Storie originali > Noir
Ricorda la storia  |      
Autore: Marina Bastiani    14/09/2014    1 recensioni
Vivresti una vita solamente per assistere a quelle degli altri? O preferiresti essere ucciso?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Solo il vento udì le sue strazianti grida e dispiaciuto si allontanò velocemente dal luogo di quell’efferato omicidio.
Osservava ormai da secoli chiunque gli passasse accanto senza mai muoversi.
Sempre lì, fisso e perenne, con la sua folta chioma di quel colore vivo e splendente.
Non poteva far altro che guardare, fin dalla nascita era stato lì.
Il suo spirito era rimasto intrappolato dentro quel corpo, non poteva sfuggirvi, ma poteva continuare a vedere cosa accadesse sotto di lui.
Poteva continuare a sognare.
La mattina muoveva lo sguardo oltre l’orizzonte e immaginava cosa potesse esserci aldilà della grande collina poi a mezzogiorno si divertiva ad assistere ai bisticci della famiglia che gli abitava davanti e la sera a vedere le macchine che lo sfioravano, pensando al motivo della grande fretta dei proprietari delle autovetture. Non capiva cosa c’era da correre, lui non aveva mai avuto fretta, anzi perchè avrebbe dovuto?
La notte, però, era il momento della giornata che apprezzava di più: quando tutto era circondato dal silenzio piangeva.
Odiava essere se stesso, fermo ed immobile, millenario nello scorrere del tempo fino alla sua sorte. Avrebbe preferito vivere di meno ed essere un allegro uccellino che vola e viaggia alla scoperta di nuove avventure, sprezzante del pericolo.
L’unica volta che provò adrenalina fu quando decisero di tagliarlo- addirittura parlavano di estirparlo!- gli donava un senso di libertà, finalmente si sarebbe liberato di quel decrepito corpo; ma alla fine nulla accadde e per un’altra decade rimase lì a fissare le vite degli altri, rimpiangendoli.
Finalmente, un’allegra notte di estate, un motorino sbandò e si schiantò contro il suo tronco.
Una vivace macchia carminia sporcò il suo vecchio vestito marrone.
Era molto dispiaciuto per il ragazzo ma sapeva che per quel motivo era diventato ormai obsoleto e pericoloso: avrebbero dovuto tagliarlo; ne era eccitato all’idea.
Quel giorno, quel fatidico giorno, la famiglia che abitava davanti era riunita ai suoi piedi insieme ad una moltitudine di altre persone che non aveva mai visto o che scorse qualche volta di sfuggita.
Infine arrivò il taglialegna.
Tutte quelle persone erano lì per lui, per donargli un ultimo saluto.
Ci fu chi lo abbracciò, chi gli regalò un bacio, chi versò una lacrima e chi semplicemente lo toccò.
Solamente a quel punto si rese conto di quanto avesse sbagliato in tutti quegli anni a piangersi addosso e a voler morire.
Solo ora si rendeva conto di quanto era stato importante, di quanto bene gli avessero voluto le vite che gli erano passate accanto, appoggiate ad esso, riposate sui suoi rami.
Tutti lentamente si allontanarono mentre il taglialegna si avvicinò.
Non voleva morire ma oramai era troppo tardi per fermare il destino.
Alla fine non era quello che aveva sempre desiderato?
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Marina Bastiani