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Autore: leila91    10/10/2014    25 recensioni
" [...]Bella e fredda, come una mattina di pallida primavera, e non ancora maturata in donna [...]"
Ciao a tutti!
Questo lavoro ripercorre tutta la vita di Dama Eowyn, uno dei personaggi a mio parere più belli che Tolkien abbia mai creato.
Partendo dalla sua infanzia, passando per l'adolescenza trascorsa al palazzo di suo zio Theoden, fino alle vicende narrate nel Signore degli Anelli: l'incontro con Aragorn, lo scontro con il Re Stregone e la sospirata felicità trovata con Faramir.
Per gli avvenimenti pre!LOTR mi baserò quasi esclusivamente sulla mia fantasia, rispettando ovviamente ciò che il Professore narra nelle Appendici.
In alcuni punti si è reso necessario un mix tra movieverse e bookverse... Spero non infastidisca nessuno :)
Vi ho già scocciati anche troppo: spero di riuscire a trasmettere, a chiunque deciderà di seguirmi, il profondo amore che nutro per questo personaggio, e di renderle pienamente giustizia.
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Theoden, Theodred
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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🌸 Orfani 🌸
 

I fiocchi di neve turbinavano caotici nell’aria, senza seguire uno schema.
Scontrandosi tra loro, mulinando, sferzando senza pietà il viso, le mani, i piedi, di chiunque osasse avventurarsi incautamente all’aperto.
Un inverno rigido, come pochi se n’erano visti prima di allora nel regno di Rohan.
Albeggiava.
Thèodwyn  figlia di Thengel, sorella del Re e sposa di Éomund dell’Ovestfalda , osservava i suoi figli dormire sereni.
Un sorriso amorevole le incurvava le labbra.
Éomer, il maggiore, avrebbe compiuto di lì a poco undici anni: decisamente alto per la sua età, con una precoce peluria a coprirgli il mento, superava già quasi tutti i coetanei in forza e destrezza.
 
“Voglio diventare maresciallo del Mark come voi, padre”, amava ripetere ad Éomund, “E aiutarvi a combattere gli orchi”.
Éomund ne andava palesemente fiero, e sfruttava ogni momento possibile per istruire Éomer nell’arte del combattimento.
“Voglio che nostro figlio cresca forte e fiero. Voglio che sia pronto a battersi per la sua casa, se arriverà il momento; che sappia difendere sé stesso e la sua famiglia, se mi dovesse accadere qualcosa.” 
Così replicava Éomund di fronte alle immancabili occhiate di disapprovazione della moglie.
Non dire così amore mio, non dirlo nemmeno per sbaglio” pensava Thèodwyn, lo sguardo pieno di angoscia, “Non sopravvivrei se non dovessi tornare”.
 
Ogni volta che Éomund partiva per qualche missione era un tremendo travaglio: una morsa le stritolava il petto, impedendole di respirare, fino quando non rivedeva spuntare all’orizzonte Halerof, il fido destriero del marito, e non udiva nell’aria il potente squillo del suo corno.
 
Accanto ad Éomer riposava Éowyn, la figlia più piccola: sette anni di splendente bellezza e delicata innocenza. I lunghi e setosi capelli avevano lo stesso colore del grano nei campi d’Estate, e i grandi occhi grigi ricordavano un mare in tempesta.
La piccola stringeva al petto una bambola, Tyna l’aveva chiamata, regalatale dal padre pochi giorni prima.
 
Thèodwyn sospirò, richiudendo la porta della cameretta, invidiando il sonno sereno dei figli, e maledicendo quelle bestie degli Uruk, che ancora una volta avevano portato suo marito lontano da casa.
Non erano orchi comuni: erano più feroci e più resistenti, la luce del sole non sembrava dare loro fastidio. Da alcuni anni affliggevano la belle terre dei Rohirrim, razziando, uccidendo e rubando i Maeras, i loro possenti e maestosi cavalli.
Ad Éomund erano stati assegnati in difesa i confini orientali.
 
Un cane abbaiò in lontananza, catturando l’attenzione di Thèodwyn.
Dopo qualche minuto lo scalpiccio di alcuni zoccoli si mescolò ai latrati: cavalieri in arrivo, non c’erano dubbi. La giovane donna corse fuori senza indugio, incurante del freddo e della neve.
Ciò che vide le fermò il cuore.
 
Hadèmar, uno dei più fedeli compagni di suo marito, smontò da cavallo e le si avvicinò lentamente.
Fra le mani insanguinate teneva un oggetto purtroppo assai familiare: l’elmo di Éomund.
 
“No…” mormorò Thèodwyn, tendendo in avanti le mani tremanti per prendere l’elmo.
“No…” ripetè, con voce spezzata.
“Mi dispiace, mia signora” fu tutto ciò che riuscì a dire Hadèmar, prima che la donna si accasciasse innanzi a lui, squassata dal pianto.  


           

                                                       
Un’imboscata negli Emyn Muil.
Gli orchi li avevano colti di sorpresa, attaccandoli senza pietà, con ferocia, come le bestie a cui somigliavano tanto.
Éomund si era battuto strenuamente, senza risparmiarsi, nel tentativo di garantire una ritirata ai suoi uomini.
Un eroe, così l’avevano definito i pochi superstiti, ma che importava ormai?
Saremo per sempre al servizio della vostra famiglia, per qualunque cosa vi occorra mia signora,non esitate-
 
Un marito, mi occorre un marito, MIO marito, il mio Éomund!  Avrebbe voluto gridare Thèodwyn, ma non trovava la forza.
Freddo, nient’altro che freddo tutto intorno a lei.
Spento e vuoto come non mai le appariva ora il mondo. E vane, inutili, fatue, tutte le parole di condoglianza dei soldati, le promesse di aiuto, gli elogi tardivi…
Non avrebbero riportato da lei suo marito.
 
Ogni volta mi dicevi di non preoccuparmi, che erano solo cattivi pensieri… Che saresti sempre tornato da me… E adesso mi hai lasciata da sola! Cosa farò senza di te amore mio? Come posso vivere senza averti al mio fianco? Tu eri tutto per me, la mia forza, il mio coraggio, la mia luce… Fa tanto freddo ora, Éomund…
E all’improvviso sono così stanca…
 
“I miei figli”, disse la donna ad alta voce, cercando di usare un tono deciso.
“Mia signora?” domandò Hadèmar, con voce incerta.
“I miei figli”, ripetè Thèodwyn,“Portateli a Meduseld. Portateli da mio fratello.”
“Ma dama Thèodwyn, e voi-”
“Io resterò qui” lo interruppe lei bruscamente.
“Mia signora, vi prego! I vostri bambini non sanno ancora nulla, avranno bisogno di voi! Non potet-”
 
“Mamma!”
Una flebile vocina interruppe il discorso dell’uomo.
La piccola Éowyn era apparsa sulla soglia della sua cameretta. Con una mano reggeva Tyna tenendola appoggiata contro il suo petto, con l’altra, stretta a pugno, si strofinava gli occhi gonfi di sonno.
“Non riesco a dormire… ” si lamentò la bimba.
“Mamma… Perché piangi?” esclamò poi preoccupata.
Éowyn… Amore mio, ascoltami attentamente” mormorò dolcemente sua madre, abbassandosi al suo livello e ponendole le mani sulle spalle, “La mamma ha bisogno che tu sia coraggiosa adesso…”
“Dov’è papà?” pigolò Éowyn, gli occhi che cominciavano a riempirsi di lacrime.
 
Sii forte Thèodwyn, sii forte per i tuoi figli!
 
“Papà non è potuto tornare questa volta. Ma andrà tutto bene, te lo prometto. Sveglia tuo fratello e preparate un bagaglio coi vostri vestiti. Appena pronti partirete con Hadèmar”.
“Ma… Ma… Per dove? Tu non verrai con noi?” chiese confusa la piccola, tirando sul col naso e stringendo forte Tyna tra le braccia.
Thèodwyn s’impose di sorridere prima di risponderle.
“La mamma è tanto stanca e non si sente bene. Ma ti prometto che vi raggiungerò il prima possibile. Vai adesso” le disse, premendo un bacio sulla sua fronte.
Poi si rialzò, e una volta assicuratasi che Éowyn fosse rientrata in camera, si rivolse nuovamente ad Hadèmar: “Spiegate a mio fratello che cosa è accaduto. Ditegli che lo prego con tutto il cuore di avere cura di loro e di… Di perdonarmi” concluse in un soffio.
“Mia signora, vi prego. Venite con noi” insistette ancora il soldato.
“Non oggi, Hadèmar… Oggi voglio solo dormire…”
La sua voce era flebile come non mai, lo sguardo spento e il passo incerto, mentre si dirigeva verso le proprie stanze.
Riuscì appena a raggiungere il letto prima che le forze le venissero meno del tutto.
“Bambini miei… Mi dispiace” mormorò, prima di chiudere gli occhi.

 

  


Angolino Autrice:
Un ciao a tutti, e innanzitutto grazie mille per aver letto fin qui ^^
E’ da un po’ che mi frullava nella testa l’idea di scrivere qualcosa su Eowyn, un personaggio che amo con tutto il cuore… Quello che vorrei provare a fare è una raccolta di flash/ one-shot (ora vedrò in base alla lunghezza) su vari momenti della sua vita (dall’infanzia all’incontro con Aragorn e Faramir), alcuni inventati di sana pianta dalla sottoscritta.
Questo primo (deprimente lo so, zorry =/ ) episodio riguarda la morte di suo padre, e lascia intravedere il tremendo sconforto in cui è caduta Thèodwyn, che di fatti morirà di lì a poco.
I giovani Eomer ed Eowyn verranno condotti a palazzo da zio Theoden…E da lì ripartirò ^^.
Ovviamente ho trovato l’ispirazione giusto adesso che sto per riprendere l’università no -.-? Quindi non posso garantire di essere puntuale con gli aggiornamenti… Ma cercherò di fare del mio meglio (ispirazione permettendo!) e di non farvi attendere troppo!
Sempre sperando ovviamente che questo primo tentativo vi sia piaciuto! Let me know, non siate timidi ^^.
E se trovate errori/sviste non esitate a segnalarmelo ;)
Che i Valar vi proteggano,
Benni 


@crediti fan art del banner: https://www.deviantart.com/leksotiger/art/Skuld-532069432
   
 
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