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Autore: ButterflySeven    11/09/2014    3 recensioni
Belle ed il giorno del suo compleanno. I suoi desideri, le sue aspettative per il domani.
Il passato racconta i sogni di una ragazza con la voglia di scoprire il mondo ed il fascino della ribellione.
Come si trasformerà con l'arrivo nella sua vita del signore oscuro?
Spruzzi di vita quotidiana contornati da un'aria leggera ed "allegra".
I pensieri dell'oggi aprono la strada al domani. E chissà quale futuro riserverà la nostra Bella e la nostra Bestia...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera, è la prima ff che scrivo su Belle e Tremotino, ma sono rapita da loro ed ho trovato (non so come) il coraggio di scrivere questa umile storia senza troppe pretese, scritta di getto e per il gusto di condividere questa passione/ossessione insieme ad altri che comprendono questa mia insana "malattia". XD 
Buona lettura, spero possa piacervi ;)
 

Happy Birthday Belle. Yersterday, today, and ..




La mia vita è sempre stata un eterno piattume. Ogni giorno ero circondata sempre dalle stesse cameriere, dalle stesse dame di compagnia. Raramente mi era permesso uscire da palazzo, troppa la paura di mio padre di sapermi sola per i boschi, o in quei “luoghi affollati da orchi e gente bruta” come soleva chiamarli.
Eppure non riusciva a capire che non ero adatta alla vita di corte.
Volevo viaggiare, assaporare l’adrenalina dell’avventura, l’ansia dell’ignoto, il piacere delle piccole scoperte nei luoghi sconosciuti.

Essendo la sua unica figlia, la sua ansia era giustificabile, ma non riuscivo ad accettarla. Tutto qui.
Per il mio quindicesimo compleanno, mio padre mi promise una grande sorpresa. E la mia curiosità era tanta.
Speravo avesse finalmente compreso i miei desideri. Forse aveva organizzato un piccolo viaggio solo per noi, o forse mi avrebbe permesso di andare nei boschi a caccia! Sì, so benissimo di non essere portata per la caccia, ma l’avventura non mi ha mai spaventata!
Ero euforica. Per giorni e giorni cercai di corromperlo per avere qualche piccolo indizio, ma l’unica cosa che ottenni fu un semplice:
- Prepara il vestito più bello che hai ed indossalo, Belle-
E così feci. La sera del ricevimento erano invitati i Re e Regine dei regni alleati, non avevo mai visto tutta quella gente ad un ricevimento. Qualunque cosa intendesse mio padre con “ti aspetta una bella sorpresa”, doveva essere qualcosa di veramente importante.
Le mie certezze iniziarono a vacillare, non poteva aver invitato tutte quelle autorità solo per regalarmi un viaggio da sogno, o propormi una battuta di caccia.
- Belle, cara, sei incantevole…- mi disse prendendomi per il braccio ed invitandomi a salutare gli invitati.
- Grazie padre. Ho scelto il vestito più bello, proprio come avevate chiesto- il vestito con inserti oro, era sempre stato il mio preferito, ma non avevo mai avuto il coraggio di metterlo, era come se il mio istinto mi dicesse che dovevo aspettare l’occasione giusta.
Trascorsero diverse ore e ballai con principi affascinanti, ma nessuno di loro fu in grado di distrarmi dai miei pensieri.
- Belle, cara, vieni un attimo- mio padre mi accompagnò in cima alle scale, non smettendo un istante di tenermi a braccetto.
Il cuore iniziò a martellarmi in petto, era giunto il momento.
- Miei cari ospiti – iniziò – Oggi è il quindicesimo compleanno della mia adorata Belle. Sapete quanto le sia affezionato, lei è sempre stata la mia bambina, la più dolce ed affettuosa figlia che potessi mai immaginare – sorrisi e trattenni a stento le lacrime. Volevo bene a mio padre – ma adesso ha quindici anni, non è più la piccola Belle che mi chiedeva di raccontagli una storia prima di andare a dormire. Adesso le storie è in grado di leggerle da sé – la gente rise al piano inferiore ed io li imitai – e come potete ben capire, come padre desidero che lei, un giorno, possa fare lo stesso con i propri figli ed i propri nipoti. Eh sì, anch’io desidero avere dei nipoti. Pertanto, è con grande gioia che annuncio il fidanzamento ufficiale tra Belle ed il principe Gaston!-
Il cuore mancò un battito. Mi voltai afflitta, pronta a ribattere su questa decisione, ma il sorriso di mio padre era così radioso che mi impedì di dire alcunchè.
- My lady, mi concedete questo ballo?- Accanto a me si frappose una figura snella. Mi voltai e potei incontrare il viso pulito di Gaston.
Ero stata una stupida. Troppo presa dalle mie fantasie, non notai che per tutta la sera, il mio cavaliere era stato sempre e solo lui.
Guardai ancora una volta mio padre, che ricambiò il mio sguardo con occhi velati da lacrime leggere.
- Ti voglio bene – mi disse tra i singhiozzi. Ed in quel momento, seppi di non avere altra scelta, se non rendere felice mio padre.
Porsi la mani a Gaston e cercai di imprimermi un sorriso convincente.
- Sì, ser Gaston-
Ero in trappola. Per sempre.
 
- Ihihihihihi!!!! Cara, portami quel set di coltelli che ci sono nel terzo cassetto della credenza- Gridò il signore oscuro dalla stanza dei sotterranei.
Sbruffai all’ennesima richiesta di Tremotino. Odiavo quando torturava la gente e pretendeva che gli facessi da aiuto medico!
Presi il set d’argento con una simile ira da far tremare l’intera vetrinetta.
- Caro il mio oscuro signore, sono stufa di esser costretta a vedere tutta questa gente soffrire solo perché a voi piace tanto vedere il sangue colare per tutto il castello! Tutto ciò lo trovo raccapricciante! Siete un essere spregevole!-
Scesi le scale che portavano ai sotterranei con un tale impeto che inciampai negli ultimi gradini, ma riuscii a rimanere in piedi, slogandomi la caviglia.
- Ahi!- sussurrai appoggiandomi alla dura pietra e controllandomi il danno – Adesso gonfierà quanto un pallone! – ebbi l’istinto di prendere a calci il muro, ma mi fermai in tempo.
- Allora, quanto ci vuole per prendere dei coltelli?- ripetè l’uomo.
- Uff, eccomi!-
Entrai cercando di ridurre gli occhi a fessure, non mi piaceva lo sguardo della gente che implorava perdono, pietà, aiuto. Non potevo aiutarli, o almeno non finchè lui era lì presente. Ma stavolta mi stupì.
- Ma si può sapere che state facendo?-
Nel tavolo operatorio non vi era un uomo morente, ma un animale con corna enormi!
- Come sarebbe? Non lo vedi? Sto scuoiando un cervo! – mi rispose con la sua solita mossa eccentrica che sapeva quasi di schizofrenia. Ma ormai avevo fatto l’abitudine ai suoi atteggiamenti.
E forse mi piaceva anche per questo.
- E da quando per scuoiare un cervo utilizzate la stanza delle torture?- Mi avvicinai per esaminare meglio l’animale morto e solo allora notai lo strano colore delle corna.
- Ma le sue corna…-
- Sì, sono blu. E’ una creatura magica, la sua pelle è uno scudo protettivo molto potente e la polvere delle corna ha delle proprietà curative potenti quasi quanto le mie -
- Ed a cosa vi servono? Voi avete già dei poteri curativi -
- Io sì, mia cara, ma qualcuno mi ha commissionato qualche piccolo intruglio magico. Ed io si sa, realizzo sempre i desideri dei poveri sfortunati, ma tutto…-
- … Al giusto prezzo. Sì, la conosco bene questa parte della storia -
- Molto bene, mia cara. Adesso andate a preparare la cena, non mi servite più-
E mi cacciò con un solo gesto della mano.
Feci molta fatica a salire i gradini, la caviglia iniziava  a farmi parecchio male, così una volta entrata in cucina, misi una pezza imbevuta di acqua ghiacciata sul punto dolente.
- Ahi!- sono sempre stata molto distratta da questo punto di vista, inoltre quel giorno i miei pensieri erano tutti rivolti verso mio padre. Ed al mio compleanno.
Il giorno seguente avrei compiuto 20 anni. E mio padre non sarebbe stato con me. Non che mi pentissi della scelta fatta, solo che ricordavo con rammarico i compleanni che seguirono il mio quindicesimo. Non ho mai avuto la possibilità di veder realizzato uno dei miei sogni, anzi, ogni compleanno si trasformava nell’ennesima festa, negli ennesimi pranzi e cene passati in compagnia di Gaston e della sua famiglia.
Gaston era un ragazzo gentile, ma lo trovavo particolarmente noioso. Sempre così composto, così incline al senso del dovere. Mi trattava come una qualsiasi principessa, trovava la mia passione per la lettura una qualità di poco conto. Diceva che la lettura poneva in mente strane idee, noi donne non dovevamo occuparci di tali faccende, ma solo essere splendenti per gli uomini.
Che idee assurde.
 Presa dall’impeto di rabbia, decisi che era ora di mettersi in piedi e preparare un pasto caldo. Non avevo intensione di ascoltare le lamentele dell’oscuro.

Come ogni sera, io e Tremotino ci spostammo nel salotto per dedicarci alle nostre attività preferite: io leggevo un buon libro e lui si perdeva nel filare oro.
Il cigolio dell’arcolaio mi rilassava e solitamente il libro era la cura migliore ad ogni pensiero, ma quella sera non riuscivo a scacciare le riflessioni, inoltre il dolore alla caviglia si era fatto più insistente dopo aver passato tante ore in piedi a cucinare e sistemare.
Sospirai e per la prima volta nella mia vita, chiusi il libro che stavo leggendo senza prima conoscerne la fine.
Iniziai ad osservare Tremotino. Era assurdo, ma c’era qualcosa in lui che mi attraeva. Non era il suo aspetto, non era nemmeno il suo essere così brutale. Non sapevo cosa fosse di preciso, ma per qualche strano motivo osservarlo filare mi faceva provare uno strano sfarfallio alla bocca dello stomaco.
- Mia cara, cosa c’è che non va? Il vostro libro vi annoia?- mi chiese smettendo di filare.
Non potei che sentirmi leggermente a disagio.
- No, non è il libro. Sono solo i pensieri che per stasera non riesco ad assopire-
- Dovreste provare a filare!-
Risi alla sua proposta, provai ad alzarmi, ma tornai ad accasciarmi al suolo.
- Ahi!- sussurrai, controllando nuovamente la caviglia, che era gonfiata parecchio rispetto a poche ore prima.
- Mia cara, siete caduta da cavallo? La vostra caviglia è diventata più gonfia dei piedi della poltrona! – (che per inciso erano due grosse zampe di leone).
- No, Tremotino, ho semplicemente preso una storta mentre vi portavo il kit degli attrezzi per scuoiare le persone! -
- Ancora con questa storia? Era solo un cervo! E comunque non posso permettermi di avere una domestica storpia a prendersi cura del mio castello-
Alzai lo sguardo, ma lo vidi già accanto a me. Evidentemente aveva usato uno dei suoi trucchi di magia. Si abbassò e mi prese le spalle e per aiutarmi ad alzarmi.
- So alzarmi da sola…- cercai di ribattere.
- Non dite sciocchezze, poco fa stavate per rompere le mie adorate mattonelle per fare tutto da sola -
- Ma..!-
E poi mi sorprese. Poggiò un braccio sotto le ginocchia e mi sollevò, senza mai lasciare la presa sulle spalle. Per istinto gli circondai il collo con le braccia e la sorpresa fu tanta quando scoprii che aveva un ottimo odore. Sapeva di rose appena sbocciate.
Mi poggiò sul tavolo e mi fece stendere. Arrossii mio malgrado, specie quando mi prese la caviglia ed iniziò a tastarla delicatamente.
- Non c’è che dire, mia cara, avete preso una bella storta! La prossima volta fate attenzione, potreste spezzarvi l’osso del collo!- risi insieme a lui. Aveva un senso dell’umorismo molto macabro, però apprezzavo i suoi sforzi. Era divertente, a modo suo.
- Grazie, Tremotino, so che aspettate con impazienza il giorno in cui morirò, ma non è questo il giorno…-
Lo vidi porre entrambe le mani a mezz’aria e poi dai palmi si proiettò una luce azzurrina, che raggiunse delicatamente la mia caviglia. Ed un attimo dopo il gonfiore sparì insieme al dolore. Mi misi in piedi incredula.
- Uhau! E’ meglio di prima! Grazie!- mi tuffai su di lui prima ancora di realizzarne il gesto. Potei sentire ogni fibra del suo corpo a contatto con il mio ed era una sensazione sconosciuta ma stupenda.
Mi sarebbe piaciuto bloccare quell’istante per l’eternità, perché il suo profumo di rose mi avvolgeva delicatamente ed era la carezza più dolce che avessi mai ricevuto.
Lui mi tenne a sé per un po’, poi ci lasciammo andare.
Si creò un leggero imbarazzo, i suoi occhi erano più luminosi del solito e per un attimo anche la sua pelle mi sembrò del colorito “umano”.
Sobbalzammo entrambi quando l’orologio a pendolo segnò la mezzanotte. E risi, risi di cuore e tornai ad abbracciarlo per un solo istante.
- Grazie Tremotino, grazie di tutto…-
- Mia cara, vi ho solo rimesso a posto quel piede malconcio!-
- No, avete fatto molto di più…-
Mi sedetti sul tavolo e lui mi imitò.
- Oggi siete più strana del solito, mia cara, cosa vi è successo? Non ditemi che è ancora per quella storia del cervo!-
Risi.
- Ma no! Non è per quello. Ammetto che un cervo dalle corna blu è piuttosto inusuale anche per me, ma…-
Mi guardai intorno smarrita. Poi la mia attenzione fu attirata dalla tazzina scheggiata posta poco lontano da me. La presi con delicatezza e la ruotai tra le dita – Domani è il mio compleanno. Ed i ricordi di quelli passati mi rendono triste -
- Cara, sapevate benissimo che venendo con me questo sarebbe stato il prezzo da pagare -
- No, non è per voi…- mi voltai per incontrare i suoi occhi – Da bambina ho sempre sognato viaggiare per il mondo, andare in cerca dell’avventura, scoprire nuove cose, godere delle tradizioni delle altre città. Ma l’unica cosa che ottenni fu un fidanzamento ufficiale a 15 anni, per di più con un uomo che non ho mai amato, o desiderato. E’ la prima volta che faccio qualcosa di diverso. Ad esempio oggi posso dire di aver visto scuoiare un cervo dalle corna blu, a 15 anni non lo avrei mai creduto possibile…-
- E quanti anni compi?-
- Ne compio 20, sono ancora giovane… Voi quanti anni avete?-
- Oh, credo di aver smesso di contare più di 100 anni fa, un anno in più od uno in meno non fanno molta differenza per un essere immortale-
- Sì, ma ci sarà stato un compleanno che ricordate con affetto -
Lo osservai a lungo e per un attimo mi sembrò di scorgere un briciolo di malinconia.
- Potremmo festeggiare tutti i compleanni passati in un solo giorno! Potremmo fare tutto quello che vogliamo, che abbiamo sempre desiderato di fare, ma che non ci è stato mai permesso di fare! -
- Ma io non ho limiti al mio piacere. Nulla mi rende più felice di veder la gente soffrire  a causa dei miei contratti!-
- Oh, smettetela di fare il sostenuto, domani è il mio compleanno e comando io!-
Mi alzai dal tavolo e lo guardai decisa.
- Allora, ci state?- lo vidi rifletterci un attimo.
- A me non cambia nulla, fai quello che ti pare -
Si! Aveva detto di si! Lo salutai per l’ultima volta ed andai a dormire. Dovevo inventarmi qualcosa per il giorno successivo.
E questa fu una parte molto difficile. Perché nonostante la mia buona volontà, la mia giornata si tramutò nello stare ore ed ore a preparare un pranzo delizioso, cercare di allestire il salone con dei fili d’oro che avevo recuperato dalla massa accanto all’arcolaio ed una rosa rossa trovata in giro per il castello.
Indossai il vestito con inserti oro e cercai di rendermi presentabile, era stupido, ma era l’unica volta che mi sentivo a proprio agio con quegli indumenti.
Così quando Tremotino entrò nella sala, il cuore mi battè più forte del dovuto.
- Vi siete impegnata, mia cara…- disse semplicemente.
- Vi piace? Non vi arrabbiate se ho preso alcuni fili d’oro, vero? -
Si guardarono per un attimo, poi lui si avvicinò piano, con sguardo minaccioso. O meglio, un mal celato sguardo minaccioso.
- Oh, si mia cara, la prossima ad essere scuoiata potreste essere voi…-
- Vorrà dire che cercherò di rimettere tutto in ordine entro stasera, così il signore oscuro non si accorgerà nemmeno che ho preso in prestito il suo oro…-
Lo vidi accigliarsi, così precisai il concetto.
- Sapete, oggi si festeggia il compleanno di Belle, ma anche quello di Tremotino. Il signore oscuro può prendersi una piccola vacanza. Solo per oggi -
- Sei ingenua, ma sono curioso di assaggiare le tue prelibatezze –
Il pranzo fu leggero, ma molto piacevole. Ridemmo parecchio e parlato più del solito. Tagliai la torta e ne resi un po’ anche a lui.
Ero felice perché finalmente mi ero goduta un pranzo in serenità, senza star attenta alle etichette da rispettare, o intrattenermi in conversazioni di poco conto.
Sì, perché ascoltare Tremotino raccontare delle sue avventure da signore oscuro era decisamente più interessante che ascoltare Gaston raccontare delle infinite donzelle che lo corteggiavano.
- Bene, mia cara. Adesso che abbiamo mangiato, è ora di andare in giro a spaventare la gente!-
Si alzò da tavola e fece il giro, sino a spostarmi la sedia per farmi alzare. Quel gesto mi apparve inusuale. Schioccò le dita ed un bellissimo mantello ricamato andò a coprire il vestito oro, così come un mantello scuro coprì gli abiti da signore oscuro.
- Dove andiamo?-
-Ah, lo vedrai. Ihihihihi!!! -
Mi prese a braccetto e schioccò nuovamente le dita.
Fummo avvolti come da uno strano vortice e per istinto chiusi gli occhi. 

Quando li riaprii, un senso di calore infinito mi travolse. Eravamo in una locanda, una di quelle che leggevo solitamente nei miei libri, piena di gente che ballava, saltava ed innalzava i calici al cielo.
- Uhau!- ebbi il coraggio di dire.
- Aspettami qui, Belle, io vado a consegnare la polverina di cervo-
Mi accomodai ad uno dei tavolinetti liberi e mio malgrado intonai qualche canzone insieme agli altri. Le avevo apprese tutte dai miei libri. Mi sentivo parte di loro!
Vidi Tremotino parlare con una signora di mezza età, gli porse il sacchetto e la donna gli diede in cambio dei boccali di birra. Mi sembrava un prezzo misero per della polvere di corno di cervo, ma il pensiero era dovuto agli standard del signore oscuro, solitamente molto più disumani.
Tornò al tavolo con uno dei suoi sorrisi più malvagi. E quelli che mi divertivano di più.
- Tieni, Belle, assaggia questo -
Si sedette di fronte a me ed iniziò a sorseggiare la strana bevanda, così lo imitai.
Era spumosa, frizzante, dal gusto forte e deciso.
- Cos’è?-
- E’ la bevanda preferita di questa gente, si chiama birra-
- E’ la prima volta che assaggio una cosa così, mi piace molto! -
Sorseggiammo il resto del liquido e l’atmosfera era davvero piacevole. Ma quando un uomo iniziò ad infastidirmi, temetti di vedere l’ira del signore oscuro abbattersi su tutti loro, invece l’unica reazione di Tremotino fu prendermi sottobraccio ed invitarmi ad uscire dalla locanda.
- In realtà la signora è stata così gentile da regalarmi una cosa che sono sicuro appezzerai -
Appena fummo fuori, una ventata di salsedine ci invase.
- Che buon profumo! Ma dove siamo?-
Tremotino mi accontentò accendendo una torcia. E potei vedere l’immensità del mare aperto.
La luna era più grande del solito quella sera e davanti a noi non si vedeva altro che il riflesso delle stelle su quel mare immenso. Non riuscivo a scorgere la fine e tutto ciò mi dava un senso di pace e beatitudine indicibile.
Poco più a destra vi era un piccolo molo con una barca a vela ormeggiata.
- Dobbiamo andare lì, mia cara Belle-
Ci incamminammo verso l’imbarcazione ed ebbi il forte sospetto che quello fosse parte del pagamento della polvere di cervo.
Salimmo sulla scaletta e finalmente giungemmo sulla nave. Ero emozionata. Avevo letto parecchie storie sui pirati ed i marinai. Ero eccitata da poter essere anch’io un pirata per un giorno.
- Tieniti forte, la manovra sarà molto “movimentata”. Ihihihihihi!!!-
Ubbidii tenendomi stretta ad una delle corde. E poi accadde tutto velocemente. Le cime si mollarono dagli ormeggi e la nave iniziò a muoversi rapidamente. MI tenni ancora più stretta, gli spruzzi d’acqua mi avvolgevano il viso per l’alta velocità ed i capelli erano ormai praticamente inzuppati. Alzai lo sguardo verso Tremotino e notai che anche lui era pieno d’acqua, ma stava anche ridendo.
E finalmente, dopo 20 anni, mi sentii felice. Era il mio sogno e Tremotino lo aveva reso reale. Risi di cuore, risi fino a farmi male al fianco destro e piansi allo stesso tempo. O forse era la salsedine a procurarmi quel forte pizzichio agli occhi. Cercai di tenermi forte sulle gambe, mollai la corda e raggiunsi Tremotino al timone.
- Posso provare? – ebbi il coraggio di chiedere. E lui si spostò per farmi spazio davanti a se. Sentivo il suo fiato solleticarmi il collo ed ebbi lunghi brividi lungo la schiena. E sussultai quando iniziò a sussurrarmi all’orecchio le manovre necessarie per governare la nave.
Seguii rapita ogni sua istruzione e senza volerlo pressai il mio corpo al suo. Ed i nostri vestiti bagnati, lasciarono ormai ben poco all’immaginazione. Sentivo il suo corpo nudo a contatto con il mio.
Ed in quel momento, desiderai poter essere davvero nudi e sentire il profumo di rose, che adesso era intriso di quello del mare.
Mi tenni stretta questi strani pensieri, dovuti forse alla troppa emozione e mi godetti l’attimo.
E non so per quanto tempo continuammo a quel modo, so solo che quando facemmo ritorno al palazzo e potei osservare meglio le gocce d’acqua che scendevano sul suo viso, non resistetti alla tentazione di prendere alcune ciocche di capelli tra le dita e giocarci un po’.
- Grazie, Tremotino, mi avete fatto il regalo più bello che potessi mai anche solo immaginare -
Mi sporsi in avanti e depositai un  bacio leggero su di una guancia.
Non aspettai una risposta, semplicemente mi voltai ed andai nelle mie stanze, con il cuore colmo di gioia e gratitudine.
Ed amore.

Qualcuno stava sussurrando qualcosa al mio orecchio. Poi sentii qualcosa di umido depositarsi sulle mie labbra. E quando capii che erano le labbra di mio marito, sorrisi approfondendo il contatto.
Lo baciai togliendomi ogni respiro, approfondii il contatto cingendogli il collo con le braccia e scendendo pian piano, sino ad accarezzargli la pelle sotto la camicia bianca.
- Buongiorno. E’ un risveglio bellissimo – gli confidai quando ci fummo separati.
- Buongiorno a te. E questo era il minimo che potessi fare…-
Si voltò indietro e mi porse una tazza scheggiata ed una rosa rossa.
- Buon compleanno, Belle -
- Oh, Tremotino…- mi sporsi in avanti e lo baciai ancora. A distanza di tutto quel tempo, era ancora capace di procurarmi tutte quelle emozioni.
- Cosa vuole fare oggi vostra maestà per questo magnifico giorno?-
Lo osservai attentamente. Era bellissimo con la camicia bianca sbottonata e quei pantaloni neri che fasciavano le splendide gambe.
Era bellissimo. Ed era mio. Finalmente marito e moglie.
Poggiai la tazzina di tè sul vassoio, presi la rosa rossa e la annusai.
- Ho sempre desiderato viaggiare e vivere tante avventure. Stanotte ho rivissuto i miei compleanni passati, ma adesso, c’è solo una cosa che desidero fare…-
Presi il vassoio e lo poggiai sulla mensola accanto al letto, poi tornai a rivolgere tutte le mie intensioni a mio marito.
- Sai – iniziai afferrandolo per il colletto della camicia – il viaggio di nozze è stato stupendo, mi hai regalato delle splendide emozioni, abbiamo vissuto tante cose insieme, ma adesso ho voglia di qualcos’altro… -
Annullai qualsiasi distanza ci separasse e lo baciai con trasporto. Le mani scesero pian piano, sino ad arrivare ai bottoni della camicia e liberarli da quella costrizione uno ad uno. Lui non fu da meno ed iniziò ad accarezzarmi lungo la schiena, finchè le sue mani si insinuarono sotto la camicia da notte e mi esploravano con dolcezza sin nell’intimità.
E la passione ci avvolse come un mare in tempesta.

Qualche anno fa, per me vivere un’avventura significava viaggiare per il mondo e conoscere posti sconosciuti, ma da quando ho incontrato il signore oscuro, Tremotino, il signor Gold, la mia missione è diventata scoprire ogni parte di lui, imparare a memoria ogni angolo del suo corpo, esplorare ogni piccola sfumatura della sua personalità.
La mia più grande avventura è stata conoscere lui, conoscerlo per davvero.
E le nostre peripezie sono state il trovarci, il doverci separare, per poi ritrovarci un attimo dopo.
Ed io so che il signore oscuro non potrà mai abbandonare per sempre Tremotino, perché fa parte del suo essere, ma spero che l’amore riesca ad essere più forte dell’oscurità e che questo lo porti a scegliere sempre me e la sua famiglia.
- Ti amo Belle. E felice compleanno -
E per me, non esisteva regalo migliore di quelle semplici parole.
 

FINE

NOTE: ovviamente non so se l'età di Belle corrisponda al vero, nè se il fidanzamento di Gaston sia avvenuto davvero a 15 anni. Se è già stato citato nel telefilm, mi scuso enormemente ma deve essermi sfuggito.
Lasciate una piccola recensione, se vi va, mi farebbe molto piacere ;)

Alla prossima!
  
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