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Autore: Nerospirito    07/09/2014    1 recensioni
Aqua è un emblema di speranza per un regno decadente, che assieme al gemello Terra combatte tra le fila del corpo di elite di Eraqus Nomunaga, legittimo erede al trono dell' Impero del Sole, per vincere la guerra civile e portare la pace in un regno ormai devastato per cui il comandante Eraqus potrebbe essere la sola speranza di rinascita.
Xeahnorth Nomunaga, il figlio minore dell' imperatore tetsuya Nomunaga torna dall' esilio al comando della sua temuta compagnia mercenaria, le Spade Nere, deciso a riprendersi il regno a costo di uccidere suo fratello maggiore.
Vanitas è un ladro e un bandito esperto nell' arte della spada e dell'inganno, discendente nientemeno che da Tsukuyomi.
Tra sanguinose battaglie in un impero dai toni del giappone feudale, intrighi di palazzo e brame di conquista la paladina della luce e il figlio della luna incroceranno spade e cuori nel grande gioco del Re..
(Note dell'autore: OOC e Lime possibili nel corso della storia. Xeahnort ha l'aspetto di "Ansem Seeker of Darkness"!)
Genere: Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aqua, Terra, Vanitas, Xehanort
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Oriental Tale cap 6 (Una tempesta in avvicinamento)

Decimo giorno di viaggio dopo l’ esperienza della marcia sotto gli impiccati e fino ad ora i fratelli erano riusciti a tenersi a distanza dai campi di battaglia. Terra non poteva che dirsi sollevato di ciò, tuttavia sapeva bene che erano stati fortunati fino ad ora: se avessero incontrato qualche canaglia della compagnia di Xehanort non l’ avrebbero passata di certo liscia e anche nei confronti dell’ esercito ormai nutriva un sacco di dubbi.. Nei mercati e nelle locande di ogni villaggio ormai le notizie che arrivavano erano quanto meno sconfortanti: un’ altro avamposto, uno di quelli chiave a quanto si diceva, era caduto nelle mani del principe esiliato, e tra i bifolchi si stava facendo strada una strana leggenda riguardante quella compagnia: si diceva che quell’ uomo fosse riuscito a ottenere il controllo su di un mostro silenzioso e letale come la notte. Alcuni raccontavano che avesse denti in grado di dilaniare la carne, altri che avesse artigli affilati come rasoi, e altri ancora che avesse occhi gialli come una belva selvaggia e si muovesse più velocemente di un battito di ciglia.. probabilmente era solo una diceria gonfiata all’ inverosimile, ma dopo aver visto quella spada che portava sua sorella, non era poi così incline ad ignorare l’ impossibile.
Sospirò scuotendo la testa in segno di rassegnazione, dando un colpo di briglie al cavallo per raggiungere quello di Aqua, qualche passo più avanti.
Non si sentiva tranquillo: ogni volta che potevano dedicavano tempo all’ allenamento, usando due grossi bastoni raccolti nel campo di casa e  che lui aveva lavorato un poco per renderli vagamente simili a spade, ma ogni notte vedeva la sorella sempre più frustrata e stanca, così come digrignava i denti quando la osservava cercare di spezzare ancora il sigillo di Fiore d’ Autunno…

Ormai era passato ben più di un mese da quando Aqua aveva conquistato il diritto di decidere del suo destino: avrebbe dovuto essere una grande vittoria, e invece non riusciva proprio a esserne felice. C’ erano troppi interrogativi ancora insoluti e rimorsi con cui fare i conti, primo tra tutti quello che gli aveva causato l’ espressione dei suoi genitori quando erano partiti: si era ripetuta con tutte le sue forze di non voltarsi perchè sapeva che se si fosse voltata avrebbe mandato tutto all’ aria, e quella vittoria strappata con il sangue non sarebbe servita a nulla.. Ma lo fece, e non potè dimenticare l’ espressione di suo padre.
Era lì, che abbracciava le spalle di sua madre con lacrime che grondavano e rotolavano sulle guance rese ispide dalla barba incolta e un gran sorriso di orgoglio sulle labbra, che lottava disperatamente con la tristezza negli occhi scuri. Anche lì, anche ora, un singhiozzo le risalì la gola non voluto, impossibile da fermare, rompendole il respiro e la concentrazione, bruciando dolorosamente nel petto. Cosa doveva fare ora? Lottare, seguire il sentiero della spada, andare fino in fondo.. Dopotutto tornare indietro era impossibile, quindi non le restava che scalare quel cammino scosceso e irto di insidie e conquistare la vetta con le sue forze. Eppure.. la spada non rispondeva più ai suoi desideri, al suo comando.. La ragazza sospirò, alzando gli occhi all’ accecante azzurro del cielo di mezzogiorno, la vista cancellata dal bianco del sole.. Il Sole. Amaterasu… Perchè era stata scelta Lei?
- Sembra tutto così assurdo ora.. - disse ad alta voce, quasi senza essersi accorta della presenza di Terra, che lo aveva raggiunto pochi secondi prima.
- Cosa, sorellina? Che sei stata scelta da una spada magica o che sei in viaggio per diventare la prima ragazza soldato dell’ Impero? Bhe.. Rallegrati, è assurdo, ma sei stata forte a farlo avverare.-
Le disse lui, non interpellato ma comunque incapace di starsene zitto: odiava viaggiare in silenzio, lo faceva sentire sempre osservato e oppresso, era più forte di lui.

- Non fraintendere, sono felice di quello che è successo, ma.. Prescelta da una dea? Io? Sicuramente ha visto male. Non sono poi quella grande paladina che merita il diritto ad avere questa spada. Neanche mi obbedisce più, tra l’ altro! - esclamò lei, mimando il gesto di strozzare qualcuno per la frustrazione: Che aveva fatto quella volta per trasformarla? Cosa aveva pensato? Cosa aveva desiderato?

Terra si picchiettò l’ indice sul mento con fare dubbioso. Certo, detestava quell’ arma, ma sembrava legata a doppio filo a sua sorella, e poi non sopportava di vederla così nervosa. Avrebbe potuto seriamente passarsela brutta se Aqua avesse deciso di dirigere la sua rabbia contro di lui invece che contro il nulla: trovare il motivo di quel blocco era essenziale.

- L’ ultima volta.. L’ ultima volta  hai desiderato con tutta te stessa di vincere, per poter seguire il tuo sogno. Forse dipende dal fatto che non hai avversari da affrontare? In modo serio, intendo. - le suggerì, stiracchiando le braccia indolenzite per il tenere le redini tutto quel tempo: erano in viaggio dalla prima mattina.

Aqua annuì. Poteva essere, anche se era un po’ scettica riguardo questa spiegazione: Terra era ancora parecchio più forte di lei e faceva della forza bruta un vanto in allenamento come nel lavoro, e lei doveva davvero impegnarsi  seriamente per poterlo affrontare ad armi pari, cercando di batterlo con la tecnica e affinando quel suo modo particolare di combattere, danzando sul campo di battaglia spada in pugno come le altre ragazze facevano con un ventaglio sul palco di un teatro.

- Comunque.. Sono più convinta che sia una questione diversa dall’ impegno. Qualcosa di più profondo… Non so come spiegarlo.. -
Terra scrollò le spalle con un sorriso divertito sulle labbra.
- Non farlo allora, probabilmente se è destino che tu sia la padrona di quell’ arma, verrà anche il momento in cui risponderà - . “Pregando che sia il più tardi possibile.. Mi inquieta quell’ arnese.” pensò subito dopo, ma non disse nulla ad Aqua, sia per evitare di farla preoccupare, sia per evitare incomprensioni: con quello che stavano facendo, litigare era l’ ultimo dei suoi pensieri.

- Piuttosto, dove ci fermiamo a mettere qualcosa sotto i denti? Anche i cavalli avrebbero bisogno di riposare e bere, non voglio che muoiano prima di aver finito il viaggio.- Le disse, guardandosi attorno: erano in collina, diretti alle pendici dei Monti dell’ Alba, per attraversare il passo Pallido e scendere lungo la strada maestra fino alla capitale imperiale.

- Non lo so, se non ricordo male c’è un torrente non molto lontano da qui. Sarebbe l’ ideale, con acqua fresca, ombra e legna. Sono settimane che non faccio un bagno, e nemmeno tu! Puzzi come una capra in Agosto, lo sai?-

Sbottò Aqua, china sulla sella per frugare a tentoni in una delle bisacce allacciatevi, alla ricerca di quella mappa su carta che avevano ricevuto da un mercante come pagamento per averlo aiutato a scaricare la merce dai carri della sua carovana. Dopo essersi rimessa ritta sulla sella la aprì con gesti pratici, osservandola attentamente per cercare un punto di riferimento e capire dove si trovavano.
- Guarda che sono io che faccio i lavori di fatica, mi sembra ovvio che sudo! E se suda un uomo puzza di più di una donna, è naturale.- Rispose il ragazzo, quasi sentendosi offeso da quella provocazione della sorella.

- Sarà anche naturale, ma non ti si riesce a stare vicino, quindi.. Yah!-
All’ improvviso la ragazza ficcò i talloni nei fianchi del suo cavallo, incitandolo a scattare in avanti con un colpo di redini, ridendo e chinandosi sul collo dell’ animale per fargli prendere velocità con suo fratello al seguito che sbraitava per obbligare il suo cavallo a seguirla e a tenere il ritmo.

“Come fare?”

Questo si chiedeva Eraqus, in piedi di fronte a un tavolo ottagonale su cui era dispiegata la mappa più dettagliata e chiara possibile dei territori dell’ impero, con dei contrassegni che indicavano tutti i luoghi strategici e i centri abitati utili alla lotta. Nella stanza in legno e pietra grezza, scarsamente illuminata dalla poca luce che filtrava dalle tre finestre a feritoia e dalle candele di cera, lui e il suo amico più fidato studiavano l’ andamento della guerra.

L’ impero era vasto migliaia di chilometri quadrati, ma fin da subito Xehanort aveva guidato le sue truppe nelle zone di pianura e collina a est dei Monti dell’ Alba, distruggendo e saccheggiando tutto quello che poteva per rifornire i suoi mercenari, e la cosa gli aveva occupato un sacco di tempo, pure troppo. In più aveva perso molti uomini nella conquista del territorio, eppure.. Di recente sembrava che avesse riacquisitato vigore e anche che i suoi attacchi fossero diventati estremamente più efficaci e precisi: negli ultimi quattro mesi erano stati presi cinque forti sui monti, e questi significava che sia il Solco di Orochi che la Caverna degli Echi erano ora inaccessibili, e anche che la guarnigione montana era stata spazzata via.

- Semplicemente assurdo.. Non posso crede che abbia ottenuto simili risultati da quel branco di ubriaconi indisciplinati. Deve esserci dell’ altro.-

Mugugnò tra sè il generale, continuando a studiare sulla mappa i prossimi movimenti della propria armata e i possibili bersagli della compagnia di Xehanort.
- Dobbiamo isolarli prima che loro isolino noi. Sappiamo che hanno un sacco di truppe in più prese tra i villaggi e le città che hanno sventrato, e anche che sempre più nobili minori si stanno dedicando alla sua causa. -

- Se mi è concesso, vorrei farti notare che sono solo membri minori della nobiltà guerriera, pesci piccoli. Noi abbiamo in pugno i ministri e i capi famiglia della grande nobiltà e la gilda dei mercanti. Non hanno tutto.

Se conducessimo un attacco in forze sui monti, probabilmente riusciremmo a riaprire almeno il Solco, che poi è il passo principale verso la parte orientale dell’ impero.-

A parlare era stato Auron, un validissimo guerriero, veterano di mille e più battaglie, oltre che abile stratega e una volta comandante in seconda delle armate imperiali, ora promosso a generale a pieno titolo. Questo gli aveva causato parecchi guai, in quanto aveva un passato da soldato prezzolato e umili natali. Nonostante questo, fu il più fidato amico di Eraqus sul campo di battaglia e nella vita, per questo il principe aveva fatto in modo che occupasse una posizione degna del suo valore. Nonostante ciò, Auron continuava a trattarlo come un vecchio compagno d’ armi, senza formalismi ne salamelecchi o riverenze. Era per questo che lo teneva al suo fianco nelle decisioni militari più delicate. Per questo e per la sua spietata efficienza tattica.

- Sentiamo allora, come faremmo a riprenderci il forte più corazzato dell’ intera parte ovest dell’ impero? solo due lati sono accessibili, e non possiamo mandare troppi uomini alla volta ad attaccare perchè lo spazio tra le pareti del Solco è esiguo, mentre loro hanno baliste e catrame in abbondanza per farci arrosto. Non mi sembra possibile catturare quel posto con la facilità che fai intendere..-

Auron sogghignò, indicando un punto preciso alle pendici della collina montuosa, spostato verso il mare di una settantina di chilometri rispetto al passo. Non c’ era nulla lì, apparentemente.
- Questa. Il nostro asso nella manica si trova qui: non molti lo sanno, ma i monti dell’ Alba sono cavi.-
Disse il guerriero al suo amico e signore, tracciando con le dita un percorso che si snodava tortuosamente lungo la collina.. No, non lungo. Dentro.
- Cavi? Vuoi dire che c’è una rete di grotte nascoste nel ventre delle montagne?-
Eraqus era scettico: nessuno gli aveva mai parlato di una cosa del genere, ne lo aveva mai accennato nessuno dei suoi maestri durante gli studi che aveva seguito da ragazzo.
- Fa parte dei segreti della mia vecchia compagnia mercenaria. Avevamo lì il nostro covo, e da lì potevamo raggiungere la maggior parte delle zone vicine ai monti senza essere scoperti. Solo che quei tunnel sembrano essere stati scavati dai vulcani e bisogna fare attenzione: Molte gallerie sbucano direttamente su laghi di magma, mentre altre scendono fino alle viscere della terra.. Ci si orienta molto difficilmente, ma sono convinto che sarebbero la nostra soluzione.-
Eraqus rimase in silenzio, meditando su quella possibilità che gli veniva offerta così, su un piatto d’ argento.

- Sembra rischioso, ma è la nostra scelta migliore, al momento.. Devo pensarci, amico mio. Puoi andare.-
Gli disse, congedandolo con un gesto secco del capo, prima di camminare fino alla stretta finestra in pietra a feritoia per osservare la città sotto di lui, brulicante di persone e carri e traffici e vita.. Così tante vite nelle sue mani, e tutto dipendeva da una cosa semplice eppure così difficile. Uccidere o meno suo fratello minore, un nemico dell’ impero. Un nemico, ma anche tutto ciò che restava della sua famiglia in quei tempi sporchi di sangue.

E chi era un uomo che sterminava la propria famiglia?

Un Eroe, o un Demonio?

Eraqus non avrebbe mai saputo darsi una risposta...

Angolo Autore: E anche questa volta dobbiamo salutarci qui. Lo so, ho aggiunto ai temi di Oriental Tale anche “Guerra”, ma poi visto che della guerra in corso si è parlato solo di striscio (e visto anche che non avevo ancora dato spazio a Eraqus) ho deciso di prendere due piccioni con una fava e magari di presentare, anche se in sordina, un nuovo personaggio: Auron, ovviamente. Perchè avevo bisogno di qualcun altro che si intendesse di affari militari, visto che ogni condottiero ha un vice più che fidato al seguito. Bene, non ho nulla di nuovo da annunciare, se non che potrebbero arrivare anche altri personaggi in futuro, se ne avrò bisogno!
Ringrazio ancora chi ha letto fin qui, perchè vuol dire che non vi ho annoiato a morte, quindi Grazie Mille, al prossimo capitolo!

E lasciatemi una recensione, mi raccomando! ;D

  
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