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Autore: Riku_Lucis_Caelum    03/10/2014    5 recensioni
Doveva essere un solo capitolo, iniziare e finire la ma... ebbi delle "pressioni" per così dire e diventò un pelino più lunga... la mia prima RikuxSora ^^"
Riku e Sora sono amici da una vita ma, se in realtà si piacessero?
E Sora si troverà a un bivio dove gli servirà una spinta per capire i suoi sentimenti ^^
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Kairi, Riku, Sora
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Era una giornata come le altre, anche oggi Sora avrebbe preso la barca per dirigersi all’isola. La spinse in acqua e poco dopo ci salì iniziando a remare. I suoi amici sicuramente erano già là.
Il mare era calmo quindi arrivò senza troppi problemi dall’altra parte, salì sul ponte e ormeggiò l’imbarcazione.
Si guardò intorno notando poco movimento.
- Forse sono dall’altra parte… - borbottò fra se e se.
Si stava incamminando quando notò in lontananza, seduto sull’albero di paopu il suo amico. Sorrise e andò a raggiungerlo. Arrivato sul ponte lo vide, seduto li come al solito a fissare il mare di fronte a se.
- Ciao Riku - disse tutto allegro e sorridente mentre gli si avvicinava da dietro.
Il ragazzo sentendo il suo nome si voltò subito.
- Ciao, oggi sei arrivato presto - lo disse come per ricordargli quanto fosse sempre in ritardo.
Il castano si appoggiò con le braccia sul tronco poggiandoci poi sopra la testa e guardando l’amico, fissandolo con i suoi occhioni azzurri. L’argentato lo guardò poggiandogli poi una mano sulla testa scompigliandogli ulteriormente quell’acconciatura già sufficientemente disordinata.
- Che hai da fissarmi così? - disse mezzo scocciato, ma non lo era affatto.
- Nulla, che c’è non posso guardarti? - disse dolce lui guardandolo ancora.
- Fa pure… ma non troppo o mi consumo - si mise di nuovo a guardare il mare.
Sora si chiedeva come faceva a stare sempre li a guardarlo senza annoiarsi. Aveva uno sguardo rilassato, dolce, come se guardasse qualcosa di splendido, meraviglioso e irripetibile. Come se ogni volta fosse la prima in cui rivolgeva lo sguardo verso quel mare.
Sospirando Sora si risollevò da quella posizione, andando a sedersi vicino al suo amico.
- Che facciamo? - domandò ciondolando i piedi.
Riku piegò un po’ la testa di lato.
- Non saprei sai.  Te che vuoi fare?- chiese guardando il castano.
Lui di risposta si stiracchiò sorridendo poco dopo.
- Bè potremo cercare delle assi di legno, la baracca ha delle travi che stanno marcendo - l’argenteo annui scendendo dal tronco.
-Va bene allora…- Porse la mano all’altro per aiutarlo a scendere.
Sora l’afferrò. Ma si sbilanciò cadendo in avanti, subito l’amico lo recuperò prima che potesse sbattere la faccia in terra, ma caddero entrambi.
- Tutto apposto? - chiese
Il castano annuì ma notò che lui si era fatto male alla mano.
- Riku ti sanguina la mano… aspetta…- aprì una delle “borse” che aveva ai pantaloni tirandoci fuori disinfettante, cotone e benda.
- Hai davvero cose del genere li dentro? - disse Riku abbastanza stupito.
- Certo che si - disse tutto orgoglioso, poi prese la mano dell’amico e seduto a cavalcioni su di lui si mise a ripulirgli la ferita per poi bendarla.
-Siccome sono un po’ impacciato e mi faccio spesso male meglio essere previdenti - sorrise finendo poi di bendare la mano del ragazzo.
- Ti ringrazio Sora.- a quelle parole di ringraziamento il castano sfoderò un dolce sorriso
- Di nulla, se non fosse per te mi sarei distrutto la faccia per terra - borbottò imbarazzato abbassando lo sguardo.
Riku gli mise una mano sotto il mento facendogli alzare lo sguardo.
-  Lo farei anche mille volte… - Sora arrossì involontariamente alzandosi di corsa dalle gambe dell’amico e voltandosi dandogli le spalle.
- F.. Forza andiamo a cercare le assi! - Disse tutto carico partendo in quarta.
All’argentato scappò una risatina divertita.
- Che bambino… - si alzò e lo seguì con passo leggero.
Passò qualche ora e avevano racimolato abbastanza travi per sostituire quelle marce.
- Sinceramente sono stanco…- borbottò Sora sedendosi per terra.
Riku fece lo stesso sedendosi vicino a lui.
- Possiamo sempre farlo domani… - si voltò a guardare l’amico che annuì.
Si era fatto anche tardi e stava diventando buio. L’argentato si alzò in piedi guardando di nuovo il mare.
- Ti va di venire a casa mia? - domandò, voltandosi poi per guardarlo.
-Va bene! - rispose tutto contento balzando in piedi quasi scodinzolando.
Erano secoli che non andava a casa sua, poi viveva da solo quindi era davvero una pacchia e potevano fare tutto quello che volevano senza genitori che assillano.
Si diressero alle barche e ognuno con la propria andarono  verso l’altra isola. Arrivarono poco prima che calasse il buio. Ormeggiarono le imbarcazioni e Riku senza dire molto si diresse verso casa propria seguito dal castano.
Giunsero al cancello di ferro, tirò fuori le chiavi aprendolo, attraversarono il giardino e giunti al portone Riku aprì anche quello.
- Prego… - disse galantemente facendo cenno di entrare.
Sora entrò levandosi le scarpe e tuffandosi sul divano.
L’altro chiuse la porta e si tolse le scarpe a sua volta.
- Hai fame? Faccio da mangiare…- il castano scodinzolò felice annuendo e seguendolo in cucina.
Si mise subito al lavoro, prese dal frigo tutti gli ingredienti e Sora se ne stava seduto a guardarlo, dolcemente con quei suoi occhi limpidi.
- Ti piace proprio guardarmi…- disse il più grande sentendosi osservato.
- Si! - disse facendo un ampio sorriso e continuando a guardarlo.
L’altro continuò a cucinare, non ci mise molto a finire di preparare tutto. Mise tutto in tavola. Mangiarono, Sora si complimentava ad ogni boccone con l’amico.
- Era tutto super buono Riku. - sorrise di nuovo.
- Ne sono lieto…- si alzò, prese le stoviglie e le mise nel lavandino. Le avrebbe lavate più tardi.
Sora era già scappato sul divano sdraiandocisi sopra e occupandolo tutto.
- E io dove mi metto? - domando l’argenteo poggiandosi con le braccia allo schienale.
Il castano ritrasse un po’ le gambe.
-Qui - disse convinto indicando lo spaziettino che aveva liberato spostandosi.
Fece spallucce e si sedette lì accendendo la televisione, Sora giustamente usò l’amico come poggiapiedi.
- Ora sono anche un appoggino? - domandò punzecchiandogli una gamba.
- Ovvio - disse tutto fiero.
- Mi arrendo con te… - borbottò capendo che tanto con lui non l’aveva mai vinta e poi comunque non riusciva ad arrabbiarsi sul serio.
Guardarono un po’ la tv, più che altro Riku. Sora era intento a osservare il ragazzo, studiandolo nei particolari. Ultimamente gli era presa  la strana abitudine di fissarlo.
I capelli argentei, lisci. Chissà quanto erano morbidi.
Gli occhi, acquamarina. Belli così tanto che guardandoli, ti sentivi perso in quello splendido abisso.
Le labbra. Rosee ne piccole ne grandi, giuste. Chissà come sarebbe stato bac…
Bloccò quel pensiero, arrossendo e mettendosi le mani al volto. Che diavolo di pensieri aveva?
Riku notò gli strani movimenti del ragazzo.
- Che è successo? Non ti piace il film… - domandò tranquillo.
Sora gli guardò le labbra arrossendo ancora.
- N.. no… ecco… niente.- concluse sbrigativamente prendendo a guardare la televisione pur di non finire a fissarlo di nuovo facendo pensieri strani.
L’argentato guardò l’amico. Già amico, eppure per lui era molto di più. Ma tanto non lo capiva, Sora era troppo bambino per riuscire a capire un sentimento del genere e lui, dal canto suo, temeva che rivelandoglielo avrebbe potuto rovinare quello splendido rapporto. Non ricordava nemmeno più, da quando avesse cominciato a piacergli.
Quegli occhi azzurri, limpidi come il mare. Quando lo guardavano si sentiva quasi affogare in quei piccoli oceani.
Quei capelli sempre troppo assurdi e spettinati, ma che gli stavano bene così.
Quelle labbra sempre piegate in quel sorriso dolce, che lo disarmava.
Pensando a questo aveva preso a fargli degli involontari grattini su una gamba.
- Hem… Riku… - disse il più piccolo per attirare l’attenzione.
- Che c’è? - domandò continuando a fare quei grattini.
- Fai solletico… - disse ridendo per il solletico e imbarazzato per la situazione.
Se ne rese conto smettendo subito.
- Ero sovrappensiero - si giustificò lui.
Sora sorrise, dolcemente.
- Figurati e solo che… bè mi fanno solletico - disse ridendo un po’.
Riku fece un sorrisetto maligno.
- Allora soffri il solletico…? - ghignò.
Sora ritrasse le gambe rannicchiandosi.
-No, non è vero…- disse spaventato cercando di distanziarlo spingendogli con un piede sul petto.
Ma lui era più forte, spostò il piede, tirandolo per la gamba, trascinandolo sotto di lui.
- Vendetta! - prese a solleticare l’amico ovunque facendolo contorcere e ridere.
- Nooooooo! - rideva cercando di ribellarsi ma gli toglieva le forze.
Stava quasi rimanendo senza fiato, Riku smise ridendo.
- Questo è per avermi usato come poggiapiedi - disse fiero sedendosi tra le sue gambe a braccia incrociate.
Il castano con le lacrime agli occhi e il fiato corto per li troppo solletico ansimò.
- Sc…usa non… lo faccio… faccio più… - era sfinito sospirò cercando di riprendere fiato, poi lanciò un debole pugno in petto all’amico ma, lui lo bloccò, provò anche con l’altro ma finì bloccato per i polsi con le mani sopra la testa.
- Noo mollamiiiiiiiiiii -uggiolò dimenandosi.
L’altro scosse la testa.
- Non se ne parla proprio…- Sora gonfiò le guance.
- Cattivo…- disse offeso provando a prenderlo a calci per allontanarlo, ma non ci riusciva.
- A si? Sarei cattivo è? - gli bloccò entrambi i polsi sopra la testa con una sola mano. Mostrando quella libera all’amico sotto di lui.
- No dai, ti prego basta solletico…-  lo implorò facendo uno sguardo da cucciolo abbandonato.
- Chi ha detto che voglio farti il solletico… - gli rispose tranquillo.
Lo guardò in quei suoi bellissimi occhi color del mare. Con la mano libera gli carezzò il viso dolcemente. Il castano arrossì ma non cercò nemmeno di evitare il contatto muovendosi, stava fermo, immobile, inerme e rapito dai gesti del ragazzo sopra di lui. Riku gli lasciò i polsi.
Sora si rese conto che non lo aveva nemmeno tenuto stretto, non gli facevano male nemmeno un po’, avrebbe potuto liberarsi se solo avesse voluto, forse non voleva.
Nonostante fosse libero non si mosse dalla posizione fissando rapito quegli occhi, allungò una mano verso il viso dell’argenteo, spostandogli un po’ i capelli dal volto. Lui chiuse gli occhi per poi riaprirli nuovamente guardandolo dritto nei suoi.
- Mi piacciono davvero molto… i tuoi occhi… - bisbigliò il castano dolcemente.
Riku carezzò nuovamente il viso del ragazzo sotto di lui.
- I tuoi sono bellissimi… - disse lui sottovoce.
Gli carezzò la fronte dolcemente, spostandogli un po’ gli scompigliati capelli castani che la ricoprivano, scese nuovamente sulla guancia poi gli sfiorò le labbra con le dita.
- Riku…- soffiò sensualmente, muovendo appena le labbra. Non si accorse nemmeno di averlo fatto.
L’argentato sospirò. Quel maledetto non si rendeva neanche conto di quanto fosse seducente. Anche solo con lo sguardo lo stava lentamente uccidendo. La sua voce dolce, sembrava che facesse l’amore con le parole mentre le pronunciava. Quel semplice e banale nominarlo gli aveva fatto venire un brivido lungo la schiena.
 Sora lo guardava, confuso ma tranquillo, consapevole che non avrebbe mosso un dito se non glielo avesse concesso.  Gli carezzò il i capelli con entrambe le mani tirandoli all’indietro, erano morbidissimi, lisci. Lasciò i capelli per accarezzargli di nuovo il viso, guardò quelle labbra. Si morse le sue, come per reprimere quel desiderio, quella voglia di assaggiarle. Le sfiorò con le dita, solo un po’ capendo però, che così non si sarebbe mai sentito soddisfatto.
- Riku… non so che mi prende… - sospirò dolcemente arrossendo un po’.
Il ragazzo su di lui baciò il dito che gli sfiorava le labbra, prese la mano del castano con la sua e ne baciò il palmo, le dita, delicatamente. Sora si morse nuovamente le labbra. Gemeva sommessamente senza nemmeno accorgersene, senza capire nemmeno perché quel semplice contatto lo facesse sentire così.
- Sora… tu mi farai impazzire… - mugolò abbassandosi su di lui soffiandogli quella frase sulle labbra.
Era dannatamente vicino. Quelle labbra erano dannatamente vicine. Morse ancora le sue, si stava trattenendo e sentiva dentro di se sparire tutto, confusione, paura, felicità… diventava solo voglia, una insana voglia di assalire, mordere, assaporare quella bocca.
- Io… sono già impazzito… - ansimò Sora muovendo appena le labbra.
Mise le braccia attorno al collo del ragazzo che gli stava sopra, si spingeva contro di lui, cercando di sentire sempre di più l’altro corpo addosso. Aveva un buon profumo, dolce ma forte.
Riku gli baciò dolcemente la fronte. Una, due, tre volte, gli carezzava il viso riempiendolo di attenzioni, di baci. E lui si sentiva andare a fuoco, ogni bacio lo faceva sentire sempre di più sull’orlo di un abisso dal quale non voleva tornare. Gli baciò le guance, arrossate. Poggiò la fronte contro quella dell’altro. Avevano entrambi il fiato corto, come se avessero corso per chilometri, il più piccolo carezzava i capelli dell’altro, dolcemente, sospirava, ansimava.
Schiuse un po’ le labbra, avvicinandosi a Riku.
E Riku fece lo stesso.
Si sfiorarono appena. Poi l’argentato baciò dolcemente il labbro inferiore del ragazzo, per poi dargli dei delicati morsetti a cui Sora rispose con foga, stringendosi a lui e baciandolo con passione. Era una guerra, una dolce guerra in cui nessuno perdeva e nessuno vinceva.
Quelle labbra, la sua lingua, i suoi morsi, era tutto troppo bello. Sora si sentiva eccitato, confuso, felice. Tanto felice. Era stupendo, quei baci li aveva desiderati. Aveva represso quel desiderio e adesso capiva quanto si sarebbe perso.
Lo guardava dolcemente. Lo carezzava ovunque poteva. Quel corpicino lo desiderava con tutto se stesso ma adesso gli bastava anche solo questo. Quei bellissimi baci che l’altro gli aveva concesso, che mai avrebbe sperato di dargli e che invece ora chiedeva, quasi implorava ogni singolo morso sulle labbra ogni caldo splendido bacio. Perché se era lui era tutto più bello, era tutto come un sogno, quelli da cui non vorresti mai svegliarti. E non lo era, era reale, ed era dannatamente eccitante.
- Non… respiro… - ansimò il castano.
Ma l’altro si avventò sulle sue labbra nuovamente, dolcemente e selvaggiamente.
- E non farlo allora…- mugolò prima di essere tirato giù da Sora e zittito.
Li su quel divano sembravano volersi divorare. Riku si sollevò levandosi la maglietta, Sora fece lo stesso, velocemente rimettendo le braccia attorno al collo dell’altro e tirandolo su di se, baciandolo ancora. Erano ormai seminudi, avvinghiati.
Sora mise le mani sulla schiena del ragazzo, poi fece lo stesso con una delle gambe, sollevandola e mettendola sul  fianco dell’argentato. Con le mani lo carezzava, stringeva e graffiava. Lo sentiva sobbalzare, muoversi dolcemente su di lui assecondandolo. Gli carezzava un fianco, strusciandosi contro di lui. Mugolava, ansimava e soffriva. I vestiti erano una prigione dolorosa.
Sospirarono entrambi, guardandosi negli occhi, stanchi.
Stavolta bastava così.
- Scusa… mi… - mugolò il castano guardando l’altro.
Scosse la testa dandogli un bacio dolce a fior di labbra.
- Io sono felice, quindi non scusarti… - disse poi carezzandogli il viso e baciandogli la fronte.
Sora sorrise, si sentiva tranquillo come mai lo era stato. Tra le braccia di quel ragazzo, stupendo e dolce.
 
Continua…

Ed ecco qua il primo capitolo > <" spero sia decente <-complessata 
che ve ne pare? > < io avrei voluto finisse qui ma... "qualcuno" mi disse di continuarla e quindi...
Aspetto critiche e commenti se possibile ^^
   
 
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