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Autore: BlackRuby    05/10/2014    1 recensioni
Konoha è divisa in 12 distretti ed ognuno di questi ogni anno deve mietere due tributi per Capitol City e farli andare agli Hunger Games, un gioco dove solo il più forte sopravvive.
Beh, credo abbiate capito che è in pratica la storia che tutti conosciamo, con dei piccoli ma significanti cambiamenti. I personaggi sono quelli di Naruto, ovviamente, in un contesto dove i ninja non esistono ma la crudeltà e scaturita da altro.
Genere: Generale, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Mi rigiro nel letto e apro lentamente gli occhi, mia sorella Ino è accoccolata nel misero lettuccio di nostra madre. I lunghi capelli biondi le coprono il viso mentre la morbida camicia da notte che indossa copre Ranuncolo addormentato tra le sue braccia; Ranuncolo è il suo gatto, tempo fa lo ha salvato dalla strada ed anche se non ero proprio contenta di dover sfamare un'altra bocca gli occhi dolci di mia sorella mi fecero presto cambiare idea. Oh, già. Quel gatto mi odia.
Mi alzo poggiandomi sul gomito e faccio una veloce panoramica della stanza, illuminata dai flebili raggi solari che riescono ad entrare dalle due finestre chiuse. Lanciò una veloce occhiata al grezzo calendario che Sasuke ha intagliato per noi nel legno. Mi alzo e, come quando vado a caccia, cammino a passo felpato fino a quella tavoletta di legno, lascio scorrere le dita sulle incisioni e mi fermo ad oggi. Un brivido gelido mi attraversa la schiena, socchiudo gli occhi tirando un sospiro di rassegnazione.
-La mietitura.- Affermò in un sussurrò stringendo più forte la tavoletta tra le dita.
A quest’ora sarei già nei boschi assieme a Sasuke ma è un giorno speciale quello della mietitura. Mi avvicino al letto dove dormono mia madre e mia sorella e Ranuncolo non perde occasione per soffiarmi contro, accarezzo delicatamente la fronte ad Ino e la invito a svegliarsi con un bacio sulla fronte. Apre gli occhi lentamente e sorride stiracchiandosi.
-Buon giorno, Sakura.- Accenno un sorriso di rimando ma il suo scompare subito dopo, deve essersi accorta che oggi non abbiamo nulla da festeggiare, sveglio anche mia madre e mi affretto a lavarmi e vestirmi, indosso un vecchio abito che mia madre è riuscita a portare al giacimento quando sposò mio padre, è di un morbido tessuto azzurro cielo, stretto in vita e largo sulle gambe, non è troppo lungo, arriva fino a metà ginocchio ed è ornato da balze. Una volta pronta vesto mia sorella con dei miei vestiti di quando avevo la sua età. Mentre le abbottono la camicia si lascia sfuggire un: -Sakura, ho paura.- Il cuore mi si stringe in una morsa, questo è il primo anno in cui mia sorella partecipa alla mietitura, è normale che abbia paura, provo a sforzarmi di sorridere e le accarezzo la guancia.
-Questo è il tuo primo anno. Nella boccia di vetro c’è una sola tessera con il tuo nome, non verrai mai estratta.- Lei sembra tirare un sospiro di sollievo ma non si può mai dire cosa succederà. Le aggiusto la gonna ed usciamo di casa assieme a nostra madre che tiene stretta la mano di Ino.
Viviamo in una zona del distretto 12 chiamata “Giacimento”, è la parte più vicina alla miniera di carbone e a quest’ora brulica di lavoratori ma oggi è un giorno speciale, Capitol City ci costringe a credere che gli Hunger Games siano un evento sportivo ed una festa, ci costringe a vedere i nostri amici, fratelli, figli andare incontro a morte quasi certa e noi di un distretto piccolo e insignificante siamo più esposti degli altri. Gli Hunger games vengono considerati un reality come un altro a Capitol City ma dei 24 partecipati, estratti a sorte dai dodici distretti, ne rimarrà solo uno, in vita. E’ un massacro e basta.
Arriviamo velocemente in piazza e mia madre e costretta a lasciarci mentre noi ci andiamo a sistemare nella zona allestita alle ragazze, mi metto in punta di piedi girandomi verso la zona maschile e scorgo Sasuke. Mi sale il terrore che possa essere lui il tributo maschile di quest’anno, nella boccia che contiene i nomi dei tributi maschi ci sono ben  47 tessere con il suo nome, da quando suo padre è morto si è sempre dato un gran da fare per la famiglia e ogni mese chiede cereali, in cambio però viene aggiunta una tessera che verrà inserita tra quelle della mietitura. Ino ha una sola tessera mentre io ne ho ben 27. Stringo la mano a mia sorella più forte che posso senza farle male e giro lo sguardo verso Anko Mitarashi, quest’anno si è acconciata i capelli in uno strano cespuglietto viola, si è dipinta le palpebre di un flebile rosa pallido e indossa un orribile vestito magenta dalle maniche a sbuffo e il corpetto stretto; ogni anno è vestita sempre peggio. E’ seduta ad un tavolo assieme a Kakashi Hatake, l’unico vincitore degli Hunger Games del nostro distretto, e il nostro sindaco Hiashi Hyuga.
Vedo Anko schiarirsi la voce prima di salire sul palco, riesce sempre ad apparire felice. Ma certo, che stupida che sono: a Capitol City non muoiono di fame. Vedo la sua chioma viola avvicinarsi al microfono posizionato tra le due boccie di vetro e poi sento il suo solito motto, ripetuto sempre uguale ogni anno.
-Felici Hunger Games! E  possa la buona sorte essere sempre con voi.- Continua dicendo quanto sia onorata di stare qui anche se tutti sappiamo che vorrebbe essere promossa ad un distretto migliore. In fine arriva il momento del sorteggio ed Anko ci delizia con un altro dei suoi sorrisi ed esclama -Prima le signore.- Si avvicina quindi alla boccia e, dopo aver fatto roteare un po’ la mano tra i bigliettini ne estrae uno, sento il sudore scorrermi sulle spalle e sulle tempie, serro i denti e stringo Ino a me accarezzandole i capelli. Anko si sposta e torna sulla pedana, apre il foglietto e legge il nome con voce chiara.
-Ino Haruno.- Sento la mano di mia sorella gelare tra le mie, il mio cuore si ferma e il mondo attorno a me va a rallentatore, scorgo la chioma biondissima della mia sorellina uscire dal gruppo di ragazze che ci circonda e andare verso il palco con movimenti macchinosi scortata da un paio di pacificatori. D’istinto la seguo mentre le ragazze formano un passaggio per permettermi di raggiungerla.
-Ino!- Urlò ma due pacificatori mi fermano, continuò dimenandomi ma non si girà, deve essere troppo scioccata.
-Ino!- Urlò ancor di più ma non cambia nulla. Nella mia testa balena un idea, stupida, incomprensibile ma fattibile.
-Mi offro volontaria! Mi offro volontaria come tributo!- Urlò infine sperando che qualcosa cambi, i pacificatori mi lasciano e tutti si girano verso di me. La gente è stupita, non credo si sia mai verificato una cosa del genere. Anko, Kakashi e Hiashi decidono che io possa fare una cosa del genere e i due pacificatori che mi trattenevano mi scortano fino alla pedana ma mia sorella mia afferra. -Non puoi farlo!- Esclama tra le lacrime ma Sasuke esce dalla fila e me la stacca di dosso portandola da nostra madre, lo guardo negli occhi e la vedo, la tristezza mista a stupore che affiora nelle sue iridi grigie. Mi volto verso Anko con la testa alzata e le spalle dritte avviandomi verso morte certa. Salgo sul palco ed Anko si avvicina alla boccia maschile, estrae un altro biglietto e si avvicina di nuovo al microfono.
-Naruto Uzumaki.- Afferma girandosi verso il reparto maschile, vedo uscire dal gruppo una chioma bionda, non tenue come quella di ino, più accesa. Il ragazzo sale sul palco e riesco finalmente a riconoscerlo, stringo i denti fino a farmi male Non può essere lui penso semplicemente. Lo conobbi nel periodo peggiore della mia vita, mio padre era morto da poco più di un mese nell’esplosione della miniera e noi eravamo senza cibo, lo stato ci diede una piccola somma di risarcimento per la morte di mio padre ma i soldi finirono dopo meno di un mese ed io ero troppo piccola per chiedere i cereali e l’olio in cambio delle tessere, avevo appena 11 anni e Ino solo 7. Era una sera più tosto fredda e piovosa ed ero andata al forno per vendere dei vecchi vestiti di quando Ino era piccola ma nessuno volle dei vecchi vestiti da bambina e io fui costretta a tornare a casa a mani vuote ma, passando davanti al panificio rimasi incantata dall’odore del pane caldo e rimasi ad annusare per un po’ l’aria fredda intrisa di odore di casa, pane appena sfornato, biscotti, focaccine e torte. Lottai per non sbavare e decisi di cercare nei cassonetti qualcosa da mangiare ma la signora Uzumaki uscì di casa brandendo una mazza di scopa e urlandomi di uscire dalla sua proprietà e di smettere di frugare nei bidoni, notai dietro di lei il figlio minore con in mano una pagnotta non ancora infornata. Con lo stomaco diventato poco più grande di una nocciola lasciai cadere i vestitini di mia sorella e mi sedetti sotto un grande salice portando le ginocchia al petto, pensai a mia madre e Ino che a casa morivano di fame ma non riuscii a muovermi, in più non avevo il coraggio di tornare da loro. D’un tratto sentii la signora Uzumaki gridare qualcosa simile ad un -Sei un imbecille! Sai quanto ci costa fare due pagnotte di noci così grandi!? Non puoi bruciarle!- Allungai lo sguardo fino alla finestra della panetteria e vidi la donna colpire violentemente il figlio con quello che credo essere un mattarello. Poco dopo vidi uscire Naruto con uno zigomo sanguinante e in mano due pagnotte bruciacchiate, ne diede un pezzo al maiale che avevano in cortile poi il suo sguardo si posò su di me, guardavo bramosa i due pezzi di pane che il giovane aveva in mano quando si avvicinò e me li porse entrambi. Si abbassò fino ad arrivare al mio orecchio e sussurrò -Spero che vadano bene anche se sono un po’ bruciate, sono la mia specialità.- Si era preso un colpo di mattarello per dare quel pane a me? Sussurrai uno strozzato grazie e corsi il più veloce possibile verso casa mettendo il pane sotto la larga giacca di mio padre che portavo quella sera.
Oggi posso solo sperare che lui non si ricordi di me e che qualcuno lo uccida prima di me nell’arena. Guardo davanti a me ordinando a me stessa di non piangere, di non far trasparire nessun emozione ma il mio sguardo si posa su mia sorella stretta a mia madre e a Sasuke che rassicura tutt’e due. Il braccio di Anko, che mi cinge la spalla, mi riporta alla realtà giusto in tempo per vedere mia madre in un mare di lacrime e Sasuke in procinto di piangere, come se non bastasse.
-Bene, ecco a voi i tributi del distretto 12. Naruto Uzumaki e Sakura Haruno!- Con la coda dell’occhio vedo Naruto sorridere, è sempre stato molto gentile ed estroverso ma non vedo che motivo c’è di sorridere in questo momento. Lascio perdere il mio compagno di morte e porto la mia attenzione all’inno di Konoha che risuona nell’aria.
Finito l’inno due pacificatori ci scortano al palazzo di giustizia dicendoci che avremmo un ora per salutare i nostri parenti o amici.
Spero solo che finisca tutto in fretta mi dico seguendo gli uomini in divisa.


BlackRuby:
Salve ragazzi, chiedo scusa per questo capitolo, in pratica è la copia del libro, con pochissime modifiche, cambiando i nomi.
Me ne rendo conto e mi scuso ma prometto che il resto della storia sarà diverso, senza uscire dal contesto. *Sorride*
Me la lasciate una recensione? Neh? Sono ben accette anche recensioni negative se pur costruttive.
 
   
 
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