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Autore: SnowEmbrace    20/10/2014    2 recensioni
Axel si fa coraggio e decide di recarsi al Castello Che Non Esiste per salvare Kairi, ma sfortunatamente la sua operazione non va a buon fine. Dopo essere corsa in suo aiuto assieme a Riku ed averlo portato in salvo, Naminé ha modo di riflettere su ciò che veramente prova per lui e sulla possibile esistenza di vere e proprie "emozioni" anche per una nullità come lei.
» Piccola One-shot consigliata soprattutto ai fan della coppia Axel X Naminé (AkuNami).
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Naminè
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
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Side: Axel

-Kairi, stai bene?-
-S… sì…-
-Grazie al cie…-

Silenzio.
Non riesco a concludere la frase.
Posso solo sentire Kairi chiamare il mio nome e Pluto abbaiare ripetutamente, prima che il mio sguardo ricada sul Claymore che mi trafigge all’altezza del ventre.
-No Axel, non ti sbagliavi…- Mi sussurra Saix alle spalle, stringendo l’impugnatura della sua arma. -… dopotutto, noi siamo molto diversi.-
Con un brusco movimento estrae il Claymore e mi osserva inginocchiarmi a terra con un sadico sorriso stampato sul volto.
Ora come ora è inutile che rimanga nel Castello Che Non Esiste, di certo non posso salvare Kairi… poiché forse a malapena riuscirò a salvare me stesso.
La ferita è molto profonda, ma nonostante il dolore riesco ancora a muovermi e ad evocare alcune fiamme per guadagnare tempo.
-Aspetta… aspetta qui!- Esclamo, rivolto a Kairi. –Ti prometto che tornerò a salvarti!-
Ma proprio mentre sto per dirigermi verso il Corridoio Oscuro che ho appena aperto, Saix mi si para davanti e mi spinge di nuovo a terra.
-Dove credi di andare?- Mormora, osservandomi compiaciuto mentre tento invano di liberarmi dalla sua presa. –Vuoi forse fuggire? Sappi che comunque non andrai lontano.-
Lo vedo sollevare di nuovo il suo Claymore mentre Kairi invoca disperata il mio nome. –No Saix… ti prego…- Lo supplico. -… non farlo…-
Ma proprio mentre la punta dell’arma sta per raggiungermi un’altra volta, Saix viene scaraventato dall’altra parte della stanza; davanti a me riesco quindi a distinguere la figura di un altro uomo vestito di nero, ma incappucciato.
-E’ ferito!- Esclama poi la voce di una ragazza. –Riku, dobbiamo aiutarlo!-
-Restagli accanto fin quando non ci avrò tirati definitivamente fuori dai guai, Naminé.-
-Riku… Naminé…- Mormoro, abbozzando un debole sorriso. -… come mai siete… ?-
-Eravamo venuti a salvare Kairi, ma non pensavamo che te ne stessi occupando già tu.- Afferma Riku tenendo d’occhio Saix, che lentamente si sta riprendendo. –A quanto vedo però l’operazione non è andata a buon fine.-
Naminé si inginocchia accanto a me e culla la mia testa tra le sue braccia. –Resisti…-
Sebbene la mia vista sia in parte già sfocata, riesco comunque a scorgere Riku avventarsi contro Saix sotto lo sguardo impaurito e confuso di Kairi. I due combattono per un tempo che mi sembra quasi interminabile, mentre Naminé cerca di farmi da scudo con il suo stesso corpo.
Sento che le forze mi stanno lentamente abbandonando, ma faccio di tutto pur di restare cosciente.
Non posso scomparire, non ancora.
Improvvisamente riesco ad udire il rumore di passi di qualcuno che si avvicina sempre di più.
-Riku…- Naminé tira un sospiro di sollievo. -… tutto bene?-
-Sì, almeno credo.- Risponde Riku, ripulendosi il lato destro della bocca da un piccolo rivolo di sangue. –Saix è fuggito; dovete andarvene in fretta.- Poi, rivolgendosi a me:-Riesci a camminare?-
-Credo… credo di sì.- Entrambi mi aiutano a rialzarmi. -… e tu cosa farai?-
-Aiuterò Kairi. Ma per voi è troppo pericoloso rimanere qui.- Riku apre un Corridoio Oscuro. –Forza, tornate alla Villa Stregata.-

 
Xxx … Farewell… xxX
 
Side: Naminé
-Grazie per avermi aiutato.- Axel mi sorride.
-Ci mancherebbe.- Finalmente le tenebre si diradano ed entriamo nella Stanza Bianca della Villa Stregata, a Crepuscopoli. –Forza, siediti e riposa.-
Axel si stende su un divano adiacente alla porta dalla quale si accede all’atrio della villa.
Respira pesantemente e la sua ferita è ancora più grave di quanto immaginassi. Purtroppo però non posso aiutarlo e ciò mi rende estremamente triste.
Ho molta paura per lui. Ho paura di perderlo.
Perché dopotutto, Axel è stato il primo, vero amico che io abbia mai avuto.
-Naminé…- Lo sento mormorare.
Corro immediatamente da lui. –Sì… ?-
-Ti dispiacerebbe… sederti accanto a me? Solo per un po’…- Mi stringe una mano. -… forse, con qualcuno accanto, mi sentirò meglio…-
-Certo… certo, Axel.-
Mi sorride ed abbassa lentamente le palpebre. -… grazie.-
Mi siedo accanto a lui e lo scruto per un po’ in viso: solo allora, immersa nella pace e nel silenzio della stanza, riesco a capire cosa veramente provo per lui. E comprendo finalmente che anche noi nullità siamo in grado di amare qualcuno.
Ad alcuni potrà sembrare assurdo, e non nego che anche per me in fondo lo sia, ma francamente non mi interessa di ciò che pensano gli altri.
Ho sofferto così tanto in passato, sono stata sola per così tanto tempo, che il pensiero di avere qualcuno accanto mi riempie di gioia. E Axel mi è sempre stato accanto.
Certo è che, perlomeno al Castello dell’Oblio, l’impressione che mi ero fatta di lui – soprattutto inizialmente – non era stata affatto buona, ma col passare del tempo ho avuto modo di realizzare che il “Soffio di Fiamme Danzanti” era una persona dal cuore infranto proprio come la sono sempre stata io, senza una casa né una famiglia, ma col solo desiderio di ritrovare qualcuno di importante.
DiZ mi dice sempre che per noi Nessuno non esiste alcuna possibilità di essere felici, né tantomeno tristi. Ma solo ora, rendendomi conto che Axel sta soffrendo e che io sono completamente impotente di fronte alla causa del suo dolore, comincio a dubitare delle convinzioni di coloro i quali hanno sempre posseduto un cuore sin dal principio.
Non nascondo che, non appena lo sguardo mi ricade sulla mano di Axel che copre in parte la sua ferita e il soprabito sporco di sangue, i miei occhi si fanno lucidi. Vorrei piangere e sfogarmi, ma al tempo stesso taccio per non rischiare di svegliarlo.
Subito dopo gli accarezzo dolcemente il viso e gli scosto alcuni capelli dalla fronte per poterlo osservare meglio.
-Tu non meritavi tutta questa sofferenza.- Gli sussurro, consapevole che  comunque non riuscirà a sentirmi. –Hai fatto così tanto per gli altri, e tuttavia non hai mai ricevuto nulla in cambio…-
So bene che all’interno dell’Organizzazione Axel era quasi esclusivamente considerato come l’assassino per eccellenza, il sicario sempre disposto a sporcarsi le mani per conto di terzi, il mercenario senza scrupoli né sentimenti. Una cattiva persona, almeno in apparenza.
Ma tuttavia, Axel non si è mai realmente identificato nell’immagine che gli altri avevano di lui. E di questo sono convinta al cento per cento, poiché io ho vissuto la sua stessa esperienza: è bastata la vicinanza di persone che non mi sfruttassero unicamente per i miei poteri, a farmi capire che in fondo in fondo io non ero solamente una strega in grado di manipolare i ricordi.
Ma se non fosse stato per Axel, ora non sarei nemmeno qui.
E’ solo grazie a lui se al Castello dell’Oblio ho aiutato Sora ad avere la meglio su Marluxia, ed è solo grazie a lui se l’Organizzazione non mi ha ancora catturata.
Gli devo davvero tanto, e vorrei poter essere in grado di ricambiare il favore per tutto ciò che ha fatto per me.
Mi piego lentamente su di lui e appoggio le mie labbra sulle sue per qualche istante. Posso constatare che sono fredde, che il suo corpo è scosso da un leggero tremolio, e che il suo respiro è ancora più pesante di prima. Ma posso anche constatare che dentro di me, forse per la prima volta, sono consapevole di star provando una vera e propria “emozione”.
Per un Nessuno di certo  non è normale sentire il desiderio di esprimere affetto nei confronti di qualcuno con gesti tipici dei sentimenti propri degli umani, specialmente se quel “qualcuno” è un’altra entità identica e (generalmente) altrettanto priva di emozioni.
Ma chi sono gli altri per giudicare ciò che sento dentro di me?
Chi sono gli altri per decidere della mia immagine e di come devo necessariamente apparire agli occhi della gente?
Chi sono gli altri per dirmi che il mio futuro sarà solo quello di scomparire nell’oblio dal quale sono nata?
Piano piano ricavo un piccolo spazio accanto ad Axel e mi stendo al suo fianco, socchiudendo gli occhi e continuando a stringergli la mano, nella speranza che al mio risveglio potrà ancora sorridermi come era sempre solito fare.

 
Xxx… Farewell… xxX
 
Side: Axel
In contrasto con il freddo del mio corpo, posso ora avvertire un piacevole calore ed il rumore di un delicato respiro: Naminé si è addormentata al mio fianco.
Solo ora che il suo viso è praticamente a contatto col mio riesco a rendermi conto di quanto sia bella.
Ricordo ancora i pomeriggi trascorsi con Riku alla Torre dell’Orologio a parlare di lei e di come mi fosse riconoscente per averla salvata.

 
“Lo sai, è da giorni che rimugino sul fatto che probabilmente Naminé prova qualcosa di speciale per te.”
“Oh suvvia Riku, non dire sciocchezze. Noi Nessuno non abbiamo il cuore per provare sentimenti.”
“In realtà mi domandavo se foste in grado di svilupparne uno solo nell’istante in cui vi accorgete di stare provando una qualsivoglia emozione.”
“No, impossibile. Sono le emozioni stesse a nascere da un cuore, e non il contrario.”
“Resta comunque il fatto che ti è davvero grata per ciò che hai fatto per lei.”
“Beh, di questo ne sono felice.”

 
Avevo promesso che l’avrei protetta per sempre, ma dubito che riuscirò a tener fede alla parola data.
Sforzandomi di resistere al dolore che avverto provenire dalla mia ferita, mi alzo dal divano badando a non svegliare Naminé. Per un momento barcollo un po’ e la testa comincia a girarmi vorticosamente, ma per fortuna ho ancora la forza per reggermi in piedi.
Apro un Corridoio Oscuro e rivolgo per un’ultima volta lo sguardo verso una delle tante persone che non rivedrò mai più.
O perlomeno, non in questa vita.
Xxx… Farewell… xxX
 
Side: Naminé
 
Improvvisamente percepisco un lieve tremolio nell’aria che mi spinge ad aprire lentamente gli occhi, giusto in tempo per accorgermi che accanto a me non c’è più nessuno.
-Axel!- Lo chiamo, prima che possa entrare in un Corridoio Oscuro. –Axel non andare, ti scongiuro! E’ troppo pericoloso per te allontanarti da questa casa!-
-Naminé, io non posso rimanere qui.-
-Perché no?!-
-Devo assicurarmi che Sora stia bene. Ho seriamente paura che l’Organizzazione sappia dove si trova e che intenda sbarazzarsene.-
Scuoto furiosamente la testa. –Sora è in grado di cavarsela!- Comincio a singhiozzare.
-Naminé…- Axel mi afferra per un braccio, si inginocchia e poi mi tira a sé.
Mi abbraccia come mai nessuno aveva fatto prima di allora, stringendomi a sé più forte che può con la mano libera che non sta premendo sulla sua ferita.
Lasciarlo andare significherebbe non rivederlo mai più. E come potrei perdere la persona che mi ha permesso di cambiare la mia stessa vita, dandomi una benché minima possibilità di sentirmi come tutte le altre ragazze, anche se solo per un breve periodo di tempo?
-Ti prego…- Lo imploro di nuovo, appoggiando la mia testa sul suo petto. -… resta qui.-
-Naminé, guarda in faccia la realtà: ormai io ho perso tutto. Non ho un posto a cui tornare, l’Organizzazione mi dà la caccia e i miei amici sono nei guai. E, come se non bastasse, dubito che mi resti molto da vivere.- Axel si rialza a fatica e mi guarda dritto negli occhi. -… perché dovrei rischiare di mettere in pericolo anche te?-
Abbasso lo sguardo senza replicare.
… Axel preferisce allontanarsi dall’unico posto in cui sarebbe al sicuro pur di non causarmi dei problemi…
-Ci rivedremo nella mia prossima vita, ok?-
Con queste parole e con un falso sorriso stampato in viso, Axel si lascia avvolgere dalle tenebre.
Io invece rimango di nuovo sola, nella fredda Stanza Bianca della Villa Stregata, circondata solo dai miei disegni e dai miei ricordi.
Afferro subito carta e matita ed incomincio a disegnare.
Nel disegno i protagonisti siamo io ed Axel seduti sulla Torre dell’Orologio a mangiare un gelato.
Le mie lacrime bagnano il piccolo schizzo poco dopo costringendomi a strappare il foglio, cosicché quel disegno rimane incompleto e rovinato per sempre.

Incompleto e rovinato proprio come me.

Nota d'autore
» Per chi non lo sapesse, ci tengo a precisare che lo spezzone di trama a cui mi sono ispirata per scrivere questa breve One-Shot (ed esplicitare tutto il mio amore per l'AkuNami ) è presente per davvero nel Manga e nella versione romanzata del gioco (e ciò spiega come mai Axel sia praticamente allo stremo delle forze quando combatte con Sora per l'ultima volta nel Mezzo e Mezzo). Io mi sono solo occupata di modificare leggermente la parte in cui il mio amato Soffio di Fiamme Danzanti va a trovare Naminé per l'ultima volta 
 
   
 
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