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Autore: Megan___    05/10/2014    0 recensioni
Axel!centric | Malinconico | Missing moments | Akusai hints
Un’altra onda gli bagnò le piante dei piedi e addosso sentì la piacevole sensazione delle bollicine bianche che scoppiavano tutte insieme sulla sua pelle.
[ Per due persone speciali. Perchè volevo regalar loro qualcosa.]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Saix
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Spuma
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L’odore di salsedine impregnava l’aria mossa da un soffio leggero, affogando prepotentemente le narici del ragazzo in quel suo aroma pungente; la linea dell’orizzonte sfumava lievemente nell’azzurro violento del cielo mattutino. Il sole era alto e neanche una nuvola copriva la volta turchese sopra la sua testa e il mare colorato di riflessi dorati sembrava a tratti uno specchio per i gabbiani che sorvolavano la sua superficie in cerca di un pasto giornaliero.
E lui? Lui cos’era lì a fare?
Respirò a pieni polmoni, così che il mare entrasse nella sua anima e lui stesso diventasse il mare.
Le braccia a circondare le ginocchia rilassate, mentre un alito di vento gli scompigliò i capelli rossicci, spingendolo a scostare il viso e a serrare appena gli occhi verdi su quel volto dai tratti gentili. Quando li riaprì l’arena granosa catturò per un attimo la sua attenzione, e con le dita della mano sinistra sfilò via il guanto nero dalla sua gemella, così che ogni singolo granello avesse il suo spazio sulla sua pelle affondata nelle lievi onde dorate della spiaggia. Respirò di nuovo grandi boccate, coprendo d’istinto le iridi colorate e volgendo il volto al sole, godendosi il suo tepore. In un attimo i piedi nudi vennero travolti dall’acqua fredda e gli occhi si riaprirono di scatto, come se il ragazzo avesse realizzato qualcosa di importante: subito le mani sporche di sabbia andarono a cercare gli stivali neri posati lì vicino, nella vana speranza di salvarli da rovina certa.
Ormai zuppi, il rosso lasciò le calzature lì dov’erano: non c’era più niente da fare e preoccuparsi per quello era inutile. Si lasciò cadere sul letto giallo su cui sedeva, sbuffando un po’ scocciato. Un’altra onda gli bagnò le piante dei piedi e addosso sentì la piacevole sensazione delle bollicine bianche che scoppiavano tutte insieme sulla sua pelle. Le labbra si incurvarono gentilmente in un sorriso, mentre un soffio divertito gli sfuggì dalla gola annodata.
Per un attimo la nostalgia s’impossessò della testa sanguigna del ragazzo e una risata dolceamara si liberò nell’aria.
«Ho voglia di andare al mare, Lea.»
La voce gli risuonò nelle orecchie come un campanello.
L’onda s’infranse di nuovo sui suoi piedi, lasciando che la spuma sfrigolasse ancora sulla sua pelle, giocosa.
Gocce salate rotolarono sulle sue guance pallide, velando gli smeraldi incastonati nelle sue iridi; e dalle labbra sottili si liberò un’altra risata. Più amara. I denti morsero le labbra appena appena consumate dai ricordi che gli bruciavano la mente.
Le dita sinistre si chiusero in un pugno, e il braccio coprì il volto bagnato. La mano destra si posò sulla sinistra del petto, stringendo il cappotto tra i polpastrelli.

«Ti ci ho portato, alla fine. Hai visto, Isa?» 
  
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