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Autore: Tinkerbell92    16/09/2014    2 recensioni
Questa raccolta partecipa all'iniziativa Drabble Meme del gruppo facebook The Capitol.
Capitolo 1. Blight/Laura (OC), prompt "And if you're broke I'll mend ya and keep you sheltered from the storm that's raging on"
Capitolo 2. Cato e Clove, prompt Primo Addestramento.
Capitolo 3. Beetee/Wiress, prompt Notte pre-Arena
Capitolo 4. Haymitch e sua figlia Arya, prompt Alcol
Capitolo 5. Asher Blaze (OC)/Aly Elm (OC), prompt "Quando viene Dicembre"
Capitolo 6. Cato/Megan (OC), prompt Ghiaccio
Capitolo 7. Asher e Robin (OC), prompt "Ti manca casa?"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Nel settantacinquesimo anniversario, affinché i ribelli ricordino che anche il più forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti tra i vincitori ancora in vita.”

Per un attimo, il mondo di Blight si congelò in un terrificante oblio di silenzio.
Per un attimo, gli sembrò quasi di trovarsi nel ruolo di un ignaro spettatore, piuttosto che nei panni di un vincitore condannato a morte. Non stava succedendo a lui, non era possibile...
Fu una specie di singhiozzo a riportarlo alla realtà, o forse era un sussulto, quello di sua suocera.
Seguì un rumore sordo, probabilmente quello di un vassoio caduto sul pavimento, poi la voce di Laura giunse alle sue orecchie in un sibilo strozzato.
- No…
Blight si voltò verso la propria moglie con un movimento del capo leggermente meccanico: Laura tremava dalla testa ai piedi, gli occhi obliqui spalancati in una vitrea espressione di terrore.
Lo shock non durò molto, infatti, nel giro di poco tempo, il vincitore si ritrovò costretto a bloccare la traiettoria del portamatite lanciato contro il televisore e a serrare il corpo di Laura nella morsa delle proprie braccia. Le grida di lei erano più dolorose di una stilettata ai timpani.
Blight non riuscì ad afferrare il senso di ogni frase urlata, e non ci provò nemmeno. Si limitò a stringere ulteriormente la presa, mentre Laura si dimenava come un animale ferito, e a sussurrarle qualche parola per calmarla. La situazione sembrava parecchio assurda, visto che, in teoria, sarebbe dovuto essere lui a dare i numeri. Ma da quella maledetta esperienza, da quell’incubo vissuto quattordici anni prima, Blight non era più riuscito a perdere la calma o ad infuriarsi.
Claudine provò ad avvicinarsi alla figlia, ormai priva del lume della ragione, ma si bloccò non appena udì un flebile pianto provenire dalla culletta posta accanto al divano.
- Laura – disse il ragazzo a voce alta, per sovrastare le grida della moglie – Per favore, stai facendo piangere Ash!
La ragazza ebbe un sussulto, poi smise di divincolarsi, sospirando e voltandosi verso la propria madre, che aveva preso in braccio il neonato piangente per calmarlo.
Da fuori, una sequela intensa di bestemmie fece capire che Johanna aveva appena spento – e probabilmente distrutto – il teelvisore. Non c’erano vincitrici donne, oltre a lei, al Distretto Sette: la prima, Leslie Turner, era scomparsa misteriosamente anni prima, mentre Cortez, la Matta del Villaggio, era morta suicida poco prima della Sessantacinquesima Edizione.
Blight sospirò, allentando la presa sul corpo della moglie, che si voltò poggiando il viso sulla sua spalla robusta.
- Vuoi che chiami tuo padre?- domandò il vincitore, sapendo che, oltre a sé stesso, l’unico uomo in grado di calmare Laura era proprio il signor Blaze.
La ragazza scosse la testa, tirando su col naso: - Tanto sarà qui a momenti…
Claudine si sedette sul divano, senza smettere di cullare il nipotino ormai tranquillo, e per alcuni istanti il silenzio regnò sovrano nel grande salotto.

***

- Non dovrei essere io a crollare.
Laura si lasciò cadere sul letto, nascondendo il volto tra le mani: - Io dovrei sostenerti. Dovrei proteggerti dalle tempeste, farti da scudo contro il dolore… ho giurato che avrei cercato di mettere a posto qualsiasi parte di te fosse spezzata. E invece quella spezzata sono io. Sei tu che stai aggiustando me…
Blight si sedette accanto a lei, abbracciandola: - Questa promessa non è mai stata a senso unico, Amore mio. Non sono l’unico ad avere bisogno di aiuto…
- Ti hanno buttato in quello schifo di Arena quand’eri poco più che un bambino! – lo interruppe lei con veemenza, stringendo i pugni per contenere la collera crescente – E dopo quattordici anni non sei ancora riuscito a scrollartela di dosso! Nessuno di voi si è mai liberato dagli incubi! E adesso ti vogliono far tornare?
Il vincitore poggiò le labbra sulla chioma castana della moglie, stringendola più forte a sé: - Johanna è l’unica vincitrice femmina del nostro Distretto. Lei, Cecelia, Jason e la ragazzina del Dodici che ha vinto l’anno scorso non hanno scelta. Invece, per me, la questione è diversa. Forse non sarò io a partecipare…
- Oh, e tu pensi che io creda che abbandonerai quel vecchio rimbambito di Rackham al suo destino? Che avresti la forza di non offrirti per lui?
Laura cercò di asciugarsi in fretta le lacrime che le rigavano il viso: - Non ci voleva questo colpo basso, maledizione, non ci voleva! Non adesso!
Blight sospirò, cercando inutilmente di alleviare il peso che gli opprimeva il petto.
Non avevano passato momenti facili: prima il fratello di Laura estratto per i Sessantasettesimi Hunger Games, poi l’ingiustificato esilio di Poppy, una dei loro migliori amici, seguito dalla tremenda uccisione della famiglia Mason. E, solo l’anno prima, il nonno di Laura, il vecchio Woden, che aveva fatto da Mentore a Blight durante i Sessantunesimi Hunger Games, era scomparso misteriosamente, allo stesso modo di Leslie Turner. L’inaspettata gravidanza di Laura non aveva certo migliorato le cose: inizialmente, nessuno dei due coniugi aveva mai avuto la minima intenzione di diventare genitore.
Erano riusciti a trovare un po’ di serenità soltanto dopo aver udito il primo strillo del loro loro piccolo Ash.
Un soffio di vento spirò attraverso la finestra aperta, scompigliando appena i lunghi capelli di Laura.
Solitamente, la ragazza aveva l’abitudine di scostarli sempre dal viso, ma quella volta non fece nulla del genere. Si limitò ad appoggiare la testa contro il petto del marito, cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime. Cercando di non pensare che, forse, quello sarebbe stato uno degli ultimi abbracci.

***

Dall’alto del palco in legno allestito per la Mietitura, mentre veniva portato via assieme a Johanna, Blight pregò che nessun Pacificatore facesse fuoco contro Laura, che si trovava in preda alla peggior crisi isterica che avesse mai avuto.
Quella ragazza, che era sempre stata precisa e razionale, era completamente crollata come un castello di carte non appena l'accompagnatrice capitolina aveva chiamato il nome del suo adorato marito.
Il Vecchio Woden aveva ragione, pensò Blight: l’Arena non tortura in eterno solo chi vi entra, ma anche le persone vicine.
- Mi dispiace, Amore mio – sussurrò il vincitore, voltandosi per un ultimo istante – Mi sa che non riusciremo ad aggiustarci, questa volta.


"…and if you're broke I'll mend ya and keep you sheltered from the storm that's raging on"

***

Angolo dell’Autrice: Come già accennato, questa storia partecipa all’iniziativa Drabble Meme del gruppo face book The Capitol.
Più che drabble questa è una OS, ma vabbè, io non sono granché a scrivere testi brevi, comunque ci proverò con le altre storie che scriverò per questa iniziativa.
Il prompt per questa era una frase (riportata a fine testo) della canzone “Lego House” di Ed Sheeran. Mi auguro di aver proposto qualcosa di coerente e di non aver deluso Alaska_, alias colei che me l’ha assegnato.
Ecco, forse ci si sarebbe aspettati che fosse Blight a crollare e aver bisogno di conforto, ma visto che penso sempre in modo strano, ho preferito far crollare Laura (che, per chi non la conoscesse, è un personaggio che fa parte di una delle mie long hungeriane). Non so perché, al momento ero più ispirata così ma magari ho cannato di brutto.
Ah, Jason è il nome che ho dato al tributo del Distretto Dieci che partecipa alla Terza Edizione della Memoria
Spero di non avervi annoiati o disgustati, grazie per aver letto.
Bao!
  
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