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Autore: Eylis    06/10/2008    1 recensioni
L’uomo si strinse nel proprio cappotto chiaro, ne rialzò per bene il bavero e si calcò il cappello in testa. Nessuno sapeva scorgerne lo sguardo dal colore indefinibile, ma a nessuno realmente importava. Erano in pochi che osavano avvicinarsi a quella mesta creatura. Eppure una sorta di leggenda diceva che coloro che avevano avuto questo ardire avevano udito storie di grande saggezza pronunciate dalle sue labbra screpolate ma gentili. Quella notte una persona avrebbe avuto questa dolce fortuna, una sola ragazza che, fuggita dal proprio villaggio, si era avventurata nella foresta illuminata debolmente dalla luna ed aveva incontrato quell’uomo. L’uomo che tutti chiamavano Lupo a causa della sua natura tanto schiva, misteriosa e selvatica.
[...]

Una ragazza, sperduta e lontana da casa, incontra in una foresta un uomo misterioso. Il freddo e le sue premure la convinceranno a seguirlo in una caverna, la sua casa, dove ascolterà parole che dicono di storie e leggende… O forse d’altro? Una raccolta di racconti che narrano di lupi e sentimenti rischiarati dalla luna…
Questa storia si è classificata prima al concorso "Lupus in fabula" indetto da Writers Arena
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Credits: la frase “Ci sono notti in cui i lupi tacciono e solo la luna ulula” presente nell’introduzione è una citazione di George Carlin

Link al concorso: WritersArena - Lupus in fabula



Introduzione




L’uomo si strinse nel proprio cappotto chiaro, ne rialzò per bene il bavero e si calcò il cappello in testa. Nessuno sapeva scorgerne lo sguardo dal colore indefinibile, ma a nessuno realmente importava. Erano in pochi che osavano avvicinarsi a quella mesta creatura. Eppure una sorta di leggenda diceva che coloro che avevano avuto questo ardire avevano udito storie di grande saggezza pronunciate dalle sue labbra screpolate ma gentili. Quella notte una persona avrebbe avuto questa dolce fortuna, una sola ragazza che, fuggita dal proprio villaggio, si era avventurata nella foresta illuminata debolmente dalla luna ed aveva incontrato quell’uomo. L’uomo che tutti chiamavano Lupo a causa della sua natura tanto schiva, misteriosa e selvatica.

“Entra, ragazza, siediti.” La giovane entrò nella caverna riscaldata da un fuoco acceso sulla pietra e si sedette vicino a quella fonte di calore. Intimidita strinse a sé le proprie ginocchia senza osare alzare lo sguardo. L’uomo l’aveva trovata che vagava per la foresta, evidentemente perduta, e l’aveva invitata a seguirlo nella sua casa.
“Vi ringrazio per l’aiuto che mi state dando, non avrei saputo dove riposare altrimenti…”
“Cosa ti ha portato qui?” La ragazza ebbe un lieve sospiro, evidentemente esitava.
“Io…” Si interruppe. L’uomo le fece un gesto di diniego, in fondo le aveva posto quella domanda per pura cortesia.
“Non importa, non sei tenuta a spiegarmi nulla.” Le porse una ciotola colma di una zuppa densa e dall’odore acre ma dal buon sapore. “Mangia, ti darà forza.”
“La ringrazio signore…”
“Non chiamarmi a quel modo, non sono come le persone con le quali solitamente usi questo termine. Chiamami semplicemente Ted.”
“D’accordo… Ted.”
“E tu ragazzina? Hai un nome?” Mentre parlava aveva agguantato una calda coperta da un angolo di quella strana dimora e gliel’aveva posta sulle spalle. Il fuoco non sembrava sufficiente a toglierle il gelo di quella notte invernale che le era penetrato fin nelle ossa.
“Io… sono Cosette.” Silenzio. Probabilmente quello non era il vero nome della giovane, ma a Lupo non importava. Dopotutto nemmeno Ted era il suo. Si servì a sua volta di una buona scodella di quella particolare minestra ed entrambi mangiarono immersi nei loro pensieri.

“Cos’è stato?” Allarmata la ragazza posò la ciotola vuota a terra e si guardò attorno. Aveva udito un suono, proveniente dall’esterno della caverna, un segnale lugubre e lontano che le aveva provocato un brivido lungo la schiena. L’uomo la rassicurò con lieve un movimento del capo.
“Non preoccuparti, qui sei al sicuro.”
“Ma cos’era?”
“Lupi.” La giovane ebbe un grido di spavento. Non si era resa conto dei pericoli a cui andava incontro quando si era avventurata in quel bosco tanto fitto, ed ora pensare che avrebbe potuto incontrare quelle bestie la terrorizzava.
“E se dovessero entrare?”
“Non entreranno.”
“Come fai ad esserne tanto certo?” L’uomo sospirò, come se un peso gravasse sulle sue spalle.
“Ragazzina… Cosette. Non sono i lupi che devi temere. Ci sono cose ben peggiori là fuori. Ci sono notti in cui i lupi tacciono e solo la luna ulula.”
“Cosa intendi?” Cosette era sempre più perplessa. Quell’uomo era strano, malgrado non le sembrasse malvagio.
“Mettiti comoda, ti racconterò delle storie. Starà a te, poi, giudicare la veridicità di questi racconti come meglio ti aggraderà.” La ragazza annuì lentamente, preda ad un sentimento misto di curiosità e timore.
“D’accordo, ti ascolto.”

  
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