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Autore: Calenzano    13/10/2014    8 recensioni
Circolano da anni. In genere sono azzurri, o bianchi. E portano stampato uno struggente appello: "Sono il tuo shopper di plastica. Porto le tue spese. Accompagno i tuoi rifiuti. Amami! Non abbandonarmi dove capita, sono nelle tue mani."
Questa è la mia storia con uno di loro. E il difficile momento dell'addio.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cerca di comprendere. È stato bellissimo, davvero. Ma ora porti su di te i segni del tempo, e qualcosa deve cambiare.

È iniziata pressoché per caso. Tu eri là, in mezzo a decine di altri, e io, frettolosa e indaffarata, ti ho notato a malapena. Poi, tu hai occhieggiato, e subito la massa anonima e trasparente è scomparsa di fronte ai tuoi occhietti di un incredibile azzurro. Ho allungato la mano, attratta, neppure io so bene da cosa. E sei stato mio.

Molti giorni sono passati da allora, e tu mi sei stato sempre a fianco, presenza fedele e discreta. Hai sopportato il freddo del frigo, e l'olezzo penetrante del prezzemolo ormai passito. Hai trasportato, incredibilmente forte e resistente, decine di panini; e ogni qual volta avvertivo un languorino, tu eri là, pronto a fornirmi quanto mi occorreva. Sei venuto in mio soccorso anche quel giorno di cielo nero e pesante, quando tuono dopo tuono grossi goccioloni hanno cominciato a cadere, macchiando l'asfalto, e l'ombrello naturalmente non era con me, il vagabondo. Ma tu hai riparato i miei capelli dall'assalto furioso del vento e dall'aggressione insidiosa dell'umidità. Ti ho voluto bene, allora.

E adesso sei qui, che mi fissi. Amami. Chiede muta, umile, sgualcita, ogni fibra della tua plastica. Non posso, capisci. Siamo troppo diversi, la nostra sarebbe una storia impossibile. Non devi sentirti svuotato per questo. Semplicemente, non era destino.

Ecco, sei ferito. Ti vedo afflosciarti silenziosamente, con un unico fruscio sconsolato, appena udibile. Ti prego, non fare così. È difficile anche per me, sai? Non roviniamo quanto di bello c'è stato fra noi. Dirai che le apparenze non contano, che il sentimento supera tutto. Ma non è così, purtroppo. L'amore non ha occhi, ma il naso sì. E con tutto ciò che ti porti dentro, non credo di poterti sopportare oltre.

Non abbandonarmi dove capita. Supplichi. Non lo farò, te lo prometto. Ti accompagnerò personalmente. Rivedrai i tuoi fratelli, non sarai solo. E forse, un giorno, ci rivedremo, sotto forma di pellicola sottile, o di chissà cosa altro. Il riciclo fa miracoli, dicono. Non ti dimenticherò. Vai per la tua strada, e grazie di tutto.

 

 

Con un ronzio profondo, la grande mano metallica si serra attorno al contenitore. Cigolando, inizia la sua traballante ascesa, fino alla bocca del vasto cassone. Si intravede appena. Un lampo azzurro, in mezzo a tante masse nere, grezze e massicce. Ma è già scomparso, inghiottito nell'immenso ventre buio e maleodorante del camion. Il meccanismo torna a depositare a terra il cassonetto, ormai vuoto. Quindi, rombando, il mezzo riparte lentamente, finché i bagliori arancioni del lampeggiante non spariscono in fondo alla via.





Un sacchetto di plastica che ti chiede di amarlo. Sono rimasta profondamente turbata da ciò, e ho cercato di spiegargli le mie ragioni. Da qui, questa cosa altamente demenziale. Mi sento senza cuore. Grande riconoscenza a chi volesse farmi sapere che ne pensa, nel bene e nel male. Grazie a tutti quelli che leggeranno!




 

  
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