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Autore: Tigre Rossa    19/09/2014    2 recensioni
"Alzo lo sguardo verso il cielo.
Numerose nuvole grigie e nere coprono il cielo azzurro e nascondono crudelmente all’occhio umano il caldo e rassicurante sole.
Un lampo illumina improvvisamente quel manto senza colore che è la volta celeste e subito dopo un tuono rimbomba forte nell’aria.
Lentamente, sollevo il volto e chiudo gli occhi.
Qualche goccia d’acqua inizia a cadere ed a bagnarmi il viso.
Le fredde lacrime del cielo scorrono sulla mia pelle, infondendomi un senso di malinconia, nostalgia e rimorso.
Quanto è strana la vita.
Un giorno di pioggia come questo mi ha donato la donna che ha cambiato il mio mondo e la mia vita.
Ed un altro giorno di pioggia l’ha strappata dalle mia braccia senza che io potessi fare nulla.
. . .
Mi manchi, Masaki.
Mi manchi da morire.
Senza di te, sento un vuoto nell’anima, un vuoto che nemmeno i nostri figli riescono a riempire.
Vorrei rivederti, anche solo una volta.
Vorrei accarezzarti il viso, perdermi in quei tuoi occhi luminosi, ascoltare un’ultima volta la tua risata.
Vorrei abbracciarti e non lasciarti mai andare via da me.
Vorrei sfiorarti le labbra un’ultima volta.
Vorrei proteggerti ancora."
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurosaki Isshin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ricordi di giorni di pioggia


 
 



Alzo lo sguardo verso il cielo.
Numerose nuvole grigie e nere coprono il cielo azzurro e nascondono crudelmente all’occhio umano il caldo e rassicurante sole.
Un lampo illumina improvvisamente quel manto senza colore che è la volta celeste e subito dopo un tuono rimbomba forte nell’aria.
Lentamente, sollevo il volto e chiudo gli occhi.
Qualche goccia d’acqua inizia a cadere ed a bagnarmi il viso.
Le fredde lacrime del cielo scorrono sulla mia pelle, infondendomi un senso di malinconia, nostalgia e rimorso.
 
Quanto è strana la vita.
 
Un giorno di pioggia come questo mi ha donato la donna che ha cambiato il mio mondo e la mia vita.
Ed un altro giorno di pioggia l’ha strappata dalle mia braccia senza che io potessi fare nulla.
 
Oh, Masaki.
 
Se ripenso al giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta, un senso di dolcezza mista all’amarezza mi invade l’anima.
Ricordo tutto di quel giorno benedetto dal fato.
L’attacco improvviso di quell’Hollow nero, la mia difficoltà a combattere, la pioggia che rallentava i miei movimenti, il timore di essere sconfitto.
Ma soprattutto, ricordo la tua comparsa, improvvisa e luminosa come un raggio di luce.
Piccola ma sicura, con lo sguardo deciso e fermo, sei riuscita a sconfiggere con immensa facilità l’avversario che mi aveva messo alle strette.
Quella sera, tu mi hai salvato la vita.
Non solo proteggendomi da quell’Hollow , no.
Tu, entrando così improvvisamente nella mia esistenza, hai dato un vero senso alla vita monotona e senza uno scopo di questo stupido e debole Shinigami.
 
Chi sei, ragazza?
Io sono Masaki . . . una Quincy.
 
Sai, da allora non ho mai smesso di pensare a te.
Il tuo viso gentile, i tuoi occhi luminosi, la tua voce allegra continuavano ad essere al centro dei miei pensieri e facevano nascere dentro di me il desiderio di rivederti.
Ma, quando ti ho visto tra le braccia di Ishida, pallida, sofferente, a causa mia, mi sono sentito morire.
Perché pensi che si sia ridotta così? questo mi aveva urlato Ishida, con così tanto odio e rabbia da farmi indietreggiare è perché ti ha protetto!
Quelle parole mi fecero quasi più male di vederti in quello stato.
Tu stavi soffrendo perché mi avevi protetto, anche se non ci conoscevamo, anche se le nostre due razze erano nemiche.
Nonostante tutto e tutti, tu mi avevi protetto.
 
Non potevo permettere di voltarti le spalle, dopo che tu ti eri sacrificata per me.
Non potevo.
 
 
E così, quando Urahara mi disse che l’unico modo per salvarti era che io rinunciassi ad essere uno shinigami, accettai senza nemmeno pensarci.
Dovrò solo smettere di essere uno shinigami e proteggerla per tutta la durata della sua vita! Ovvio che lo farò!
In quel momento, giurai che ti avrei protetto per tutta la vita.
Non mi importava delle conseguenze.
Io avrei ripagato il mio debito e ti avrei protetto.
Si, io ti avrei protetto.
 
Hey, sono venuto per proteggerti.
Fu questa la prima cosa che ti dissi, quando ti raggiunsi.
E fu la cosa più spontanea e sincera che io abbia mai detto in vita mia.
Ricordo ancora il tuo sguardo limpido fisso su di me e il coraggio e la sicurezza con cui dissi al tuo Hollow interiore che non gli avrei mai permesso di prenderti e di spegnere la tua luce.
D’ora in poi non potrai non permetterò che tu possa toccarla nemmeno con un dito.
Ero così sicuro, allora, che sarei stato in grado di proteggerti per sempre.
 
Ma in realtà, Masaki, sei sempre stata tu a proteggere me.
Sempre.
 
Dopo quegli eventi, io e te abbiamo continuato a frequentarci.
E pian piano, quel semplice legame, nato per caso e per necessità, si trasformò in qualcosa di diverso.
Tu diventasti il centro della mia vita, il sole capace di scacciare la pioggia, la ragione della mia esistenza.
Ogni secondo che condividevamo era così pieno di vita, di gioia, di felicità, che mi sembrava di vivere un sogno.
E io mi innamorai di te.
 
Dopo, arrivarono i bambini.
Il primo a entrare a far parte della nostra vita fu Ichigo, e poi vennero Karin e Yuzu.
Quei tre teneri marmocchi, il risultato della nostra unione e del nostro amore, il simbolo della vita, il dono più grande che tu mi abbia mai fatto, resero in breve tempo la nostra vita semplicemente perfetta.
Ero felice. Veramente felice.
 
Ma poi, arrivò un altro giorno di pioggia.
Tu venni attaccata dal Grande Pescatore e cadesti vittima della ‘selezione di Quincy’.
E, cercando di proteggere il tuo bambino, il nostro Ichigo, perdesti la vita.
 
Sai, appena avvertii il tuo reiatsu svanire, il mio cuore improvvisamente smise di battere.
Mi precipitai subito verso il fiume, correndo più forte che potevo, sperando disperatamente di poter arrivare in tempo, di poterti proteggere ancora una volta.
ma fu inutile.
Appena raggiunsi il fiume, ti vidi stesa a terra in una pozza di sangue.
Ichigo era seduto accanto a te e ti scuoteva, chiamandoti con le lacrime agli occhi.
Mamma! gridava Mamma, ti prego, apri gli occhi! Mamma! Non l’avevo mai visto così disperato.
Provai a risvegliarti, a riportarti indietro, chiamando il tuo nome con tutto il dolore e la paura del mondo.
Masaki! Resisti, Masaki! Ti supplico, resisti!
Non riuscivo a credere che te ne fossi andata, lasciando me ed i bambini qui, da soli, persi nel buio senza la tua luce abbagliante.
Tentai a lungo di salvarti come aveva fatto tanti anni prima, ma sapevo che era inutile.
Tu te n’eri andata.
E non saresti più tornata indietro.
Mai più.
 
 
Con la tua morte, la nostra felicità si ruppe in mille pezzi.
Tu eri il centro della nostra famiglia, il centro stesso della nostra stessa esistenza.
I bambini avevano perso la loro mamma, la loro guida, la loro maestra, ed io avevo perso la donna che amavo con tutto me stesso, la mia luce, la ragione del mio vivere.
 
Non sapevo cosa fare per andare avanti.
Non sapevo come confortare i ragazzi.
Non sapevo nulla.
Senza di te, ero smarrito, perso nell’oscurità.
Senza di te, io non ero e sono più niente.
 
Eppure, ho cercato di farmi forza, di andare avanti.
Sapevo che tu, così allegra e combattiva, non mi avresti mai più guardato in faccia se mi fossi rintanato come un vigliacco nel mio dolore ed avessi smesso di vivere.
Così, ho tentato di ricominciare.
Se non fosse stato per i bambini, probabilmente non ci sarei mai riuscito.
Ma loro c’erano.
Loro, il riflesso del nostro legame e del nostro amore.
Loro, tutto ciò che mi era rimasto di te.
Loro, il tuo ultimo dono.
Ho cercato di essere forte per loro.
Ho tentato di crescerli anche senza di te, di insegnargli a vivere e ad affrontare la vita, di ridere  ignorando il dolore, di sopravvivere ad ogni ferita.
Ho cercato di essere un buon padre.
Sinceramente non sono molto sicuro di esserci riuscito, ma loro sono diventati dei ragazzi incredibili. La tua assenza li fa soffrire, ma riescono ad affrontarla molto meglio di quanto faccia io.
Yuzu è diventata una donnina di casa abile e gentile, dolce e premurosa.
Karin è una ragazzina indipendente, decisa, molto ma molto coraggiosa, e pronta a tutto per difendere sua sorella.
E Ichigo . . . Ichigo, nonostante le ferite che si porta dietro da quel tremendo giorno, è diventato un giovane uomo forte, altruista, pronto a tutto per aiutare il prossimo.
Sai, Masaki, che da quando è diventato un sostituto Shinigami ha iniziato a sorridere di più?
Prima era sempre triste, chiuso in sé stesso. Adesso sembra rinato. Combatte con un sorriso sulle labbra, ride con gli altri Shinigami ed i suoi amici, ed i suoi occhi hanno una luce nuova.
Sono orgoglioso di lui, come delle bambine.
Sono il mio orgoglio, e ciò che mi spinge ad andare avanti anche senza di te.
In loro, rivedo tutto ciò che ti rendeva unica e speciale.
In loro, rivedo quella luce capace di fermare la pioggia.
In loro, Masaki, rivedo te.
 
Una lacrima mi scivola sulla guancia, mischiandosi con la pioggia.
 
Mi manchi, Masaki.
Mi manchi da morire.
Senza di te, sento un vuoto nell’anima, un vuoto che nemmeno i nostri figli riescono a riempire.
Vorrei rivederti, anche solo una volta.
Vorrei accarezzarti il viso, perdermi in quei tuoi occhi luminosi, ascoltare un’ultima volta la tua risata.
Vorrei abbracciarti e non lasciarti mai andare via da me.
Vorrei sfiorarti le labbra un’ultima volta.
Vorrei proteggerti ancora.
 
Ovunque tu sia, Masaki, aspettami.
Aspettami fino a quando non avrò terminato il mio compito.
Aspettami fino a quando non sarò più utile ai nostri bambini.
Aspettami fino a quando non avranno più bisogno della mia protezione.
Allora, te lo giuro, ti raggiungerò e potremo stare di nuovo insieme, come una volta.
Ma tu aspettami, va bene, amore mio?
  
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