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Autore: Patta97    08/09/2014    3 recensioni
- Chi era? - domandò, incuriosito.
- Oh, è il Curatore - rispose l'altra, alzando le spalle.

Piccola one-shot River/Twelve, ispirata dal prompt casuale di una mia amica.
Note: Twelfth Doctor/River Song, Leonardo da Vinci, jelous!Doctor, fluff, triste
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Doctor - 12, Nuovo personaggio, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Tornata dopo un po' con questa piccola one-shot, perché il prompt fornitomi era troppo dolce per non essere usato (non lo riporto perché sarebbe come rivelare metà della storia). Amo già il Dodicesimo Dottore ed avevo solamente voglia di vederlo con River, quindi non sono presenti spoiler per le prime tre puntate dell'ottava serie. 
Spero vi piaccia,
Chiara





 
       IL CURATORE. 





- Non ci credo!
Il Dottore si limitò a sorridere con l'aria di chi la sa lunga. 
- So che hai sempre avuto un debole per lui... - ammise poi, suo malgrado. 
Sua moglie gli diede uno schiaffo giocoso sul braccio. 
- Oh, smettila di fare il geloso! - rise, maliziosa. - È solo che, viaggiando nel tempo, ho assistito alla fine di tutto. Ho contribuito a far crollare imperi, ho visto esplodere stelle, l'universo spegnersi. E ho assistito alla morte dell'ultimo dei pittori. E avere l'onore di ammirare l'arte nel suo momento più glorioso sulla Terra... Dottore, mi stai ascoltando?
- Non sono geloso! - scattò il Signore del Tempo. 
- Davvero hai sentito solo quello? Fra tutte le cose che ho detto? - River alzò un sopracciglio e si mise le mani sui fianchi. 
- Il resto era tutta robaccia da archeologi, ti ho messa in silenzioso - la sfidò, assumendo un cipiglio presuntuoso. 
Stava per iniziare una delle loro solite gare di sguardi e, davvero, tra le sopracciglia di entrambi non sarebbe sicuramente andata a finire bene. 
Per fortuna Leonardo Da Vinci si decise ad aprire la porta della sua bottega. 
- Cosa posso fare per voi? - chiese il fiorentino, adocchiando il vistoso abito blu di River e l'abbigliamento insolito - almeno per il '400 - del Dottore. 
- Ma è giovanissimo! - commentò il Dottore, burbero. - Scommetto che ancora non sa tenere un pennello in mano!
River gli diede una gomitata. 
- Vi prego di scusarlo, messere - si rivolse al giovane artista con il sorriso più adorabile del suo repertorio. - In tutta Firenze non si parla altro che dei vostri talenti. 
Leonardo arrossì vistosamente e si sistemò il cappello sui lunghi capelli biondi. 
- Il vostro compagno ha un accento e delle maniere a dir poco scontrose, mia signora - commentò, adocchiando in malo modo il Dottore.
- Oh, non farci caso, caro - confidò River, passando a un linguaggio più colloquiale e facendo arrossire ancor di più il giovane artista. - È l'età. 
Entrambi ignorarono la faccia indispettita del Dottore ed entrarono nella luce calda della bottega. 
- Ha anche un colorito pallido - sussurrò Leonardo. - Dovrei forse chiamare un medico?
River gettò la testa all'in dietro con la risata che seguì a quel bisbiglio preoccupato, facendo danzare i capelli. 
Il Dottore roteò gli occhi acidamente un'ultima volta, prima di seguirli all'interno e chiudersi la porta di legno alle spalle. 

*

Dopo quello, si ritrovarono parecchio impegnati. Perché, davvero, i guai sembravano cercarli sempre. 
Ci furono molti medici-robot con maschere a becco con ben poche buone intenzioni. Ci fu una corsa verso il TARDIS. Ci fu un inseguimento attraverso il Tempo - e forse Leonardo vide un aereo o due e magari qualche treno ed automobile. 
Poi correre, correre ed altro correre. 
E quando lasciarono Leonardo Da Vinci dentro la sua bottega - anche se fu, tecnicamente, solo venti minuti dopo il loro primo incontro - l'artista si poteva sicuramente dire un uomo diverso. Ma, insieme alla sanità mentale, non aveva di certo perso le buone maniere, quindi baciò la mano di River. 
- È stato un piacere, mia signora. Sono certo che non esiste donna par voi in tutta Firenze! - disse, col suo solito rossore a tingergli le guance. 
- E io che non esista un genio come voi in tutto lo Spazio... - il Dottore tossicchiò. - ...e in tutto il Tempo - continuò River con un sorriso. 

*

- Un genio, eh? - commentò sarcastico il Dottore, osservando malamente River.
Sua moglie si limitò ad ignorarlo e continuò a muovere i comandi del TARDIS per farla partire. 
- Il fatto che abbia costruito le prime macchine per volare non conta! Ha sicuramente visto un dannato aereo, prima, e...
River spostò l'ultima leva e lo guardò con un sorriso carico d'amore dipinto sul viso. 
- Oh, smettila di fare il geloso! - rise e, prima che il Dottore potesse replicare iniziando una delle solite battaglie di cipiglio, sua moglie gli stampò un bacio sulla guancia e si diresse verso il guardaroba. 

*

Due guardie notturne bevevano i loro caffè, seduti su una panca all'interno della National Gallery. 
Il ragazzo, un novellino, vide un'ombra alla sua sinistra e si voltò all'improvviso, allarmato. 
- Lascia stare, non è nulla - lo tranquillizzò la sua compagna. 
- Chi era? - domandò l'altro, incuriosito.
- Oh, è il Curatore - rispose semplicemente lei, alzando le spalle e bevendo un altro veloce sorso di caffè. 
- Uh? E non va a casa? 
La donna rise. - Sono cinque anni che lavoro qui e non l'ho mai visto lasciare la Galleria. 
- Questo sì che è strano - commentò il ragazzo. - E cosa fa qui, tutto il tempo?
- Cammina, per lo più. Non l'ho neanche mai visto riposare. Ma è a posto... credo - aggiunse, dubbiosa. - Visita soprattutto la parte coi dipinti più vecchi, che non è di mia competenza, quindi non lo vedo molto. 
Evidentemente prese gusto nel raccontare, perché continuò. 
- Ma la mia amica Jenny sta lì e mi ha detto cosa fa spesso. Si piazza di fronte a un quadro, un Da Vinci, mi sembra. Raffigura una donna coi capelli ricci con un enorme abito blu notte. La guarda e sta fermo lì, per ore, a volte anche tutta la notte. I suoi occhi diventano lucidi e con le dita che tremano quasi sfiora il vetro del dipinto. Quasi avesse paura di romperlo e...
- Ho capito - la interruppe il ragazzo. - È meglio che inizi la ronda. 
E, lasciando la guardia stupita sulla panca, l'Undicesimo Dottore uscì a grandi passi dalla sala. 
  
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