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Autore: Nocturnia    15/10/2014    4 recensioni
Lois si strofina con forza le palpebre, nascondendo lacrime che nessuno potrebbe comunque scorgere.
Clark le dà le spalle e si offre alla sua vista come un tiranno spietato e accecato dal rimorso - ma non è colpa tua, gli vorrebbe dire.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Flash, Freccia Verde, Superman
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Injustice: gods among us'
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Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Il potere va definito dalla possibilità di abusarne."

- André Malraux -


Quello che siamo stati


Si fissano dai lati opposti di uno specchio lui e Clark, tra di loro la polvere della guerra e il sangue dei caduti.
Ci sono città che languono ai loro piedi e negli occhi portano deserti di ghiaccio e cieli strappati, ma il bisogno di farsi male - di colpirsi - è troppo forte.
Bruce sorride e scopre i denti, la bocca distorta in una piega allucinata e violenta.
"Clark."
Superman non risponde al sorriso e attacca.

****

Ha perso, Clark.
Ha perso e ancora non se ne rende conto.
Laurel l'ha conosciuto quando era ancora un figlio della campagna del Kansas, uno sguardo imbarazzato e il profumo del fieno tra i capelli.
Sposta il peso su di un fianco, stringendosi le braccia attorno alla vita ed emettendo un solo, lungo, singhiozzo.
"Alzati." la supplica Selina "Ti prego, alzati."
Riderebbe Laurel, se ne avesse le forze.
"Non puoi morire qui, non adesso."
Si abbassa di colpo Selina, scansando un muro che fende l'aria come una freccia.
"Laurel."
È la prima volta che la chiama per nome.
"Non posso."
"Sì che puoi." la incoraggia, passandole un braccio sotto al seno e facendo leva con i piedi "Tuo figlio non può nascere nel mezzo di una battaglia. Oliver direbbe che..."
Canary perde conoscenza ancora prima che Selina abbia il tempo di finire la frase.

****

Barry non sa esattamente cosa prova.
Una parte di lui ricorda cosa dovrebbe provare, ma l'altra si limita a correre - corri Barry, corri - scansando i detriti e respirando cenere e sangue.
Si trasforma in luce Flash e scivola come un'ombra rossa tra i palazzi crollati e i morti - troppi.
Bruce deve aver trovato il modo di replicare la nanotecnologia kryptoniana, perché sferra un pugno così forte che Clark sputa un dente - e lancia una bestemmia ferita e irritata.
Così si fa pensa Barry e subito se ne pente, perché la sua anima è incapace di decidere.
"Barry" lo richiama Hal e deve socchiudere gli occhi quando lo guarda, perché il giallo è un colore che gli strazia il cuore e la retina "Fermati. Dobbiamo aiutare Clark."
Sì, no, non lo so grida la coscienza e Barry ne evita lo sguardo, riprendendo a correre.
Hal si chiede fino a quando potrà ancora mentire.

****

Selina si è sempre ritenuta una donna pratica.
Ci sono poche regole in questo gioco ricorda a se stessa e non sarà questo il giorno in cui mancherò a una di esse.
Laurel solleva le palpebre a fatica e le riserva un gemito contratto, portandosi le mani all'addome.
C'è troppo sangue e tra le dita Selina sente anche qualcosa di appiccicoso e granuloso.
"Sto morendo."
"Non dire sciocchezze." le replica "Sei una fottuta metaumana: non puoi morire così."
Laurel emette una risatina secca e crepitante, come le foglie morte sotto i piedi - o come un paio di polmoni prossimi al collasso.
"Sto morendo, Selina. E lui è già morto." replica e Selina si stupisce di quanto i suoi occhi siano asciutti, un pugno di dolore e rabbia che incupisce il loro naturale azzurro.
"Laurel..."
"Ha colpito per uccidere, non per fermare." continua poi, appoggiando la schiena alla colonna crollata "Ucciderà anche lui."
Selina stringe i denti e le sfila i pantaloni in gesti frenetici e frustrati - mai arrendersi, mai mollare.
"È l'ultima cosa che resta di Oliver." mormora - ringhia - al fragore di quella notte "Non possiamo..."

Silenzio.

****

Clark subisce l'affondo di Bruce e poi gli artiglia i capelli in una morsa possessiva e spietata, lanciandolo contro la vetrata dell'edificio vicino.
Wayne l'attraversa con tutto il suo peso e si rialza con una grazia inaspettata per un uomo della sua stazza, eppure Superman dovrebbe conoscerlo bene - perché una volta siete stati amici, gli sussurra la memoria.
"Sei il primo dei pazzi." lo accusa "Avrei dovuto ucciderti assieme a tutti gli altri. Avrei dovuto lasciarti marcire con il pagliaccio e con quella puttana di Ivy. Dimmi un po', Bruce, te la sei mai scopata la signorina dal pollice verde? La cosa non mi stupirebbe."
Il pipistrello lo ignora, assumendo la posizione di difesa e aspettando.
Clark stira gli angoli della bocca in un sorriso sgradevole e indica con il mento alle sue spalle.
"No, certo che no: tu preferisci le zingare di strada oppure i gatti randagi come lei. Dimmi un po', Bruce... " ed è rossa l'orbita con cui squarcia il cielo "dici che urlerà quando la prenderemo?"

O sarà come Lois, un'incoscienza dolce e ovattata, una morte inconsapevole e di cui io sono stato responsabile?

Bruce si lancia in avanti con la disperazione di chi ha già perso tutto.

****

Fa male.
Laurel ha avuto l'impressione di spaccarsi in due, i denti che sfregavano tra loro e la sensazione di sciogliersi dal basso - di essere stata sventrata e di star vomitando anche le propria interiora.
Selina le grida da dietro una cortina di lacrime e sangue, in ginocchio tra il cemento e la merda.
"Laurel!" la chiama, ma non è così che si era immaginata le cose.
Flette la testa all'indietro e sbatte la nuca sull'impiantito, invocando il nome di Oliver.
Percepisce Selina spingerle sull'addome e nebulizza saliva e sangue, perché il pugno di Clark è stato un maglio implacabile e durissimo, l'anatomia di un omicidio spietato.
Stira gli angoli della bocca e tenta di fermarla, perché è tutto inutile - perché quel bambino è un futuro già morto.
"Selina."
"No." le risponde la gatta "No." ripete poi, scuotendo la testa e passandosi una mano tra i capelli "Non posso lasciarti qui."
"Morirà." gracchia "Morirà e sarà stato tutto vano."
Laurel solleva lo sguardo, colpita da un cielo nerissimo e gonfio, estroflesso verso una terra desolata e spezzata.
Selina ha occhi immobili e crudeli, tagliati sul volto come screziature verdastre e sottili.
"Bruce ce la farà." ribatte gelida "Dovesse costarmi tutto, Bruce ce la farà."
"Questo è parlare, gatta." sorride Laurel, espirando con forza e sopportando l'ennesima contrazione "Non sei poi così male, sai? Non quanto mi aveva raccontato Zatanna."
La risata di Selina è un gemito senza più alcuna forza.

****

Diana l'ha sempre voluto.
Non conosce abbastanza l'amore per dire se lo sia o meno, ma Clark è ciò che più gli si avvicina.
Indossa la tiara regale di Themyscira e marcia al fianco delle sue sorelle, una formazione compatta e irta di punte.
Non ha dubbi l'amazzone e studia il paesaggio per trovarle - per prendere ciò che rimane di Bruce Wayne e del suo retaggio.
Si deposita la neve tra i suoi capelli e cade senza fare alcun rumore, un pianto grottescamente silenzioso.
Ha ancora le mani sporche del sangue di Helena, una crosta rossastra e sudicia che le si è infilata persino sotto le unghie, ma non vuole deluderlo - non quando è così vicina.
Storna lo sguardo e fissa la cima dell'edificio adiacente, dove lo vede combattere e sfiancare l'avversario.
È bellissimo e pericoloso e alieno Clark, proprio come lei - ma non era questa la gente che dovevi proteggere? la pungola una vocina nella sua testa Umani. Carne e sangue e muscoli. Umani davanti ai quali hai promesso, davanti ai quali hai giurato. Umani che hai appena tradito - svenduto.
"Le abbiamo trovate." la riscuote poi la voce di Elettra "Sono dietro quel cumulo di macerie."
Diana annusa l'aria e sorride.

****

Selina deglutisce e affonda nel sangue fino al gomito, spingendo sull'addome teso di Laurel.
Canary emette un pigolio sfiatato, rossa sulle labbra e oscenamente pallida in volto.
Selina sa che non c'è più niente da fare.
Selina sa che Clark ha provocato un'emorragia interna e che se anche riuscisse a farlo uscire molto probabilmente sarebbe uno spettacolo che nessuno vorrebbe vedere - poltiglia, continua a ripetersi, poltiglia poltiglia poltiglia.
Sa tutte queste cose Selina, ma non riesce a smettere - arrendersi non è tra le opzioni plausibili - ed è per questo che non la sente arrivare.
"Ti ho trovato, puttana."

Addio, Bruce.

****

Meera non gli rivolge parola da allora.
Si è raccolta nel suo mutismo con la dignità di una regina, ma nel privato si è mostrata una donna ferita e delusa.
Lo evita senza neppure dissimulare il suo disgusto, raccogliendo con lo sguardo la devastazione portata da Clark e dal suo Regime.
"Tu questa la chiami pace?" gli domanda, compiendo un passo in avanti "Lo chiami equilibrio, Arthur?"
"No."
"Allora perché hai ceduto?" perché ti sei arreso, l'accusano i suoi occhi.
"Perché ci avrebbe uccisi."
"Se un re, un fottuto re, Arthur. Avremmo combattuto."
"Sareste morti."
Meera raddrizza la schiena, sputandogli sugli stivali e regalandogli un'occhiata carica di disprezzo.
"I tuoi uomini muoiono comunque, Arthur, e lo fanno per una causa che neppure gli appartiene. Sei un debole, un vigliacco."
"Attenta a come parli." l'ammonisce, voltandosi di scatto "Ho solo cercato di proteggere il nostro popolo."
Meera non ha paura e lo colpisce in pieno viso, spaccandogli il labbro.
"Se questo è il mondo in cui vuoi vivere - il futuro che mi hai promesso - puoi anche giustiziarmi qui e adesso; io non ho paura, Arthur, non l'ho mai avuta. Nemmeno del tuo amico kryptoniano."
Arthur la osserva andare via in silenzio.

****

Selina ha combattuto come una fiera implacabile e feroce, questo Bruce lo sa.
Lo sa perché l'ha vista e ne ha seguito ogni movimento, fino a quando il colpo alla tempia di Clark non l'ha brutalmente azzerato.
Si è risvegliato con il sapore del sangue in bocca e una sensazione liquida nell'orbita, cinque dita spezzate e un ginocchio che non ne voleva sapere di collaborare.
Inspira un paio di volte e gli sembra d'ingoiare aghi e fumo, l'odore acre della paura e della rovina.
Quando riesce a scendere fino a terra, è un monito ributtante quello che lo aspetta, nella sua ombra solo silenzio e morte.

Laurel.

Dondolano al vento i suoi capelli e le punte sono nere di sangue rappreso.

Cosa ti hanno fatto.  

È ancora bella la compagna di Oliver, occhi spalancati e spenti - globi biancastri che fissano il cielo e una stella che non c'è più.

Mi dispiace.

Non ha più niente da nascondere Laurel e il ventre squarciato si apre verso di lui come una bocca rossastra e ingorda - vuota.

La guerra cambia tutto.

Bruce l'avvolge nel suo mantello e ne raccoglie i pezzi, anestetizzato dall'orrore e dalla rabbia.
Si sofferma su ciò che rimane di lei e Oliver, un corpicino esile e spezzato - rovinato - e si scopre incapace di provare, sordo al dolore e alla nausea.

Anche il cuore.

Il braccio meccanico di Selina giace inerte al suolo, schiacciato.

****

L'hanno lasciata al buio, in un luogo che non ha né suono né odore.
Deprivazione sensoriale le sussurra la voce di Bruce e Selina sorride al silenzio, osservata da orbite meccaniche e lampeggianti.
Si alza dall'angolo in cui si era raggomitolata e comincia a stimare i danni, scivolando sulle proprie ferite con dita incerte e fredde.
Ha ancora il sangue di Laurel sui polpastrelli e nella memoria il plotch osceno con cui si era fatto strada nel mondo lui - Connor.

"Lo volevamo chiamare Connor. Connor Queen. Suona bene, cosa ne dici?"

Gli altoparlanti gemono leggermente, indicando la loro attivazione.
"Catwoman." vibra la voce di Clark "Abbiamo delle domande da farti."
Selina chiude gli occhi e ripercorre il volto di Bruce con la forza dei ricordi- tutte le volte che si erano inseguiti sui tetti e avevano fatto l'amore senza rimpianti e con la voglia in punta di lingua.
Quando la porta alle sue spalle si apre, Selina non ha più paura.

****

Lois si strofina con forza le palpebre, nascondendo lacrime che nessuno potrebbe comunque scorgere.
Clark le dà le spalle e si offre alla sua vista come un tiranno spietato e accecato dal rimorso - ma non è colpa tua, gli vorrebbe dire.
Non l'ha ancora visto piangere da quando li ha persi entrambi e lo abbraccia con tutta la forza che possiede - attimi ricordi momenti.
Clark si irrigidisce sotto il suo tocco e si volta di scatto, negli occhi una speranza che si spegne subito, mutando in rabbia.
Diana lo osserva in tralice, continuando a pulire il gladio con movimenti ritmici e regolari.
"Qualcosa non va?" gli chiede, attirando l'attenzione anche di Cyborg e Hal.
"No." risponde dopo poco Clark "Niente. Solo un'impressione."
Lois gli regala un'ultima carezza, intrecciando le sue dita alle proprie.
"Io non ti lascio, Clark. Non adesso." mormora nell'incavo del suo collo, bellissima e irreale come le chimere - o come i sogni svaniti troppo presto.

Perché l'amore è anche un dolore condiviso, un peso da portare in due e l'amarezza di  sapere che nulla è certo, neanche la morte.

Il futuro dell'alieno di krypton si riempie di fantasmi.



Note dell'autrice: tecnicamente, questa one-shot è una What if? per il semplice fatto che Connor Queen non muore nel fumetto, ma riesce a sopravvivere allo scontro che vedrà invece la morte della madre (MAI 'NA GIOIA) per cui prendetela per quello che è; il sadismo di un'autrice che cresce a pane e sfighe, ecco.
   
 
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