Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: lokiandcoffee    23/09/2014    3 recensioni
Seguito del primo film di Thor.
Riprende esattamente dal punto in cui Loki si lascia cadere nel vuoto.
Una Thorki iniziata come un esperimento ma che sta prendendo sempre più forma nella mia testolina, probabilmente ci saranno crossover più avanti e molti casini per il nostro amato Loki, tra rancori e amori vecchi e nuovi.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





Abisso.





Vuoto.
Cadde nel vuoto il principe di Asgard. E lo definì vuoto poichè non immaginava, la sua mente, cosa ci sarebbe stato ad aspettarlo. Le parole di Odino lo accompagnarono, lo seguirono feroci, vorticarono nella sua testa, fin quando non toccò terra.
Fin quando lo schianto del suo corpo contro un terreno gelido non fermò i suoi pensieri.
Era stato come cadere in un abisso tanto profondo quanto oscuro, e non sapeva dire esattamente quanto avesse impiegato a toccare terra.
Tuttavia, lo sguardo di Thor, quella supplica silenziosa, quegli stessi occhi che lo avevano guardato cadere, arrendersi, lasciarsi andare, immezzo al nulla e allo stesso tempo tra stelle e colori diversi, quello sguardo non gli diede tregua e albergò nei suoi sogni quando la mente si annebiò e le forze lo abbandonarono.
Si attaccò al suo cuore e non lo lasciò più.
E, inevitabilmente, si ritrovò debole e vulnerabile in quelle terre sconosciute. Non tentò nemmeno di alzarsi, la forza lo abbandonò del tutto, così come la capacità di ragionare, non sentiva più nulla, solo il dolce ronzio del silenzio.
Poi il buio.


"Ci sarei riuscito, padre! Ci sarei riuscito! Per te! Per tutti noi!"
"No, Loki."



Fu un sonno privo di sogni. Solo buio.
Spiragli di luce, a tratti, forse nel ricordo della distruzione del ponte. Non avrebbe mai creduto che Thor potesse esserne capace.
A parte questo, la voce di Odino continuava a ripetersi quasi come un disco rotto, così come le sue suppliche, il suo desiderio di essere capito, accettato. Mai più diverso.
Ed ora? Cosa sarebbe cambiato ad Asgard? Chi sarebbe stato in lutto per lui in quella terra che una volta avrebbe chiamato casa? Il suo essere crollato, scomparso, ucciso, si sarebbe affermata come una lieta notizia?
Quanti cuori sollevati? Quante anime gioiose nell'udire tale sconvolgente novità?

Dimenticato. Ecco cosa sarebbe stato.
Un semplice ricordo di un vano tentativo di ribellione, di ricerca del potere, di bramosia di un trono.
E, tutto a un tratto, le ombre dei mostri sotto al letto non sembravano più così spaventose.
Dal momento che era lui stesso il mosto. Ed era fuggito dalla sua stessa ombra per quasi una vita mentre Thor gli prometteva che lo avrebbe protetto da qualunque male, da qualunque cattivo, proprio come un eroe. E forse non avrebbe mai compreso che l'unica persona per cui avrebbe dato la sua vita sarebbe stata la più crudele nel ferirlo.
Ma, dopotutto, la malvagità nasce da pura innocenza. E Loki lo era stato, innocente.
Ma poi qualcosa si era spezzato. Una voragine nel petto che riempiva con infiniti e infiniti libri, standosene spesso nella muta compagnia della propria solitudine.
Che fossero le mancanze da parte di un padre che si definiva giusto, a causare tali squilibri? L'ingenuità di un fratello che, preso dalla guerra fin da bambino, non capiva che le ferite sono più profonde se causate dalle parole? L'amore di una madre che non aveva fatto altro che amarlo?

E se la sarebbe presa di certo con qualcuno che non fosse stato se stesso, se il rimorso non gli avesse attanagliato lo stomaco.
Aveva ucciso Laufey, e se non fosse stato per causa sua Odino non sarebbe caduto nel suo sonno, aveva permesso che i Giganti di ghiaccio entrassero ad Asgard, aveva allontanato Thor dalla sua amata.
Povera, stupida, inutile mortale.
Ma nonostante tutto, aveva provato un senso di vittoria nel vederli crollare. Uno dopo l'altro.
Vittoria. Non soddisfazione.
La soddisfazione non era nella sua natura.
Tutto bruciava nelle sue mani, tutto andava distrutto, ma non poteva negare che tutto ciò gli piacesse. In un modo quasi insano.
Dopotutto era stato disprezzato, temuto da quello che si era presentato a lui come un padre in tutti quegli anni. Aveva tutto il diritto di provare odio. Gratitudine anche, certo, ma neanche troppa.
Era stato tenuto in condizioni inferiori, ritenuto incapace di fare la guerra, molte volte era risultato quasi invisibile mentre il figlio di Odino si atteggiava da guerriero: quel noioso verde non aveva alcuna vittoria sull'ardore del rosso del mantello di Thor.
E questo lo aveva capito a sue spese.
Fu per questo che la sua unica realtà divenne quella di lottare in maniera sconsiderata per tentare di affermare la propria egemonia in quel modo sorprendentemente diabolico e infangato di buoni propositi.

Era un processo di trasformazione complesso, il suo. Ostentava contraddizione, delusione, ambizione, fino a generare radici profonde nell'odio stesso. E con il tempo accumulò risentimento aggravando una lacerazione nata nel profondo del suo cuore, costretto alla mercè dei propri sentimenti di rivolta, dando vita ad un conflitto radicale contro un re, un fratello, un regno.
Contro se stesso.
L'oscurità che prese possesso di lui, della sua mente, accrebbe quando sorse una domanda nella sua testolina da fanciullo: se Asgard era casa, allora per quale motivo anche lì, soprattutto lì, Loki si sentiva del tutto fuori posto?
Così smise di capire gli altri quando gli altri smisero di capire lui.
E da quel giorno vederlo sorridere non fu più la stessa cosa. C'era qualcosa di sofferente nel modo in cui le sua labbra si piegavano verso l'alto, e non vi era gioia per la maggior parte delle volte, erano solo denti.
E comunque era troppo orgoglioso per chiedere aiuto. E chi avrebbe potuto aiutarlo, poi? Chi gli avrebbe restituito l'identità che gli era stata tolta? Chi gli avrebbe restituito tutti quegli anni in cui era cresciuto su delle menzogne?
E in questo caso, al contrario di quanto molti oseranno pensare, Loki era vittima.
Si era rifuggiato nell'autodistruzione come ultimo irreparabile gesto, lasciandosi cadere nel vuoto, tenendo lo sguardo incatenato a quello di Thor, e non importava quanto quelle lacrime fossero state vere, desiderava solo appagare il suo desiderio di vederlo morire dentro mentre veniva inghiottito dall'abisso.
Scaraventato in un regno che avrebbe scoperto essere fin troppo familiare.








Il mio primissimo tentativo di scrivere una Thorki.
Spero apprezziate questo piccolo esperimento e soprattutto spero non si riveli un buco nell'acqua. Li adoro troppo quei due insieme.
:*
XOXO
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: lokiandcoffee