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Autore: Lely_1324    12/10/2014    4 recensioni
COLIN O'DONOGHE- JENNIFER MORRISON
"L'amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso... L'amore non è mai presuntuoso o pieno di se, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L'amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità. È sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta. " Paolo lettera ai Corinzi
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Morrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui entrò e guardò sorpreso l’esile figura di lei, accoccolata sulla vecchia poltrona di velluto.
In quella stanza di solito vuota, aveva imparato a nascondersi, quando su quel set tutto cominciava a diventare “troppo”.
Lei,seppur meravigliata allo stesso modo, gli sorrise.
-Ciao Colin.
-Ciao Jennifer.
Impacciato, entrò nello stanzino, mentre lei seguiva timidamente con lo sguardo i suoi movimenti.
Prese una sedia e vi crollò sopra.
-Sembri molto stanco.
A Colin scappò un sorriso debole, mentre chiudeva gli occhi,tirando indietro la testa per sciogliere la tensione del suo collo.
-Lo so. Spero di non rendere le cose difficili a nessuno.
-Non a me, di certo-mormorò Jennifer.
Lui alzò la testa e scrutò gli inquieti occhi di lei, che lo fissavano con un’aria tesa.
Improvvisamente, a lei sfuggì una risatina.
-Che hai?-fece lui, con un’aria turbata ma divertita.
Lei si poggiò una mano sul ventre per ricomporsi.
-Te lo immagini il prossimo bacio tra Emma e Hook?

Lui guardò il soffitto, assorto.
-Cioè altre ore notturne passate sul set con un nervosismo di 5 kg piantato sullo stomaco?
-Già- convenne lei, ridendo – La scorsa volta è stata pazzesca. Mangiavi due mentine al minuto.
-E tu ti eri lavata i denti quanto, sei volte?
-Sette. Senza contare le spazzolate sulla lingua.

-E ti tremavano le labbra, mentre mi baciavi. Cioè...mentre baciavi Hook...
Lei arrossì.
-E a te continuavano a dire di smetterla di mettermi le mani sulla nuca.
Si fissarono intensamente per qualche secondo.
-Sì, sarà decisamente divertente-commentò lui, osservando le sue labbra.

Silenzio.

-Tu...l’hai detto a qualcuno?-domandò lei, guardando il pavimento.
-No, mai.
-L’abbiamo fatto per il nostro lavoro, no?
-Assolutamente, Jennifer.
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-C’è una cosa che devo chiederti, prima di cominciare.
La troupe si muoveva a scatti tutt’intorno a loro due, pronti all’ennesimo ciak.
Lei annuì, sfiorandosi le labbra.
-Nella vita vera, ora, tu mi baceresti?Sii sincera.
Lei lo guardò spiazzata, sgranando gli occhi.
-Perché me lo chiedi?
Lui indicò il caos che li circondava.
-Questa scena non va...-mormorò a mo’ di spiegazione.
Lei non aprì bocca. Semplicemente, annuì.
Lui si grattò la fronte, schiarendosi la voce.
-Allora,per favore...
Si interruppe quando un macchinista passò loro di fianco.
-...per favore, baciami davvero.
-Tu farai lo stesso?-gli chiese, fissandolo immobile, con gli occhi quasi terrorizzati.
Colin deglutì, scavando nel suo sguardo, respirando profondamente.
-Sì.
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-Sono stati tutti molto contenti del risultato, comunque- osservò lei, tentando di celare l’imbarazzo.
-Già. Ne è valsa la pena- constatò lui, percorrendo con lo sguardo ogni fila di piastrelle.

-Guardami negli occhi-sbottò Jennifer all’improvviso.

Come se se lo aspettasse, Colin chiuse gli occhi in una smorfia di rassegnazione.
-Ti prego, Jennifer... non torniamo sul’argomento...
-Guardami negli occhi, ho detto!- ordinò lei.

Lui alzò il capo con un sospiro.
Gli occhi di Jennifer erano luminosi e tremolanti, ma non era per le lacrime.
Colin lo sapeva.
Era orgoglio ferito, affetto usurpato.

-Perché continui a mentire? Io...-la sua voce tremo un attimo, fatta vibrare da una risata esasperata- Io continuo a sognare quel bacio giorno e notte! Giorno e notte, capisci?
-E non devi. Lo sai, che non devi.- fece lui, con la voce fioca, il respiro flebile.

Lei si morse il labbro inferiore per impedirsi di continuare a parlare, scrutando amaramente il viso triste del suo collega.

Ma non riuscì a non sfogare quell’insidioso dolore che le serrava la gola, impedendole di prendere aria, facendole pizzicare le palpebre di lacrime rabbiose.
Le ricacciò dentro stoicamente, poi si rivolse di nuovo a Colin, adirata.
-Vuoi dire che non è stato nulla? Che hai voluto baciare me piuttosto che lasciare che Hook baciasse Emma, in quell’istante, solo per compiacere gli altri? Che non hai goduto di quel bacio?- concluse, in un sussurro spiacevole.

Lui non riuscì a rispondere.
Si limitò a ispirare, lasciando poi fuoriuscire il fiato in un profondo, penoso sospiro.

Jennifer si alzò e gli si avvicinò, inginocchiandosi davanti a lui, accostando pericolosamente il suo volto a quello di Colin.
-Non lo rifaresti?-mormorò.

Colin scattò in piedi, lanciandole lo sguardo fulmineo di chi sta per perdere la pazienza e non vuole davvero farlo.
Si allontanò da lei repentinamente.
Si guardò le mani, le chiuse in un pugno, le sbatté sul tavolo.

Troppo tardi.

-Io ho baciato te perché volevo baciare te, Jennifer! Perché starti accanto e non poterti toccare è insopportabile e toccarti per lavoro senza essere certo che è quello che anche  vuoi é ancora più insopportabile! E io...- s’interruppe per guardare lei, che non si muoveva, che se ne stava con gli occhi fissi sullo sgabello. – Io ti ho baciata come forse non ho mai baciato nesun' altra donna! Quello che ho sentito mentre mi toccavi il viso, quando ero certo che io fossi Colin e che tu fossi Jennifer, è stato...

Si portò una mano all’altezza del cuore, come per mostrarle dov’era quello che aveva provato.
Lei alzò gli occhi per guardare il suo petto.
Si mise in piedi, rancorosa e afflitta.
-E’ quello che ho provato anche io, Colin.

-Ma io sono sposato, Jennifer. Capisci? Sposato...! E tu sei così ...
Ma Jennifer si stava avvicinando, di nuovo, pericolosamente.
Gli posò un mano sul collo, con delicatezza, e nascose il viso sotto il suo mento, annusando quell’odore inconfondibilmente suo...
Si staccò dopo qualche secondo, senza riuscire a guardarlo negli occhi, volendo solo andare via.
Gli diede le spalle, perché restare era inutile, perché faceva male.

E Colin le afferrò un braccio, prepotentemente, e la trasse a sé, con una forza di cui non si reputava neppure capace.
Costrinse il viso di lei a pochi centimetri dal suo, mentre sentiva il suo fiato dolce lambirgli la bocca.
A lei non servì nient’altro.
Le loro labbra si cercarono con veemenza, assetate le une delle altre, mentre Colin la stringeva per non farla divincolare, e lei faceva lo stesso, ancorata alle sue spalle.

Colin le pose una mano sul mento e la costrinse ad aprire la bocca, mentre lui infilava rapidamente la lingua, trovando la sua, assaporando quel gusto così caldo e dolce.

Il suo corpo era disciolto in quel bacio profondo: tutto era stato dimenticato, perché avere lei in quell’istante era possedere un’anima intera dentro la sua.

Jennifer cominciò a sbottonargli la camicia, con fervore, con un appagamento boccheggiante, senza riuscire a staccare le labbra dalle sue.
Colin sentì le sue mani sul suo petto, il calore percepito in maniera diretta sulla sua pelle, e per un attimo ebbe quasi voglia di prenderla lì in quel momento, affamato della sua carne.
Quando Jennifer gli afferrò le mani e le mise sotto le sua T-shirt e  Colin sentì le sue mani che gli carezzavano il torace , capì che non sarebbe stato semplice tornare indietro...
Sentire quelle mani ridusse a nulla la sua resistenza.
La afferò per le coscie e la alzò di viva forza, posandola sul tavolo.
Jen emise un gemito di sorpresa per l'insapettato sposamento e Colin le tappò la bocca per impedire che giungesse fino alle orecchie dei loro colleghi.

E quando Colin si premette contro di lei e Jen potè nettamente percepire il suo desiderio contro il suo ventre, la schiena di Jen si inarcarò accompagnata da un gemito difficilmente soffocabile anche  dalla ferma mano di Colin. 
Sentì le coscie tendersi per il desiderio e un calore innaturale si irradiò nel suo corpo.

Colin si chinò su di lei, stringendola a sé con tutta la forza di cui era capace
-Dimmi che sei tu, Jen. Dimmi che siamo davvero io e te. Dimmi che non è Emma quella che sto baciando...- un sussurro, un soffio al suo orecchio.
La risposta di lei fu quasi un singhiozzo.
-Sono io, Colin! Sono Jennifer! Sono Jennifer!
Colin sospirò profondamente nascondendo il viso nell'incavo del suo collo e Jen gli accarezzò con dolcezza i capelli.
Chiuse gli occhi per godere a pieno di quel tocco delicato ed inaspettato poi,  ricomponendosi immediatamente , andò a sedersi sulla vecchia poltrona di velluto, stremato.
Jen lo osservò riabbottonarsi la camicia.
Le cose,lo sapeva, non sarebbero cambiate.

Coline la sua famiglia, Colin e le sue paure, Colin e la sua immagine...
Ma Colin e Jennifer, quello no, non esisteva. Non poteva esistere.

Si asciugò le lacrime col dorso della mano.

Lui era ancora lì, sulla poltrona.

Lei gli si avvicinò e lo baciò sulla guancia.

-A presto-


Anche lui aveva gli occhi pieni di lacrime.



  
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