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Autore: danyazzurra    22/10/2014    8 recensioni
E' una storia di amore ma non solo...perchè l' ultimo anno di Lily e James è stato circondato anche dalla guerra...e la loro voglia di vivere felici... spero vi piaccia !!! leggete e recensite !!!
Genere: Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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James era seduto al buio.
La casa era immersa nel silenzio e Lily dormiva ormai da un bel pezzo.
Non era stato semplice per lei addormentarsi.
Per quanto cercasse di dire a tutti che non le importava, che aveva smesso ormai da tempo di credere a Piton, James sapeva che non era così.
Aveva visto per tutto il giorno i suoi occhi terrorizzati, la realtà era che lei credeva a Piton.
Sapeva da sempre che per quanto vigliacco, lui non le aveva mai mentito e che tutti i suoi avvertimenti si erano poi rivelati veritieri.
Ad iniziare dalla prima volta, quando le disse che volevano ucciderla, a quando le disse dei suoi genitori ed in effetti, poi, purtroppo morirono uccisi da quel maledetto di Voldemort.
Ogni volta che la coglieva a guardarla e a studiarla, Lily lo tranquillizzava, si passava una mano sulla pancia con fare protettivo e diceva che non avrebbe mai permesso che niente di male accadesse al suo piccolo.
Che lo avrebbe protetto a costo della vita e James non poteva che crederle, vedeva nei suoi occhi la stessa luce che si poteva vedere in una leonessa che protegge i suoi piccoli.
Lily non avrebbe mai permesso che accadesse niente al loro bambino, avrebbe reso gli avvertimenti di Piton vani.
Era una cosa che ripeteva sempre, così come ripeteva che lo odiava, che dopo tutto quello che aveva passato per colpa sua e dei suoi amici, aveva ancora il coraggio di avvicinarla.
Eppure James sapeva che non lo odiava, sapeva che il suo cuore sanguinava per la delusione.
Era stato un amico talmente importante per lei, un compagno di giochi e di scuola per tanto tempo che lui sapeva che non poteva odiarlo davvero.
Lily non sapeva odiare e lui l’ amava anche per questo.
Era pura, era come il suo nome.
E lui era rimasto tutta la sera con lei, tenendola tra le braccia, amandola, cercando di farla ridere e restando soddisfatto ogni volta che lei ripeteva: “ sei davvero stupido, James”.
Certo che era stupido, lo era sempre stato e la maggior parte delle volte lo era stato per lei.
Amava la sua risata, amava come le sue labbra si aprivano in un modo leggermente asimmetrico e amava come il suo suono fosse così coinvolgente da spingerlo a sorridere a sua volta.
E per lui non era mai stato difficile farla ridere, fare il buffone fino a quando lo sguardo di disapprovazione si trasformava in uno di rassegnazione.
Fino a quando scuotendo la testa non diceva: “ e pensare che ti ho anche sposato, Potter” che alle orecchie di James era comunque un complimento, perché la voce dolce con la quale lo diceva sembrava una dichiarazione d’ amore.
Perché anche lei sapeva che il suo modo di fare il buffone era per nascondere la loro paura.
Sapeva che era perché non sopportava di vedere i suoi occhi verdi pieni di terrore al pensiero che Piton potesse aver ragione.
Se lui non avesse fatto l’ idiota chi avrebbe cancellato le lacrime dai suoi occhi.
James non poteva sopportare di vederla piangere.
Ogni volta era un colpo al cuore per lui. Lily doveva solo ridere, lei doveva solo essere felice e lui se ne sarebbe sempre assicurato.
In fondo, quello che lei aveva sempre professato di odiare di lui, era una parte che invece amava, lei adorava la sua spensieratezza e la gioia che riusciva a trasmettere, amava essere contagiata da lui.
Il suo riuscire a farla ridere sempre, era quasi il suo modo per farle capire che lui c’ era e ci sarebbe sempre stato per lei.
Era una cosa che lo aveva sempre distinto da Piton, anche ai tempi in cui i due erano amici.
Piton l’ aveva sempre preoccupata e terrorizzata con le sue maniere, mentre James l’ aveva sempre rassicurata.
E non era anche questo l’ amore?
Assicurarti che la persona che ami sia felice, a volte, anche a discapito della propria felicità.
Ed infatti, adesso che lei era riuscita ad addormentarsi, lui si ritrovava sveglio e pieno di tutti quei pensieri che non aveva voluto trasmettere a lei.
Era seduto sul divano, al buio ed osservava i coni di luce prodotti dalla luna quando filtrava dalle nuvole.
Nonostante avesse finto con Lily, non poteva farlo con se stesso.
Era inutile fingere che gli fosse scivolato addosso, che non l’ avesse colpito.
In realtà, le parole di Piton erano stampate a chiare lettere nella sua mente: “ vuole uccidere il tuo bambino e non si farà problemi ad uccidere chiunque si metterà in mezzo”.
Si passò una mano tra i capelli nervosamente. Forse non gli avrebbe neanche creduto se poi, Piton non avesse puntato quegli occhi neri nei suoi e gli avesse detto: “ proteggila”.
Se c’ era una cosa di cui James era sempre stato sicuro era che Piton, a suo modo, amava Lily e, nonostante lui non avrebbe mai smesso di ringraziare Merlino perché Lily avesse scelto e amato lui, sapeva che se Piton si era abbassato a riconoscerlo come l’ unico che poteva proteggerla, voleva davvero dire qualcosa.
Significava che il pericolo era reale.
“ Mi sono svegliata e non c’ eri”.
La voce di Lily era soffice nella notte.
Era sempre stato uno dei suoi migliori pregi, lei era sensibile e intuitiva e soprattutto tra di loro vi era una grande empatia.
Riuscivano ad individuare ognuno l’ umore dell’ altro con un solo sguardo, con un solo sorriso, con solo il tono della voce.
Si voltò sorridendo a Lily, ma lei piegò la testa come se volesse rimproverarlo e dirgli che doveva smettere di fingere.
“ Dopo quanti minuti che hai capito che mi sono addormentata ti sei alzato?” lo provocò sedendosi accanto a lui.
James le circondò le spalle con un braccio attirandola a sé “ ti ho già detto che ti amo oggi?” le chiese baciandole le labbra.
Lily sentì un piccolo sorriso nascerle sulle labbra, ma lo fermò immediatamente.
“ Non provare a cambiare discorso, James” lo rimproverò “ sono troppo intelligente per lasciarmi sviare dai tuoi biechi trucchetti” aggiunse scherzosa e James scoppiò a ridere scuotendo la testa “ perché ho sposato una secchiona?” chiese fingendosi disperato.
Lily sbuffò allontanandosi da lui “ sei pentito, Potter?” lo provocò e lui si chinò su di lei, poggiando una mano sulla sua pancia e alzandole il viso “ mai” le disse e Lily vide i suoi occhi nocciola brillare.
“ Non mi pentirò mai” e lo disse con una dolcezza tale che a Lily sembrò di essere riportata indietro di anni.
Alle loro prime uscite, ai tempi di Hogwarts, alla semi spensieratezza di quei giorni.
Quando la guerra sembrava meno incombente e il pericolo, seppur in mezzo a loro, sembrava meno immediato.
“ Comunque” disse riportando la sua attenzione su James “ sei sveglio per quello che ha detto Severus?”
James fece una smorfia “ se non vuoi che oltre all’ insonnia si aggiunga la nausea non lo chiamare più così” le disse e Lily si morse il labbro.
A volte ricadeva nelle vecchie abitudini. Dimenticare del tutto che per anni lui era stato solo Severus, il suo grande amico, a volte le sembrava impossibile.
Invece, a volte, le sembrava semplice. Le bastava ricordare chi era diventato. Le bastava pensare che quando vedeva i suoi occhi, non gli sembrava più il ragazzino sofferente e timido della loro infanzia e allora capiva che Severus non esisteva più. Ormai esisteva solo Piton.
“ Lily?”
La voce di James la riscosse e riportò l’ attenzione su di lui.
“ Che ne dici, dato che siamo svegli, di scegliere il nome al frugoletto?” le chiese e Lily inarcò un sopracciglio “ alle quattro di notte?” domandò.
James le prese le gambe e se le pose sulle sue cominciando a massaggiarle i piedi “ mi sembra l’ orario ideale” scherzò e Lily scosse la testa rassegnata.
“ Allora, la mia prima proposta è Tartufo” scherzò e Lily alzò gli occhi al cielo “ Quella è la proposta di Sirius e digli che se lo può scordare” si arrabbiò.
James s’ interruppe dal farle il massaggio e fece una faccia scandalizzata “ eppure, Tartufo Potter, suonava bene”.
Cominciò a ridere, ma ad un’ occhiataccia di Lily si bloccò “ ok, ok, faccio il serio” disse e Lily lo guardò.
Il suo James.
Lui gettò la testa all’ indietro e poi la rialzò, l’ incertezza che brillava nei suoi occhi castani.
“ Ma dobbiamo proprio cercargli un nome? Non mi viene in mente niente” protestò e Lily sorrise “ perché vorresti davvero chiamarlo Tartufo fino ai suoi diciassette anni, quando si rivolgerà, giustamente aggiungerei, al tribunale magico per farsi cambiare nome?”
Vedendo che James stava per rispondere alzò un dito ammonitore.
“ Non sfidare troppo la fortuna, James” lo minacciò e James scoppiò a ridere “ sai, Lily, credo che il Malandrino che porti in grembo stia avendo una pessima influenza su di te” scherzò.
Lily si portò una mano sul ventre e spalancò gli occhi “ non sarà mai un Malandrino” disse con voce imperiosa.
“ Tutti quei guai, quegli scherzi, le lettere dal preside…non posso pensarci” aggiunse, poi vide l’ espressione dispiaciuta di James e continuò “ e comunque, potrebbe essere una femmina”.
James piegò la testa come a valutare la situazione e poi si abbassò fino a trovarsi la pancia di Lily davanti al volto.
“ Una scopa all’ anno se sei un maschietto” propose e Lily alzò gli occhi al cielo “ due bambole all’ anno se sei una femminuccia” rincarò e James la guardò quasi offeso “ ehy, così non vale” protestò.
“ Lui sente solo la tua voce”.
Lily rise “ questo è il vantaggio…lo svantaggio è che dovrò farlo uscire…” s’ interruppe per guardarlo “ vuoi fare a cambio?” propose e James scosse la testa in maniera decisa.
“ Ahi” disse soltanto con una smorfia.
“ Appunto. Ahi” ripeté Lily “ quindi smetti di dire cavolate e pensiamo al nome” gli disse.
“ Ok” assentì James “ inizio io” disse Lily eccitata e cominciò ad elencare.
“ Joseph”
James scosse la testa.
“ Edward…”
“ Edward?” James ripeté il nome con una smorfia.
“ Albert”
“ Ma vuoi che lo prendano in giro anche i muri? Albert Potter”
Lily si arrabbiò “ allora proponi te, grande genio” gli disse.
James le prese la mano e la baciò. I suoi occhi si fecero seri e Lily capì che stava per dirle qualcosa d’ importante.
Aspettò in silenzio che lui si decidesse, poi i suoi occhi castani si fermarono in quelli verdi di lei.
“ Harry Potter” disse soltanto e Lily aprì le labbra.
Harry, proprio come suo padre.
Gli occhi le si riempirono di lacrime e li alzò per impedire loro di scendere.
“ Non posso” disse con voce rotta “ tuo padre…”
“ Mio padre ne sarebbe felice, Charlus non gli è mai piaciuto e poi un Charlus  Potter c’ è già stato, mentre non c’ è mai stato un Harry Potter” le disse.
Vide Lily ancora ferma e immobile e le strinse la mano “ oltretutto tuo padre ti ha salvato, è il padre che ognuno vorrebbe essere…” prese un respiro “ sacrificarsi per amore della propria famiglia, è quello che farei anche io” aggiunse.
Lily sentì il cuore stringersi al pensiero del suo papà e di come l’ avesse salvata da Voldemort.
“ Harry James Potter” disse Lily in un sussurro e James sentì le labbra aprirsi in un sussurro “ mi piace” disse e si gettò letteralmente tra le braccia di James che non si fece pregare baciandola.
“ Se sarà una femmina però sarà Dorea…”
“ Lily” la interruppe James con la fronte corrugata al pensiero di sua madre, ma Lily gli pose un dito sopra alle labbra.
“ Dorea Julie Potter” gli disse e James la strinse ancora più forte.
Le passò le dita sopra il viso, lo zigomo, il naso e infine le labbra, indugiando ancora di più su queste e perdendosi nei suoi occhi verdi.
Non riusciva a immaginare di vivere senza. Non poteva sopravvivere.
“ Vi proteggerò” le sussurrò e Lily baciò il suo dito “ lo so” disse soltanto e dopo lasciarono solo spazio all’ amore.
***
Vigliacco!
A volte Peter si chiedeva se non stesse per caso impazzendo.
Nascosto dentro il suo appartamento, raggomitolato su se stesso, teso ad ogni piccolo rumore.
Non poteva permettersi di muovere neanche un muscolo.
Avrebbe finto di non essere in casa, visto che chiunque fosse andato da lui avrebbe preteso qualcosa.
L’ ordine voleva aiuto nella sconfitta di Lord Voldemort ed i Mangiamorte volevano aiuto nell’ accontentare il Signore Oscuro.
E lui come poteva fare?
Lui era solo un ragazzo di vent’ anni e tutti pretendevano che lui sapesse cosa fare.
Che avesse la sicurezza di Sirius, o la furbizia di Piton e invece lui era solo…era solo Peter.
Si mise le mani tra i capelli sollevandosi ciocche e grattandosi la testa.
Forse poteva fuggire. Tutto questo lo stava facendo impazzire.
Piton che si presentava a casa di Lily e James e che li avvertiva che c’ era una talpa nel gruppo.
Una talpa?
Non era neanche un’ allusione troppo nascosta.
No, no, doveva essere impazzito. Tese le mani davanti a sé e se le torturò torcendole e scuotendole.
Piton doveva sapere se lui fosse stato trovato, il signore Oscuro avrebbe perso la sua spia.
E il Signore Oscuro non perdona, forse lo avrebbe maledetto.
Anzi, sarebbe stato lui a dirglielo.
Si alzò in piedi e cominciò a muoversi come un leone in gabbia. Sì, avrebbe fatto così.
Lo avrebbe denunciato al Signore Oscuro, così Piton avrebbe capito che con lui non si scherza.
Si chiuse una mano con l’ altra. Ancora tremavano.
Quando quegli occhi neri si erano concentrati sui suoi, quando aveva pronunciato la parola talpa, era riuscito solo a pensare che sarebbe morto.
Era riuscito a vedere davanti a sé gli occhi di James, di Sirius, di Remus, in un misto di delusione e disgusto.
Ma nessuno lo capiva?
Tutti giudicavano, da ogni lato giudicavano.
Doveva essere pronto per tutti, ma non era pronto per nessuno.
Lui era solo Peter e tutti pretendevano troppo da lui.
Avrebbe voluto che i suoi genitori fossero ancora qui con lui. In fondo, a volte, anche da adulti si ha bisogno dei propri genitori.
Di un consiglio, di un aiuto.
Lui non voleva, si passò di nuovo le mani tra i capelli e questa volta si graffiò il viso con le unghie.
Sono cattivo? No, non lo era.
La sua non era cattiveria, era paura.
Non si dice di no al Signore Oscuro. E se fosse stato rapito Sirius quel giorno? O Remus?
Sicuramente anche loro avrebbero ceduto.
Lui non voleva morire e quello che gli facevano…
Chiunque avrebbe ceduto, passare le informazioni era stato il prezzo per la libertà, per non soffrire più.
Le torture dei Mangiamorte, loro non avevano idea, altrimenti anche loro avrebbero ceduto.
Il bussare alla porta lo fece sobbalzare.
Non ci sono. Non ci sono.
Il bussare si ripeté di nuovo e Peter guardò la porta. Lo sguardo quasi soddisfatto e le mani racchiuse ancora l’ una dentro l’ altra.
Bussa. Bussa, tanto non apro.
La sua voce interna era così soddisfatta. Nessuno poteva sapere che era in casa.
Nessuno poteva trovarlo.
No, no, nessuno, lui poteva nascondersi pensò con un sorriso quasi malato e poi si trasformò in un topolino prima di correre verso il divano e posizionarsi sotto di esso.

COMMENTO: OK, LO SO CHE SONO IN RITARDO, MA QUESTA STORIA HA APPENA COMPIUTO TRE ANNI ( NEL MESE DI SETTEMBRE ) E QUINDI MI SONO APPLICATA TANTISSIMO PER AGGIORNARLA, perché I MIEI LILY E JAMES MI MANCAVANO TANTO E SO CHE MANCAVANO ANCHE A VOI ( GRAZIE A CHI MI CHIEDE SEMPRE…VI AMO!!)  ALLORA IL NOSTRO PETER STA UN PO’ SCLERANDO, MA MI SONO IMMAGINATA CHE I CONTINUI DOPPI GIOCHI LO STIANO FACENDO UN PO’ IMPAZZIRE…MA NON SARA’ SEMPRE COSì,  DICIAMO CHE DAVANTI AGLI ALTRI RIUSCIRA’ AD APPARIRE NORMALE …ALTRIMENTI CHI LO AVREBBE FATTO CUSTODE SEGRETO? :P LILY E JAMES SPERO CHE VI PIACCIANO…FATEMI SAPERE MI RACCOMANDO!! RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO OVVERO: CESCAPADFOOT / SHIORI LILY CHIARA / DANDELION 10 /  ARYELLE / LETTRICE APPASSIONATA / LILYLUNA97 E MIKYMUSIC !! GRAZIE DI CUORE A TUTTE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE!! UN BACIONE!!
   
 
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