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Autore: Tigre Rossa    10/09/2014    0 recensioni
" 'Non è giusto che lei muoia.'
Da qualche tempo questo pensiero continuava a tormentare Hanataro sempre più insistentemente, notte e giorno, senza lasciargli pace.
Era strano, in particolar modo per un tipo tranquillo e sereno come lui.
Ma da quando aveva incontrato lei, quel pensiero, affiancato da una forte sensazione di tristezza e amarezza, non lo lasciava in pace."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è giusto
 
 
 
Non è giusto che lei muoia.
 
Da qualche tempo questo pensiero continuava a tormentare Hanataro sempre più insistentemente, notte e giorno, senza lasciargli pace.
Era strano, in particolar modo per un tipo tranquillo e sereno come lui.
Ma da quando aveva incontrato lei, quel pensiero, affiancato da una forte sensazione di tristezza e amarezza, non lo lasciava in pace.
 
Non è giusto che Rukia-san muoia.
 
Il giovane Shinigami aveva sempre avuto grande riverenza per i nobili, che gli sembravano veri e propri esseri divini, raffinati, perfetti, e lontani miglia e miglia da quelli come lui.
Per questo, il giorno in cui era stato scelto per occuparsi della cella di Kuchiki Rukia, si era sentito subito intimorito.
Il suo nervosismo, poi, era aumentato a dismisura quando l’aveva vista per la prima volta.
Avvolta in un semplice kimono bianco come la neve, era bella, di una bellezza eterea e distante, ed i corti capelli neri le incorniciavano il viso pallido, al centro del quale brillavano quei meravigliosi occhi color ametista.
Si era sentito così inadatto e fuori luogo, il piccolo Hanataro.
Eppure erano bastati uno sguardo gentile, un lieve sorriso e una semplice frase di Rukia per cancellare qualsiasi traccia di paura o nervosismo dal suo cuore.
“Non voglio essere chiamata in quel modo. Dammi del tu.”.
Con così poco, era riuscita ad infondergli tanta calma e serenità da riempire ogni angolo dell’universo.
Con così poco, era riuscita a guadagnarsi il suo affetto.
 
Non è giusto che una persona del genere muoia.
 
Da allora, benché fosse una nobile, gli si era sempre rivolta con una dolcezza ed una gentilezza che nessuno, prima d’allora, aveva mai usato con lui.
Lo trattava come un’amico, un vero amico, nonostante tra loro ci fossero infinite differenze, e lui si sentiva, per la prima volta in vita sua, accettato ed importante.
Si, con lei Hanataro sentiva per la prima volta di essere importante per qualcuno.
Rukia lo trattava come se fosse importante, e lui non poteva fare a meno di esserle grato per ciò.
 
La ragazza gli apriva il suo cuore, così, spontaneamente, come quando gli aveva rivolto al parola per la prima volta, ed ogni giorno lui scopriva qualcosa di più su di lei e sulla grande capacità d’amare che nemmeno la più triste delle vite era riuscita ad annientare.
Gli raccontava del suo passato, dei suoi giorni passati sulla terra, dei suoi pensieri più nascosti, delle sue paure e dei suoi rimorsi.
Gli raccontava di suo fratello, dei suoi amici dell’infanzia, di Renji, di Kaien.
E, soprattutto, gli raccontava di lui.
Del ragazzo dai capelli arancione per il quale aveva sacrificato tutto.
Di Kurosaki Ichigo.
“Sai, io e Ichigo abbiamo agito insieme per soli due mesi, ma nonostante questo, misteriosamente, sentivo di potermi fidare di lui dal profondo del cuore. Eppure per colpa mia il suo destino è stato stravolto, ha subito ferite terribili e io  . . . non riuscirò mai a rimediare.”
Questo gli diceva, con aria sconsolata.
E, dal suo volto così triste, dall’ombra scura che copriva crudelmente quei occhi color ametista e dal fremito nella sua voce, Hanataro capiva quanto quel umano significava per lei.
Il suo legame con lui era così forte da spingerla a sacrificare la sua vita per proteggerlo.
E il giovane shinigami non poteva che provare ammirazione per questo.
 
No, non è affatto giusto.
 
Ma Hanataro provava pure dolore e tristezza.
Non riusciva a credere che, da lì a breve, di Rukia non sarebbe rimasto più nulla.
Non riusciva ad accettare che quella shinigami così gentile, così generosa, capace di amare come non aveva mai visto fare a nessuno, sarebbe morta di fronte agli occhi di tutti.
Non riusciva a rassegnarsi al pensiero che la ragazza a cui voleva così bene sarebbe stata giustiziata.
No, Hanataro non poteva arrendersi al fatto che avrebbero ucciso Rukia, privando l’universo di quell’anima così unica e speciale, quell’anima così piena di dolcezza, coraggio ed amore.
 
 
Ed io non permetterò che muoia.
No, non permetterò a nessun di far del male a Rukia-san.
 
 
Così, quando aveva sentito il ragazzo dai capelli arancione pronunciare il nome di Rukia, Hanataro aveva capito.
Si, aveva capito cosa stava succedendo, cosa quello strano umano, quel Ichigo, aveva intenzione di fare.
Ed aveva deciso.
 
Lui l’avrebbe aiutato.
Avrebbe aiutato Ichigo a salvarla.
 
Lui non aveva né l’abilità, né la forza di farlo.
Ma quel ragazzo si.
 
E lui avrebbe fatto di tutto per aiutarlo a salvare Rukia.
 
Si, avrebbe fatto di tutto per permettere a Rukia di continuare a vivere, ai suoi occhi color ametista di continuare a vedere, al suo corpo di continuare a combattere, e , soprattutto, al suo cuore di continuare ad amare.
  
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