4. Londinium
Nonostante i modi burberi e
maleducati e il pestilenziale odore d’alcool che emana, Hagrid sembra un tipo
apposto.
«Oh, … scusaci Hagrid.» disse James «Comunque siamo quasi arrivati a
Londinium».
«Capito, allora vediamo chi abbiamo qui. ‘Sto qua con gli occhiali è tuo
figlio, James?» Dice indicando Harry.
«Esattamente» Risponde James
«E ‘sta qua? Come hai detto che ti chiami?»
«Non l’ho detto, comunque Hermione.» risponde lei con un misto di voce tremula
e saputella.
«Ok.» Borbotta, se possibile, ancor più burbero di prima «Spero che stavolta
imparare i vostri nomi abbia uno scopo, sin dalla vittoria di James…»
«RUBEUS!» strilla la McGranitt, prima che Hagrid potesse finire, vedendo che
Harry stava impallidendo.
«Che c’è? Se non avete capito fra due settimane ‘sti due rischiano il collo, mi
pare anche lecito dire che sin dalla vittoria di James imparare i nomi dei tributi
è stato solo uno spreco di tempo e memoria»
«HAGRID!» urla James, ma non con il tempismo della McGranitt.
Harry rimane basito da questo commento.
Uno spreco di tempo e memoria. Ma c’è
qualcos’altro che turba Harry.
Una nota quasi malinconica nella sua voce. L’alcool ancora in circolo nel suo
sangue, presume Harry. Eppure c’è comunque qualcos’altro, pensa Harry. Amarezza.
«Non si preoccupi, signor Potter.» dice Hermione «Forse Hagrid sta solo
cercando di… non lo so, spronarci a dare il massimo?»
«Non c’è bisogno che tu lo difenda, Hermione.» risponde la McGranitt «Hagrid lo
dice a tutti i tributi da dieci anni ormai, e ha solo seminato terrore…»
«MA IO NON HO PAURA!» gridano all’unisono Harry e Hermione, l’uno
sorprendendosi della risposta dell’altro.
«Davvero?» chiede incredulo Hagrid «FINALMENTE!
Dei tributi con le …»
Ma non seppero mai che cosa avessero,
dato che la McGranitt comincio a sbraitare chissà quali maledizioni contro
Hagrid sotto lo sguardo divertito di James.
Nel frattempo il treno fischia e si ferma di botto.
*
Harry e
Hermione rimasero estasiati da ciò che si trovarono di fronte appena scesi.
Erano così presi dalla discussione che non si degnarono di guardare fuori dal
finestrino. Erano in una stazione sfavillante, piena di colonne di quello che
sembra marmo, le pareti rivestite di uno splendente oro zecchino. Ma non è
questa la parte più sconvolgente. È la massa incredibile che si trova appena
fuori dal treno, tutti vestiti in maniera stravagante e dalle acconciature
(alcuni con la parrucca) eccentriche e dal viso ricoperto da trucco o da
tatuaggi o da entrambi.
Erano tutti lì per loro, era questo che turbava Harry. Di lì a due settimane,
le stesse persone lo avrebbero visto combattere per restare in vita, e magari
avrebbero gioito nel vederlo uccidere altri ragazzi.
*
Si
fecero strada grazie alla stazza di Hagrid, e arrivarono alle porte di
cristallo che li separavano dall’esterno. Superarono la porta Harry e Hermione
rimasero sbigottiti.
Ciò che si ritrovarono davanti non era altro che un’incredibile e immenso
agglomerato di edifici altissimi di quello che sembrava proprio oro
(probabilmente ne erano rivestiti esternamente). Non erano solo gli edifici
erano strabilianti, ma anche le strade, di uno splendente platino, e i
marciapiedi anch’essi in oro.
Macchine di diversa grandezza e velocità schizzavano da una parte all’altra del
lungo viale.
«Eh eh» disse Hagrid, in modo da non farsi sentire da James e la McGranitt, che
parlottavano tra di loro qualche metro più avanti «Voi non ci avete mai messo
piede qui a Londinium, normale che siate entusiasti,
anche io lo ero la prima volta che sono venuto ero rimasto a bocca aperta. Non
molti anni fa ho conosciuto ‘sto barista, Tom mi pare si chiami1, e
la maggior parte del tempo che passo a Londinium lo passo lì, al Paiolo Magico.
Ma non sta volta, il vostro coraggio mi ha sorpreso»
Harry non sapeva cosa rispondere a Hagrid (i cui occhi erano pieni di lacrime e
riflettevano la luce solare), aveva la bocca impastata.
Ma fu qualcun altro a rispondere per lui.
«Grazie Hagrid, non ti deluderemo!» disse squillante Hermione, urlando (forse per nascondere qualche altro sentimento
pensò Harry).
«Che succede lì?» dice gentile James «Le limousine
stanno per arrivare, comunque.»
E, difatti, non si fecero aspettare. Due lunghe automobili nere arrivano dalla
parte sinistra della strada.
Entrambe avevano lo stemma di Londinium stampato sul cofano. Un teschio dal
quale esce un serpente che si intreccia e si estende spalancando le fauci. Il
Marchio nero, com’è chiamato dai più. È raffigurato anche nella bandiera di
Posovia, su uno sfondo argenteo.
«Belle vero?» riprende James«Ad ogni modo2, io, Minerva e Rubeus
saremo in questa» e indica la prima limousine« e voi sarete nell’altra, non
saremo con voi perché dovete fare una.. certa conoscenza» finisce con un tono
tra lo scherzoso e il preoccupato, che Harry non gli aveva mai visto usare.
Harry e Hermione esitarono a entrare, ma quando James e gli altri entrano nell’auto,
loro non se lo fecero dire due volte. Si sedettero hai finestrini, evitando
accuratamente di guardarsi.
Il silenzio fu rotto da una voce profonda e stanca, proveniente dai sedili più
avanti.
«Allora, … tu devi essere il figlio di James vero? Ovviamente, siete due gocce
d’acqua, tranne gli occhi, quelli sono di Lily»
Harry e Hermione voltarono la testa contemporaneamente, non si erano accorti di
essere in compagnia.
Davanti a loro c’erano un uomo apparentemente stanco, piuttosto giovane,
dell’età più o meno pari a quella di James, vestito con uno smoking accoppiato
al trucco, che non assomigliava per niente a quello che era in voga a
Londinium, sopra gli occhi, un ombretto3 di un verde pallido, che
gli risalta gli occhi di un profondo marrone4. Accanto a l’uomo c’è
una graziosa ragazza, che avrà più o meno 6 o 7 anni più di Harry, dai capelli
rosa shocking e gli occhi scuri.
«Comunque, io mi chiamo Remus Lupin, e sarò il tuo stilista, proprio come mio
padre fu per il tuo».
Aveva una voce calma e rassicurante, una voce che ispira fiducia.
«E io sono Ninfadora Tonks, ma dovete
assolutamente chiamarmi solo Tonks, o Dora. E sarò la tua stilista,
Hermione» disse la ragazza, volgendo a Hermione un sorriso sprezzante.
Harry e Hermione si guardarono, e la prima cosa che Harry si sentì bisogno di
chiedere era
«Come conosce mio padre?»
«Dritto al sodo, eh? Proprio come tuo padre. Be’,come ho già detto, mio padre,
Lyall Lupin, fu lo stilista di tuo padre quando partecipò agli Hunger Games,
ormai 21 anni fa. Dopo che vinse, tuo padre rimase molto legato al mio, e così
ci invitò al suo matrimonio. Io, che avevo la sua stessa età, ci andai subito
d’accordo, e ciò vale anche per Lily, ovviamente. Ci teniamo in contatto con il
telefono che si trova nella villa dei
vincitori, che so che non usate.»
Era vero, James aveva rinunciato a vivere nel villaggio dei vincitori, dove i vincitori sono tenuti a vivere.
James ha preferito crescere Harry nella vecchia casa dei suoi genitori, morti in
un incidente qualche mese prima che Harry nascesse.
Harry
non sapeva che rispondere, e si limitò a fare un cenno d’assenso, e si mise a
guardare fuori dal finestrino.
I palazzi scorrevano alla stessa velocità dei pensieri di Harry.
Tu devi essere il figlio di James,vero? Diceva
Lupin
Minerva ed io vi insegneremo come sopravvivere Diceva suo padre
Forse non avete capito che fra due settimane ‘sti due rischiano il collo Borbottava
burbero Hagrid.. Hagrid..
Il vostro coraggio mi ha sorpreso
aveva detto anche, coraggio, quello
di cui Harry stava cercando di fare scorta…
Fu una voce a portarlo alla realtà
«Wow!» era Hermione, che si era avvicinata al finestrino di Harry, e guardava
fuori.
Harry gettò un’occhiata fuori e rimase a
bocca aperta. Un enorme palazzo marmoreo si presentava davanti a loro. Non era
molto alto, ma si estendeva per chilometri, e costeggiava un fiume per tutta la
sua estensione.
Su di un lato della struttura era raffigurato con strati di platino il Marchio
Nero5. Harry ebbe un breve brivido nel dedurre cosa fosse..
«Bello vero?»disse Lupin« È il palazzo presidenziale, e quello è il Londinium
River6, che, secoli fa, veniva chiamato..»
«..Tamigi» lo interruppe Hermione «l’ho letto in Storia dei distretti»
«Ottimo, Hermione7, mi fa piacere che lo sai» disse Lupin «io sono
affascinato dalla storia antica, per esempio lo sapevi che questa nazione prima
veniva chiamata Gran Bretagna e…» Harry smise di ascoltare, ma Hermione e Lupin
continuarono a discutere a lungo.
n.p.s.
(note per sfizio)
1Sì, sono anni che si conoscono e non è sicuro del nome
2Odio quando “anyway” viene tradotto “ad ogni modo”
3Ma ve lo immaginate Lupin con l’ombretto verde? xD
4Se ve lo state chiedendo,si, sono un maschio,ma ho solo fatto una
ricerca
5Che, se è in platino, non ha molto di “nero”, eh?
6Non trovo nome migliore
Allora, vorrei solo dire che per ‘sto capitolo ho versato lacrime per
scriverlo.
Tra bug vari di Word,la scuola che si appresta a ricominciare, io che alle due
di notte premo erroneamente alt+f4 e premo “no” al posto di “annulla” e perdo
2/3 di capitolo …
Credo che ci fosse un complotto fittizio per non permettermi di scrivere xD
Spero vi piaccia e che continui a piacervi, ma mi duole dirvi che l’uscita di
nuovi capitoli si rallenterà ulteriormente con l’inizio della scuola (il 15,
per me).
The Mockingjay lives.
The Odds Are NEVER In Our Favor
Lunga vita e prosperità