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Autore: Romanova    09/10/2014    0 recensioni
Bond/Q.
Nessuno ha dato una casa al caro James, la brutta notizia è che il suo nuovo alloggio è quello dell'essere più odioso, supponente, irritante e geniale del pianeta: Q.
[Slash qua e là!M è viva].
1.Ci sono molti modi per cominciare qualcosa!
2.Il suo animale preferito.
3.Buon Natale, Q.
4.Aspettami.
5.Our is the fury
6.Human Connections (ovvero come evitare le fatiche quotidiane; songfic; grazie, Giorgia! Sei l'amore)
7. La pensione merita un capitolo a parte.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Bond, James/Q, James/Q, Q
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Q faceva periodiche e frequenti esercitazioni al poligono di tiro per mantenere efficiente la propria mira e adeguate le sue condizioni fisiche.
Il terrore era iniziato quando a seguito di cinque spari si era fatto sottoporre  a un controllo della vista, dopotutto a chi lavora al computer possono capitare cali di vista anche consistenti.
Ma al controllo erano seguiti altri controlli e la sua angoscia era cresciuta con grossa preoccupazione di M e del settore Q che da lui dipende.
Si è sempre ritenuto un uomo profondamente razionale nonostante la sua giovane età e proprio per questo nulla riusciva a placare le sue ansie e gli attacchi di panico che seguivano ogni visita e che comparivano automaticamente dopo aver letto i risultati di ogni esame.
Probabilmente anche Galileo e Newton ai primi fallimenti avranno provato lo stesso terrore.
Ormai una patina chiara offuscava ogni immagine del mondo, tutto era sbiadito, iridescente o indefinito.
“Addio alla mia promettente carriera nello spionaggio!” si era detto con tono falsamente allegro un giorno cercando a tentoni una tazza di the sotto lo sguardo indecifrabile di 007.
“Lo so che sei tu, Plesiosauro, e te lo avrei detto quando i medici avrebbero formulato una diagnosi diversa dal generico –deterioramento retinico con distacco dell’iride- "sibila Carlton facendosi spuntare un sorrisetto a cui nessuno dei due crede.
Quella sera, James è spaventato come quando ha vissuto il primo giorno senza Vesper, guida le mani del ragazzo ovunque vogliano andare.
“Ti avevo riconosciuto perché i tuoi occhi brillano più della patina sfocata che mi impedisce di vedere”
Anche se 007 ha un passo preciso, un modo tutto suo di profumarsi e persino un respiro caratteristico che il ventenne, in quell’anno di convivenza, ha assimilato forse involontariamente forse no.
Non importa.
James si assume il compito di ridefinire la sua realtà e spiegare la situazione a M che prescrive a entrambi due mesi di ferie, che tanto agli iracheni che scambiano armi con la Russia ci può pensare 006 che per una volta è abile e arruolato.
Il boss capisce la gravità della situazione e fa alcune telefonate.
Per Carlton sarebbe stato tutto troppo penoso.
Entrambi hanno difficoltà a rapportarsi con la disabilità: per il quartermaster è un’imperfezione da eliminare da una macchina perfetta, un errore di calcolo di due geni o del fato che hanno prodotto come risultato un’infermità.
Per Bond è una conseguenza, un accidente lavorativo che potrebbe capitare a chiunque , ma non a quel maledetto scassapalle del suo coinquilino che deve tenere vivi entrambi nelle sere storte.
Anche per 007 l’età avanza e i tremiti alle mani si fanno più frequenti, la psiche si sfoga sul suo corpo già mutilato da proiettili reali.
Q gliele stringe, anche se ora ci mette di più a capirle.
James lo ricalibra come se fosse un guasto in una pistola: passo dopo passo e pezzo dopo pezzo .
Sposta i mobili che il mostro della matematica non vede, gli fa trovare la colazione e parla più a lungo per non farlo sentire solo.
Non c’è più il silenzio ma non dispiace a nessuno, non è mai dispiaciuto a nessuno parlarsi nell’intimità dell’appartamento di Abbey Road.
Un giorno James fa giocare Q:spegne ogni luce in casa, monitor inclusi e lo abbraccia da dietro.
“Queste sono le mie mani, le senti?”
Il ventenne aveva capito.
Fa cenno di sì, gli ci vuole uno sforzo per dirlo a voce alta.
“La mia voce la conosci”.
Certo.
“Seguimi”.
Gli lascia le mani con una lentezza che non conosce e prosegue nel cammino.
Q riesce a far ben trenta passi nella casa senza inciampare contro una sedia.
“Domani facciamo trentuno, ok?”  gli propone Bond scompigliandogli i capelli con affetto.
“Sono bravo, vero James? Da domani lavoriamo su questo, plesiosauro! Scommetto che riesco a imparare a girare in casa un mese prima che tu riesca a imparare a farlo in ufficio!”
Bond ride e anche rode un po’,sa che lo sgorbietto nerd ha una memoria spaventosa.
“Io guarirò dagli attacchi d’ansia un anno prima della tua seconda laurea, allora!”
Ridono entrambi senza ritegno.
“Però se perdi mangi thai con me, per festeggiare”.
“Che festa sarebbe se dovessi mangiare quelle porcherie orientali?”
“Questo è razzismo gastronomico da plesiosauro, non va bene…”lo ammonisce Q.
Trascrivere un dialogo di 007 con dei punti esclamativi di gioia è un’emozione grande, cari lettori!
“La nostra raccolta si conclude qui , con una scena gioiosa e spensierata a fronte di una situazione di angoscia apparentemente insostenibile.
Perché questa è in realtà una fiaba, una fiaba in sette momenti su come i vostri genitori sono andati in pensione e hanno deciso di adottare voi maledetti marmocchi!” dice un trentacinquenne moro dai lunghi ricci scuri pulendosi i piedi dalla sabbia e alzandosi dalla sdraio con i bambini al seguito.
“James, James! Ora ci racconti ancora la storia della dama del vespro? E’ il tuo turno perché Q ha raccontato!”
“Solo a chi arriva primo a prendersi il suo gelato!” impone un uomo dagli occhi di un bel blu oceano, che accompagna l’uomo dai capelli scuri che indossa un paio di occhiali più per abitudine che necessità.

Perché questa, come ogni fiaba merita il suo :”E vissero felici e contenti alle Barbados, vendendo libri in un piccolo negozio all’interno e bevendo rhum e the sulla spiaggia”.
Da qualche parte in Europa qualcuno racconta ancora alle reclute dell’ MI6 di un uomo che risorse dalla morte e dagli abissi dell’oceano per amore di M e di un ragazzino ammuffito dalla paleontologia e da un’overdose di matematica senza sapere come sarebbe finita.

 
   
 
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