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Autore: Lui_LucyHP    09/10/2014    0 recensioni
Estate 1694. Dopo anni di incontri/scontri nella Villa di Ariana Silente, dove Lily passa le estati nelle vesti di dama di compagnia, riuscirà il Conte James Potter a convincere la ragazza che sono fatti per stare insieme?
« Credete? » chiese Lily, mentre il Conte Potter veniva trascinato in mezzo al gruppo danzante da una delle ragazze.
Black riuscì ad evitare la stessa sorte anticipando la mossa dell'altra ragazza e trascinando Lily.
« Io non ballo! » ripeté, fulminando il ragazzo con lo sguardo, mentre poco lontano James Potter faceva lo stesso.
« Oh, salvatemi da quell'arpia e vi svelerò il segreto per liberarvi dell'insistente corte del mio migliore amico ».

[Partecipa al Contest 'Vi farò scrivere delle mie coppie preferite' di S.Elric_]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariana Silente, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Muggles in the 17th-18th century'
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Disclaimer: I personaggi di questa storia e tutto ciò riconducibile ai libri di Harry Potter appartengono a JK Rowling. 

L'ambientazione e la trama, invece, sono completamente inventate da me.

Nota: La storia è un'AU ambientata alla fine del 1600, in un mondo in cui la magia esiste, ma nessuno dei personaggi che compaiono nella saga originale qui è un mago. Il contrasto tra i pro e contro la Borghesia è una trasposizione di quello tra pro e contro Mezzosangue e Nati Babbani presente nei libri. Oltre a questo, per esigenze di trama, le età dei personaggi non sempre vengono rispettate. Questa storia può essere considerata il prequel di Fragilità il tuo nome è donna, poiché narra fatti precedenti a quelli presenti in quella storia, ed  è stata scritta per il contest Vi farò scrivere delle mie coppie preferite di S.Elric_.


Che cos'è un nome?




Giugno 1694

Era frizzante l'aria che soffiava su Londra quella mattina, seppur troppo lieve per riuscire a scomodare più di qualche sottile filo d'erba. Il sole, sorto alcune ore prima in un cielo limpido come non se ne vedeva da settimane, lasciava un'impalpabile e tiepida impronta ovunque si posassero i suoi raggi. Forse il tempo aveva deciso di mostrarsi clemente e, dopo una primavera cupa e piovosa, l'estate aveva fatto capolino con qualche giorno di anticipo.
Nell'antica dimora medievale dei Duchi Silente, alle porte della capitale inglese, alcuni membri della servitù avevano cominciato presto a lavorare nel grande giardino posteriore, in previsione delle feste all'aperto che, se il tempo lo avesse concesso, avrebbe ospitato per tutta la stagione.
Lily li osservò distrattamente, mentre il suo sguardo vagava alla ricerca di un angolo, in quell'ameno luogo, che ancora non aveva colto e riportato sulla carta. Seduta all'ombra del grande gazebo, quasi al confine della proprietà, aveva una buona visuale su ogni cosa e aveva notato già alcuni particolari del giardino che le erano sfuggiti, nonostante frequentasse quel posto da molti anni. Nonostante ciò, il suo sguardo continuava a cadere sulla fontana centrale, scolpita in marmo egiziano, che ritraeva una Fenice in fiamme. L'aveva sempre definita l'
oggetto proibito perché non era mai riuscita a ricrearla, nonostante i numerosi tentativi; c'era sempre qualcosa, una linea o un elemento, che non le piaceva e le impediva di continuare.
Continuò a fissare le persone che stavano lavorando per pulire e lucidare il marmo ancora per qualche minuto, poi si decise.
Forse questa è la volta buona,
pensò.
Prima che potesse anche solo avvicinare il carboncino al foglio che aveva posato sulle ginocchia, fu chiamata da una delle cameriere in giardino.
« Miss Evans, la Duchessa ha terminato la colazione e chiede di voi ».
« Arrivo » rispose, prima di sospirare rassegnata.
Riuscirò mai a dipingerla?
« Vi aspetta nel Salotto Blu ».
Ripose il foglio immacolato nella cartellina rigida insieme agli altri e il carboncino nella piccola scatola di latta che Petunia, sua sorella, le aveva mandato dalla Francia. Non era nulla di speciale, piccola e monocolore, ed era certa che Petunia l'avesse inviata per dispetto, più che come vero regalo di compleanno, ma alla fine si era rivelata utile.
Con la cartellina stretta sotto al braccio si avviò velocemente lungo il sentiero di ciottoli, che attraversava tutto il giardino, ed entrò in casa da uno dei portoni posteriori.
Lasciò il suo materiale in una piccola stanza, adibita a studio per lei, poi proseguì fino al Salotto Blu, dov'era attesa.
Bussò piano alla porta e aspettò di essere invitata all'interno.
« … e anche qualche dolcetto alla menta, Anna, » stava dicendo la Duchessa. « Aberforth li adora. Entrate! »
Lily aprì piano la porta, che cigolò rumorosamente, e si avvicinò all'anziana donna seduta in una delle comode poltrone di fronte al caminetto spento.
« Avviserò subito le cucine, Vostra Grazia. » rispose Anna, la governante. « E manderò qualcuno per sistemare la porta » aggiunse, prima di avviarsi fuori della stanza.
« Desideravate vedermi, Duchessa? »
« Sì, Lily. Tra qualche giorno darò una festa in giardino e il gazebo ha bisogno di tende nuove. Oggi non mi sento molto bene, ma puoi andare da sola; l'anno scorso hai fatto un ottimo lavoro e mi fido del tuo giudizio ».
« Ma certo » rispose, sedendosi accanto alla donna. « Avete già in mente qualcosa? »
« Il colore: beige. Quest'anno va di moda così; hai campo libero e non badare a spese ».
« Ne siete sicura? »
« Certo. Anche la Regina ha fatto cambiare tutta la tappezzeria qualche settimana fa e la Contessa Potter mi ha riferito che il beige è il colore della stagione » rispose la Duchessa, con un sorriso divertito. In quel momento, a Lily sembrò di vedere il fratello maggiore della donna, Albus; la loro somiglianza non era solo fisica, ma anche caratteriale. Sollevò gli occhi al cielo, certa che Ariana avesse colto il vero senso della sua domanda e lo avesse deliberatamente ignorato.
« Intendevo, a proposito di non badare a spese... »
« Oh, cara, lo avevo capito. Sono anziana e non ho figli che erediteranno la mia fortuna, quindi tanto vale godermela finché sono viva! Il
Phaeton è già stato preparato e ti aspetta all'ingresso principale ».


***


Depositò le ultime due scatole e sbuffò, stanco e seccato.
La sera prima era tornato tardi da una festa, ma la madre aveva comunque ritenuto opportuno svegliarlo presto quella mattina e trascinarlo in giro per Londra. Come Sirius fosse riuscito a scampare a quel pericolo, James non lo aveva ancora capito. Sapeva solo che, mentre usciva di casa, dalla porta chiusa della stanza del suo migliore amico era giunto distintamente un forte russare.
« Abbiamo finito? » chiese, rivolgendosi a sua madre, che si era appena accomodata all'interno della carrozza.
« Quasi » rispose la Contessa, senza risparmiargli un'occhiataccia. « Dobbiamo solo passare alla bottega delle stoffe e all'atelier di Madama McClan per ordinare alcuni abiti ».
James si arrampicò sulla carrozza e si sedette di fronte alla madre.
« Perché sono dovuto venire con voi? » chiese, sbuffando nuovamente. « Fin'ora mi sono dovuto sorbire le vostre chiacchiere da gruppo di cucito con la Baronessa Weasley nella sala da tè e tutti i vostri femminili acquisti ».
« Devi farti vedere in giro, James, se vuoi sperare di attirare l'attenzione di qualche ragazza » rispose la Contessa, mentre cominciavano a muoversi. « La stagione finirà tra meno di due mesi e, a parte ballare, non ti ho visto tentare nulla di serio con nessuno ».
« Ma sono un maschio! » esclamò. « Non c'è alcun problema se non troverò una fidanzata subito. E poi, chi mi dice che l'anno prossimo non ci sia qualche ragazza più di mio gradimento? »
« E, di grazia, come dovrebbe essere questa
ragazza di tuo gradimento? »
Con i capelli rossi, gli occhi verdi e rispondere al nome di Lily Evans,
pensò.
« Non lo so » disse, invece, mentre la carrozza si fermava davanti ad una vetrina piena di stoffe colorate. « Immagino che lo saprò quando troverò quella giusta... Ehi! Ma questo posto non è di Kenneth Evans? »
Scese dalla carrozza e aiutò la madre a fare lo stesso, guardandosi intorno.
« Certo che è la sua: non ce n'è di migliore in tutto il paese! Pensa, a gennaio ne ha aperta una anche in Spagna, gestita dalla figlia maggiore e suo marito ».
James stava ascoltando distrattamente la madre, impegnato com'era a seguire con lo sguardo la testa di folti capelli rossi che tanto lo faceva sognare. Lily era impegnata in un'accesa discussione con un uomo di poco più alto di lei, con gli stessi capelli rossi. Ad eccezione dei due, il negozio era deserto.
« Gli scaffali sono quasi vuoti » si lamentò la Contessa, precedendo James all'interno. « Avrei dovuto metterlo al primo posto nella lista di oggi ».
« … fartelo fare già da quest'anno » stava dicendo Lord Evans.
« Io non ho la minima intenzione di sposare un damerino titolato per arricchirgli il portafogli! » esclamò di rimando Lily. « Ho un diploma alla scuola d'arte e tante idee da sviluppare... »
« Ne riparleremo un'altra volta, Lily! Buongiorno, Contessa Potter, come state? »
« Molto bene, grazie, e voi? Lily, come stai? È da un po' che non ci vediamo ».
« Buongiorno, Contessa. Non c'è male! Sono qui per sbrigare alcune commissioni per la Duchessa Ariana » rispose Lily, indicando alcune stoffe accuratamente ripiegate che stava riponendo in una scatola. « Ha deciso di rifare le tende del gazebo per poter dare una festa nel parco di Phoenix's Stone ».
« La villa dei Silente fuori Londra è meravigliosa e averla accanto alla propria è un bel vedere! Salutami Ariana e dille che passerò in settimana a trovarla ».
« Ma certo, ne sarà contenta ».
James osservò Lily mentre richiudeva la scatola e la prendeva tra le braccia, per portarla fuori. Quando si girò verso la porta e si accorse della sua presenza, la sua espressione passò da serena a fredda in un attimo.
« Conte Potter, non vi facevo una persona da negozio di stoffe » commentò, avviandosi con evidente difficoltà all'uscita. La scatola era grande e, certamente, molto pesante. La Contessa si era già lanciata in un elenco di stoffe e fantasie di merletti che non poteva assolutamente mancare di avere. James era certo che ne avrebbe avuto per non poco.
« Vi aiuto » disse, avvicinandosi alla ragazza e prendendole la scatola di mano. Era davvero pesante.
« Non è necessario » ribatté Lily, cercando di riprenderla. « Me la so cavare da sola ».
« Non ne dubito, Miss Evans » disse James, sorridendo sornione, uscendo dal negozio mentre Lily, rassegnata, teneva la porta aperta. « Dove lo metto? »
« Lì ».
Lily indicò un Phaeton poco lontano, che recava lo stemma dei Silente decorato in oro.
James vi depositò la scatola poi si girò verso la ragazza, che si stava preparando a salire in carrozza.
« Mi aspettavo di vedervi debuttare in questa stagione » disse, porgendole la mano per aiutarla, ma Lily la ignorò e salì da sola.
« Sì, anche mio padre adesso è pentito di non avermi costretta. Sono tornata a fine maggio dal collegio in Francia e sarebbe stato sciocco arrivare a stagione già iniziata, anche se, per quanto mi riguarda, essere mostrata come un oggetto in vendita al miglior offerente sia vergognoso in qualunque momento ».
« Ma se sceglieste con attenzione, potreste puntare anche a qualche titolato... Un Barone, un Duca o... un Conte ».
« Sì, voi, magari ».
« Nei miei sogni succede spesso, Miss Lily ».
« Continuate a sognare, Conte Potter » si congedò la ragazza. « Andiamo » aggiunse, rivolta al cocchiere.
James rimase a fissare imbambolato la carrozza, senza riuscire a smettere di sorridere. Era finita come ogni loro piccola discussione, ma questa volta gli sembrava che ci fosse stato qualcosa di diverso.
Lily era stata meno ostile del solito e il suo sguardo gli era parso meno freddo.


***

Era passata più di una settimana dal viaggio nel centro di Londra e nella villa dei Silente gli ospiti della festa che era stata organizzata era in pieno svolgimento.
Il parco brulicava di persone, nobili e borghesi, impegnate in chiacchiere o in balli. Lily, che era stata obbligata a partecipare dal padre e dalla Duchessa, era appena stata presentata ad alcune ragazze della sua età di cui aveva già scordato i nomi. Era stato sufficiente che una di loro nominasse il desiderio di farsi mettere al dito un anello da uno degli scapoli più ambiti, per farle capire che non erano certo le ragazze che avrebbe desiderato come amiche. Forse stava dando un giudizio superficiale, errore che si era già accorta di aver commesso con il Conte Potter, ma in quel caso era certa di non sbagliare.
Quando la conversazione si spostò sulla grandezza che il diamante avrebbe dovuto avere per essere considerato
accettabile, inventò una scusa e si allontanò dal gruppetto e si mise alla ricerca della Duchessa. Se fosse stata stanca avrebbe potuto usare il suo ruolo di dama di compagnia per scappare da quella festa.
« Miss Evans, quale sorpresa! »
L'oggetto del suo errore di giudizio si materializzò davanti ai suoi occhi, assieme al migliore amico che non lo abbandonava mai e un paio di ragazze che li seguivano con aria sognante.
« Conte Potter ».
« Miss Lily, ballereste con me? » chiese James, facendo un lieve inchino e porgendole la mano.
« Io non ballo, tanto meno con voi. Buonasera, Conte Black ».
« Temo di non essere più Conte da quando la mia famiglia mi ha diseredato » la corresse Black, che non sembrava affatto dispiaciuto per quanto accaduto. « Anche se, in realtà, mio zio Alphard mi ha nominato suo erede prima di morire e credo di essere diventato Duca ».
« Credete? » chiese Lily, mentre il Conte Potter veniva trascinato in mezzo al gruppo danzante da una delle ragazze.
Black riuscì ad evitare la stessa sorte anticipando la mossa dell'altra ragazza e trascinando Lily.
« Io non ballo! » ripeté, fulminando il ragazzo con lo sguardo, mentre poco lontano James Potter faceva lo stesso.
« Oh, salvatemi da quell'arpia e vi svelerò il segreto per liberarvi dell'insistente corte del mio migliore amico ».
La ragazza che era stata rifiutata era rimasta nelle vicinanze e Lily incrociò il suo sguardo gelido e disgustato. Sicuramente doveva essere la figlia di qualche nobile che non riteneva una borghese neanche degna di lustrarle le scarpine. Con un moto d'orgoglio, Lily venne meno alla promessa che si era fatta, di non ballare, e si lasciò guidare da Sirius nelle danze.
« Allora, dicevate che credete di essere diventato Duca... »
« Oh, sì. Sono in contatto con un notaio per capire se è valido anche il passaggio del titolo, assieme a tutte le proprietà e i beni materiali. Se così fosse, devo dire che non sarei affatto dispiaciuto » spiegò Sirius. « Del titolo in sé non mi importa nulla, ma sedermi a corte più vicino al Re rispetto ai genitori che mi hanno disconosciuto... Vorrei davvero poterlo fare almeno una volta! »
« Vi capisco! Come mai siete stato diseredato? La Duchessa Ariana non me l'ha mai voluto dire ».
« Divergenze di opinione, sostanzialmente. Diciamo che io non ho alcun problema a ballare con voi, anche se non siete membro dell'aristocrazia, mentre i miei genitori lo troverebbero riprovevole ».
« Fanno parte di quel gruppo di nobili che non vorrebbero borghesia e nobiltà mescolata? »
« Ne avete sentito parlare? »
« Il Duca Albus, fratello della Duchessa, spesso quando viene a far visita racconta quello che succede a Corte per tenerci aggiornati; lui non sembra affatto contento ».
La musica si fermò e Sirius la riaccompagnò nel punto in cui si erano incontrati.
« Allora, questo segreto per liberarmi della corte insistente del Conte Potter? »
Sirius sorrise ironico e Lily capì la ragione dietro a tutte quelle ragazze sognanti che si portava appresso ovunque, a detta della Duchessa Ariana.
« Oh, quello... Beh, semplicemente dovete cedergli, Miss Lily! Lui è innamorato di voi e, non provate a negare, anche voi provate lo stesso per lui ».


***


La domenica successiva alla festa, Lily si svegliò con ancora la forte tentazione di strangolare Sirius Black per l'inutile consiglio che le aveva dato. Anche se, odiava ammetterlo, su una cosa aveva ragione: era innamorata del Conte James Potter.
Si erano incontrati e scontrati molte volte nelle ultime estati che lei aveva passato a Phoenix's Stone come dama di compagnia. Lo aveva visto crescere e passare da gradasso presuntuoso ogni minuto a gradasso presuntuoso ogni tanto, e con un cuore. Era cresciuto ed era maturato, proprio come lei, in fondo, aveva sempre sperato.
Il problema, però, restava nel fatto che lei fosse solo una borghese. Per quanto si ripetesse che se James si era dimostrato insistente significava che non si preoccupava affatto della differenza del loro status sociale, una piccola parte di lei non si sentiva comunque adatta.
Era proprio quello che stava cercando di spiegare, per la millesima volta, al diretto interessato, che quella mattina aveva deciso di presentarsi di buon'ora alla porta della casa dei Silente, per parlare con lei.
« Insomma, Lily! » sbottò, infine, il Conte Potter, i cui capelli erano più scarmigliati che mai. « Guardami! Sto impazzendo... Smettila con questa storia del Conte e della Dama di compagnia. È solo uno stupido titolo nobiliare, niente di più! Non ti sto parlando da nobile, né da Conte, perché in questo momento non sono nessuno dei due.
Sono solo un ragazzo, che sta di fronte ad una ragazza e le sta chiedendo di amarlo! ».
« E sposarlo... » aggiunse, dopo una piccola pausa.
« James » sussurrò, abbandonando anche lei ogni formalità. « Non lo so... Insomma, che cosa dirà la gente? »
« La maggior parte dirà che l'astuto Conte Potter si è assicurato una fortuna sposando la figlia di uno dei mercanti più ricchi dell'Inghilterra; qualcun altro dirà che siamo una bella coppia e avremo dei figli bellissimi... Insomma, con una padre come me... E una madre come te, naturalmente! Non mancheranno nemmeno quelli che diranno che hai fatto l'affare del secolo, sposando un Conte, certo. Parleranno male di te, di me e di noi... Ma non mi interessa, Lily! Mi interessa solo che tu stia con me! »
« E va bene, Conte Potter, avete vinto voi ».


***


Fu con quasi venti minuti di ritardo che Lily fece il suo ingresso nella piccola cappella di Buchanan, la dimora dei Potter nello Yorkshire, al braccio di un emozionato Lord Evans. Un sorriso radioso le illuminava il volto, mentre i tiepidi raggi del sole si occupavano di creare lo stesso effetto nel semplice abito bianco che aveva disegnato, e poi cucito, da sola.
Vicino al banco centrale, un altrettanto emozionato James attendeva la sua sposa accanto a Sirius, il suo testimone, e Remus e Peter, gli altri due suoi amici.
« È arrivata, hai visto? » sussurrò Remus a James, che fino a che non aveva visto Lily entrare era convinto che non si sarebbe presentata. Sirius non era stato d'aiuto, con le sue prese in giro e la certezza che, come aveva ripetuto almeno dieci volte: « Lily è rinsavita e, probabilmente, ora sta raggiungendo la sorella in Spagna per stare il più lontano possibile da te ».
Non erano molte le persone che avevano risposto positivamente all'invito per festeggiare quel giorno speciale, ma non si aspettavano nulla di diverso. Il matrimonio di un Nobile e una semplice Borghese, seppur di ricca famiglia, non faceva piacere a tutti i membri dell'aristocrazia; rifiutare l'invito e non partecipare era stato il loro modo per dimostrarlo.
Quel giorno, però, non importava a nessuno del resto del mondo.
Che parlassero, che sparlassero.
Non valevano nulla, le loro parole.
Contavano solo Lily e James, e il loro amore.


*** *** ***


Nota finale: Ammetto che la storia non mi soddisfa del tutto. Mentre scrivevo pensavo a mille cose che avrei dovuto inserire, aggiungere, allungare per far capire meglio il contesto, ma il contest per cui è stata scritta aveva
un limite di dieci pagine di lunghezza, quindi ho dovuto tagliare. Probabilmente, più avanti scriverò una long ambientata nelle varie estati in cui Lily e James si sono incontrati/scontrati nella casa di Ariana Silente, che aiuteranno a capire meglio i fatti dietro a quelli letti in questa storia.
Spero che a voi la storia sia piaciuta; se avete voglia, fatemi sapere che cosa ne pensate.
Alla prossima,
Lucy

   
 
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