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Autore: Dotta Ignoranza    19/09/2014    3 recensioni
"Questa notte ho trovato la mia faccia.
Non l'ho trovata sopra al cuscino, né sotto, né tanto meno dentro. L'ho trovata nei miei sogni.
Era lì dove l'ho sempre lasciata.

(...) Con questo scritto voglio esprimere il mio immenso entusiasmo nell'aver trovato la maschera con cui spero potermi regalare al mondo.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dedicata a
Penelope delle Colonne e Tessitrice di Sillabe
che mi hanno aiutato a trovarla.

 


 

Questa notte ho trovato la mia faccia.
Non l'ho trovata sopra al cuscino, né sotto, né tanto meno dentro. L'ho trovata nei miei sogni.
Era lì dove l'ho sempre lasciata.
Delicatamente le mie dita l'hanno stretta a se, accarezzandola con dolcezza.
Dormiva.
Stringendo piano quel tesoro le hanno sussurrato “Benvenuta nel grande circo del mondo, piccola faccia.”
Lacrima intatta.
Ha sorriso felice.
Eppure non ha le labbra questa mia piccola faccia.
Sciocchezze! Tutte le facce devono avere un paio di labbra per essere tali.
Sì, insieme a due occhi, un naso, un mento e due belle guance pronte a sorridere o cogliere morbide un pianto mal trattenuto.
Eppure... non ce l'ha questa mia faccia di brillante carbone, ornata da oro cosmico e risa fragorose.
Questa mia dannata, impaurita e dolce faccia mi appartiene.
Un giorno colore. Un giorno tenebra.
Non c'è falsità, siamo tutti baldanzose maschere urlanti.
Non c'è frenesia, siamo tutti morti dai piedi pesanti.
Non c'è allegria, siamo tutti. Troppo. Felici. Per. Sentirci. Piangere. Dentro.

 

 

 

 

Nota dell'autrice:
non so neppure io se ciò che ho scritto sia veramente una poesia (riflessione o che so), volevo esprimere il mio immenso entusiasmo nell'aver trovato la maschera con cui spero potermi regalare al mondo. La potete ammirare nell'immagine in cima, nel piccolo banner. Non so dire come e quando sia scattato, ma è stato Amore. Buffo pagliaccio elegante. Incarna l'ossimoro che già alberga nel mio nickname. Perciò prendetela come una presentazione, oltre a una riflessione pirandelliana delle maschere che tutti noi portiamo sul viso ogni giorno.  

  
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