghembo era tornato a splendere sul suo viso lentigginoso.
Aveva fatto prendere uno spavento colossale a tutti. George era in lacrime sul suo corpo quando Fred aveva aperto gli occhi. Gli aveva servito la battuta su un piatto d’argento. “Ehi Georgie, hai dimenticato la cuffietta e il fazzolettino. Che fai, sei diventato una femminuccia?”. Anche in quel momento, il rosso era riuscito a strappare una risata a tutti.
Hermione, Harry e Ron, si trovavano nei pressi della Sala Comune, per rimettere a posto le macerie crollate, quando il nuovo Ministro gli giunse alle spalle.
“Ragazzi miei, finalmente vi ho trovato” disse sorridente.
“Ci stava cercando ministro? Successo qualcosa?” gli si fece incontro Harry.
“Nulla di grave figliolo, anzi. Queste arrivano calde dal ministero.” Porse una lettera a ciascuno dei tre, che lo guardavano incuriositi.
Hermione fu la prima a scartare la sua, la aprì piano per non rovinare la carta che la racchiudeva. Tutto il contrario di Ron che invece la strappò in un solo colpo.
Lei alzò gli occhi al cielo. Già, Ron. Doveva ancora prendere una decisione al riguardo.
Rivolse nuovamente l’attenzione alla lettera e lesse:


Egregia signorina Granger,
probabilmente la stupirà ricevere questa lettera,
ma data la sua attiva partecipazione alla guerra e il suo impegno a combattere il male, saremmo onorati se lei volesse accettare di frequentare il corso per divenire un Auror.
Lei e i suoi due amici non avreste alcun tipo di problema a raggiungere l’obiettivo. Terremo un occhio di riguardo nei vostri confronti.
Aspettiamo una sua risposta.
Il ministero della magia.
 
Hermione era molto sorpresa. Teneva ancora lo sguardo fisso sul foglio quando Harry e Ron cominciarono ad esternare la loro felicità. Probabilmente anche le loro lettere dicevano la stessa cosa.
“Non ci posso credere!” esclamò Harry con un sorriso a trentadue denti in faccia.
“Miseriaccia..” disse Ron, con gli occhi fuori dalle orbite.
“E’ quello che abbiamo sempre sognato!”
“Sarà fantastico! Chissà quante tecniche di difesa impareremo!”
“E quelle d’attacco! Accetteremo no?”
“Senza alcun dubbio! Non sto più nella pelle!”
“Certo , si tratta di un corso lontano da casa.. e impiegheremo un po di tempo per terminare l’addestramento, ma un’occasione così non capita tutti i giorni!”
“Non è vero Hermione?”
“Hermione?”
Ecco il momento che più temeva. Li aveva lasciati sfogare, e sperava che si ricordassero di lei il più tardi possibile.
Non sapeva come dirglielo. Sentiva gli occhi lucidi. Loro erano i suoi migliori amici, avevano trascorso insieme gli anni migliori della sua vita, ed era molto legata a loro, ma avevano aspirazioni diverse per il futuro.
“Ragazzi..”
“Immagino quanto tu sia sorpresa! Lo sono anche io..ma non è meraviglioso!?” le si avvicinò Ron. In effetti le si avvicinò troppo..
“Ecco io..”
“Dobbiamo andare a dirlo agli altri! Chissà mamma quanto sarà sorpresa!” continuava quello.
“Sirius sarebbe fiero di me!” ora ci si metteva pure Harry?
“IO NON VERRO’ CON VOI!” sbottò alla fine.
I due le rivolsero due occhiate sorprese.
“C-come non verrai con noi?” chiese Ron.
“Oggi sono andata nell’ufficio della Mc Gonagall e abbiamo parlato a lungo. Sono giunta alla conclusione che l’anno prossimo tornerò ad Hogwarts per terminare gli studi. E’ successo tutto troppo in fretta per me..io voglio fare i test dei M.A.G.O… voglio studiare,e prendere tante più O possibile. Voglio godermi ancora un po la vita da studentessa. Ragazzi, la guerra ci ha portato via dalle mani la nostra infanzia, l’adolescenza, e io voglio recuperare il tempo perso. Ne ho abbastanza di uccidere, o di avere paura di essere uccisa, ne ho abbastanza di combattere! E il corso Auror.. significherebbe tutto questo. Mi dispiace..”
Silenzio.
Ancora silenzio.
Poi Harry si avvicinò ad Hermione e l’abbracciò.
“Se questa è la tua decisione.. io sono d’accordo. Voglio il meglio per te, Herm..”
“Oh Harry, grazie..” rispose lei, asciugandosi velocemente una lacrima che le stava scivolando giù per la guancia.
In tutto questo Ron, sembrava una statua di pietra. Si capiva che non avrebbe lasciato perdere tanto facilmente.
“I-io vado a dirlo agli altri..” disse Harry, lasciandoli soli.
“Io proprio non ti capisco” disse in tono duro il rosso.
“Cosa non capisci Ronald?” cominciava ad arrabbiarsi anche lei. Era una SUA scelta, e lui avrebbe dovuto accettarla.
“Io e te.. sarebbe un’opportunità per stare insieme Hermione!” gesticolò indicando prima lui e poi lei.
“Insieme?”
“Hermione io e te ci siamo baciati nella grotta! Ricordi? Credevo significasse che ora..io e te insomma..”
“Ron..io..quel bacio non me lo so spiegare. Credevo che saremmo morti, pensavo stesse per finire tutto. Ti ho baciato perché volevo avere almeno un ricordo felice. Ma..io mi sono resa conto di volerti bene come se ne vuole ad un fratello.” Disse tutto d’un fiato.
“Ah si?! E quando te ne saresti accorta?!” chiese ormai rosso in volto per la rabbia lui.
Quando ho visto tuo fratello Fred steso per terra. Ma che dico?
“Appena dopo la battaglia. Quando ho avuto un momento di tempo per pensare” mentì.
“Non vuoi farlo per me? OKAY! Ma questo è il tuo sogno, il nostro sogno. Auror! Un’opportunità così non capita spesso. Noi siamo il trio! Non possiamo separarci! Dopo tutto quello che abbiamo passato, proprio per tutto quello che abbiamo passato, dovremmo continuare ad allenarci, per poterci difendere in caso di eventuale pericolo!” adesso urlava.
“NO RON! QUESTO E’ IL TUO SOGNO! MI HAI MAI CHIESTO QUALI ASPIRAZIONI AVESSI PER IL FUTURO?! NO! Perché per te esisteva solo quello che avresti fatto tu dopo! Dando per scontato che ci sarei stata anche io! MA NON E’ COSI’ RONALD! Voglio stare lontana dal sangue, dalla distruzione, dalle urla di dolore, almeno per un po. E anche tu dovresti! Dopo quello che è successo a tuo fratello Fred!...”.. ecco lo aveva detto. Le parole le erano morte in gola e ora lacrime copiose avevano preso a rigarle il viso.
Fred. Nessuno si era accorto di lei, che quando lo aveva visto steso a terra, aveva versato tante lacrime quante quelle di George. Il suo cuore era come atrofizzato. Sentiva solo sfilettate di dolore attraversarle il petto. Aveva urlato anche lei, insieme a Molly Weasley, certo, ma a distanza. Nessuno sapeva, nessuno doveva sapere.
E poi la felicità improvvisa, la speranza che era tornata a popolare il suo cuore e dare luce ai suoi occhi. Le lacrime, stavolta di gioia che le offuscavano la vista, mentre Fred diceva la sua battuta squallida al fratello.
La consapevolezza che era salvo, e un  nuovo spirito l’avevano spinta a tornare subito a combattere, per difendere le persone che amava, si anche Fred.
Prima di alzarsi dal pavimento dove si era accasciata, fu quasi sicura che lui l’avesse guardata.
I loro occhi si erano incontrati. Poi quelli di lei, fuggenti erano andati a puntare un mangiamorte. E tutto aveva ripreso ad essere lugubre e triste.
“Fred!? COSA C’ENTRA FRED ORA!?” Rispose Ron, sul punto di una crisi di nervi.
Già, cosa c’entrava Fred? se lo chiedeva pure lei.
“Hai rischiato di perderlo. La guerra te lo stava portando via, e tu che fai? Torni a combattere?!”
-La guerra te lo stava portando via- Ma parli per lui o per te Hermione?
Scacciò quel fastidioso pensiero dalla testa, quando Ron le piombò addosso, facendo combaciare prepotentemente le loro labbra.
Era l’unico modo che gli era venuto in mente per convincerla a seguirlo.
Lei cercava di scrollarselo di dosso. Ma lui non voleva perderla. La teneva stretta contro di sé.
“Ron! Basta!!” un altro bacio. La schiacciò contro un pilastro,non del tutto crollato.
Le mani che vagavano sul corpo di lei, la quale a questo contatto cacciò via un urlo.
Poi due braccia forti che le levavano Ron di dosso.
Uno spintone. Niente di troppo violento, ma incisivo.
Ron per terra.
Fred davanti a lei, la prese fra le sue braccia, quasi a volerla proteggere e lei si accoccolò contro il petto di lui.
“Ron! Che cavolo ti è saltato in mente!? Stalle lontano!” urlò Fred, minaccioso verso il rosso per terra, che li guardava ferito.
Ron non si rivolse al fratello, bensì ad Hermione, quando parlò “Allora è proprio vero, è finita. Mi dispiace”
Si alzò di scatto e scomparve.
Hermione prese a singhiozzare forte, e Fred la cullò fra le sue forti e calde braccia.
Si sedettero con la schiena contro il pilastro, e lui la fece sdraiare con la testa sulle sue gambe, mentre giocherellava con i riccioli di lei.
Non avevano mai avuto un contatto simile, eppure non sembrava dispiacesse a nessuno dei due.
Per un po nessuno parlò, poi lei prese coraggio e chiese. Diede vita al pensiero che la tormentava da circa mezz’ora.
“Da quanto eri lì?” fu più un sussurro che altro. Ma lui lo sentì.
“Abbastanza Granger..” sghignazzò.
Ecco, l’aveva sentita.
Lei aspettò un po.
“Bhe, nessuna battuta Weasley?” chiese stranita.
Lui scoppiò a ridere.
“Ne avrò di tempo per quelle.” Sorrise, accarezzandole una guancia e la pelle di lei, a quel contatto, si riscaldò come se si trovasse sotto al sole rovente di metà Luglio.
“C-che significa?” Non ci capiva nulla.
“Poco fa, Harry è venuto da noi a dirci della proposta. Ci ha raccontato anche che tu non avresti accettato, e mia madre, la conosci ormai, ha stabilito, che finché non ritroverai i tuoi genitori starai a vivere da noi!” lo disse, raggiante. Sembrava felice anche lui, proprio come lo fu Hermione non appena lo venne a sapere.
Senza preavviso, senza tener conto delle mille volte in cui dopo si sarebbe data dell’idiota, lo abbracciò di slancio, affondando il viso nell’incavo del suo collo e stringendoglisi addosso.
In tutta risposta lui ricambiò l’abbraccio e sorrise sulla chioma arruffata che tanto gli piaceva.
Poco dopo, Hermione, rossa in viso come un peperone si staccò da lui e balbettando disse.
“De-devo andare da tua mamma a ..a ringraziarla…” non lo guardò in faccia, piuttosto rimase a fissarsi la punta delle scarpe.
“Ma certo, vai Granger, ci vediamo dopo, non sentire troppo la mia mancanza!” e le ammiccò.
Lei disse tra se e se qualcosa che somigliava a “stupido” e ancora rossa, girò sui tacchi e scomparve.
A Fred venne da ridere.
Ce ne sarebbero state delle belle.
   
 
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