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Autore: never be    13/09/2014    0 recensioni
i 5 Seconds of Summer si ritrovano nell' universo di Huger Games.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Let' s run away don' t let the colours fade to grey

 

-Pandora- chiamai la ragazza davanti a me, -Ash...- il suo era un sussurro rotto dal pianto. Io la abbracciai -Farò il possibile per farti uscire viva da quell' Arena- lei mi sussurrò all' orecchio -Non sarà uguale la vita fuori una volta tornata, sarebbe una vita senza la persona che amo- ciò che disse mi lasciò di pietra, a fissare un punto indefinito, perchè le sue parole erano solo parole sussurrate in un giorno d' allenamento, ma mai più vere di così.

Preso da un attacco di rabbia o amore, le alzai il mento con due dita facendo incontrare i nostri occhi e sussurrai parole che potevano sembrare d' amore -Saremo sempre uniti anche se uno dei due morirà, andremo avanti nonostante tutto. Sarà difficile, sembrerà impossibile, ma per questo voglio farti uscire viva da lì, perchè io non riuscirei a vivere col peso che tu sei morta lì dentro, col peso che non sono riuscito a salvarti, tu sei forte e puoi farcela. Io no. In confronto a te sembro un malato, tu riuscirai a dimenticarmi con un altro, io non potrei mai.-

La ragazza così fragile come una foglia, che poteva esser spostata dal vento, scomparve. Davanti mi trovai la ragazza che tanto adoravo, quella con il sorriso che riusciva a combattere l' intero mondo, quella che poteva vincere gli Hunger Games, quella che aveva cambiato le cose, che aveva cambiato me.

Con gli occhi rossi dal pianto, rispose con una frase che sussurro non era più -Non potrei mai dimenticarti perchè tu sei stato parte della mia vita, sei e lo sarai, sì potrei andare avanti, ma non come ho sempre fatto, zoppiccando o sanguinando, ma non sarò mai più la ragazza forte che sorride per ogni cosa, non senza te. Sei la lettera iniziale del mio alfabeto, senza di te la mia vita sarebbe una tavola bianca su cui non potrei disegnare, gli alberi sembrerebbero solo spogli, non ci sarebbe la neve a rallegrarli, morirebbero come io morirei per te, sei la parte romantica della mia vita, la parte che non ho mai avuto.-

Ci guardammo negli occhi per dei secondi, dei minuti, o forse ore: ma il tempo passava veloce.

Eravamo di due Distretti diversi, eppure ciò che ci univa non poteva essere comandato dall' alto, era una cosa che dovevamo vivere.

 

No one but me knows you' re insane

 

Ci stavamo fissando in cagnesco.

I suoi occhi verdi trasmettevano tutto il suo odio nei miei confronti. E credo che pure i miei le stessero trasmettendo l' odio ricambiato.

-Cosa vuoi dalla mia vita?- chiese lei tirando un pugno al muro, io roteai gli occhi e le risposi -Io non voglio niente, e tu?- lei di risposta ruppe il vaso sul mio comodino, rovesciando l' acqua e i fiori.

-Senti sei solo una patetica ragazzina di diciassette anni che gioca a fare la fighetta. Quando entreremo in quella cazzo di Arena, tu sarai la prima a morire- lei cominciò a chiudere le mani a pugno spasticamente -Non credo sarai tu ad uccidermi.. magari io ucciderò te- io cominciai a ridere -Tu una stupida bambina pensi di uccidermi? Tranquilla, ti farò avere una morte lenta e dolorosa, mi pregherai con tutta te stessa di farti finire di respirare all' istante- lei gentilmente, raccolse uno dei cocci e me lo lanciò, ma io lo schivai.

-Per caso i Giochi sono già iniziati?- lei mi tirò un calcio nelle parti basse, non feci in tempo a ripararmi bene, quindi caddi a terra in ginocchio, lei tentò di tirarmi un altro calcio, ma io le presi la gamba buttandola per terra.

-Stronzo!- io intanto mi rialzo e la prendo per un polso, mettendola al muro.

Lei mi schiaccia un piede, io le tiro un cazzotto in faccia -Non conviene a nessuno dei due- lei mi tira un' altra ginocchiata, che stavolta va a segno.

-Non me ne frega- dice mentre cerca di uscire, io le faccio lo sgambetto e lei cade per terra.

Io non me ne rendo conto finchè lei non mi lancia un altro coccio che mi ferisce la spalla.

-COSA STATE FACENDO?- grida Selene.

Dinamene si alza ed esce dalla porta, tastandosi il naso che le ho rotto.

***

Dopo la ramanzina di Selene, mi diressi sul tetto del centro di addestramento.

Trovai una figura molto conosciuta, ossia Dinamene.

Lei si girò, mi guardò coi suoi occhi incazzati e disse -Cosa vuoi ancora?- io, sapendo che c' era un campo di forza, la spinsi giù.

-STRONZOOOOOOOO- gridò lei mentre cadeva.

Dopo un minuto ritornò su, ed io la presi tra le mie braccia.

I nostri sguardi si incontrarono per mezzo secondo, sembrava una cosa romantica, ma per noi era un traguardo perchè non ci eravamo ancora picchiati.

Passammo il resto della serata a guardare le luci di Capitol City, lei tra le mie braccia.

   
 
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