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Autore: ThorinOakenshield    03/09/2014    5 recensioni
Che dire? Innanzitutto che non si tratta di uno slash! Questa è una storia a capitoli sul rapporto di amicizia che intercorre tra Bilbo e Thorin.
Mi sono presa molte licenze ed è la prima fanfiction che scrivo, quindi siate clementi! xD
Allora, le vicende si svolgono dopo la Battaglia dei Cinque Eserciti e Thorin ha ottenuto il suo titolo di Re sotto la Montagna; Bilbo si è talmente affezionato ai nani che ha deciso di passare le vacanze a Erebor. Tutti i suoi amici sono entusiasti di questa decisione e, tra l'incoronazione di Thorin e vari festini, saranno tutti euforici e persi nella gioia del momento, ma qualcosa di terribile romperà l'incanto...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo sbaglio più bello della mia vita

Lo sbaglio più bello della mia vita

Bilbo si trovava fuori dalla Montagna Solitaria. Si trovava proprio davanti alla porta segreta dove mesi fa, lui e
i nani, avevano preso un colpo pensando di essere arrivati troppo tardi per trovare la serratura.

Lo hobbit – stranamente – pensava a questi ricordi con il sorriso stampato in faccia, mentre guardava il sole tramontare, annidandosi tra le montagne, dipingendo il cielo di rosa, arancione tenue e di blu.
Quell'avventura era stata straziante, lui e i suoi amici avevano affrontato pericoli su pericoli rischiando svariate volte la morte. Partire per la Montagna Solitaria è stato uno sbaglio, si disse Bilbo, lo sbaglio più bello della mia vita e che ricommetterei per altre centocinquanta milioni di volte!
Infatti, in quel lungo viaggio, lo hobbit aveva conosciuto persone meravigliose che ora erano parte integrante della sua vita. Avevano condiviso sogni, paure, emozioni, risate e dolori che li avevano resi uniti più che mai.
Per questo il signor Baggins pensava con gioia alle avventure passate con i nani perché, nonostante le avversità, adesso erano tutti salvi che festeggiavano a Erebor.
Ma c'era un motivo ancora più grande per il quale Bilbo era grato a se stesso per aver seguito Gandalf e i nani: Thorin, il suo più grande amico. Non era sicuro che anche il Re sotto la Montagna lo considerasse così, anzi, probabilmente no! si disse lo hobbit, infatti aveva paura di esprimere i suoi sentimenti all'orgoglioso nano, poiché era certo che l'avrebbe cacciato via a pedate nel sedere!
"Mastro Baggins, cosa fate qui tutto solo?" Bilbo quasi cadde giù dalla Montagna: quella era la voce profonda e sensuale di Thorin Scudodiquercia.
Il povero e piccolo hobbit oscillò, perse l'equilibrio e sarebbe caduto giù se Thorin non l'avesse afferrato per il colletto della camicia. Lo tirò indietro e Bilbo si ritrovò a terra. Dopo aver ripreso fiato per lo spavento, si alzò in piedi e si spolverò nervosamente i vestiti cercando in tutti i modi possibili e immaginabili di non incontrare gli occhi azzurri del Re. Ma era impossibile: la tentazione d'incrociare quello sguardo affascinante era più forte di lui.
Thorin lo stava guardando con un mezzo sorriso, divertito.
"Oh, Thorin! Sei tu!..." Bilbo smise di sistemarsi i vestiti. Dopodiché, imbarazzato, fece un colpo di tosse e s'inchinò.
Il nano lo fermò con un gesto della mano. "Non ce n'è bisogno, mio caro amico."
Lo hobbit rimase ancora un secondo con la schiena ricurva, perplesso. Thorin mi ha chiamato "caro amico"?! Passato l'attimo di smarrimento, Bilbo si mise dritto e tossì nuovamente.
"Cosa ci fai qui tutto solo? La festa non è di tuo gradimento, per caso?"
Il signor Baggins fece fatica a capire se si trattasse di un rimprovero. Rimase impacciato a dondolarsi leggermente di lato, fissando impallidito lo sguardo severo e fermo di Thorin. "Ehm... no, no no no no." Scosse il dito davanti a sé, agitato. "La festa è sbalorditiva! E l'incoronazione non è stata da meno, anzi. L'ho trovata molto... molto... ehm..."
"Regale?" gli suggerì il nano, divertito.
"Sì sì sì! Regale! Ecco!" Bilbo sorrise nervosamente. Si concesse il consueto colpo di tosse, poi riprese: "È che c'è troppa confusione ed io non sono abituato a tutta questa euforia. Nella Contea partecipavo di rado alle feste, sono sempre stato un tipo piuttosto tranquillo."
"Capisco." Fu tutto quello che disse il Re sotto la Montagna.
Scese il silenzio. Si sentivano soltanto i grilli. La situazione era piuttosto imbarazzante. Bilbo si stava dondolando sui talloni con le mani dietro alla schiena e stava guardando da un'altra parte. Alla fine si decise a porgergli la domanda che stava trattenendo sulla punta della lingua: "E tu come mai sei venuto qui?"
Thorin lo scrutò con i suoi profondi occhi glaciali e lo hobbit si sentì raggelare. D'istinto chinò il capo, pentendosi subito della sua domanda. Il fatto è che non sapeva mai cosa dire all'orgoglioso re dei nani, aveva sempre paura di offenderlo e, di conseguenza, di farlo arrabbiare.
"Avevo bisogno di un po' d'aria, tutto qui. Anche io come te non sono abituato a queste feste sfarzose. Quand'ero un giovane principe dei nani e mio padre organizzava eventi nelle ampie sale di Erebor, io mi astenevo."
"Oh." Bilbo, impacciato, non riuscì a trovare un commento più intelligente.
Thorin alzò leggermente le spalle e sorrise lievemente. "Pazienza, vorrà dire che rimarrò un po' qui con te a farti compagnia." Si sedette contro la fredda roccia e fece cenno a lo hobbit di accomodarsi accanto a lui.
Il signor Baggins, esitante, si sedette vicino al nano e ringraziò il cielo che fosse così buio, così non si riusciva a vedere il suo rossore. Però stava tremando freneticamente. Sembrava un coniglietto smarrito.
"Rilassati, non ti mangio mica" commentò Thorin con una punta di sarcasmo.
"Co... cosa?" Ecco perché Bilbo evitava sempre di trovarsi in compagnia di Scudodiquercia: finiva sempre col fare pessime figure!
"Bilbo," lo hobbit trasalì: quella era la prima volta che il nano lo chiamava per nome, "insieme ne abbiamo passate di cotte e di crude. Hai servito me e i miei compagni egregiamente, senza contare che ci hai salvato la vita più di una volta. E non dimenticherò mai quella notte in cui buttasti all'aria tutti i tuoi timori e ti gettasti sull'orco, per salvarmi. Da quel momento abbandonai ogni diffidenza che provavo per te e, nel caso te lo fossi dimenticato, diventammo amici. Non voglio mai più che tu ti senta in soggezione vicino a me o che mi riservi un atteggiamento di riguardo, perché non mi devi niente."
Lo hobbit si sentiva imbarazzato da quel discorso, però era felice che Thorin lo considerasse un amico. "V... va bene" balbettò distrattamente.
Accidenti... Thorin si è accorto che mi sento nervoso quando sto vicino a lui! pensò Bilbo, arrossendo ancora una volta. Sedermi accanto a lui è stato uno sbaglio, sorrise, lo sbaglio più bello della mia vita.

   
 
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