Tante cose non erano state dette, tante parole erano state soffocate in una morsa dolorosa e insistente, messe da parte, rimandate.

Merlin avrebbe voluto essere trattenuto, lì, sulle mura del castello, dopo aver annunciato la sua partenza senza ritorno e aver snocciolato qualche parola d’addio, nel profondo sofferente.

Arthur avrebbe voluto trattenerlo, lì, sulle mura del castello, dopo aver ascoltato quella veloce giustificazione alla sua partenza senza ritorno, con quelle distratte parole d’addio, portate via dal vento.

Ma era stato seguito, soccorso.

Ma l’aveva raggiunto, affiancato.

Merlin avrebbe voluto sentirsi dire che l’aveva fatto per lui, che non ce l’aveva fatta a lasciarlo andare, non così, non per sempre, non senza di lui.

Arthur avrebbe voluto dirgli che non ce l’aveva fatta, che, quando lo aveva visto allontanarsi, si era sentito morire, e l’avrebbe voluto trattenere.

Tanti sentimenti erano stati celati, tante sensazioni erano state ignorate: tante cose non erano state dette, nascoste.

Merlin avrebbe voluto dirglielo, mostrarsi a lui per ciò che era, esporsi e buttarsi, così da concedergli la possibilità di conoscerlo davvero, così da donargli tutto di sé, la sua vita, ora più che mai.

Arthur avrebbe voluto dirgli quanto ne era geloso, di quel Will, che sembrava condividere con lui qualcosa che non avrebbe mai compreso, insieme a una complicità che egli bramava, che necessitava come l’acqua, come l’aria, che solo lui voleva avere.

Ma aveva taciuto, si era pentito.

Ma non aveva parlato, troppo ferito.

Merlin avrebbe voluto gridare, gridare per il secondo di terrore che lo aveva avvolto nel vedere quel dardo sfrecciare verso l’altro, e poi gridare ancora, per Will, che aveva salvato lui, forse sapendo anche quello oltre ai suoi poteri, risparmiandogli un dolore ancora più grande, ma avrebbe voluto gridare forte e ricevere un abbraccio da lui, stretto e rassicurante, che andasse oltre ogni altra cosa, per quell’amico che aveva perso al posto suo.

Arthur avrebbe voluto scappare, scappare da quell’ansia che aveva sentito quando il pensiero che lui avesse usato la magia lo aveva attraversato, scappare dallo sguardo di lui quando Will era stato colpito al posto suo, quando era stato portato via e quando aveva smesso di soffrire, causando le sue lacrime, ma avrebbe voluto abbracciarlo forte, chiedergli perdono ancora e ancora, stringendolo e rassicurandolo, per colui che lui aveva perso a causa sua.

Ma si era trattenuto, impotente.

Ma aveva distolto lo sguardo, sofferente.

Tante cose non erano state dette, tanti sentimenti erano stati celati, e con il cuore attanagliato, tremendamente appesantito, erano rimasti in silenzio, tornando a Camelot come se niente di tutto questo fosse mai successo.