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Autore: lucy_tennant    10/10/2014    2 recensioni
"Mi voltai e vidi il viso pallido di Makoto, che mi stava indicando con mano tremante.
-Tu.... Tu....- balbettò, sgranando gli occhi.
-Oh santo cielo- esclamai -Aki che cazzo faccio?! Mi può vedere-.
-Tiragli un colpo in testa- rispose il quincy, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Granz san, con chi stai parlando?- domandò Rei.
-Conversazione tra me e me....-.
-NON POSSO TIRARGLI UN COLPO IN TESTA!- gridai, in preda alla disperazione -GUARDALO! VOGLIO DIRE!-.
Ed indicai il ragazzo, sempre più scioccato, che avevo di fronte.
-Se non lo fai, lo avveleno e risolviamo la questione una volta per tutte-."
~
~
Un viaggio fra quincy depravati, shinigami poco sicuri di sé e zanpakuto che fanno solo ciò che più gli aggrada; incentrato sulla storia di Fuyuko, figlio di due Capitani molto popolari nella Soul Society
~
Attenzione!
La storia è il sequel di "I'm the captain of the twelfh", consiglio di leggere almeno l'epilogo di quest'ultima per capire meglio i personaggi
-MOMENTANEAMENTE SOSPESA: DEVE ESSERE SOTTOPOSTA A MODIFICHE
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~Gods of the Death~'
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~Angolo Autrice~
Buona sera :3
Scusate il ritardo nella pubblicazione, ma ho modificato questo capitolo all'incirca 8 volte prima di arrivare a questa stesura finale di circa 12 pagine D:
Come al solito, consegnerò un Nobel  per i lettori che sono arrivati alla fine del papiro u.u ve lo meritate u.u
Spero vivamente che vi piaccia :D
Approfitto del tempo che ho prima che Aizen sama mi rubi per potare i suoi ficus, per ringraziare colore che seguono questa storia :3 grazieeee <3
Dal prossimo capitolo potrei reinserire la mitica Radio Gin! xD
Aspetto di sapere se potrebbe piacervi o meno come idea.... :')
Nel frattempo mando un bacione a tutti :*
Luci ( ^ω^ )





Capitolo 4

Fear








-Dannato- fu la prima cosa che dissi la mattina seguente -Ti odio-.
Sbuffai, tastandomi il fondoschiena, cercando di capirne i danni.
Aprii gli occhi e mi guardai attorno, cercando la figura del mio migliore amico, per picchiarlo o, in caso non fossi riuscito ad alzarmi, per mandarlo a quel paese.
Decisamente la seconda opzione sarebbe stata la più probabile....
Aki non c'era, ma aveva lasciato un bigliettino sul parquet.


"Se stai leggendo questo messaggio significa che ti sei finalmente svegliato.... In caso fossi ancora vicino a te, assopito, posa questo foglietto a terra e torna a dormire, senza sfogare tutta la tua rabbia su di me.... Nel caso non mi trovassi, è perché sono a scuola.
Sì, non ti ho svegliato.
Sto scrivendo e ti sto guardando.... Sei così bello.... Quando dormi hai un'aria beata da angioletto.... Ricordati che non devi avercela con me e che il male che senti passerà presto.
Ti amo
Aki"



-Dannato- ripetei, portando un cuscino sotto la parte dolente, per evitare di poggiarla contro il pavimento freddo e duro.
Mi tirai su, molto lentamente, vestendomi e dirigendomi a passi corti, da pinguino, verso la cucina.
-Signorino Fuyuko....? Si sente bene....?- chiese l'energumeno che viveva con me all'emporio Urahara.
-Giorno Tessai.... Più o meno sono ancora intero....- risposi.
-Dormito male?-.
-Terribilmente male.... Mai peggio di così-.
-Questa mattina ho visto il signorino Aki sgusciare fuori dal negozio....-.
-Si è fermato a fare i compiti fino a tardi e gli ho "proposto" di passare qui la notte-.
-Sembrava piuttosto.... Soddisfatto....?-.
-È pronta la colazione?- domandai, in modo secco, sviando l'argomento.
-Sì-.
-Fantastico-.
Agguantai una ciotola di riso e mi sedetti a tavola.
Pessima idea....
-Erm.... Tessai.... Ripensandoci.... Credo starò in piedi....- bofonchiai.
Lui rise.
Ingurgitai velocemente ciò che mi spettava, prima di tornare in camera, con la stessa andatura di una foca obesa arenata.
Non osai mettere piede nel futon degli orrori e dei dolori, ripensando alla mia avventura della sera prima e schifandomi di me stesso.
Decisi quindi di peggiorare le condizioni del mio posteriore, camminando fino all'entrata del negozio stesso ed appoggiandomi allo stipite.
-Promemoria per la volta prossima, se mai dovesse esserci.... Usare la Zanpakuto per castrare Aki....- borbottai.
-Fu... Fuyuko....?-.
Sollevai lo guardo e vidi il mio compagno di classe dagli occhi verdi ed i capelli oliva.
-Makoto? Come mai non sei a scuola?!-.
-Erm.... Vedi.... Perché non ti ho visto nemmeno stamattina.... E volevo sapere come stavi-.
-Signorini, accomodatevi in cucina: vi sedete al tavolo e vi preparo una tazza di tè.... In via del tutto eccezionale dal momento che dovreste essere a scuola....- si intromise Tessai.
-NO!- obiettai, quasi urlando -IN PIEDI SI STA MEGLIO-.
Il nuotatore mi guardò con aria incuriosita.
-Il signorino Fuyuko ha qualche difficoltà a sedersi- spiegò l'uomo.
Lo fulminai con lo sguardo e questi se ne andò sorridendo, agguantando una scopa ed iniziando a spazzare il negozio.
-Che è successo?- domandò ingenuamente il ragazzo.
-Sono- stato stuprato dal mio migliore amico -Caduto dalle scale.... Quindi ho ancora forti dolori....-.
-Oh santo cielo!- esclamò.
Sentii una risatina sin troppo familiare provenire da dietro la staccionata che circondava il negozio.
A quella se ne aggiunse un'altra, leggermente più acuta.
-Papà....- ringhiai -Mi spii?-.
Gli uomini dietro la siepe saltarono fuori: erano niente poco di meno che Szayel e mio padre.
Un'accoppiata a dir poco perfetta.
-Ah, quindi posso svelare il mio travestimento....?- chiese Makoto.
-Per ora sì, ma mi devi un altro favore: questo è durato troppo poco- rispose il rosato, annuendo.
Dal corpo del nuotatore uscì l'anima di Nnoitra.
-Porca merda, che gigai scomodo- esordì, non appena fu totalmente fuori.
Si diede una sistematina agli abiti, togliendovi la polvere da sopra.
-È portatile.... Non mi aspetto che tu possa riuscire ad abituarti ad un congegno così complicato- borbottò Urahara, raccogliendo il corpo materiale da terra e facendolo tornare alle dimensioni di una pallina da ping pong.
-CHE ACCIDENTI STA SUCCEDENDO?!- sbottai, con gli occhi spalancati.
-Avevo un momento libero all'Istituto, così ho deciso di venire a trovare il mio caro e dolce negozio.... E quale modo migliore per farlo se non quello di spiare segretamente te?-.
Risero tutti insieme.
-E così.... Saresti caduto dalle scale....- intimò Nnoitra, dandomi una gomitatina nel fianco.
-Sì- borbottai -Volevo scendere nello scantinato enorme sotto all'emporio per allenarmi, ho messo male il piede e sono volato giù-.
-Lo sai che è impossibile cadere da quella scala, vero....? E poi, solitamente, quando si "cade dalle scale" non è davvero l'uomo che si fa male-.
Lo squadrai male.
-E lasciatelo un po' perdere- si intromise una quarta voce, appartenente ad una persona appena arrivata.
-Mamma....? Cosa ci fate qui?-.
Mi voltai e vidi al suo seguito una schiera di persone composta dall'intero corpo tenenti e comandanti del Gotei 13.
-Ci siamo presi una vacanza, tu perché non sei a scuola?-.
"caduto dalle scale"- borbottò mio padre.
-Ah.... Capito- rispose lei, ridendo -E.... Come si chiamerebbero queste scale....? E poi, teoricamente, non sarebbero loro ad essere ferite....? Ti sei strappato un muscolo durante la caduta? Oppure le scale erano troppo brutte e ti sei deconcentrato, facendo un casino....?-.
-Basta, vi prego....-.
Avevo lo sguardo esasperato.
Anche perché in realtà, non ero io quello caduto dalle scale, ma le scale erano cadute su di me....
-Va bene.... Però, la prossima volta che ti capiterà, vedi di sceglierti delle scale decenti su cui cadere, altrimenti finisci col risvegliarti pieno di dolori....-.
-....mamma hai finito di prendermi per il....- mi venne male solo al pensiero della frase "prendere per il culo" -....di prendermi in giro?-.
Risata generale.
-Scherzi a parte, io e tuo padre abbiamo comprato una villetta fuori città, visti i tempi pacifici che corrono, abbiamo deciso di prenderci una pausa e rilassarci sulla Terra.... E con noi tutti gli altri.... Se hai bisogno, segui la reiatsu! BENE RAGAZZI! LEVIAMO LE TENDE!!- ordinò, scomparendo con dei passi veloci.
Sospirai, chiudendo gli occhi e sollevando il capo al cielo.
Il sole era già alto, dovevano essere le tredici passate....
Sentii le labbra di qualcuno posarsi sul mio collo e salire fino a trovare la mia bocca.
Spalancai di colpo le palpebre, vedendo la persona che avevo davanti e staccandomici subito, tirandogli un colpo in testa.
-Ahio! Ma sei cretino?!- si lamentò -Io vengo, ti saluto, ti porto una brioche e tu mi fai male?!-.
-Se avessi avuto la katana sotto mano ti avrei ammazzato, quindi ringrazia-.
Sbuffò.
-Come stai?-.
-Ho un dolore allucinante al culo, sono stato preso per i fondelli da mezzo Gotei 13, non mi riuscirò a sedere per i prossimi vent'anni e, soprattutto, ho gettato nel cesso tutto il mio orgoglio.... E, indovina un po'....? TUTTO QUESTO PER COLPA TUA!- sbottai, gesticolando furiosamente.
Lui si lasciò sfuggire un sorriso.
-Come sei bello....- commentò.
-E smettila di fare lo sdolcinato! Mi farai venire il diabete!!-.
-Ti fa così male....?-.
-Sì, mostro! Mi hai stuprato! È normale che senta dolore anche solo al minimo movimento!-.
-Non ti ho stuprato.... Eri consenziente-.
-Tu chiami consenziente una persona con le braccia legate dietro la schiena, incapace di muoversi e che viene inculata dal proprio migliore amico....? Io dico di no-.
-Ma poi ti ho liberato le braccia.... E tu non hai fatto nulla.... E per di più, il tuo amichetto là sotto, ha dimostrato tutt'altro che impassibilità e odio nei miei confronti....-.
Mi squadrò dall'alto al basso e fermò il suo sguardo affamato appena sotto la mia cintura.
-Sono un uomo, sono fatto per eccitarmi anche solo alla vista di un filo d'erba- risposi, mentre lui rideva.
-Sì, certo....-.
-Sarcasmo?-.
-Decisamente-.
Lo guardai con aria impassibile.
-Bene, adesso sparisci dalla mia vista: il mio fondoschiena duole anche solo al pensiero della tua figura-.
Sorrise, avvicinandosi di un passo e facendomi contemporaneamente indietreggiare, spalle al muro.
-Non dovresti tornare a scuola?- domandai.
-Oggi non c'è pomeriggio, dovresti saperlo-.
-Aki.... Ci sono un sacco di persone che hanno i tuoi stessi orientamenti sessuali.... Perché non ci provi con loro....?-.
-Perché non sono te-.
-Oi! Fuyuko!- mi salutò uno shinigami.
-Renji!- esclamai, liberandomi dalla trappola del quincy e correndo verso il nuovo arrivato -Sia lodato il cielo!-.
Questi mi guardò con aria stranita.
-Successo qualcosa....?-.
-Per fortuna non ancora.... Come mai sei qui?-.
-Il Comandante Generale, cioè.... Tua madre, mi ha spedito qui per dirti che stasera devi andare nella casa nuova, stasera alle otto, possibilmente vestito con una camicia nuova- indicò il mio amico -E anche tu-.
-Io.....?- chiese l'altro.
-Sì, non chiedetemi spiegazioni perché non so nulla nemmeno io.... Adesso scappo: devo cercare il mio Taicho-.
Ci salutò, prima di andarsene con lo shunpo.
 -Allora, dov'eravamo rimasti....?- sussurrò il ragazzo dagli occhi ambrati, chiudendomi in un abbraccio caldo.
-Aki, no!- protestai, dimenandomi.
Lui mi diede un bacio dietro l'orecchio.
-Perché no?-.
Sciolsi la sua presa e mi liberai da quella morsa che non prometteva nulla di buono.
-Perché non puoi trattarmi così! Non puoi pretendere che io sia come te, non puoi! Io non sono gay, Aki, io non voglio stare con un ragazzo, non voglio mettermi con te!-. 
A quelle parole cambiò totalmente espressione, facendo sparire il sorriso che aveva stampato sul volto e sostituendolo con una smorfia, abbassando in contemporanea il capo.
-Ciò che è successo ieri sera è stato un errore, un madornale e stupido errore!- continuai -Non so nemmeno io perché non mi sono ribellato, ma dannazione! Aki! Io e te siamo migliori amici! Ed i migliori amici non fanno sesso, se così si può definire! Io.... Io provo vergogna, non mi hai mai umiliato così tanto.... Mi hai spogliato, hai goduto della vista di me nudo, ti sei divertito a stuzzicarmi, con le dita, con le labbra.... E poi mi hai fatto provare un dolore allucinante-.
La mia voce fu rotta da un singhiozzo.
-Non credevo saresti stato capace di ferirmi così profondamente nell'orgoglio.... Ma evidentemente devo ricredermi....- conclusi, asciugandomi una lacrima.
Bugie.... Tutte bugie.... O forse no....?
Lui non rispose, si limitò semplicemente a sparire il più velocemente possibile.
L'una e mezza.... Avevo ancora circa quattro ore per trovare un vestito decente.
-Tessai, vado ad immergermi nelle terme dello scantinato.... Magari mi passa il male per via della caduta.... Se qualcuno mi cerca, avvisami- dissi.
Prima di scendere dalla botola, feci uno squillo al cellulare di Makoto, invitandolo ad uscire.
Una volta nella cantina, raggiunsi quella sorta di piscinetta d'acqua calda, mi svestii e vi entrai, rilassandomi e sperando in tutti i modi che riuscisse a rimediare al casino accaduto la sera prima.
Vi uscii una mezz'ora dopo, completamente rinato.
Indossai degli abiti nuovi ed andai fino in centro città, dove il nuotatore mi stava aspettando.
-Fuyuko!- mi salutò.
-Ciao Makoto- ricambiai, prima di assicurarmi che non fosse di nuovo Nnoitra -Qual è il cognome di Haruka?!-.
-Cosa c'entra....?-.
-Rispondi e basta-.
-Nanase, ma perché?-.
-Nulla nulla.... Non me lo ricordavo....- mentii.
-Ah.... Comunque grazie dell'invito per stasera! Tu e la tua famiglia siete gentilissimi-
-Invito....? Quale invito....? Stasera....? Cosa succede stasera....?-.
-Te ne sei già dimenticato? La cena che darete a casa vostra-.
-Ah! Già! La cena....- mentii.
Quale cena....? Possibile che mia madre avesse nuovamente organizzato cose a mia insaputa?
-Non vedo l'ora! Anzi, andiamo a comprare una camicia nuova.... Io, all'infuori di quelle che uso per scuola, non ne ho-.
-A chi lo dici.... Ma chi ci sarà stasera....?-.
-A quanto pare tutti noi della classe più alcuni della sezione 1-2, con rispettivi genitori-.
Possibilissimo.
-Ah, wow....-.
Iniziammo a camminare ed entrammo in un negozio.
Stavamo cercando tra la merce, quando decisi di chiederli un consiglio.
-Senti Makoto.... Ma.... Per esempio.... Metti il caso che un gay si innamorasse di te.... Te lo dicesse.... Ma tu fosti rubato da un tuo amico e ci finissi a letto.... Cosa faresti....?- balbettai.
-È una confessione?-.
Cambiai colore, diventando rosso peperone.
-Assolutamente no! È solo.... Una cosa impossibile, illogica.... Giusto per sapere come reagiresti....-.
-Okay.... Non so chi sia il primo ragazzo, ma.... Ho come la vaga impressione che Aki ti abbia/-.
Lo bloccai, tirandogli in faccia il primo capo di abbigliamento che mi capitò a tiro.
-Come fai a saperlo?!- sbottai.
-Non lo sapevo.... Tu me ne hai dato conferma proprio ora- ridacchiò -E poi non ci vuole una mente per capire che quel ragazzo ti muore dietro.... Devo solo capire chi è l'altro....-.
-Rei- risposi, semplificandogli le cose.
-Oh wow.... Quindi, ricapitolando, Rei ti si è dichiarato, ma Aki ti ha portato via ed avete fatto sesso....?- bisbigliò.
-Non parlare con un tono di voce così alto!! Me ne vergogno tanto....- dissi, abbassando lo sguardo.
-Perché?-.
-Perché le persone, alla mia età, non fanno certe cose....-.
Rise.
-Meglio adesso che mai-.
-Non rimodellare i proverbi per cercare di convincermi che è una cosa giusta....-.
-È stato bello??-.
-Makoto!- protestai, ma lui non demorse.
-Daiiii! Siamo amici, no? Puoi dirmelo....-.
Sbuffai.
-Il problema.... È che non lo so nemmeno io! Perché ho provato emozioni e sensazioni che non credevo sarei stato capace di sentire.... Odio, eccitazione, dolore, piacere.... Tutte insieme.... E non saprei neanche descrivertele tutte....-.
Sorrise.
-Quando mi ha ripetuto "ti amo", ho sentito un brivido percorrermi la schiena.... L'ho sentito quando mi ha baciato, quando mi ha anche solo sfiorato.... Sapeva esattamente cosa fare per non farmi sentire troppo dolore, per farmi star bene.... Non mi ha mai chiesto neanche una volta dove o come volevo andasse a toccare, ha una conoscenza del mio corpo che nemmeno io posseggo: è sorprendente.... Io non so so sono innamorato di lui, se sono gay.... Non lo so: ho una tale confusione in testa....- borbottai -Non vorrei essere omosessuale, ho paura delle conseguenze.... Ho paura di quello che potrebbe pensare la società, della reazione dei miei genitori.... E se Aki si stufasse di me....? Se non fosse amore vero....? Rimarrei solo tutta la vita, incapace di farmene una ragione.... E poi, Rei.... Cosa faccio con lui?!-.
Lui si zittì e pensò per alcuni secondi, prima di rispondermi.
-Per la questione Rei.... Non credo sia veramente innamorato di te.... Sta passando un brutto periodo e quindi tende a provare cose che non sono reali, solo per colmare il vuoto che sente dentro di sé-.
-Cosa gli è successo?-.
Scosse la testa.
-Non sarò io a dirtelo.... Piuttosto, tu cosa provi realmente per Aki? E lui cosa prova per te?-.
-Non ne ho idea.... È così difficile: lui è il mio migliore amico, non credo riuscirei a vederlo fuori da quell'ambito.... Ed io.... Non so cosa sono realmente per lui-.
Tacque.
Continuammo a cercare fra i vari capi d'abbigliamento.
-Sai a cosa ripensavo....?- chiese -All'allenamento dello scorso pomeriggio....-.
-Fammi indovinare, vuoi sapere perché sono quasi ammazzato in piscina-.
Ancora una volta non rispose.
-Da piccolo ho rischiato di affogare, quindi ho il terrore dell'acqua.... Tutto qui.... Non ho mai realmente imparato a nuotare.... La paura di morire è troppa....- conclusi, tirando su una camicia -Che ne dici di questa?-.
Lui annuì, sorridendo.
-Sembra bella-.
Me la appoggiai contro il petto, guardando più o meno se mi stava o meno.
Fortunatamente sembrava essere della mia misura.
-La prendo- dissi.
-Non la provi....?-.
Scossi la testa.
-Non ne ho la minima voglia-.
Rise.
-Io ho deciso che ne ruberò una dal vecchio armadio di mio padre.... Queste costano troppo-.
-Mio padre non ha un armadio.... O quantomeno, ce l'ha, ma è pieno di abiti strani, tutti uguali.... Non provo neanche ad aprirlo-.
Altra risata.
Verso le sei tornammo ognuno alle rispettive abitazioni, per prepararci alla famosa cena che si sarebbe tenuta quella sera, nella mia nuova casa.
Feci una doccia e mi vestii.
Si erano fatte le sette.
Era ancora presto, ma decisi comunque di uscire, per fare una passeggiata e schiarirmi le idee.
Seguii le tracce di reiatsu lasciatemi da mia madre, arrivando ad un promontorio fuori città, dal quale dominava una villetta panna, col tetto di tegole rosse.
Il portone, in legno massello, era la componente principale della facciata e ne occupava una gran parte, assieme a due lunghi finestroni, posizionati nella parte inferiore.
Sospirai, guardando i miei piedi affondare nella sabbia ed il mare alla mia sinistra, che continuava ad infrangersi sulla spiaggia.
Località di pessimo gusto....
Mi sedetti a terra, volgendo lo sguardo verso l'oceano.
Un brivido mi percorse la spina dorsale, per via dei ricordi.
Mi lasciai sfuggire un altro sospiro, mentre mi stringevo le ginocchia al petto, senza spostare gli occhi da quella vasta distesa d'acqua.
-Aki, ti avevo detto di lasciarmi in pace.... Almeno per un bel periodo- ricordai al ragazzo che ora si trovava di fronte a me.
-Sei incazzato?-.
-Perché dovrei? Il mio migliore amico mi ha solo sfondato il culo senza il mio permesso.... Non c'è motivo per essere incazzato-.
Rise.
-Ti voglio, ti pretendo; non sai quanto mi è difficile starti lontano....-.
-Ci sei riuscito benissimo per quattro anni di fila, non vedo perché ora la cosa dovrebbe cambiare-.
-Perché lo abbiamo fatto-.
Sbuffai.
-Quante volte te lo devo dire....? Quello non era sesso! Era un tentativo di stupro andato a segno!-.
-Ma/-.
-Ma nulla! Per favore, vattene-.
-Ma io ti amo-.
-BASTA!- ringhiai -SMETTILA DI RIPETERLO! SONO STANCO DI SENTIRMELO DIRE! MI RICORDA COSA MI HAI FATTO L'ALTRA SERA! DANNAZIONE, CHE SCHIFO!-.
Sussultò, facendo un passo all'indietro ed avvicinandosi all'acqua.
Inciampò e perse l'equilibrio.
Mi alzai al volo, afferrandogli la mano, ma ugualmente cadendo a terra, su di lui.
Fece per aprire bocca, ma lo bloccai.
-Zitto- sbuffai, cercando di alzarmi.
Mi trattenne, passandomi una mano dietro la schiena e bloccandomi i fianchi contro i propri.
-Lasciami- ordinai.
-No- ridacchiò.
Mi divincolai come un animale in trappola e, in qualche modo, riuscii a liberarmi, finendo con metà corpo in mare.
-Cazzo! Mia madre mi lincia!- sbraitai, guardandomi i vestiti fradici e risalendo sul bagnasciuga.
Si buttò in acqua, iniziando a nuotare.
-OI!- gridai, richiamandolo -NON T'ALLONTANARE!!-.
Lo vidi sparire sott'acqua e, per un attimo, credetti che mi stesse prendendo in giro, per cui non mossi un muscolo per andarlo a recuperare.
Contai ogni singolo secondo che passò.
Uno.... Due.... Tre.... Quattro....
Al quindicesimo iniziai a preoccuparmi seriamente e, al ventesimo, compii un gesto che mai avrei fatto prima di allora: uscii dal gigai e mi tuffai, con la spada alla mano.
Non riuscii a vederlo, per cui diedi altre due bracciate verso il largo, pur con riluttanza.
Il panico aveva invaso la mia mente e mi stava pian piano bloccando gli arti, aiutato dal gelo invernale.
Decisi quindi di risalire in superficie, prendendo una boccata d'aria, per cercare, senza successo, di calmarmi almeno un po'.
Il cuore mi batteva a mille, quasi volesse uscire dal petto e correre via da lì.
Nessuna cellula del mio corpo voleva essere lì, tutto mi gridava "vattene".
Eppure rimasi, non seppi nemmeno io il perché.... Ero in qualche modo spinto dal dovere di ritrovare il mio migliore amico prima che gli sarebbe potuto accadere qualcosa.
-AKI!- urlai, nella speranza che mi sentisse e rispondesse.
Nulla.
Fu proprio allora che qualcosa si legò alla mia caviglia e mi portò sott'acqua.
Spalancai gli occhi, trovandomi di fronte ad un enorme hollow con lunghi tentacoli verdi ed una maschera bianca enorme, dalla forma a muso di rana.
Il corpo del quincy era poco più in là di me, anch'esso trattenuto dall'anima malvagia.
-Ci rivediamo.... Adesso sei molto più appetibile- disse quest'ultima, avvicinandomi alle proprie fauci -Indovina un po'....? Ho di nuovo fame-.
Aprii la bocca, nel tentativo di gridare, ma ingoiai solo della gran acqua, che mi scese in gola come fosse stato fuoco.
Mi trovavo di fronte a colui che, anni prima, mi aveva quasi ucciso mentre cercava di mangiarmi.
Guardai il mio migliore amico, oramai sott'acqua da un minuto, privo di sensi.
Brandii la spada e colpii l'hollow, ma non lo scalfii neppure.
"Aiutami, ti prego" pensai.
-Perché dovrei?- rispose la mia Zanpakuto.
"Se ci rimetto la pelle io, lo fai anche tu".
-Non ho paura di morire.... Non è una motivazione sufficientemente valida per permettermi di aiutarti-.
"Vedi Aki?" puntai con lo sguardo il ragazzo "È la persona a cui tengo di più in assoluto e perciò voglio salvarlo a costo della mia vita, devo combattere per aiutarlo, devo riuscire a sconfiggere l'hollow. Ti basta come motivazione?".

Di fronte a me si materializzò un tritone dalla coda giada ed i capelli del medesimo colore, lunghi e lisci, raccolti da un elastico verde in una coda laterale, sulla sinistra.
Alcune ciocche gli scendevano nella parte destra del capo, arrivando ben oltre gli occhi.
Gli addominali erano ben delineati e le braccia, molto esili, terminavano con mani palmate.
Su entrambi gli avambracci aveva una pinna, appena sotto il gomito.
-Era questo che aspettavo mi dicessi, lo sto aspettando da troppi anni.... Speravo ci arrivassi prima....-.
"Cosa vorresti insinuare....?".
-Ti sto implicitamente dicendo che sei tardato-.
"Oi!" protestai "Possibile che non perdi mai occasione per prenderti gioco di me o per darmi del cretino?!"
-Se lo sei, c'è ben poco da fare....- borbottò, sconsolato.
"Stronzo".
-Sto solo dicendo che tu hai sempre cercato di rimanere fuori dal combattimento, di non uccidere; hai sempre lasciato che fossero gli altri ad occuparsi del lavoro sporco, aspettando che qualcuno arrivasse a salvarti.... Ma sei cresciuto, a tal punto che stai mettendo in gioco te stesso per aiutare Aki.... Ed è questo che mi serve per capire che fu sei finalmente pronto a maneggiarmi.... Forza Fuyuko, dillo, pensalo, gridalo! Il mio nome, il mio comando di rilascio.... Scava nel profondo del tuo cuore: li conosci.... Li hai sempre conosciuti-.
Guardai avanti, puntando la Zanpakuto, ancora sigillata, contro all'hollow.
Forse aveva ragione.
Ero sempre stato piuttosto codardo da quel punto di vista: avevo sempre odiato combattere, anche solo se dovevo farlo per purificare un'anima.
Lo ero diventato sin da quel giorno di cinque anni prima, quando la mia vita era quasi stata portata via in battaglia.
Ma, in quel momento, il mio corpo fremeva, volevo battermi, volevo uccidere.
Oramai non mi accorgevo nemmeno più di essere sott'acqua: la mia paura era stata totalmente rimpiazzata da altre sensazioni, altri sentimenti.
L'orgoglio, il desiderio, la speranza, l'amore.
Sì, l'amore.... Se non fosse stato per quello, non mi sarei nemmeno tuffato.
-E poi lo so che, nonostante ti abbia allegramente sfondato il culo, lo ami-.
"Più tardi facciamo i conti....".
Sorrisi.
Aveva ragione.
"Sommergi, Hisui Toriton".
La katana cambiò forma, divenendo più larga interamente color giada, frastagliata dal filo e con una sorta di pinna dalla parte opposta.
Tra la lama ed il manico vi era impressa come la testa di un drago, con diverse punte acuminate che fuoriuscivano.
Due sfere d'acqua roteavano attorno al ferro.
"Costringilo al silenzio, Hisui".
Dalla spada scaturì un vortice che si avvicinò all'anima malvagia e gli entrò nelle vie respiratorie.
Per un attimo pensai di aver vinto, dimenticando che quell'essere era acquatico e che quindi non poteva affogare.
Gli tagliai il tentacolo che stringeva il quincy, lasciandolo tornare a galla.
L'ossigeno che avevo nei polmoni stava per finire: dovevo sbarazzarmi di lui in fretta.
Mi ci lanciai contro con tutte le mie forze e riuscii ad aprirgli in due il cranio, facendolo così scomparire.
Lasciai andare la spada, chiudendo gli occhi.
"Ti prego.... Salva Aki" pensai, rivolto a Hisui, prima di abbandonarmi alla corrente.


-Sei un cretino! Un irresponsabile!- stava urlando una voce maschile, presumibilmente era Ishida -Vorrei sapere cosa ti balena per quel cervellino minuscolo che hai! Saresti potuto morire! E con te avresti trascinato Fuyuko! Ma ti pare il caso di lanciarsi a fare un bagno in pieno novembre?!-.
-Scusa papà, io....-.
-SCUSA UN CORNO!- sbottò -HAI IDEA DI CHE INFARTO MI HAI FATTO PRENDERE QUANDO TI HO VISTO PALLIDO E PRIVO DI SENSI FRA LE BRACCIA DI KISUKE?!-.
-Non intendevo....-.
-TI CI TOLGO IO DAL MONDO UNA VOLTA PER TUTTE!!-.
-Amore, smettila di dire queste cose a nostro figlio....- cercò di mediare Szayel.
-AL DIAVOLO!- gridò l'altro, uscendo dalla stanza a passi pesanti, sbuffando e dicendo parolacce.
Aprii gli occhi.
-SEI UN CRETINO!- fu la prima cosa che mi venne detta.... Era mia madre.
La squadrai meglio, mettendo a fuoco la sua immagine.
Era parecchio incazzata.
-E TU!- si rivolse a mio padre -BRUTTO IMBECILLE! SE RIPROVI A BLOCCARMI MENTRE STO ANDANDO A SALVARE MIO FIGLIO, TI CASTRO!-.
Lui sorrise.
-Almeno è riuscito a rilasciare la sua spada-.
-NON MI INTERESSA!! NON DOVEVI LASCIARE CHE TUTTO QUESTO ACCADESSE!-.
-Tesoro, rilassati o ti riempirai di rughe- borbottò Szayel, rivolgendosi al suo compagno, che nel frattempo continuava a sbraitare all'altro quincy.
-Ecco Hikaru, calmati o verranno anche a te- si intromise Kisuke, guardando la moglie.
-UN INFARTO MI VERRÀ! ALTRO CHE RUGHE- risposero, all'unisono, lei ed Uryu.
Tutti i presenti nella sala risero.
-E bravo il mio nipotino- disse Jushiro, posandomi una mano sulla fronte -Magari qualche volta ci alleniamo assieme! Sarebbe bellissimo: due Zanpakuto d'acqua che si scontrano....-.
Annuii, saltando giù dal letto e vestendomi.
Nel frattempo tutti i presenti, tranne Aki, erano usciti.
-Fuyuko....- sussurrò, alzandosi in piedi e posandomi una mano sulla spalla -Grazie-.
Feci un cenno del capo in risposta, scappando da quella stanza come se fossi un ladro e scendendo al piano di sotto.
Davanti a me si aprì un enorme salone illuminato, che stava iniziando ad accogliere ospiti.
Tutti sembravano sentirsi molto in difetto e stavano sulle proprie, evitando gli shinigami che, per una sera, cercavano di sembrare il più umano possibile.
Un ragazzo in particolare colpì la mia attenzione.
-Fuyu chan!-.
-Makoto!-.
Sorrisi, avvicinandomi a lui.
-Bellissima casa! Non sapevo fosse così imponente-.
Nemmeno io, ma a mia madre piace fare le cose in grande.
-Sono contento ti piaccia!-.
Due bambini di non più di cinque anni gli si appesero alle braccia muscolose, dondolandosi e guardandolo con i loro occhioni curiosi.
-Fratellone, con chi stai parlando?- chiese la piccola.
-Con Fuyuko: è qui davanti a me- rispose il ragazzo più grande.
-Ma qui davanti a noi non c'è nessuno- insistette la bambina.
-È vero- constatò l'altro.
-Ma se è proprio.... Qui....- e mi indicò.
-No, lì non c'è nessuno! Ha detto la mamma di smetterla di parlare da solo o tutti ti prenderanno per pazzo-.
-Il gigai, idiota- apostrofò Mizu, mentre passava.
Spalancai gli occhi, correndo nuovamente in camera ed accorgendomi solo allora del fatto che il mio corpo materiale giaceva sulla sedia accanto all'armadio.
Vi ci entrai immediatamente, ritornando dal nuotatore sconcertato.
-Ciao!- mi salutò con la manina il fratello più piccolo -Tu chi sei?-.
-Fuyuko Urahara, il compagno di classe di Makoto-.
Sorrisi.
Tachibana liquidò velocemente i due, spedendoli da quelli che sembravano essere i genitori.
-Mi devi parecchie spiegazioni- ordinò.
-Su cosa....?-.
-Sul fatto che io ti vedevo ed i miei fratelli no e soprattutto sul fatto che sei sparito in un nanosecondo, per poi riapparire poco dopo, visibile a tutti-.
-Devo proprio....?-.
-Direi di sì-.
-Va bene....- acconsentii -Tanto prima o poi lo saresti comunque venuto a sapere-.
Facemmo per avvicinarci alla veranda, quando udimmo il rumore di qualcosa che andava in frantumi e di una risata di sottofondo.
-GRIMMJOW!- tuonò mia madre.
-È COLPA TUA!- rispose l'espada, indicando i cocci per terra.
-SEI UN'IDIOTA-.
-SENTI DA CHE PULPITO ARRIVA LA PREDICA-.
-NON AVRESTI DOVUTO LASCIARE CADERE IL PIATTO!-.
-È COLPA TUA CHE ME LO HAI QUASI TIRATO! STUPIDA-.
-NON RIVOLGERTI COSÌ A ME! RISPETTA I RANGHI!-.
-Sempre a parlar di ranghi.... Ma tanto sappiamo entrambi chi è il più forte-.
-Certamente: io!-.
-EH NO!-.
-TI SCONFIGGEREI BENDATA E CON LE MANI LEGATE DIETRO LA SCHIENA-.
-PROVAMELO-.
-PERFETTO!-.
Lei ingoiò un gikongan ed uscì dal gigai, brandendo la sua Yoru no Temshi.
Non fu la solita cosa per Grimmjow, che, chiaramente, dimenticò di prendere la pillola per l'anima e saltò fuori dal proprio corpo materiale come un grillo, lasciandolo cadere a terra privo di vita.
Tutti gli invitati si girarono, col terrore visibilmente impresso sul volto.
-Ho ragione io a darti dell'idiota- confermò il Capitano Comandante, scuotendo la testa e guardando male il Sexta.
-Può succedere!- ribatté lui.
-No! Non può succedere!-.
-Perché, miss perfettina non si è mai scordata di prendere la caramellina....? Non ci credo neanche se lo vedo-.
-E sbrigati a rientrare in quel dannato gigai! La gente ti sta osservando!!-.
-Che si vadano a far fottere-.
-GRIMMJOW PRIMA O POI TI AMMAZZO-.
Lui scoppiò in una risata sguaiata.
-Provaci, shinigami-.
-Anche subito-.
Mio nonno si frappose trai due, dando un provvidenziale colpo ad entrambi e lanciandogli un'occhiataccia.
-Indisciplinati....- commentò, mentre quelli rientravano nei rispettivi corpi, facendosi la linguaccia a vicenda -State tranquilli! È solo narcolettico- spiegò poi, aiutando l'azzurro ad alzarsi.
Mi volatilizzai da lì il più velocemente possibile, raggiungendo la veranda assieme a Makoto.
-Anche tua madre ed il tizio dalla chioma turchese si sono sdoppiati!- esclamò, non appena fummo in un posto appartato -Perché?!-.
-Hai mai sentito parlare di Dei della Morte....? Per fartela semplice.... Qui tutti, o quasi, siamo shinigami- risposi.
Rise.
-Che gran fantasia....-.
-Libero di non crederci-.
-Come potrei?! È....è semplicemente una cavolata che ti sei inventato al momento!-.
-Come spieghi allora il fatto che c'erano due persone identiche nello stesso momento?-.
-Nessuno se n'è accorto-.
-Mio nonno sì, tu sì e Rei pure-.
-Rei?!-.
-Ha un'alta forza spirituale.... Come tu del resto-.
-Ti prego, smettila di dire baggianate-.
-Reggimi- ordinai, poggiandomi fra le sue braccia ed uscendo dal corpo fittizio, rimanendo sotto forma di anima -Come spieghi questo....?-.
Guardò prima me, poi il gigai e poi di nuovo me.
-Perché me l'hai tenuto nascosto?!-.
-Avevo paura potessi non capire.... Pensavo saresti scappato a gambe levate.... Sai, io sono il contrario della definizione "normale"-.
Sospirò, mentre mi vide rientrare nell'invenzione della Dodicesima.
-Non credo avrei potuto.... Dopotutto sei un mio amico.... Ed io non mi comporterei mai male con una persona che mi è cara....-.
Sorrise.
-Grazie....- sussurrai, abbassando lo sguardo.
-Fuyuko....?- chiese una terza voce, appartenente ad un ragazzo appena arrivato.
-Ragazzi, io....vado a cercare mio fratello- borbottò Makoto, sparendo da lì.
-Aki- lo salutai, voltandomi dalla parte opposta ed abbassando lo sguardo.
-Io.... Sono venuto qui solo per dirti grazie....-.
-Dovere.... Non ti saresti dovuto scomodare-.
-Posso farti una domanda?-.
-Dimmi-.
Non osai guardarlo negli occhi.
-Perché lo hai fatto?-.
-In che senso....?-.
-Perché ti sei tuffato solo per salvarmi? Saresti potuto affogare anche tu, saresti potuto morire.... Perché lo hai fatto....? Perché, nonostante quello che è successo l'altra sera, ti sei buttato senza la minima esitazione....?-.
Sospirai, lasciandomi sfuggire un sorriso.
-Perché mi sono reso conto di una cosa: sei una parte fondamentale della mia vita e non voglio perderti-.
Non fiatò, limitandosi semplicemente a fissarmi con stupore.
-Sai perché sono riuscito a rilasciare la mia Soul Slayer? Perché nella mia testa avevo fisso il pensiero del tuo volto sorridente: volevo e dovevo assolutamente salvarti....- continuai -Sai, in tutti questi anni, ti sei sempre preso cura di me, hai sempre cercato di rendermi felice e, soprattutto, mi hai sempre amato.... Ed io mi sono reso conto che è arrivato il tuo turno di essere amato da me-.
Con un movimento fulmineo mi portai di fronte a lui e lo bloccai con le spalle al muro.
Gli spostai una ciocca di capelli ambrati dietro l'orecchio, passandogli lentamente le dita fredde lungo il collo, fino ad arrivare alla spalla.
-Di solito, quando una principessa viene salvata, non ringrazia il principe con un bacio...?- domandai.
-Sì.... Ma questo cosa c'entra....?-.
-Ti ho salvato la vita, quindi cosa aspetti a baciarmi?-.
La sua bocca si aprì in un sorriso ed i suoi occhi si riempirono di lacrime.
-Io non sono una principessa- rispose.
-Hai ragione, la tua bellezza non può essere paragonabile a quella di una principessa.... Non basterebbero neanche tutte le stelle del cielo-.
Gli presi il mento ed avvicinai il suo volto al mio, aspettando che facesse lui la mossa successiva.
Fremevo, nell'attesa che le sue labbra si posassero di nuovo sulle mie, sperando che quel momento arrivasse il prima possibile.
Non riuscivo più ad aspettare.
-Scusa se ti ho reso triste, scusami se mi sono comportato come uno stupido.... Ma sai, il mio culo doleva....- sussurrai.
Rise, ritraendosi di qualche millimetri ed allontanando l'oggetto del mio desiderio.
Mi soffiò sulle labbra, prima di posare la propria fronte sull'incavo del mio collo e lasciarvi un bacino semplice ed aggraziato.
Fece salire le proprie mani fino a incontrare i miei fianchi, dove iniziò ad accarezzarmi coi pollici.
Volevo che quel momento finisse al più presto, per esplorare la sua bocca calda ed assaporarne il retrogusto di dentifricio alla menta.
-Aki....- mormorai, quasi gemendo.
Si lasciò sfuggire una risata.
Come fosse riuscito in pochi a ribaltare i ruoli e ad avere il controllo della situazione rimane tutt'ora un mistero per me.
Sapevo, e so, che feci la scelta giusta, abbandonandomi alle sue braccia e facendomi mettere io con le spalle al muro.
Mi bloccò, mettendomi un ginocchio fra le gambe, all'altezza delle cosce, ed una mano appena sopra la spalla.
"Ti amo" furono le uniche due parole che spiccicò, prima di accorciare ancora quella distanza che ci separava, riducendola a pochissimi millimetri.
-Ragazzi- tossicchiò un uomo.
-Nonno!-.
-Capitano Ukitake!-.
Aki si girò con un movimento fulmineo talmente brusco che per poco non cadde a terra.
-Io.... Devo cercare mio padre- disse il quincy, sparendo da lì.
-Ecco spiegata la caduta di stamattina....- borbottò l'uomo dai lunghi capelli argentei, facendomi avvampare -Anche se in teoria, sarebbe più corretto dire che "le scale ti sono cadute addosso"....-.
-Nonno, ti prego.... Non infierire anche tu-.
Ridacchiò.
-Immagino che i tuoi non sappiano della tua.....scelta....?-.
Pronunciò l'ultima parola come fosse una domanda.
-....no-.
-Sono certo la apprezzeranno subito-.
-Non ne sono così sicuro....-.
-E perché?-.
-Perché loro si aspettano dei nipoti da crescere, si aspettano che io trovi una buona ragazza, possibilmente non Mizu, e che me la sposi, creando prole e mandando avanti la famiglia-.
-Non hai capito nulla.... Fuyuko, loro vivono per vedere te felice, non per altro-.
Sorrise, dandomi una carezza sulla testa.
-Mi sembra ieri che ti tenevo sulle ginocchia e giocavi con Sogyo no Kotowari ad acchiapparello.... Ed ora sei uno shinigami che ha pure rilasciato la propria spada.... Sei proprio un bravo nipote, lo sai? Tieni una caramella, te la meriti- disse, passandomi un dolcetto preso dalla tasca della sua camicia.
Risi.
-Grazie nonno-.
Tornai in casa e vidi il caos.
La maggior parte dei presenti era completamente ubriaca e girava con una bottiglia di sakè in mano, tutti a braccetto con Shunsui.
Strabuzzai gli occhi, non riuscendo a fare a meno di domandarmi come il Capitano dell'Ottava fosse riuscito a far sbronzare quasi tutti gli invitati nel giro di quindici minuti....
Notai alcuni ciuffi ambrati, quindi iniziai a superare la folla per raggiungere il possessore di quella chioma morbida.
-Oi, Aki- sussurrai, richiamando l'attenzione del quincy che, in quel momento, stava discorrendo con un ragazzo appartenente alla nostra classe -Dobbiamo....parlare....-.
Sorrise, salutando velocemente l'amico e raggiungendomi.
Mi prese per il polso e portò al centro della stanza.
Nessuno diede molto peso al nostro spostamento repentino, in quanto troppo occupati a chiacchierare fra loro, ridere come ebeti, cercare di reggersi in piedi o affondare la faccia nelle tette di Matsumoto.
-Scusa per prima, ti ho fatto fare una figuraccia.... Ma non lo avevo sentito arrivare- sussurrai, abbassando lo sguardo ed alludendo alla micidiale comparsa di nonno Ukitake durante quello che, fino ad allora, era stato il momento più clou e passionale della serata.
-Sì, per punizione te ne farò fare una di quelle che non si scordano per un po'-.
-Cosa intendi?-.
Mi prese il mento e mi baciò, totalmente senza pudore e senza la minima preoccupazione di quello che avrebbero pensato gli altri.
Arrossii, provando a staccarmi da quell'azione così azzardata ed estremamente diretta, ma non riuscii.
Non perché non potevo.... Ma perché non volevo.
In quel momento mi resi conto del fatto che, quella punizione mi piaceva, nonostante l'intera sala ci avesse ora puntato gli occhi addosso e ci stesse fissando con aria stupita.
I miei genitori si stavano scambiando occhiatine felici.
Pareva l'avessero presa fin troppo bene....
Sorrisi, dimenticando tutto quello che ci stava attorno e concentrandomi solo sul ragazzo che in quel momento stava giocherellando con la mia lingua.
Mi passò una mano dietro ai capelli, staccando le proprie labbra dalle mie e portandomele sulla fronte, schioccandovi un bacio.
-La prossima volta cerca di essere meno discreto- scherzai.
Si lasciò sfuggire una risata.
-C'è ancora troppa gente.... Pensi che tua madre si offenda se ti porto via?-.
-Non se scappo con una motivazione logica-.
-Vuoi una motivazione logica....?-.
-Certo, altrimenti non posso scampare alle sue grinfie....-.
-Tu. Io. Camera da letto. Ora-.










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