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Autore: Lost on Mars    06/10/2014    13 recensioni
Lily Evans è Caposcuola, la prima della classe, la studentessa perfetta ed è convinta che la sola esistenza di James Potter potrebbe portarla lentamente verso la pazzia. James Potter, d’altro canto, capitano della squadra di Quidditch, Caposcuola e indiscusso secondo in classifica tra i ragazzi più appetibili di Hogwarts, sostiene che quello che Lily prova nei suoi confronti non sia odio, ma qualcosa di indefinito che lui porterà ad essere qualcosa di molto importante, e soprattutto, qualcosa che non includa il venir picchiato con un tomo di Storia della Magia.
DAL PROLOGO:
Il giorno in cui Lily aveva ricevuto la sua lettera, al compimento dei suoi undici anni, si era sentita la persona più felice del mondo, come se avesse potuto spostare una montagna con un solo dito.
A sei anni e otto mesi da quel giorno, Lily Evans era arrivata alla conclusione che se avesse mai avuto nuovamente quell’adrenalina a scorrerle nelle vene, la montagna l’avrebbe spostata, magari per farla cadere addosso a James Potter.
E come si diceva tra i babbani? Se la montagna si muove e tu non sei Maometto…
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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EPILOGO

 

 
Nel mese che seguì, le pareti sfondate e i pavimenti distrutti furono rimessi a nuovo. Le lezioni furono sospese fino al completamento del restauro a cui prese parte la maggior parte degli studenti. Tuttavia, una volta ricominciata la vita all’insegna della normalità, tutti gli esami finali e in particolare i G.U.F.O. e i M.A.G.O. furono annullati.
E fu una fortuna, perché nessuno aveva la capacità e la voglia di prepararsi adeguatamente per sostenere una prova così importante, perfino i professori non insistevano troppo nelle spiegazioni, non erano più così severi, e chiudevano un occhio se vedevano qualcuno disattento.
Tutti gli studenti che avevano preso parte alla battaglia, anche in minima parte, furono premiati con un importante riconoscimento e promossi all’anno successivo; per quanto riguardava quelli dell’ultimo anno, fu consegnato loro un attestato al pari del diploma, con cui si sarebbero potuti inserire nella società magica.
Era il 14 Giugno quando Lily e James trovarono un momento da passare da soli: quasi sempre Lily era tenuta occupata da Alice, che le parlava costantemente di tutti i preparativi che li aspettavano una tornati a casa, insieme ai genitori da affrontare. Lily ammirava tantissimo la sua amica: per amore di Frank sarebbe stata disposta ad affrontare il mondo a mani nude. D’altra parte, James si era ritrovato a passare molto tempo con Peter, che intanto si era scusato innumerevoli volte con Marlene per non aver mostrato nemmeno un po’ di gentilezza dopo il funerale di Mary. Marlene lo aveva perdonato, ma non riteneva che fosse giusto provare ancora qualcosa per lui, così decisero entrambi di rimanere amici.
Quel giorno faceva abbastanza caldo e l’aria era secca e afosa, non tirava nemmeno un filo di vento e i due ragazzi si riparavano dai raggi del sole sotto l’ombra di un grande albero, distesi sul prato. Era bello pensare che fosse tutto finito, ma mentre vivevano quegli attimi di pura calma e tranquillità, sapevano bene che quella battaglia era stata solamente l’inizio di una cosa molto più grande di loro. Di una cosa le cui responsabilità e conseguenze sarebbero presto ricadute su di loro, che avevano già deciso di diventare i membri più importanti per la salvaguardia del Mondo Magico. Degli Auror. James stentava ancora a crederci, e Lily non avrebbe mai immaginato di sentire dentro di sé quella scintilla che l’avrebbe portata a sopportare mesi e mesi di addestramento in mezzo al fango e alle intemperie, ma solo guardando James sapeva che ne sarebbe valsa la pena. Non avevano paura, loro due, avevano vissuto relativamente poco e visto davvero troppo per essere spaventati da qualcosa, avevano affrontato cose al di fuori della portata di due diciottenni, di due studenti, di due bambini, come avrebbero potuto etichettarli alcuni maghi più grandi e con più esperienza di loro. Sapevano che la paura era un’emozione alquanto irrazionale, quasi al pari dell’amore, ma sapevano anche che senza  irrazionalità non sarebbero stati umani: per questo preferivano amarsi che aver paura di qualcosa. Per il momento, rimanevano semplicemente sdraiati sull’erma, con le mani intrecciate e i sogni che erano gli stessi. Non contavano i giorni che li separavano dal ritorno a casa.
Quale casa? Pensò Lily, e poi James la guardò, come avesse letto i suoi pensieri e volesse risponderle: da me, da adesso sono io la tua casa.
Gli sorrise e poi chiuse gli occhi, beandosi del canto delle cicale e del rumore della natura, dell’universo, della vita che intorno a lei continuava a scorrere inesorabilmente e di quell’ignoto che si trovava dietro quell’infinità che lei riusciva a stento immaginare. Ricordava ogni singola parola che James le aveva detto e le sembrò strano ritornare a pensarci proprio in quel momento, in cui il mondo sembrava vivere un momento di pace prima di precipitare nel buio per sempre.
L’universo era infinito, e su questo non c’erano dubbi. Ma dopo cosa c’era? Una serie infinita di infiniti universi? Ed era giusto parlare di un dopo nella stessa circostanza di infinito? Lily non era una scienziata, né una matematica, non aveva mai studiato approfonditamente tutte quelle cose, ma credeva che ci fosse qualcosa al di là dell’immaginabile e che quel qualcosa fosse caratterizzato esattamente dalla stessa irrazionalità che li rendeva umani.
«James» iniziò, senza nemmeno pensarci.
Il ragazzo girò la testa per guardarla meglio, e poi «Sì?» le chiese.
«Ti rifaccio la stessa domanda che mi hai fatto qualche tempo fa, ricordi? Cosa c’è dietro l’infinito?»
James si sciolse in un sorriso e poi rispose: «Non lo so, ma qualcosa c’è, perché un posto con il niente assoluto non esiste».
«Io lo so» ribatté Lily. «O meglio, ho una mia teoria».
«Sentiamo» sospirò lui, divertito.
«C’è l’amore. C’è quello e ci sono tutte le emozioni, ci siamo noi, c’è la nostra storia scritta in qualche stella che tra qualche millennio probabilmente morirà, c’è quel caos meraviglioso che riesce a sembrare una cosa giusta e studiata pur nella sua natura disordinata e dispersiva».
«E tutte queste riflessioni da dove derivano?» le chiese James, girandosi su un fianco, sorreggendosi la testa con la mano.
Lily fece spallucce. «Non saprei, forse da tutto quello che è successo negli ultimi giorni, ho l’impressione che sia solo l’inizio...».
James le spostò via i capelli dal viso e la guardò con dolcezza. «Non dire così, è così bello stare qui, in pace» sospirò il ragazzo, chinandosi per baciarla. Lily sorrise prima di schiudere delicatamente le labbra: baciare James era sempre bello, era sempre come la prima volta perché come la prima volta la faceva sentire così lontano dal mondo reale... la faceva sentire quasi in quel posto mistico e irrazionale che si trovava appena un po’ più in là di ogni scoperta logica e scientifica.
«Forse dovremmo fare come Frank ed Alice, fare tutto quello che vogliamo finché c’è tempo» disse Lily.
«Non mi starai mica chiedendo di sposarti?» scherzò James.
Lily tacque per un istante, pensando a cosa dire. «Perché, tu non vorresti?».
«Certo, ma devo essere io a chiedertelo!» esclamò James, tirandosi su a sedere sull’erba.
Lily scoppiò a ridere e si tirò su anche lei, per guardare meglio James negli occhi. Voleva che glielo chiedesse, ma forse era ancora troppo presto. Era davvero pronta a passare tutta la vita con James? Stavano insieme da pochi mesi, dopotutto, ma in quei mesi era stata segnata da profondi cambiamenti e James era stato l’unico ad averla appoggiata, era stato l’unico ad adattarsi a tale cambiamenti ed era stato l’unico a cambiare, solamente per incastrarsi alla perfezione con lei e a riempire i suoi spazi vuoti, lasciandosi riempire a sua volta. Quindi sì, non ne era sicurissima, ma se pensava a tutti i giorni del mondo non ce n’era uno in cui James non fosse presente. Sarebbe stato bello sentirsi dire quelle parole e poter rispondere con euforia, poterlo baciare fino a non sentire più labbra e potersi finalmente sentire felici e realizzati. Rimaneva comunque un quesito a cui non sarebbe mai riuscita a trovare una risposta da sola, ma d’altronde, da sola non era mai stata riuscita a fare altro. Doveva tutto alla vita, che seppur infausta a volte, le aveva regalato amici e persone meravigliose, le aveva regalato James e aveva fatto sì che aprisse finalmente gli occhi e lo vedesse per com’era veramente. Aveva finalmente cancellato l’idea di ragazzino immaturo che si era fatta di lui per sei lunghi anni, e quell’immagine ora sfocata a distorta era stata sostituita da quella di un uomo coraggioso che amava lei e che, Lily lo sapeva, lo avrebbe sempre fatto. Chiuse gli occhi per un istante e immaginò come sarebbe stata la sua vita al fianco di James: avrebbero avuto una casa tutta loro, dei figli magari, o forse solo uno. Avrebbe avuto la stessa vivacità di James, e forse i suoi occhi, oppure i suoi ricci scuri. Sarebbero stati felici, come una vera famiglia. Lei, James e...
«Harry» sibilò sovrappensiero la ragazza.
«Chi è Harry?» chiese James, aggrottando le sopracciglia.
Lily rise, perché si accorse di aver pensato ad alta voce. «Nessuno» rispose.
Almeno, non ancora.
 
 

 

 

NdA: È uffucialmente finita, ho messo la crocetta su "Completa" e ora niente sembra avere più senso.
Ero sicura che avrei cambiato il finale mille volte, e invece è rimasto invariato. Scritto e mai più ritoccato. So che forse è scontato e banale, ma a me piaciucchia e non ne saprei trovare uno migliore. Poi ho voluto riprendere il discorso dell'infinito, perché volevo riprendere il titolo, ecc. e dare una risposta vera e propria, quindi boh. L'ho scritto tutto di getto, in un giorno solo e ODDIO NON CE LA POSSO FARE.
Capite? E' tutto finito. I miei bambini, i miei Wolfstar, Jily, Fralice, Marlus, Marlene e Peter, perfino Rita e Austin mi mancheranno. E quindi dopo questo "viaggio" durato nove mesi e qualche giorno è finita. Oddio, è come se avessi partorito un figlio (???), perdonatemi lo sclero e capitemi. Volevo fare un discorso serio, ma come al solito non ci sono riuscita.
So solo che se sono arrivata fin qui è solo grazie a voi e al vostro supporto. Quindi il merito è tutto vostro. Ringrazio ogni singola persona che ha messo questa storia nelle ricordate, seguite e preferite, chi ha letto silenziosamente e chi ha dato un parere. Ringrazio chi è qui dall'inizio e chi si è aggiunto dopo, ma l'importante è rimanere fino alla fine :') E poi ringrazio me stessa (?) perchè scrivendo questa storia ho conosciuto delle bellissime persone con cui ora ho un legame speciale.
E niente, nella mia testa questo NdA era qualcosa di esageratamente lungo, ma alla fine non è uscito fuori niente di che. Sappiate che questa non sarà - ovviamente - l'ultima cosa che pubblicherò in questa sezione, anche se per adesso preferisco concentrarmi su altre storie che ho in corso. Però, se qualcuno di voi mi "conosce" dai tempi di Carpe Diem (la Scorily), sappiate che ho in cantiere il prequel e che appena finirò ciò che ho da finire potrei addirittura farlo approdare qui su EFP :)
Intanto, se volete parlare della storia o in generale, io sono su Facebook
Grazie per aver letto fino a qui, grazie per essere rimasti nonostante i miei millemila ritardi, imprevisti e grazie per non avermi ucciso per tutte le cose che ho fatto passare a quei poveri cristi dei personaggi, perché un pochino a loro mi ci sono affezionata e lasciarli mi pesa un po'. ♥
Vi auguro un sacco di cose e belle e questo sarà solamente un arrivederci ;)
Bacioni,
Marianne



 

 
 

   
 
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