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Autore: LadyPalma    21/09/2014    0 recensioni
Enrico ha perso la testa dietro Anna Bolena e i giorni di Caterina stanno per volgere al termine. Ma davvero tutto è come sembra? Oppure c'è ancora qualche speranza per il Re e la Regina? // Piccola long-fiction sulle note di "Love the way you lie" di Rihanna e Eminem.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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5.Run out the room and I’ll follow you like a lost puppy

 

This morning, you wake, a sunray hits your face
smeared makeup as we lay in the wake of destruction…

 

Il sole era ormai sorto nel cielo, ma né la luce dei suoi raggi, né il rumore della Corte che stava irrimediabilmente rientrando in attività, aveva sortito alcun effetto, perlomeno apparente, su Caterina. Gli occhi chiusi, i lunghi capelli sciolti intorno al volto, sembrava quasi una principessa delle fiabe in attesa del bacio che rompesse l’incantesimo, ma lei, immersa nel suo sogno che la notte precedente aveva contribuito a creare, non poteva avere la certezza se quel bacio ci fosse stato o meno.

“Caterina…”

Un leggero tocco sulla sua spalla e quella voce dolce si era insinuata nelle sue orecchie; non poteva sapere se fosse parte del sogno o della realtà, così nel dubbio decise di dare un’occhiata. Gli occhi da socchiusi divennero spalancati nel vedere la reale figura del marito e scattò a sedere, come a prepararsi ad una nuova ineluttabile battaglia. Ciò che non poteva sapere era che lui aveva deciso di deporre ogni arma.

 


hush baby, speak softly, tell me I’ll be sorry
that you pushed me into the coffee table last night
so I can push you off me

Enrico non aveva chiuso occhio quella notte; pensieri ingarbugliati si erano rincorsi nella sua mente, pensieri che avevano costretto Cromwell ad anticipare la sua alba e a risolvere in breve una volta e per sempre il Grande Problema del Re:  solo poche ore prima era stata presa la decisione che aveva camminato per troppi anni su un filo sottilissimo, e il Re quel filo aveva deciso finalmente di spezzarlo.

Con un accennato sorriso sulle labbra, incrociò le braccia al petto guardò verso Caterina, restò a fissare l’espressione di sorpresa sul suo volto senza dire una parola. Attendeva,  e si riscopriva adesso a volere una sua nuova promessa d’amore o semplicemente una carezza, parole e gesti che una volta avrebbe disprezzato, pretendo quasi delle scuse. Ma era sempre lui a doversi in realtà scusare, per il presente, per il passato, per come aveva tentato di cambiare il loro futuro.

 

Try and touch me so I can scream at you not to touch me
Run out the room and I'll follow you like a lost puppy



Restava a fissarla in attesa della sua prossima azione, anzi reazione: reazione a ciò che avevano vissuto quella notte o meglio in un’intera vita. Lui aveva già scelto, finalmente ne era sicuro mentre, fissando gli occhi ancora spalancati di sua moglie, gli sembrava di avere la percezione del “per sempre”. Ma Caterina non poteva indovinare tutto questo da un semplice sorriso, un sorriso che aveva visto troppe volte ultimamente,senza che fosse mai possibile leggervi una sfumatura d’amore perlomeno per lei e così la sua reazione si rivelò crudele. Crudele fu il modo in cui ruppe il contatto tra i loro sguardi, crudele il modo in cui scostò le coperte e scese dal letto, crudele il modo in cui gli diede le spalle.

 

“Vi ringrazio, Vostra Maestà per questa ultima notte da Regina”

 

Un tono freddo, tagliente, crudele.

 

 

Baby, without you, I'm nothing, I'm so lost, hug me
Then tell me how ugly I am, but that you'll always love me

 

Enrico si mosse lentamente, quasi ipnotizzato da tanta simulata indifferenza. Si avvicinò cautamente, quasi temesse di vederla scappare: un’ipotesi che prima di allora non aveva mai preso neppure in considerazione. Quella che aveva davanti non era la donna che conosceva: la sua Caterina era sempre stata lì per lui, per sorreggerlo, per proteggerlo, per amarlo, mentre adesso con quel gesto, con quelle parole, manifestava un’attitudine diversa, l’attitudine a essere una persona umana forse e a desiderare una fine per quella sofferenza quasi sovrumana che lui le stava dando.

 

Era colpa sua se vedeva la sua roccia sgretolarsi e lui adesso non poteva far altro che cercare di metterla in sesto, adesso che forse era troppo tardi.


“Amore mio…” sussurrò, poggiando delicatamente le mani sulle sue spalle sperando di farla voltare nuovamente verso di lui.

 

Ma lei non lo ascoltava neppure,si divincolò dalla sua presa e si avvicinò alla finestra: lo spettacolo che si svolgeva al di fuori di quella stanza sembrava essere tutto ciò che le importava al momento. Dopo un attimo di indecisione, il Re la imitò e diede anche lui un’occhiata. Ma cosa poteva esserci di così interessante in una carrozza? Qualche servitore si muoveva indaffarato e qualche cortigiano curiosa osservava incuriosito la scena, esattamente come sembrava osservarla lei.

 

 


This house is too huge, if you move out I’ll burn all two thousand
square feet of it to the ground, there’s nothing you can do about it

 

 

“Smettetela con questa finzione, Enrico” esordì improvvisamente Caterina, voltandosi di scatto per poterlo guardare.

“Quale finzione?” domandò lui apparendo per la prima volta sinceramente stupito.

Forse perché per la prima volta era sincero, e veniva accusato di una colpa che non sentiva sua.

“Questa notte, l’altra… Non posso… Smettetela vi prego” rispose lei, mentre i suoi occhi, riempiendosi di lacrime, risultavano più eloquenti delle confuse parole.

“Ma io vi amo” protestò lui semplicemente, afferrandola per le braccia con decisione, quasi per scuoterla da quello stato d’animo che lui non riusciva a sopportare sul suo volto.

Avrebbe voluto vederla pregarlo, convincerlo, perfino accusarlo, ma sempre forte, combattiva.

“Allora perché mi state mandando via?” ribatté debolmente accennando con la testa alla carrozza ferma all’ingresso del Palazzo.

Enrico strinse gli occhi confuso e per un momento allentò la presa; lanciò un’altra occhiata fuori la finestra e improvvisamente comprese. Scosse la testa mentre un piccolo sorriso si apriva sul suo volto, poi la strinse nuovamente e la avvicinò più a sé costringendola a continuare a guardare ancora un po’. Minuti interminabili rotti soltanto dal respiro sofferente di lei, minuti interminabili in cui nulla accadeva, nulla spiegava quel sorriso. Eppure restavano così immobili, ancora un po’.

Ancora un po’, finché la bella figura di Anna Bolena appariva inaspettatamente nella scena che stavano fissando e, salendo sulla carrozza tra il vociare delle dame e degli uomini di Corte che accorrevano sempre più numerosi, interpretava il suo ruolo da protagonista per l’ultima volta.

“Ma…” fu tutto quello che Caterina riuscì a dire, sopraffatta dall’incredulità.

Un ma privo di lacrime, e di sorrisi, un ma ancora incerto, un ma che sapeva di speranza e di paura.

“Voglio che restiate qui con me… “ disse Enrico, spostando adesso le sue mani sul viso di lei “Solo voi” aggiunse posandole un bacio sulle labbra.

Sorrise apertamente stavolta mentre avvertiva quelle labbra rispondere e udiva quella bocca ridere finalmente. Si allontanò dalla finestra e tenendola per mano, la condusse al suo letto, il loro letto.

Non voleva altro per quella mattina, non aveva bisogno di altro per tutta la vita.

 

With you I’m in my f-ckin’ mind, without you, I’m out it

 

 

 

NDA:

Dopo più di un anno e mezzo, posso finalmente mettere  la parola FINE a questa storia! Un grazie speciale a salierix che ha letto, seguito e incoraggiato ogni singola storia io abbia mai scritto per questo fandom, che rimarrà sempre il mio preferito.

 

   
 
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