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Autore: Aesingr    02/10/2014    3 recensioni
Spyro e Cinerea hanno combattuto e sconfitto il perfido Malefor, drago viola dai poteri immensi. l'hanno sempre considerato un nemico vile e spietato, insensibile di fronte al dolore che stava causando.
Si sa, l'oscurità può sorgere anche dalla luce. A volte l’amicizia, l’amore ed ogni altro sentimento positivo possono mutare in artigli roventi, con cui è facile dilaniare la carne e le ossa per giungere al cuore.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GHIACCIO E FUOCO



Un cerchio di luce bianca si diffondeva nell’ambiente circostante, attraverso bagliori provenienti dal suolo. Un’irregolare superficie vitrea e trasparente costituiva la pavimentazione di quello strano vano senza pareti L’essenza luminosa del luogo veniva conferita da degli strani cristalli disposti ad abbagliare anche il più piccolo centimetro di quel mondo sconfinato.
Dove avrebbe dovuto stagliarsi maestoso l’azzurro del cielo vi era invece un’ammasso luminoso di forma sferica, la quale effondeva una luce più intenza di quella del sole, che però non feriva i suoi occhi. Si mosse con cautela, come se non si fidasse di tutto quello splendore, troppo puro perché le tenebre potessero assimilarlo.
Si rese conto solo in quel momento che qualcuno era seduto proprio dietro di lui. Sentiva sul collo il soffio di un caldo respiro che sembrava volerlo risucchiare, come l'alito dei più inconfessati anfratti infernali.
Le sue zampe opposero una solida resistenza, nonostante la superficie liscia a contatto con i suoi artigli gli impedisse di far presa su qualcosa per mantenersi saldo su ogni percezione. Si voltò di scatto, pronto a fronteggiare qualsiasi nemico lo stesse invitando alla battaglia.
Si ritrovò di fronte ad un drago viola.
Le sue squame apparivano di una tonalità più scura di quella del suo corpo,  I suoi artigli erano tinti del rosso del sangue come le corna, le sue zanne grondavano orrore e sofferenza. Ciò che veramente lo rendeva spaventoso però erano le pozze giallastre dei suoi occhi, incapaci di trapelare una qualunque emozione, come sprofondate in un vuoto irreversibile.
Una crepa improvvisa sul suolo lo costrinse ad avvicinarsi a quella creatura, che non indietreggiò ma si dimostrò del tutto eterea, permettendogli di passargli attraverso. La cosa non lo turbò, ansi lo incuriosì a tal punto che si protese di nuovo verso l’essenza immateriale del drago e si sporse per controllare cosa ci fosse aldilà della spaccatura appena formatasi.
Dalle acuminate fenditure di quella pavimentazione simile a ghiaccio si issò un drago totalmente identico a lui. Le sue ali erano quelle di un potente predatore del cielo, i suoi arti quelli di un guerriero navigato e il suo sguardo quello di un cucciolo vivace e curioso.
Sul suo musetto raggiante comparve un sorriso di zanne candide come la luce emessa dai cristalli. Il giovane drago lo stava fissando come a volerlo studiare, mentre i suoi occhi cercavano qualcosa al suo interno; o forse alle sue spalle.
Quando comprese che quello sguardo indagatore non era rivolto a lui ma al drago  dalle fattezze demoniache, sentì di doverlo imitare e con un balzo gli si mise affianco, contemplando a sua volta l'inquietante creatura che pareva non degnarlo di alcuna attenzione.
Il drago viola appena giunto indietreggiò, facendo di nuovo sì che Malefor si trovasse in mezzo a quell’intreccio di sguardi, che per qualche ragione non lo convinceva affatto. Dietro di lui il drago dolce e spensierato, d'innanzi a lui il drago da gli occhi gelidi.
una sensazione mai provata prima si fece strada nella sua testa.
Qualcosa che nessun avversario gli avrebbe mai potuto infondere, un brivido oscuro che nessun mondo gli avrebbe mai potuto mostrare. Qualcosa che solo in se poteva trovare.
La paura.
Vide il drago di fronte a lui avvicinarsi, sentendo che anche l’altro stava per raggiungerlo. Si voltò verso l’esterno, temendo di incontrare gli occhi di entrambe le creature. Poteva percepire i loro pacati respiri sul suo corpo, anche se si rese conto che questi lo stavano attraversando. Ne ebbe la conferma quando il cucciolo alla sua destra alzò una zampa verso il drago infernale, non incontrando alcuna resistenza fisica nonostante quello che credeva trattarsi del suo corpo si trovasse in mezzo a loro.
Quando anche l’altro fece lo stesso, i loro artigli si sfiorarono producendo un suono più sottile di un’ala di libellula.
Era il suo corpo a non essere tangibile. Le zampe dei due draghi si incontrarono dentro di lui e gli parve stessero cercando di ghermire il suo cuore.
Era la sua mente a non far parte di nessun mondo. Era la sua anima ad essere in bilico tra luce e tenebre.
Cercò di concentrarsi sui cristalli luminescenti, che a pochi istanti dal contatto con il suo sguardo iniziarono a sgretolarsi in un fragore tintinnante, come se qualcosa di violento li avesse frantumati.  Con loro cominciò ad andarsene anche la perpetua luce che inondava il luogo, lasciandolo inabissare lentamente nell’oscurità senza volto.
In breve si ritrovò circondato dal buio e dal vuoto. Cercò conforto nella presenza del draghetto sorridente che fino ad un momento prima si trovava al suo fianco, non incontrando altro che il nulla.
Alle sue spalle risplendevano due occhi gialli d’inferno, spenti e famelici d’ombra.

Scattò in piedi come se una scossa elettrica gli avesse pervaso ogni millimetro delle ossa, capendo immediatamente che movimenti troppo bruschi non gli erano concessi. ricadde atterra con le zampe prive di forza in balia del dolore, mentre le sue funzioni vitali iniziavano a riattivarsi e il contatto con l’aria fresca e le pietre del suolo gli restituivano sensibilità.
Provò allora a sollevare il capo, constatando che in fondo non era conciato troppo male. Davanti a lui, una dragonessa dalle squame verdi rilucenti come smeraldi lo fissava con un’espressione mista di stupore e gioia.
“Allora sei vivo! Piano, non muoverti, adesso ci penso io”
Non lasciandogli un attimo per rendersi conto della situazione, Neiry estrasse un fascio d’energia verde e azzurra dal suolo sotto i suoi artigli, puntandolo con essi verso Malefor che ne venne investito completamente.
“Non è granché ma dovrebbe restituirti le energie”
Quando Malefor ne emerse, assaporò una sensazione di pace mai provata prima. Era come se il calore dell’energia che fluiva attorno a lui lo stesse permeando fino alla punta delle corna.
Alzò una zampa e se la portò sul muso, massaggiandoselo delicatamente per controllare se avesse riportato lesioni serie, ma non lo ferì nient’altro che una lieve fitta di dolore sulla mascella. Doveva essersi fracassata durante il violento scontro con il suo maestro.
Il suo maestro, che scorse in cielo a molti metri sopra di lui, attorniato dalle figure di un altro drago dal manto glaciali e da uno stormo di giovani draghi agguerriti e furenti.
“no!” Gridò nella loro direzione, inascoltato a causa della distanza.
Fece per spalancare le ali e prendere la rincorsa, ma Neiry  gli si avvicinò con apprensione e gli poggiò una zampa sul dorso cercando di trasmettergli sicurezza.
“Ci penseranno loro, non preoccuparti”
“No! Loro non possono…”
I suoi occhi non si staccarono un attimo da quello che stava avvenendo in aria: i due draghi volteggiavano in cerchio, mentre i giovani allievi si erano disposti sopra di loro pronti per attaccare.
attendendo il Axius rivolse loro  alcune parole che Malefor non riuscì a distinguere e la torma di draghi si dissolse in un fruscio d’ali che  si espanse fino ad allontanarsi dalla tremenda battaglia che di lì a poco avrebbe sconvolto il firmamento. Nonostante l'agitazione, , il calore trasmesso da Neiry finì in prima linea tra i suoi pensieri.
Cosa stava succedendo? Poteva appartenere anche a lui una tale sensazione di piacere?
Da quanti anni ormai qualcuno non cercava di trasmettergli affetto? Il suo spirito trovò pace in quel lieve ma potente contatto fisico.
Si voltò, sprofondando nel volto della dragonessa.
“Mi ricordo di te”
Gli occhi di Neiry si accesero di una profonda emozione, che conferì al suo muso un’espressione austera e regale. Allungò il collo verso il drago viola fino quasi a sfiorarlo.
“Ti ricordi di me?”
“Ricordo il tuo calore, deve esserci stato un giorno in cui mi hai stretto contro il tuo ventre”
Neiry sollevò il capo, senza distogliere lo sguardo da quello del draghetto.
“Il giorno in cui sei nato”
La mente di Malefor guizzò a quella risposta, sprofondandolo in un tumultuoso turbinare di sensazioni e emozioni che si infransero su un’unica domanda.
“Eri con me quando sono nato?”
“Si. Ma non sono riuscita a proteggerti e ad evitarti indicibili sofferenze, non esistono parole per descrivere il mio dispiacere”
Malefor socchiuse le palpebre.
“Di qualsiasi cosa tu stia parlando non importa, ti ringrazio per avermi permesso di sognare le tue zampe che mi proteggevano”
A quelle parole la dragonessa non seppe come controbattere, ma Malefor non gliene diede comunque il tempo.
“C’è però una domanda che mi tormenta da quando ho memoria” Lei si rabbuiò, temeva di conoscerla. Avrebbe desiderato non essere lei a dovergli narrare quella verità. “Sono davvero il figlio delle ombre?”
La dragonessa tirò un lungo sospiro, poi  rispose con una calma statuaria.
“Tu non sei assolutamente il figlio delle ombre, anche se così hanno voluto farti credere. Tu saresti stato figlio di due draghi coraggiosi che per te hanno dato la vita. Purtroppo il destino è stato molto crudele con loro”
Malefor non si rabbuiò a quella notizia, furono invece la consapevolezza e la gioia di non doversi arrendere all’oscurità che lo spinsero ad avvicinarsi alla dragonessa e a porle un ultimo quesito.
“Flarendor li ha uccisi vero?”
Lei annuì, in attesa di una reazione violenta a quella rivelazione. Si stupì nel vedere le labbra del cucciolo distorcersi in un mesto sorriso.
“Perfetto” Le diede le spalle, alzando il muso e lanciando un’occhiata in direzione del drago delle fiamme. “Ho la possibilità di vendicarli”
La sua determinazione non lasciava posto a repliche. Questa volta non vi sarebbe stata creatura in grado di fermarlo, adesso aveva un valido motivo per dare tutto se stesso e sfidare a testa alta Flarendor e il giogo che affliggeva la sua anima.
Finalmente conosceva la verità, il suo posto non era tra le tristi braccia  del buio.
 
***
 
Axius fissava il suo avversario, concentrato anche sul suo più piccolo movimento. Un solo errore sarebbe potuto costargli la vita, non doveva abbassare la guardia.
I nervi tesi fino al limite e ogni fibra del corpo pronta a saettare, cercava di prevedere la prima mossa del drago di fuoco che a differenza sua sembrava tutt’altro che agitato.
“Devo confessartelo Axius. Battermi contro di te non è una scelta che prenderei così volentieri. Sei un drago di enorme talento e domini le energie fredde come nessun altro, è un vero peccato che la tua vita debba volgere al termine per un tuo capriccio”
“Capriccio Flarendor? Non sai neanche di cosa stai parlando” ribatté secco Axius sostenendo il suo sguardo.
“Sarebbe stato tutto più semplice se ti fossi unito alla mia causa. Hai voluto sfidarmi e il risultato sarà catastrofico, che gli antichi guardiani possano proteggerti dai miei artigli”
“non ho bisogno di protezione. Vorrei un posto nel paradiso dei draghi per te, ma temo che le tue malefatte non possano essere perdonate”
“Malefatte. Sei tu che non sai di cosa parli. Grazie a me il mondo conoscerà una nuova era, aldilà della mia morte. Queste terre forse non si ricorderanno di me, ma si ricorderanno del dolore e della sofferenza provocata dal drago più potente che sia mai esistito”
Axius abbassò il muso verso il suolo, poi tornò a fissarlo imperturbabile.
“Non crescerà come tu speravi”
Flarendor proruppe in una cavernosa risata che riecheggiò tutt’attorno.
“E sarai tu ad impedirglielo, Axius?”
Il guardiano del ghiaccio non distolse l’attenzione dal combattimento, nonostante l’altro cercasse in ogni modo di provocarlo e di spingerlo ad azioni avventate.
“Saprà da solo cos’è giusto fare. Sei malvagio e il tuo cuore non vede da tempo la luce, ma non sei abbastanza potente da poter portare il mondo alla distruzione”
“Per questo mi servirò di lui”
“Non sei in grado neanche di questo Flarendor”
Flarendor sospirò spazientito.
“D’accordo. Dimostrami di essere più forte di me. Fammi vedere fin dove il guardiano del ghiaccio possa arrivare”
Come due squarci dell’universo i loro ruggiti si scontrarono e i draghi si avventarono l’uno contro l’altro pronti a dilaniarsi come  fiere selvagge. Non  era nei loro pensieri la difesa o il contrattacco, si limitavano a colpire con tutta la forza di cui erano capaci.
Si intrecciarono in un groviglio di artigli e zanne che niente aveva a che fare con una vera battaglia; li spingeva solo la pura brama di eliminare l’avversario.
Da un lato l’ambizione di dominare un mondo che mai a nessuno sarebbe appartenuto, dall’altra il desiderio di proteggerlo con ogni mezzo possibile. Fiamme serpeggianti danzavano attorno a getti gelidi, sulle quali andavano a dissolversi senza raggiungere il bersaglio. D’altro canto, le sferzate congelanti di Axius si scontravano con sfere infuocate di immane potenza, annientandosi all’impatto.
Nessuno dei due riusciva a raggiungere l’altro e a ferirlo in modo critico, le loro energie elementali si eguagliavano.
“in forma come sempre… vero Axius?” Lo incalzò Flarendor, emettendo rapidi e intervallati respiri d’aria calda. “Ma non è sufficiente per sconfiggermi!”
Tra le sue fauci si generò una stella di luce violacea diretta verso Axius, che fu costretto a gettarsi verso il basso per evitare di essere centrato in pieno muso.
Non gli ci volle molto per capire che quello non era un potere elementale come gli altri, arrivando subito ad ipotizzare che una tale fonte d’energia potesse derivare solo dall’altra metà del cristallo che Siil e Ignitor stavano custodendo nel tempio.
“Visto Axius? Hai compreso il significato del potere?”
Con un’improvvisa torzione del busto Axius evitò un altro getto d’energia che gli sfiorò il collo, non perdendo l’equilibrio di volo per puro miracolo. Mosse freneticamente le ali per distanziarsi di qualche metro da Flarendor, che lo fissava spavaldo e sicuro di se.
"Stai fuggendo? Non è qualcosa che si attribuirebbe all’indomito guardiano del ghiaccio”
“Tu combatti con gli artigli, non con il cuore. Questo finirà per essere la tua rovina”
“Sagge parole. Peccato siano del tutto prive di significato!”
Axius capì che quello scontro non poteva essere affrontato con la sua sola energia elementale, per quanto vasto il suo potere non era sufficiente per contrastare quello ottenuto da Flarendor. Sapeva anche che altre parole sarebbero state inutili, ormai il drago era corrotto fino alle ossa da qualcosa fuori dalla portata di entrambi.
Sprigionò quanta più energia possibile dal corpo, avrebbe tentato ogni mezzo prima di cedere. Nel momento in cui l’emanazione  del gelo e del fuoco ormai divenuto inferno si incontrarono, anche la volta cieleste si mosse in risposta al preannunciarsi di uno scontro di portata epocale.
L’azzurro si tinse di grigio e le nuvole iniziarono a piangere lampi di rabbia. I due draghi vennero circondati da un ammasso di vapore, che ne oscurò le figure, isolandoli in un cumulo opaco di spirali eteree. Nessuno dei due parlò, erano concentrati sulla propria energia interiore che avrebbero emanato a piena potenza. Colpirono all'unisono, quando una sagoma piccola e veloce attraversò la foschia che li inglobava.
 
Il loro ruggito lacerò il cielo, mentre un’esplosione di bagliori biancoazzurri si generava all’impatto dei loro soffi. Zampilli di luce schizzarono in ogni direzione, mentre fasci splendenti si intersecavano in uno spettacolo di fiamme gelide e incandescenti.
Quando i boati iniziarono a ritirarsi, Flarendor comparve al disopra del punto dell’impatto, quasi del tutto illeso.
A pochi metri da lui Malefor stava planando verso il basso con Axius abbandonato sul suo dorso. Nonostante la grande differenza di peso, il cucciolo sembrava non esercitare alcuno sforzo per scendere senza precipitare.
In lui si era risvegliata la forza del destino oscuro a cui voleva opporsi. Raggiunto il suolo lasciò che il drago si distendesse di fronte a Neiry, per poi concentrarsi di nuovo sul maestro. Flarendor non aveva previsto l'intervento del suo allievo, la sua mente ancora faticava ad accettare che non fosse più suo.
”Restituisci anche a lui l’energia” Disse il giovane drago viola rivolto alla dragonessa, prima di puntare gli arti al suolo e lanciarsi in volo.
Lei lo osservò salire rapidamente di quota, sorridendo.
“Grazie”
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Angolino oscurissimo: surryeaaa! Due capitoli in un colpo solo per compensare l'enorme ritardo! Che capitoluccio complicato, voi non potete capire!
Che ne dite? È uscito bene? È il primo capitolo di cui sono veramente contento.
Tutto sta per concludersi… finalmente. No, finalmente un cavolo! Uffa mi stavo affezionando a questa storia e è già finita!
Va beh, ormai ho smesso di chiedervi recensioni perché siete un branco di pigroni sfaticati, ma non per questo l’invito a lasciarne una è ancora valido! XD
Bien… al prossimo capitolo draghetti!
Sasu
 
  
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