Era  maggio, la scuola non era ancora finita, stava per concludersi  l’anno della seconda media.

 Mi chiamo Vanitas, sono un ragazzo abbastanza alto, ho dei capelli appuntiti, neri, scurissimi. In quei giorni, precisamente l’11 maggio, ero impegnato con la mia famiglia discutere di  una comunione di un  ragazzo che conosco a malapena, molto più piccolo di me, figlio di amici dei miei genitori, alla quale avremmo dovuto partecipare a breve. Ero annoiato, non volevo proprio andarci, continuavo a dire ai miei vecchi : “Dai, ma che noia! Io non ci vengo!” ma dovevamo andarci, altrimenti avremmo fatto una bruttissima figura. Così mi rassegnai. Arrivata la mattina del 13 maggio, mi alzai dal letto stanco, come sempre. Mi infilai le scarpe acquistate giorni prima  grigie, con una stella sul lato destro, un pantalone di tessuto e una maglietta bianca e nera con sopra scritto BOSTON, bucherellata.  Appena pronti, io e la mia famiglia entrammo nella macchina di mio padre, e ci mettemmo in viaggio per il luogo dell’evento. Dopo un oretta circa, arrivammo alla meta: un ristorante, con un parco molto grande, fatto apposta per i bambini che volevano giocare. Dopo aver parcheggiato, scendemmo dalla macchina; ad aspettarci c’erano alcuni amici di mio padre e mia madre.  Appena mi videro continuavano a dire:  “Vanitas! Quanto ti sei fatto grande!” e cose del genere, io sorridevo e annuivo, ma ero annoiato. Entrammo nel ristorante, la sala era veramente bella, non gigantesca, adatta ad una comunione.  Mi sedetti al tavolo dei miei genitori, ma mi cacciarono: “Qui non potete sedervi! ‘’ disse mia madre ‘’Ci sono altre persone al nostro tavolo, andate al tavolo vicino a quello dei bimbi.”  “Che palle …” sospirai  “almeno ci sono dei ragazzi della mia stessa età?” Mia madre mi rispose:  “Penso di si! C’è anche Kairi vero?” replicò.“Kairi? Chi è ora questa
Kairi?” “Kairi! Come! Quella che ti picchio molti anni fa quando eravate piccoli! Non te la ricordi?” “Ehm, si. LA ODIO.”

 Senza dire nient’altro mi sedetti al tavolo in attesa di qualcuno. Dopo circa dieci minuti, dall’entrata arrivò una ragazza:  capelli rosa scuro, indossava un pantaloncino marrone, camicetta dello stesso colore che copriva una magliettina bianca. Quella era Kairi.