Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: heliodor    05/09/2014    3 recensioni
Quando Anna viene rapita da un gruppo di piromanti, Elsa, Kristoff e il pupazzo Olaf si mettono sulle sue tracce. Aiutati da un capitano coraggioso e dal suo spericolato equipaggio, dovranno viaggiare fino ai confini del Mare Settentrionale, superando ostacoli e nemici di ogni genere, per raggiungere la Montagna di Fuoco e affrontare il suo Guardiano, una creatura mostruosa figlia delle fiamme e del terrore...
Burned è il secondo episodio della serie The Winter Queen.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Winter Queen'
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Kai si schiarisce la voce. ― Ser Wulfgard del Regno Occidentale.
Un ometto dall'aria impettita, lunghi stivali che gli arrivano al ginocchio e una palandrana grigia, marcia fino al trono e si inchina con aria marziale.
Elsa lo osserva incuriosita.
Ser Wulfgard rimane chinato per qualche secondo, poi si volta verso Kai che si stringe nelle spalle.
― Oh, certo ― esclama Elsa. ― Riposo, ser Wulfgard. Riposo.
L'ometto si raddrizza e scatta sull'attenti facendo battere i tacchi.
Elsa sobbalza sul trono.
― È per me un onore essere al vostro cospetto.
Elsa si schiarisce la voce. ― Anche per me è...
― Ho viaggiato per mari sconosciuti e terre disabitate per raggiungervi...
― Certo ― dice Elsa imbarazzata. ― Perché non mi raccontate qualcosa di voi, ser...
Wulfgard alza la voce. ― Mi sono battuto con i pirati dell'est e i corsari del sud...
― Davvero... interessante, ma io volevo chiedervi...
― Ho cenato all'ombra dei grandi monumenti delle isole perdute...
Elsa guarda Anna che sorride imbarazzata. ― Ma mi sta ascoltando?
― Gareggiato in astuzia con...
― Oh, insomma ― dice Elsa alzando la voce. ― Volete stare zitto o no?
Wulfgard la guarda sorpreso. ― Dicevate, Maestà?
Elsa indica il fondo della sala con il braccio teso. ― L'uscita è da quella parte.
Wulfgard si guarda attorno. ― In ogni caso, avevo terminato. ― Si inchina e gira sui tacchi.
Elsa si porta la mano al viso e scuote la testa.
― È solo il primo ― dice Anna con un sorriso forzato. ― Il prossimo sarà sicuramente meglio.
***
― Il Principe Ulfrid della Costa Pietrosa.
Ulfrid attraversa la navata impettito, il viso atteggiato in un sorriso forzato a trentadue denti. Indossa una blusa verde militare con ricami in oro e argento su pantaloni aderenti e stivali neri. Allacciata al fianco una spada dall'elsa d'argento istoriato e un pomello a forma di testa di leone.
Arrivato di fronte al trono estrae da una tasca interna uno specchio grande quanto il palmo della mano. Si umetta la punta dell'indice sulla punta della limgua e con rapidi tocchi liscia le sopracciglia folte e scure.
Elsa si sporge incuriosita. ― Principe Ulfrid?
Ulfrid la guarda spazientito. ― Vi ascolto, Maestà.
― Volete introdurvi?
Ulfrid infila lo specchio nella blusa e si esibisce in un ampio sorriso. ― Non sono bellissimo?
― Il prossimo ― dice Elsa ricadendo esasperata sul trono.
***
― Il Duca Kevan di Riva Gioiosa.
Un ragazzo poco più che adolescente attraversa la navata su gambe malferme e si ferma tremante davanti al trono.
― S-salve Maestà. Volevo dire, Regina Elsa. ― Quando si inchina, la spada scivola dal fodero e finisce a terra con un suono metallico. Kevan si guarda attorno imbarazzato.
Elsa si copre gli occhi con entrambe le mani.
***
― Il Barone Valery della Città dei Corvi.
― ...E la sapete quella del pupazzo di neve e della renna? ― Valery è uno spilungone dal naso adunco e la risata nervosa.
Elsa lo fissa accigliata.
― No? E quella del troll che viveva da solo in una caverna?
Elsa sospira rassegnata. ― Avanti un altro.
***
― Il Conte Gerhard di Corona.
― Fuori.
― Fredrik delle Lande Perdute.
― Il prossimo.
― Arthur della Penisola di Giada.
― Non ci siamo.
― Il...
Elsa si alza di scatto, le mani serrate. ― Ora basta. Basta.
― Elsa, ancora uno, dai. Vedrai che il prossimo sarà quello giusto.
La regina si risiede. ― Solo uno ― dice con tono esasperato.
Anna fa un cenno a Kai, che ricambia con un inchino.
***
Vicino al portone, Kastelgaard e Lotte attendono con la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate sul petto.
― Voi ― dice Kai sopraggiungendo. ― La regina acconsente a ricevervi.
Kastelgaard si tocca il petto con l'indice. ― Dite a me?
Lotte lo spinge verso Kai. ― Certo che dice a te. Andiamo.
Kastelgaard si sistema la blusa e segue Kai. Dietro di lui, Lotte e gli altri marinai.
― No, voi no ― dice Kai voltandosi.
Lotte indica Kastelgaard. ― Siamo con...
― Siete troppi. Entrerete dopo.
― Ma...
Kai fa un cenno alle guardie, che si mettono in mezzo al corridoio.
Lotte lancia un'occhiata contrariata ai soldati.
***
― Non ho afferrato il vostro nome, signore ― dice Kai guidandolo verso la sala del trono.
― Kastelgaard. Capitano John Kastelgaard.
― Aspetti qui.
Kai si ferma davanti alla pedana rialzata che ospita il trono. ― Il Capitano John Kastelgaard.
Elsa fa un gesto vago con la mano.
Quando Kastelgaard avanza e si inchina davanti al trono, il viso di Anna si illumina.
― Questo sembra decente ― sussurra alla sorella.
Elsa solleva gli occhi al cielo. ― Anche quel tizio... quel marchese di non-so-dove sembrava un tipo a posto.
Anna arriccia il naso e scuote la testa. ― Oh. Non me lo ricordare. Avrò gli incubi per settimane.
― Beata te che riuscirai a dormire dopo averlo sentito cantare.
Le due sorelle ridacchiano.
Kai le guarda severo prima di ritirarsi.
Elsa si ricompone e si schiarisce la voce. ― Capitano Kastelgaard ― dice con un tono disteso. ― Parlatemi di voi. Siete un ufficiale?
― Ho il comando di una nave, mia regina. Il miglior veliero che abbia mai solcato i mari. Il Canto del Mare. Ne avrete certamente sentito parlare.
― Ma certo ― dice Elsa con un sorriso benevolo. Guarda Anna che fa spallucce. ― E ditemi, da dove venite e in quale flotta avete servito?
― Vengo da una terra in cui splende sempre il sole e il cielo è di un azzurro intenso, dove il mare è generoso e gli alberi danno buoni frutti.
― Sembra proprio... un bel posto ― dice Elsa perplessa.
― Bello? Chiunque vi sia stato, non potrebbe definire che splendide le Isole del Sud ― esclama Kastelgaard entusiasta.
Elsa sgrana gli occhi. ― Come avete detto?
Kastelgaard si guarda attorno. Le guardie lo squadrano minacciose, le picche rivolte verso di lui. ― Dicevo che le Isole del Sud sono splendide in questa stagione.
Elsa balza in piedi, gli occhi ridotti a due fessure. ― Isole del Sud? ― Grida minacciosa.
Kastelgaard indietreggia di qualche passo. ― Sì, Maestà. Regina Elsa. ― Deglutisce a vuoto. ― Ho servito sotto il comando dell'Ammiraglio Westergaard, che tecnicamente sarebbe mio cugino. Sa, lui ha dodici fratelli e, non per vantarmi, ma ho stretto un forte legame di amicizia con almeno un paio di essi...
― Elsa, mantieni la calma ― dice Anna alla sorella.
Una patina di ghiaccio si forma attorno a Kastelgaard, che indietreggia ancora. ― ...soprattutto con l'ultimo... ― riesce a dire prima che una stalattite di ghiaccio si fermi a un centimetro dalla sua gola.
― Elsa! ― grida Anna.
La regina respira a fatica, gli occhi che fissano Kastelgaard con odio. Il ghiaccio si scioglie.
― Amico, è meglio per te se te ne vai ― dice Kristoff a Kastelgaard.
― Ho detto qualcosa di male?
― Guardie ― grida Elsa. ― Buttatelo fuori.
I soldati circondano Kastelgaard.
― Se vi ho offesa chiedo perdono.
Le guardie lo trascinano via per le ascelle.
― Aspettate. Lasciatemi chiarire l'equivoco.
Il respiro di Elsa si calma.
Anna, in piedi al suo fianco, la guarda terrorizzata. ― Potevi fargli del male.
― Potevo? ― Elsa si volta furiosa. ― E lui poteva farne a me... a noi. Come ti è saltato in mente di invitarlo?
― Ora che ci penso, non ricordo di aver mandato un invito a un Kastelgaard delle Isole del Sud...
― Ne sei certa? ― la incalza Elsa.
Anna fa un passo indietro. ― Dovrei controllare...
Elsa scende dalla pedana. ― Fai con comodo.
Anna la segue. ― Dove vai? Non abbiamo ancora finito.
― Io sì. ― La regina marcia fuori dalla sala del trono.
Anna la raggiunge. ― Elsa, per favore. Ascolta un secondo.
― No. Ho già sentito abbastanza. Ti ho dato corda fino a questo momento perché ti voglio bene, ma c'è un limite a tutto. Sapevo che era una cattiva idea e ora ne ho la certezza.
― Ma cosa dico a tutte quelle persone? Sono venute fin qui per te ― dice Anna con tono supplice.
― Non m'importa. Lasciami solo in pace.
― Cosa?
― Hai sentito bene. Lasciami in pace. Non ho bisogno del tuo aiuto. Devo governare un regno, io. Ho delle responsabilità, non come te che puoi permetterti di giocare a fare la principessa delle favole.
Anna fa per risponderle, ma Elsa la supera e si avvia per le scale.
  
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