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Autore: Black Beauty    05/09/2014    13 recensioni
[Peter Minus/OC]
La vera ragione del tradimento di Peter. La causa latente, il grande rimpianto della vita di un uomo che si è spinto a compiere il gesto peggiore nei confronti dei suoi amici.
Entrate per leggere di Eleonor Johnson, OC, amica d'infanzia di Peter, babbana.
Entrate per leggere di un'amicizia spezzata da un male che è difficile contrastare.
Entrate per leggere la storia di un amore durato dieci anni.
Dal testo:
Arrivò troppo tardi, anche solo per vederla un'ultima volta. Il loro amore era durato dieci anni, dai sette ai diciassette.
Peter si dannò l'anima, perché non era riuscito neanche a vederla morire. Non era riuscito a dirle nulla.
Sarebbero bastati un paio di giorni in più... Ma la Morte non è clemente e non concede niente a nessuno.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Minus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Un amore lungo dieci anni Ciao a tutti! Eccomi tornata a rompervi i boccini con una nuova storia, spin-off di "Codardo". O meglio, "Codardo" è una spin-off di questa.
Dunque, un paio di cose prima di cominciare: per favore, per favore, per favore RECENSITE. È importante per me sapere cosa ne pensate, davvero. Non m'importa di avere 856 visualizzazioni se i commenti sono 2. Preferisco avere 10 visualizzazioni e 8 commenti.
Se siete scrittrici come me lo saprete, perciò recensite. Se non siete scrittori, non importa: recensite e basta.
Detto questo, vi mando un grosso bacio e vi invito a leggere anche Codardo se questa vi è piaciuta.
Attenzione: NON è obbligatorio aver letto prima quella per leggere questa.
Black Beauty

Questa Fanfiction è dedicata a tofelpato, che me l'ha richiesta secoli fa e a cui riesco a rispondere solo oggi.
Spero che ti piaccia.


Un amore lungo dieci anni


Una bambina dalle lunghe trecce bionde correva sulla spiaggia, ridendo gioiosamente, mentre un altro bambino, basso e cicciottello, le stava dietro con fatica.
Era un soleggiato pomeriggio di fine estate, l'aria torrida di Agosto e il vento inesistente sembravano tingere tutto d'oro.
-Ele... Eleonor!- ansimò il piccolo Peter Minus. -As... aspettami!-
La bambina si fermò di colpo, quasi cadendo nella sabbia in riva al mare. -Scusami, è che sono così felice! Sei simpatico, Peter!- la voce dolcissima e vivace della bambina lo fece arrossire quasi quanto le parole dette.
Eleonor si lasciò cadere sulla sabbia, Peter di fianco a lei. -Vengo qui tutti gli anni, con mamma e papà. E tu?-
-Sì, anche... anche io...- balbettò Peter, incerto.
-Peccato che domani ce ne dobbiamo andare!- ad un certo punto, gli occhi le si illuminarono -Vediamoci anche l'anno prossimo!-
-Oh, sì, va bene...-
-Ora vado!- la bambina balzò in piedi -Ci si vede!-
-Ciao...-

*****

Una bambina bionda si guardava intorno sulla spiaggia, come se stesse cercando qualcuno; poi, lo notò.
-Peter!- ma il bambino grassottello non parve sentirla.
-Katy, posso andare da Peter?- lo indicò con il dito -Lo conosco-
La baby-sitter non parve neanche ascoltarla, preoccupata com'era a spalmarsi la crema sulle braccia, masticando un chewing-gum alla fragola.
-Katy!-
-Sì, sì, certo. Vai pure, non dare confidenza agli sconosciuti e non metterti nei guai- la ragazza recitò la solita solfa in tono piatto, facendo una bolla con la gomma da masticare, senza curarsi minimamente della bambina. Anche perché la piccola se ne stava quasi sempre buona e i signori Johnson la pagavano fin troppo bene per quel lavoro.
-Ehi, Peter!-
-Di... dici a me?- chiese timidamente quello.
-Certo che dico a te! Ti ricordi di me? Eleonor Johnson?- come faceva a non ricordarsi? Aveva sviluppato la sua prima cotta e la voce di Eleonor era così dolce e delicata, come quella della sua mamma. Anche il profumo era buonissimo e gli aveva tenuto compagnia il ricordo di lei, durante l'anno.
-Certo!-
-Ti va di giocare?-
Il bambino la guardò stranamente.
-Cosa c'è?-
-Perché vuoi giocare con me? Di solito nessuno lo fa-
-Che strano! Tu sei molto dolce e simpatico- e gli rivolse un sorriso capace di sciogliere il ghiaccio.
Per la prima volta nella sua vita, Peter non si sentì solo.

*****

-Papà, oggi posso andare a mangiare dai Minus?-
-Chi sono i Minus?- chiese distrattamente il padre, non distogliendo lo sguardo dai documenti, mentre scriveva con una mano e con l'altra infilava dei fogli in una cartelletta.
-I genitori di quel ragazzino di cui ti ho parlato, Peter-
-Chi è Peter?- la madre entrò in cucina, parlando al telefono, probabilmente con un suo collega.
-Il ragazzino di cui vi ho parlato e...- ma i genitori non la stavano ascoltando più.
-Che ne dici di andare a comprarti una nuova bambola, eh?- il tono di voce di suo padre, distratto e concentrato a fare altro, la lasciò con l'amaro in bocca. Come al solito.
-Ma papà...-
-Signori Johnson, se volete la porto io-
-Sì, grazie Katy, mi faresti un grosso favore- gli occhi castani di suo padre erano ancora attaccati al foglio, noncuranti.
I signori Johnson volevano molto bene alla loro bambina, ma erano due importantissimi avvocati e, facendo le ferie a Luglio, era già tanto se stessero in vacanza al mare nei week-end dell'ultimo mese estivo. Eleonor era sempre lì con la baby-sitter, Katy.
Due ore dopo, Katy aveva lasciato la bambina davanti alla porta di casa dei signori Minus, uscendo con il nuovo fidanzato. Le due erano arrivate ad un accordo: la ragazza l'avrebbe accompagnata e lei se ne sarebbe stata buona, lasciandola uscire in pace con gli amici.
-Ciao, tu devi essere Eleonor- ad aprirle era stata una signora bassa e rotondetta. La bambina sorrise: -Sì, sono io-

*****

-Casa tua mi piace un sacco, Peter!-
-Hai detto la stessa cosa l'estate scorsa, Ele-
-Già. Senti, io ti conosco da ormai quattro anni, ma non ti ho visto mai qui con degli amici!- Eleonor, "Ele" per gli amici, inclinò la testa, lasciando che i capelli biondi le oscurassero un lato del viso. La bambina era piuttosto cambiata. Oltre ad essersi alzata, aveva sviluppato un carattere abbastanza deciso e forte, pur conservando la sua innata gentilezza.
-Beh, non ne ho molti, a scuola mia tutti mi prendono in giro... dicono che sono brutto, stupido e grasso.-
-Non è assolutamente vero!- gli occhi verdi si strinsero, in un'espressione accusatoria. -Sono solo degli stupidi, lasciali perdere!-
Il bambino con gli occhi acquosi cercò di cambiare discorso: -Bello il tramonto, eh? Visto da qui, poi...-
-Me l'hai già detto tre volte, Peter- lui arrossì e lei sospirò con un'aria piuttosto adulta per i suoi dieci anni. -Torniamo a casa tua? Katy si aspetta di trovarmi lì tra mezz'ora-
-Hai ancora quella baby-sitter? Dopo quattro anni?- Peter non riusciva a credere alle sue orecchie, in più quella ragazza non gli era mai stata simpatica. Lei era fra quelle persone che lo guardavano dall'alto in basso e lo criticavano. Da quello che raccontava la sua amica, che lo aveva sempre difeso, provava sempre a screditarlo davanti ai suoi. Per fortuna a loro non importava finché la loro bambina non si facesse male. L'unico lato positivo del loro essere sempre impegnati era la libertà.
-Purtroppo- e si avviò alla volta della casetta, con Peter appresso.
La casa di villeggiatura dei Minus non era neanche paragonabile a quella dei Johnson in quanto a grandezza e comodità, ma al contrario della casa di Eleonor, che sembrava appena uscita da un giornale d'arredamento, la casa di Peter sapeva di... beh, casa.
-Ciao, Eleonor!- alla bambina, la signora Minus piaceva molto. Era una casalinga bassa e amabile, che le preparava sempre ottimi biscotti e fantastiche grigliate di carne e pesce, quando andava a mangiare da loro.
Anche alla madre di Peter, Eleonor piaceva molto: era simpatica, gentile ed educata, e un'ottima compagnia per il suo timido e impacciato figlioletto.
-Buongiorno, signora- Sarebbe una nuora perfetta per mamma... pensò Peter, mettendosi a tavola. Ma poi ricacciò il pensiero: non sarebbe mai piaciuto in quel senso a una come Eleonor.

*****

-Allora? Ti piace la tua nuova scuola, Peter?-
-Oh, Ele, sapessi! È fantastica! Ho conosciuto tre ragazzi fortissimi, si chiamano James, Remus e Sirius! E...-
Una risata quasi angelica uscì dalle labbra della ormai ragazzina: -Ho capito, ti piace molto!-
-Già. La tua?-
-Anche la mia è molto bella: i compiti sono decisamente di più, ma ho conosciuto un sacco di nuovi amici e amiche!- le sue labbra si schiusero in un sorriso che lasciava vedere l'apparecchio per i denti appena messo.
-Parli un po' strano... ti fa male?- chiese Peter, ovviamente riferendosi all'apparecchio.
-Un po', ma mamma dice che quando finisco con la cura, avrò dei denti perfetti!- esclamò sognante e il ragazzino non poté fare altro che sorridere con lei.
-Come si chiama la tua nuova scuola?- Peter era curiosissimo di sapere un po' in più sulle scuole medie babbane. Inoltre, avrebbe dovuto fingere di andare ad una del genere anche lui. O almeno, così diceva il Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche fra i minorenni... ma Ele poteva tenere il segreto, no? Insomma, se avesse voluto avere anche una possibilità con lei... Improvvisamente, incominciò a fare più caldo e il ragazzino arrossì, completamente dimentico della risposta dell'amica.
-Peter, ma mi stai ascoltando?-
-Cosa? Oh, sì-
-Ti ho chiesto come si chiamasse la tua scuola-
-Ah, ehm... Hogwarts-
-Hogwarts? Non ho mai sentito di una scuola del genere a Londra!-
-Ehm sì... perché... non è a Londra!- questa non era una bugia.
-Perché ne hai scelta una fuori città? Insomma, ce ne sono così tante...-
In quel momento, Peter avrebbe tanto voluto dirle la verità: È una scuola per Streghe e Maghi. Io so fare magie con una bacchetta, una specie di bastoncino di legno. Sai, è per gente... diversa... Eppure, qualcosa gli diceva di non farlo: aveva paura che Eleonor ne sarebbe stata spaventata e non l'avrebbe più voluto come amico.
-Ho scelto quella perché... frequenta anche mio cugino!-
-Ah...- aveva capito che il suo migliore amico le stava nascondendo qualcosa, ma non riusciva a capire cosa e ne era leggermente offesa.
Guardando gli occhi della compagna, Peter si sentì in colpa e cercò di cambiare argomento, ma senza molto risultato. Quell'estate fu meno divertente delle precedenti, perché si sa che un rapporto basato sulle bugie non va mai a finire bene.

*****

L'estate seguente, Peter, per uno o due giorni, non riuscì a trovare Eleonor da nessuna parte. L'aveva cercata per tutto il villaggio dove di solito trascorrevano le vacanze, senza alcun risultato. Un paio di giorni dopo, si ripresentò lei con due ragazze, probabilmente sue amiche.
-Ciao, Peter!- lo chiamò da lontano. Lui fece internamente i salti di gioia e le corse incontro.
-Ele!- disse, abbracciandola. Lei si irrigidì un pochettino, ma poi rispose affettuosamente. Peccato che Peter si fosse accorto di quell'esitazione.
Lei si rivolse alle sue due "accompagnatrici": -Questo è Peter, il ragazzo di cui vi ho parlato. Peter, queste sono Elisa- puntò il dito alla più alta, con un caschetto di capelli castani e due occhiali squadrati -e Gilda- indicò anche l'altra, con i capelli ricci e neri che potevano fare invidia alla Gorgone e due gelidi occhi color ghiaccio. Fu Gilda a parlare per prima, con aria di superiorità e fare rigido: -Ely! È questo il tuo amico?- entrambe lo guardarono dall'alto in basso, facendolo sentire a disagio.
-Sì, perché?-
-Nulla- si mise in mezzo anche l'altra -Solo che ci aspettavamo chissà che cosa, invece è piuttosto... deludente...- lo disse con cattiveria e la sua voce gracchiante ferì Peter che non riuscì a capire come queste due potessero essere amiche di Eleonor, della sua migliore amica, così dolce e diversa da loro.

*****

L'anno dopo successe più o meno la stessa cosa, solo che questa volta, Peter prese da parte Eleonor e le disse, o almeno ci provò, che le sue "amiche" non gli piacevano: -Sono cattive, parlano sempre male di me! In più, l'estate scorsa non siamo stati molto insieme e se sì c'erano sempre loro!-
-Non è vero, Peter, non sono cattive, sono solo un po'... schiette...- il ragazzo non riusciva a crederci: le stava difendendo! -E poi, io non ho mai detto nulla sui tuoi amici.-
-Questo perché non li conosci, ma ti assicuro che ne saresti entusiasta!-
-Ma se non so neanche a che scuola vai!- aveva alzato la voce per la prima volta in... cosa? Sei anni?
Peter ci rimase malissimo, tanto che non riuscì a credere di averle urlato addosso per primo. Solo che... Eleonor era stata la sua prima, unica vera amica. Erano fermi lì, davanti al mare, il mare che quel giorno aveva un colore quasi verde come gli occhi della sua amica. Si guardavano entrambi stupefatti, come se non riuscissero a credere a ciò che era accaduto. La ragazza si costrinse a parlare per prima: -Scusa- pronunciò a bassa voce -Ma da un paio di anni a questa parte sei strano. Non hai compiti d'Inglese o Matematica, come noi...- Ma a ferire Peter più di tutto fu quel "noi". Avrebbe sopportato un "me", ma un "noi" faceva male. Era come se lo stesse estraniando dalla sua vita. In quel momento di rese conto che non poteva perdere Ele. Semplicemente non poteva. Nonostante tutto l'affetto dei Malandrini, non riusciva ad immaginarsi una vita senza Eleonor Johnson.
-No, scusami tu. Mi dispiace di averti trattata male. In fondo, sono le tue amiche...-
Il volto della ragazza si rilassò del tutto e per la prima volta in due anni, Peter rivide quella scintilla nei suoi occhi: -Andiamo a prendere un gelato? Da soli-
-Sicuro!-
Sembrava tutto come prima...

*****

Durante quell'anno ci furono dei cambiamenti sostanziali per entrambi, non tanto a livello psicologico, quanto fisico.
Peter era piuttosto cresciuto, pur rimanendo più basso di Eleonor e piuttosto grassottello. Gli stavano spuntando i primi peli in viso, i capelli color topo si erano allungati un poco e più di una volta si era accorto che avrebbe tanto voluto baciare Eleonor, cosa però impossibile, dato che lei era parecchio lontana da Hogwarts e la Scozia.
Anche la ragazza era cresciuta, diventando più bella che mai. Si era snellita ulteriormente ed era di parecchio più alta. Era anche diventata più... ragazza, anche se non molto formosa. I capelli le erano cresciuti a dismisura e le arrivavano fino alla vita in boccoli ordinati. I tratti del viso si erano sfiniti, abbandonando quell'aria da bambina che aveva mantenuto fino ai dodici/tredici anni. Avendo anche cambiato scuola, aveva iniziato a conoscere dei ragazzi e... beh, si era fidanzata per la prima volta. Ovviamente, di tutto questo Peter non sapeva nulla.
Quindi, fu un vero shock per lui trovarsi davanti questa versione nuova di Eleonor, che tra l'altro aveva tolto l'apparecchio lo scorso Settembre.
-Ciao...-
-Peter! Come sei cresciuto! Ti trovo bene.-
-Gra... grazie... Anche tu sei molto bella...- era arrossito notevolmente, abbassando gli occhietti piccoli e acquosi.
La ragazza stava per dire qualcosa, quando una voce maschile la chiamò, con un tono piuttosto arrogante: -Ele, chi è questo qui? Ti sta dando fastidio? Vuoi che gli dia una lezione?-
Peter alzò lo sguardo per vedere un ragazzo alto e muscoloso che veniva verso di loro, con un sorrisetto sfrontato sulle labbra e l'atteggiamento tipico da bulletto, che gli ricordò stranamente James e Sirius.
-Cosa? Oh, no! Lui è Peter, un mio vecchio amico! Peter, Kevin... il mio fidanzato-
Fu come se il mondo gli fosse crollato addosso. Eleonor si era fidanzata e sembrava felice, a giudicare dallo sguardo raggiante.
-Ah- cercò di nascondere l'astio dalla voce -Piacere-

*****

Non era sicuro che sarebbe durata. Lui sperava di no, ma il fidanzato di Eleonor era ancora lì. Kevin c'era e con lui tutti i suoi amici.
-Ciao, Ele- si avvicinò, racimolando un poco di quel coraggio Grifondoro che aveva e le andò incontro.
-Ehi! Come va?- la bionda lo abbracciò affettuosamente, cosa che non passò inosservata e fece assottigliare gli occhi ad un paio di persone.
-Ely! Non ci credo! Esci ancora con questo sfigato?- una voce stridula giunse alle orecchie di entrambi, persi nell'euforia del momento.
Questa volta, però, anche la calmissima Eleonor si accigliò: -Prima di tutto, Gilda, ti ho già detto di non chiamarmi "Ely" e soprattutto, Peter è un mio amico da tantissimi anni e non ti permetto di insultarlo così!- il tono seccato non era da lei, ma non poté farne a meno: voleva molto bene a Peter, nonostante si vedessero poco.
-Beh, ma è la verità!-
-No, invece!- era da un po' di tempo che le sue amiche sembravano più antipatiche... Per di più, le cose con Kevin non andavano bene e tra lui e Gilda passavano degli sguardi strani... -Adesso io e Peter andiamo a prenderci una granita, a dopo- lo prese per mano, girò i tacchi e si allontanò. In quel momento Peter si sentì realizzato. Il mondo sarebbe potuto crollare e a lui non sarebbe importato nulla. Forse ho ancora una possibilità...
Trascorsero il resto del pomeriggio a parlare del più e del meno, davanti a svariate granite, quando la discussione degenerò. Peter aveva iniziato ad esprimere la sua diffidenza nei confronti degli amici di Eleonor e lei li difendeva, cercando solo di creare un po' di armonia tra le persone più importanti della sua vita. Ma finirono per litigare seriamente, per la prima volta.
Quella sera, tornarono entrambi a casa amareggiati e con un senso di vuoto alla bocca dello stomaco. Le sorprese, purtroppo, non erano finite lì per Peter, che ad un certo punto si trovò faccia a faccia con Kevin e due suo amici, che avevano più l'aria di essere suoi scagnozzi. Da lì, seguì una rissa in uno sporco tre contro uno.
Lo lasciarono lì, con il volto sporco di sangue, il naso rotto e la minaccia: -Tocca ancora la mia fidanzata e sarà peggio per te!-
Detto fatto, perché Peter evitò Ele per tutta l'estate. La vedeva, qualche volta, baciarsi con Kevin, desiderando di essere al suo posto. Ma era troppo codardo per farsi avanti. Lasciò correre e tornò a Hogwarts per il suo sesto anno molto turbato. E non sapeva ciò che lo attendeva nel Mondo Magico, che iniziava a sprofondare nella Guerra.

 *****

Ritornò lì, l'estate dopo, solo sotto richiesta di sua madre: James gli aveva offerto di passare l'estate a casa sua, con i Malandrini, poiché Sirius era scappato di casa e non intendeva più tornarci. Magari fossi coraggioso come lui...
Non avrebbe sopportato l'idea di vedere Eleonor in giro con il suo perfetto fidanzato...che nervi che gli faceva... Proprio allora, però, un pensiero lo colpì: quello che Kevin aveva fatto a lui, non era un po' come quello che Sirius e James facevano a Mocciosus? Gli avevano portato via Lily e molte volte lo deridevano e lo prendevano in giro. Sono veramente migliori dei Serpeverde?
Ricacciò il pensiero: era così confuso! Quell'anno Lord Voldemort aveva incominciato a reclutare seguaci, i Mangiamorte. La famiglia di Sirius aveva già aderito, mentre lui era scappato di casa. Da entrambe le parti si stava reclutando e lui...lui aveva ricevuto proposte anche dal Lato Oscuro. Pensava di unirsi agli Auror, ma il pensiero dell'estate precedente e dei suoi amici lo frenava.

Sua madre gli aveva inaspettatamente chiesto di tornare, dicendo che era importante - aveva ragione.
Appena entrato in casa, Peter sentì dei distinti singhiozzi e la voce rassicurante di sua madre che mormorava rassicurazioni. Entrato in cucina, vide una testa bionda riversa sul tavolo, piangente, mentre quella di sua madre scattava in alto.
-Peter...-
-Eleonor?-
La testa si alzò dal tavolo e lui stentò a riconoscerla: Ele, la sua Ele, sempre così energica e vitale, dal colorito rosato, sembrava... pallida. Solo un po', ma non sembrava molto sana. Gli occhi rossi e gonfi e le guance scavate non aiutavano.
-Oh, Peter!- Corse ad abbracciarlo. Lui, lì per lì, non ebbe la forza di spingerla via, sentendola così fragile tra le sue braccia, limitandosi a sostenerla.
Nella mezz'ora successiva ascoltò ad una storia tragica, tanto che stentava a crederci. Non gli sembrava possibile, eppure i volti di Ele e sua madre non mentivano. Così, apprese che la sua amica era malata di leucemia. Una tremenda malattia da cui è difficile guarire. -Non mi danno più di un anno di vita- sospirò pesantemente: -Kevin mi ha lasciata- disse in un sussurro -Si è messo con Gilda e anche lei mi ha abbandonata. Diceva che non voleva prendersi la responsabilità di stare con una che sta per morire... ma si sono baciati prima che glielo dicessi...- la voce si ruppe, dissolvendosi di nuovo in singhiozzi.
-Eleonor, io...- Non ci credo, non ci voglio credere! Non voglio credere che non vivrai abbastanza a lungo per diplomarti, sposarti, avere dei figli... Non voglio credere che questa sia, probabilmente, la nostra ultima estate insieme... Ti amo e non voglio perderti! Ma, ovviamente, non le disse tutto questo e si limitò ad un "mi dispiace infinitamente" e a starle vicino per quei pochi mesi che rimanevano, cercando di farla felice in tutti i modi possibili. Prima dell'inevitabile.

*****

Quella fu la loro ultima estate insieme, ma non fu vissuta con la spensieratezza di prima.
Anzi, non fu proprio vissuta: sembrava come se un drappo scuro di morte si fosse avvolto intorno a loro, rendendoli quasi apatici.
Tutto sembrava più grigio, solo il mare conservava il suo innato fascino e la sua bellezza.
Eleonor aveva lasciato scritto che alla sua morte, avrebbero dovuto cremarla e gettarla in mare.
Di solito cercava di scherzare su questa cosa, dicendo di avere fede in Dio e nei medici, che l'avrebbero guarita.
Ma i tre mesi passarono e la ragazza peggiorò sempre di più e non si riusciva a trovare un donatore di midollo.
Peter ci aveva provato, ma purtroppo non erano compatibili.
Anche Peter aveva imparato a pregare questo Dio di cui parlava Ele e a sperare che i medici la guarissero. Tutta la sua fede era riposta in loro.
Purtroppo, però, a volte le cose non vanno come desideriamo: Peter fu costretto a ripartire, con la morte nel cuore, per il suo ultimo anno e Eleonor cambiò vari ospedali, ma senza alcun risultato.
Come era ormai prevedibile, Eleonor Johnson morì verso l'inizio di Giugno, proprio mentre Peter dava gli esami.
Sconvolto dalla notizia, li passò per il rotto della cuffia, correndo a casa subito dopo la Consegna del Diploma.

Arrivò troppo tardi, anche solo per vederla un'ultima volta. Il loro amore era durato dieci anni, dai sette ai diciassette.
Peter si dannò l'anima, perché non era riuscito neanche a vederla morire. Non era riuscito a dirle nulla.
Sarebbero bastati un paio di giorni in più... Ma la Morte non è clemente e non concede niente a nessuno.
Eventualmente, Peter avrebbe dato la colpa ai medici: loro avevano dato ad Eleonor delle false speranze di guarigione, loro erano stati pagati, anche se probabilmente sapevano che non c'era nulla da fare. Schifosi babbani!
Sapeva che era colpa sua se non era mai riuscito a dichiararle il suo amore, se non le aveva mai parlato dei suoi poteri, ma dare la colpa ai babbani lo faceva sentire meno colpevole.
Prese la sua decisione: si sarebbe unito a Lord Voldemort, per epurare il mondo da tutto quel sudiciume.
Avrebbe tradito i suoi amici, facendo la spia, perché loro rappresentavano Kevin, lo stesso che aveva fatto del male ad Eleonor.
Avrebbe tradito Lily perché lei era babbana e i suoi simili gli avevano portato via Ele.

Solamente in punto di morte si accorse che aveva sbagliato. Solamente facendo fuggire Harry Potter e i suoi amici, capì che era stato tutto un errore.
Mentre la morte lo coglieva, gli apparve il volto di Eleonor.
In quel momento, capì di essere stato solo un codardo.
   
 
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