Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: sangallo    14/09/2014    5 recensioni
Il diciottesimo compleanno della signorina Anna Frozen attira le più importanti personalità della città di Arendelle, e la giovane festeggiata spera che tra gli invitati possa nascondersi il suo grande amore e che preferibilmente sia un ufficiale. Ma sua sorella maggiore Elsa sembra celare un pericoloso segreto... Quale misterioso legame unisce la famiglia Bjorgman a quella delle due sorelle? E quali sono le vere intenzioni dell’affascinante ammiraglio Westergaard?
Una reinterpretazione di Frozen, in cui la gelida magia si nasconde nei romantici salotti di metà Ottocento.
[Kristanna] [Helsa]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note introduttive: in questa fanfiction Frozen è indicato come il cognome di Elsa, Anna e dei loro genitori; le due protagoniste non appartengono ad una famiglia reale;
Hans Westergaard ricopre il ruolo di ammiraglio;
Le Isole del Sud coincidono con la Danimarca;
La vicenda si svolge nel 1840 come indicato nel libro "The Art of Frozen" e il compleanno di Anna è stabilito nel giorno del solstizio d'estate.

Frozen ed i relativi personaggi sono di Proprietà del marchio Disney. Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro.

Per Arendelle, un piccolo comune della Norvegia del sud, l’arrivo degli ufficiali in città rappresentava indubbiamente il momento più mondano e divertente dell’anno, o almeno così pensava la minore delle sorelle Frozen. Due treccine rosso rame e un visetto rotondo e tutto spruzzato di lentiggini, facevano di Anna una ragazza in cui si potevano facilmente indovinare allegria ed esuberanza. Figlia dell’imprenditore Agdar Frozen e della moglie Idun, faceva parte della famiglia più ricca della regione, pertanto non aveva avuto bisogno di implorare i suoi genitori quando, per il suo diciottesimo compleanno, aveva richiesto di celebrare la festa con un ballo sontuoso a cui avrebbero preso parte le personalità più in vista della città oltre che, ovviamente, gli ufficiali. Che fossero dell’esercito o della marina, le mostrine, i calzoni bianchi e gli stivali neri lucidissimi, accendevano la fantasia di molte ragazze alla ricerca di un fidanzato, e nella giovane Anna erano indissolubilmente legati all’immaginario dei racconti di corsari e gentiluomini che tuttora leggeva estasiata.

Gran parte degli invitati avevano confermato la loro presenza, mancavano soltanto i rappresentanti dei paesi limitrofi, tuttavia Anna si sentiva terribilmente indietro con i preparativi: doveva ancora passare dalla sarta per le prove generali del suo abito, e soprattutto doveva assolutamente trovare un paio di nastrini che si abbinassero con la sua acconciatura. Non che non fosse già provvista di un vasto assortimento, ma per lei cambiare colore in occasione di ogni suo compleanno era un concetto imprescindibile e, siccome per i suoi diciassette anni ne aveva indossato un paio color “verde mela” e che per i diciannove aveva già deciso per un “verde alloro”, concluse che per i suoi diciotto il “verde basilico” sarebbe stata la scelta ideale. Rimaneva soltanto da acquistarli, e questo era il motivo per cui era uscita quella mattina del 19 giugno 1840.

Le imbarcazioni ormeggiate al porto, di varie dimensioni, con le vele bianche dispiegate al vento e con i vessilli variopinti, dettero ad Anna un senso di eccitazione tale che per un attimo chiuse gli occhi e piroettò su se stessa, cosa che le fece perdere l’equilibrio portandola a sbattere contro qualcosa di peloso, grosso e poco profumato. 

“Ehi!” esclamò indignata, scoprendo di trovarsi faccia a faccia con il muso umido di una renna.

“Chiedo perdono, ti sei fatta male?” fu la risposta che le diede il proprietario dell’animale. Questi era un giovane uomo dai fluenti capelli biondi ma dai tratti virili, vestito con una giacca elegante, calzoni chiari e stivali. Allungò una mano ad Anna per aiutarla ad alzarsi, dimenticandosi di qualsiasi formalità. La ragazza avrebbe voluto protestare perché il cavaliere non era stato abbastanza attento e che il capitombolo le aveva procurato una macchia grigia sul vestitino bianco, ma la brusca stretta di mano offertale dal ragazzo la fece piombare tra le sua braccia. Anna non si era mai trovata così vicina ad uomo dalla stazza così imponente e ne fu subito intimorita, ma dopo una rapida occhiata al suo abbigliamento, concluse che doveva trattarsi di un ufficiale, quindi tutta la situazione si ribaltò.

“Ehm... No! No, non devi scusarti... cioè, è stata colpa mia eh eh, sono molto distratta! Come ti chiami?”

“Kristoff Bjorgman” rispose il giovane.

“E che ruolo ricopri? Sei un ammiraglio? Un tenente? Un capitano? Un incontro tra noi due non può che essere voluto dal destino, voglio dire, un ragazza si scontra per caso con un uomo attraente che le porge la mano in questa giornata di sole... ah, già mi immagino la storia tra la signorina Frozen e l’ufficiale Bjorgman...”

“Un momento, sono un commerciante di renne, non un ufficiale!”  la interruppe Kristoff, infrangendo tutte le sue fantasie.

“Aspetta che?” domandò incredula Anna “oh no, no... questa non me la bevo... come può un commerciante di renne - con tutto rispetto, eh?- andarsene in giro così ben conciato?”

Kristoff la fissò alzando un sopracciglio. “ Pensi forse che un commerciante di renne non debba fare incontri importanti in città?”

“Certo che no, è possibilissimo, ma con quei calzoni chiari... insomma, pensavo fossi un ufficiale! Mmh... beh comunque sappi che sarà difficile togliere questa macchia...”

“Come mai tanto interesse per gli ufficiali?”

Chiamata a rispondere ad una simile domanda. Anna riacquistò l’aria sognante: “Gli ufficiali sono tutto ciò che una ragazza può desiderare... sono eleganti, spiritosi e hanno girato il mondo...”

“E si dice che abbiano una donna in ogni porto!” ancora una volta Kristoff la riportò alla realtà, ma stavolta con un sorriso malizioso.

“Ma come ti permetti! quelle sono solo malelingue... beh a pensarci bene tu non sei proprio adatto per essere un ufficiali, sei troppo muscoloso...”

“Fino a poco fa avevi detto che ero attraente” constatò scambiando un’occhiata con la sua renna “non importa, potresti ripetermi il tuo nome”

“Sono Anna Frozen”.

Kristoff si fece serio e si fece ripetere il cognome di Anna. “Frozen...sei la figlia del signor Agdar Frozen?”

“Sì” rispose Anna.

“E sei la sorella di Elsa?”

“S-Sì”affermò di nuovo Anna, molto stupita dal fatto che qualcuno mai visto prima conoscesse la sua famiglia e in particolar modo la sorella Elsa.

“Quindi tu sei l’altra Frozen...” concluse Kristoff, lasciando Anna un po’ stizzita per il tono con cui si era espresso.

“Sono venuto in città per dare una comunicazione importante alla famiglia Frozen” disse Kristoff con aria grave “ti sarei infinitamente grato se tu potessi indicarmi dove si trova la loro villa” il giovane aveva pronunciato queste ultime parole con una espressione talmente mesta che Anna si offrì di accompagnarlo senza chiedergli ulteriori spiegazioni.

Poi però, improvvisamente protestò con voce squillante: “Prima di tornare a casa, signor Bjorgman, devi accompagnarmi dalla sarta e in merceria: dato che dopodomani sarà il mio compleanno, non posso arrivare alla festa senza il mio abito e i miei nastrini. Consideralo il minimo per sdebitarti di avermi macchiato il vestito.” 

Kristoff rispose all’autorità di Anna con un fischio, poi, molto diplomaticamente, rispose che  era un compromesso accettabile e, con più grazia rispetto a prima, l’aiutò a salire in groppa alla sua renna.

“Ti presento Sven” disse Kristoff indicando il suo amico a quattro zampe.

“Piacere Sven, io sono Anna!” rispose la ragazza, accomodandosi con disinvoltura sulla renna.

“A proposito, Kristoff” chiese Anna  “qual è secondo te il colore che si abbina meglio al verde basilico?”

Kristoff assunse una espressione molto meditativa e infine rispose: “ il rosso pomodoro!”

Anna gli mollò una pacca in pieno petto, ma ebbe solo l’effetto di far ridere ancor di più il giovane.

Nel frattempo, una elegante imbarcazione straniera, battente bandiera dallo scudo giallo con i leoni azzurri delle Isole del Sud, attraccò finalmente al molo. A dispetto delle dimensioni, sembrava essere occupata da un solo individuo, che coincideva con il timoniere e di cui, in quell’istante, la fresca brezza marina scompigliava la capigliatura rosso vino. 

“Arendelle” pronunciò l’uomo.”Sono arrivato”. 

 
   
 
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