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Autore: AlexiaKH    22/09/2014    4 recensioni
Elaia Larxis ora è Alexia. E' stata rapita da Xemnas e Saïx nello stesso giorno dove Heartless e Nessuno cancellarono il villaggio dove ha sempre vissuto. Lei ha una particolarità: un cuore di pura oscurità, senza però esserne soprafatta come chiuque altro, che la rende la prescelta dell'Anti-Keyblade... ovvero la Darkblade. Che ne sarà di lei ora che ha scoperto che non potrà più vivere nella luce?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Un po' tutti, Zexyon
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Giorno 41
 
“Buon giorno Alexia.”
Xemnas?
Incredula mi voltai e mi alzai dal letto, non vedevo Xemnas da quando mi aveva prelevata dal castello. Mi era stato spiegato dai vari membri che era molto occupato nella creazione di un certo “Kingdom Hearts”, quindi mi sorpresi che oggi abbia deciso di sprecare il suo tempo con me.
“Credevo che tu fossi troppo impegnato per occuparti delle reclute.”
“Sei abbastanza intelligente da sapere che non sei una recluta qualunque.”
“Touchè”
La sua voce mi metteva a disagio: così fredda e autoritaria. Di certo sapeva come ottenere il rispetto altrui ma… mi incuteva. Ricordo ancora il terrore che ebbe mio nonno il giorno che lo vidi la prima volta… di sicuro si conoscevano ma non ho mai visto mio nonno intimorirsi per qualcosa o qualcuno, nemmeno quando sono apparse le prime manifestazioni del mio potere.
Xemnas fece sparire le sbarre della mia prigione ed io rimasi immobile sul mio letto a osservarlo.
“Dove hai intenzione di portarmi questa volta?”
“In un luogo dove potrai imparare ad usare il tuo straordinario potere.”
Straordinario potere. Per me è una maledizione: saper evocare la Darkblade è una maledizione.
Un’arma nata solo per la persona con cuore di pura oscurità.
Un’arma in grado di forzare qualsiasi serratura, per prelevare o cedere oscurità.
Un’arma che ti da la possibilità di dominare tutti i mondi.
Un’arma… del quale io non ne sopporto il peso, non da sola.
Senza fiatare lo seguì fino ad una stanza completamente bianca dove mi aspettavano dei Nessuno e degli Heartless.
“Combattili.”
“Non c’è problema.”
“Senza utilizzare la magia.”
Lo guardai perplessa, sono sicura che tutti i membri che mi hanno tenuta sotto osservazione gli avranno fatto rapporto che non riesco a manifestare a comando la mia arma.
“Lo sai che non posso.”
 “Ti ho dato 40 giorni per farti studiare, dai vari rapporti si deduce che il tuo potenziale nella nostra causa sia inestimabile, ma l’educazione che ti è stata data ti blocca perché ti è stato insegnato a sopprimerlo e non a domarlo.”
“Non c’è bisogno che me lo dica anche tu, lo so.”
“Per questo ho deciso oggi di occuparmi di te personalmente.” E si mise dietro di mettendo il palmo della sua mano sulla mia testa.
Non feci in tempo a fare nulla che la mia nella mia testa cominciarono ad apparire migliaia di immagini, suoni, odori… sembravano ricordi di una vita vissuta.
Man mano che le immagini scorrevano capii che erano tutti i miei ricordi, compresi quelli che avevo dimenticato.
Non aver paura. All’improvviso quella voce mi fece in qualche modo svegliare e mi ritrovai su un pavimento luminoso circolare, tutto il resto mi sembrava un oceano di oscurità.
Guardai in passo e vidi che il pavimento era un mosaico con me, dormiente, al centro e circondata da volti e oggetti che per me sono stati importanti.
Non aver paura dell’oscurità, non aver paura del luogo dove sei nata, non aver paura di me.
Vidi apparirmi davanti qualcosa avvolto di una nebbia nera che fluttuava.
Mi avvicinai e riconobbi l’oggetto: un’arma simile ad una katana con l’elsa e la lama sono color notte ma sono entrambe semi avvolte da una decorazione di rombi argentati tutti uniti tra di loro da catena nera. La Darkblade.
“Io non ti temo” Risposi freddamente.
Allora sostituiscimi al posto del simbolo della luce che è rappresentato nel tuo cuore.
Istintivamente abbassai lo sguardo e osservai il mosaico: c’era un sole rappresentato sul palmo della mia mano destra.
Se non mi temi sarà uno scherzo farlo, no?
Senza nemmeno starci troppo a pensare seguii il mio istinto: presi la Darkblade e la conficcai nel pavimento circolare, esattamente la conficcai nel sole.
Vidi l’immagine cambiare: adesso ero rappresentata con i mano la Darkblade che ha sostituito il simbolo della luce. Subito dopo vidi il pavimento incrinarsi e distruggersi ed io… caddi nel vuoto.
Non appena non sentii più il calore della mano di Xemnas mi risvegliai cadendo sulle mie ginocchia e tossendo come se un attimo prima stessi per annegare.
“Ora combattili”
Ancora ansimante mi alzai, cercando di ricordare dove fossi ora e che cosa mi era successo.
Un secondo dopo evocai la Darkblade ed eliminai tutti gli obbiettivi.
 
Mentre li uccidevi mi sentivo leggera, come se mi fossi tolta un peso o delle preoccupazioni:
NON MI SONO MAI SENTITA MEGLIO IN VITA MIA.
 
  
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