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Autore: Tenue    06/10/2014    2 recensioni
[VanVen]
dal testo:
Alzò lo sguardo. Alzò quei suoi occhi, marroni tanto chiari da risultare gialli, che si nascondevano alla luce, al sole, gialli come i girasoli.
Per quanto tempo li aveva nascosti sotto ad una pesante maschera fredda...
Un ombrello si ereggeva sopra di lui, tenuto da una mano tremolante.
"Va tutto bene?" Gli domandò una voce a malapena udibile, timida. Quel ragazzino...
Genere: Poesia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Vanitas, Ventus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Ciao a tutti!
Questa ff è legata ad una poesia che ho composto poco tempo fa. 
Spero possa piacervi, perchè è davvero importante per me...

Mare freddo

Miriadi e miriadi di sottili goccie di pioggia squarciavano il cielo annebbiato e impolveravano le strade grigie del borgo di quella piccola cittadina portuale inglese. Un suono dolce e fresco, e forse un po' malinconico, cingeva le orecche di tutti gli abitanti rifugiati nelle loro casette.
Una sagoma nera s'intravvedeva sulla spiaggia. Vanitas, coperto con un giaccone nero, stava coi piedi scalzi immersi nella sabbia bagnata e infreddoliti dal mare che l'investiva per poi scappar via, a intervalli irregolari.
Tremava. Il respiro si condensava in soffici nuvolette di vapore, fuoriuscenti dalle labbra semiaperte; a volte si fermava, credeva d'esser morto in quei momenti, poi riprendeva, e allora ansimava, veloce.
Tremava, molto. Il petto era freddo e faceva male. Si alzava e si abbassava irregolarmente. Le gambe lo sorreggevano a malapena.
Eppure non voleva andar via.
Immobile. Stava quasi bene. 
La rabbia, che fino a poco prima, gli fluiva infuocata nelle vene, si era congelata. Si era spenta.
Stava quasi bene; mentre quel gelo gli corrodeva il cuore e gli proscugava ogni insignificante frammento di calore che gli era rimasto.

"Specchio del torpido gelo,
incastrato tra le urla 
del fuoco, soffocate, fredde."

Non urlava il suo dolore... Perchè urlare al vuoto, infondo?
Soffoca le tue emozioni dentro di te. Starai bene.  Si diceva.
Starai be...ne...
Non urlare
Fa silenzio
Va tutto bene
Indossa la tua maschera d'indifferenza. Glaciale...
Starai bene
"Maschera sporca di buio
nasconde l 'anima mia
irrequieta, non vedi?"

Nessuno capirà mai.
Al mondo ci sono tante persone che soffrono più di te. E' la cruda verità.
Non sei nessuno. Chi si prenderebbe mai cura di te? Perchè mai dovrebbe farlo, infondo?
Nessuno vede il tuo isterico ego.
E va bene così. E' giusto.

Giusto?

Si accorse poco dopo, che non stava sentendo più la pioggia punzecchiargli le spalle e inzuppargli i capelli corvini.
Un ombrello?
Alzò lo sguardo. Alzò quei suoi occhi, marroni tanto chiari da risultare gialli, che si nascondevano alla luce, al sole, gialli come i girasoli.
Per quanto tempo li aveva nascosti sotto ad una pesante maschera fredda...
Si, un ombrello si ereggeva sopra di lui, tenuto da una mano tremolante.
"Va tutto bene?" Gli domandò una voce a malapena udibile, timida. Quel ragazzino...
"Che ti frega!" Rispose, acido.
"Lo so che stai male..."
"Io non..." Si fermò. Quel ragazzino...perchè era lì? Perchè lui? Perchè Ventus?
Infondo infondo, aveva sempre avuto una cotta per lui. Era così gracilino, così timido, carino... Era l'unico che non c'e l'avesse con lui. Era la prima volta che si rivolgevano la parola, eppure, a scuola, era capitato che il piccoletto lo guardasse, e quando il moro se ne accorgeva, lui voltava lo sguardo di scatto, rosso per l'imbarazzo.
Si osservavano da molto tempo ormai. Ogni volta che l'uno vedeva l'altro, nei loro cuori albeggiava un sottile senso di felicità.

"Solitudine, paura"

Si erano rotte in un attimo.
"rabbia, ma indifferenza"
 
Non più.
"Arroganza, ma silenzio."
 
In frantumi finì il silenzio, assieme al suo contenimento. Pianse per parecchio tempo, fiondatosi tra le braccia dell'altro, sotto l'ombrello scuro. Senza apparenti motivi.

"Io mi sto autodistruggendo"
Davvero?
"Va tutto bene." Gli surrurrò dolcemente Ventus "da adesso in poi ci sarò io qui con te."
"Davvero?"
"Davvero."
Manifesta le tue emozioni e il mare non ti porterà più via .
Il calore che sentiva tra le sue braccia era così piacevole.
Il calore scorreva in tutto il suo corpo e andava ad imporporare le guancie di entrambi.
Si accazeravano piano. Le piccole mani di Ventus s'intrecciavano ai capelli di Vanitas, il quale aveva poggiato la testa sulla spalla dell'altro.
Andava tutto bene.
Andava tutto bene davvero.



Grazie a tutti coloro che hanno letto.
  
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