Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Ladradilucciole    22/10/2014    10 recensioni
Elsa (la voce narrante) si trova in una nuova scuola, dove fa conoscenza con niente poco di meno di Jack. Il ragazzo sembra essere l'unico che riesce a capirla, e presto tra di loro nasce un forte legame. Ma sarà solo amicizia?
Unico appunto: so che il titolo può sembrare banale, ma ha un suo perchè, quindi leggete e scoprite ;)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Tiro un calcio ad un sassolino in mezzo al vialetto. L'ennesima cosa fastidiosa di oggi: nuova città, nuova scuola, nuova classe, sempre la stessa storia. Vorrei poter dire nuovi amici, ma io non ho amici. Sempre pronta a trasferirmi, la valigia ancora intatta: so che non rimarremo a lungo, ma Anna è felice, quindi è meglio cercare di stamparmi un bel sorriso sulla faccia e fingere che tutto vada bene. Come al solito.
La musica fluisce dagli auricolari  alla mia mente, mentre canticchio con le mani infilate nelle tasche dei jeans bianchi. Non m'importa se gli altri mi sentono, mamma dice che ho una bella voce, quindi nessuno dovrebbe avere niente da obbiettare.
-Let it go, let it go, turn my back and...-
-Che ascolti?-
Alla mia destra, un ragazzo afferra una cuffia e se la infila nell'orecchio; con la coda dell'occhio lo studio: magro, slanciato, ha dei capelli chiarissimi ed è avvolto in una maxi felpa blu. Sto per rispondergli di farsi i fatti suoi e di lasciarmi in pace, quando riprende a parlare.
-Uh, Demi Lovato. Non male- mi sorride voltandosi. Devo ammettere che ha un bel sorriso -A proposito, io sono Jack-
-Elsa- rispondo riappropiandomi dell'auricolare. Magari se continuo ad ascoltare la musica se ne andrà.
-Sei nuova?-
-Sono appena arrivata con mia sorella- sibilo laconica.
-Mmm, interessante, in che classe sei?- un'altra domanda.
Stacco l' iPod, tanto è inutile ascoltare la musica ormai. Siamo davanti all'entrata della scuola.
-Quinta B-
"Ti prego dimmi che non sei nella B, ti prego dimmi che non sei nella B, ti prego..."
-Ah, anche io- altro sorriso. Dannazione.
Si gira improvvisamente e mi fissa.
-Ma non hai freddo?- in effetti, nonostante sia dicembre, ho solo un pullover smanicato color fiordaliso. Apro la bocca ma subito mi interrompe -Aspetta, fammi indovinare: "The cold never bothered me anyway"-
Scoppia in una fragorosa risata; anche la sua risata è bella, è una di quelle spontanee, sincere, che ti vengono dalla pancia.
Mi sorprendo a ridere anch'io. Era da tanto che non ridevo, quasi non mi ricordavo più che suono avesse.
-Una roba simile- sorrido. Cavolo, allora mi ricordo ancora come si fa -Anche tu sei nuovo?-
-No, io sono un veterano ormai- gonfia il petto in segno d'orgoglio -Ma ti ho vista tutta sola e...bhe nessuno dovrebbe stare solo il primo giorno di scuola-
Capto solo il "nessuno dovrebbe stare solo" e chino la testa.
-Ad alcune persone piace stare sole- mormoro.
-Non è vero. Fingono che sia così. Ma nessuno vorrebbe stare da solo.- ha assunto un tono stranamente serio -Dai muoviti, compagna di banco-
Mi prende per mano e inizia a correre per i corridoi. Rabbrividisco al contatto, ma cerco di non farglielo notare.
Entriamo in una classe dalle pareti di un giallo sbiadito e mi spinge fino all'ultimo banco dove mi fa accomodare, per poi sedersi di fianco a me.
Inizio a giocherellare nervosamente con la treccia. Odio i silenzi imbarazzanti.
-Comunque- scosta improvvisamente la mano dalla mia; non mi ero accorta che fossero ancora unite -Hai una bella voce-
-Grazie- è tutto quello che riesco a dire. Non sono mai stata brava con le persone, di solito siamo io, la musica e i libri. Nessun altro.
Una donna grassoccia entra in classe e inizia a fare l'appello
-Frost?- Jack alza la mano. Quindi è questo il suo cognome.
-Hai un nome...ghiacciato- azzardo.
Fa una piccola risata. Anche se la mia battuta non era delle migliori, sento che non è forzata, è spontanea, come quella di prima.
-Frozen?- ora è il mio turno di alzare la mano.
-A proposito di cognomi ghiacciati...- scherza. Faccio un altro sorriso; mi stupisco di me stessa: due sorrisi in meno di un'ora, e siamo appena a inizio giornata.
La lezione è pesante, ma stranamente il tempo passa in fretta: sono riuscita a prendere un numero decente di appunti, e ho sorpreso un paio di volte il biondino mentre mi fissava. Meglio che non si faccia strane idee, tanto tra un mese al massimo sarò già in un'altra scuola.
Mi volto e vedo che sta disegnando qualcosa sul banco, sembra...un pupazzo di neve. Ha un tratto molto preciso, e lo vedo sfumare la grafite con le dita per dare profondità al tutto.
-è molto bello- sussurro continuando a guardare il banco.
-Vuoi dire questo?- sembra imbarazzato -Ah, bhe, grazie.-
Allunga una mano verso il mio volto, sto per scansarmi quando mi accorgo che in realtà mi vuole solo togliere un filo fucsia dai capelli. Credo che venga dal maglione di Anna.
-Come vuoi chiamarlo?-
Devo essermi persa una parte del discorso -Come?-
-Il pupazzo, come lo vuoi chiamare?- ripete sorridendo. Sì, ha decisamente un bel sorriso.
Guardo in alto, come se mi potesse arrivare l'ispirazione dal cielo. Poi gli rubo la matita e inizio a scarabocchiare vicino al suo disegno
Ciao, sono Olaf e amo i caldi abbracci
-Carino- commenta continuando a sorridere.
-Sono tinti?- questa volta è lui a non capire, tanto che mi guarda perplesso
-I capelli- spiego.
-Ah- si passa una mano fra quei fili argentati-In realtà no, mia zia dice che ci sono nato così. Però sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di tingerli di castano, visto che tutti credono che questo non sia il mio vero colore-
Zia. Che significa? Non sarà mica rimasto orfano...forse...no, meglio non chiederglielo, ci conosciamo appena.
-No, li trovo...belli- nel momento stesso in cui pronuncio questa frase, sento le guance infiammarsi, e noto che anche lui sta arrossendo.
è entrato un altro insegnante. Distolgo lo sguardo e mi metto a fissare il libro.
Passiamo tutta la mattina a chiacchierare e a scriverci sul banco. Credo di aver riso di più in sei ore che in tutta la mia vita: per lui ogni occasione è buona per scherzare, senza mai essere infantile; è come se vedesse la mia tristezza e cercasse in tutti i modi di farmela dimenticare.
-Dunque- dice mentre risistema il quaderno nello zaino per poi issarselo in spalla -Starai qui fino alla fine dell'anno?-
-No- sussurro -I miei viaggiano molto per lavoro. A fine mese mi trasferisco di nuovo-
Vedo il suo sguardo incupirsi per un attimo, ma poi ritorna radioso -Ah okay, perchè ho una sorpresa per te-
Sgrano gli occhi -Che?!-
-Però dovrai aspettare il giorno della tua partenza- decimilionesimo sorriso della giornata. Mi chiedo come faccia a venirgli così facile sorridere.
Sto per chiedergli di spiegarsi meglio, quando esce dall'aula e si avvia a passo svelto lungo il corridoio. Tento di seguirlo, ma lo zaino mi intralcia e lui cammina troppo veloce; al cancello lo vedo che si volta per urlarmi
-A domani- e poi sparisce girando dalla parte opposta rispetto alla strada che devo fare per tornare a casa.
-A domani- sussurro.
 
E' venerdì e ancora non mi vuole dire niente riguardo alla sorpresa. Questa attesa mi sta uccidendo. Abbiamo passato tutta la settimana a parlare e conoscerci meglio, ieri l'ho persino invitato a casa a fare i compiti. Anna per poco non sveniva quando ha visto entrare Jack,e ora crede che sia il mio ragazzo. Le sorelle minori sono impossibili.
-Ti prego, solo un piccolo indizio- lo imploro di nuovo
-No, quando sarà il 22 dicembre vedrai-
Il 22 è l'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale. E il mio ultimo giorno in questa scuola. Abbasso lo sguardo al solo pensiero.
-Non hai proprio intenzione di metterti un giubbotto, vero miss Manichedicartavelina?- ride.
Mi guardo la maglietta: è a maniche lunghe, ma queste sono di un tessuto azzurro semi-trasparente; eppure non ho freddo, anzi, mi piace sentire l'aria sulla pelle.
-E tu non hai intenzione di cambiarti quella felpa?- replico. è da cinque giorni che ha addosso sempre la solita felpa blu a decori bianchi.
-In realtà l'ho già cambiata tre volte: ne ho cinque uguali nell'armadio- sorride -Sono le mie preferite-
Mi metto a ridere. Ormai sono diventata brava a farlo.
Le ore passano velocemente come al solito e ci ritroviamo a preparare lo zaino prima che suoni l'ultima campanella.
-Domani vieni da me a fare i compiti?- mi domanda
-Certo. Dove abiti?- infilo l'astuccio nella cartella
-Nella strada qua dietro, via Snowflake 17-
Non ho idea di dove sia, ma 'sta sera guarderò su Google Maps. Come al solito, si avvia verso il corridoio lasciandomi indietro.
-Jack?- mormoro. Lo vedo voltarsi -Noi siamo...amici?-
è una delle frasi più difficili da dire. Però voglio sapere, voglio sapere se anche lui mi considera un'amica, se non mi sono solo illusa.
-Certo- alza il pollice per poi andarsene. Questo sorriso mi è sembrato più bello degli altri, era più luminoso, più ampio, più...strano, tanto che mi sento qualcosa di caldo dentro, qualcosa che non riesco a spiegare.
 
Ventidue dicembre. Oggi è il mio ultimo giorno. Non voglio andarmene, non ora: questo mese è stato il più felice che io abbia mai vissuto, da quanto mi ricordi; io e Jack ormai passiamo tutti i pomeriggi l'uno a casa dell'altra e viceversa, siamo pure andati a fare un giro in paese un paio di volte. è bello stare con lui, non devo fingere di essere qualcun'altro, posso essere semplicemente me stessa, senza la paura di non venire accettata.
La settimana scorsa mi ha detto che sono la sua migliore amica. Non ho mai avuto amici, figuriamoci migliori amici, ma è una sensazione bellissima: raccontarsi tutto, ridere per cose che solo noi sappiamo, stare svegli fino a tardi a messaggiare...
Mamma dice che ci conosciamo da troppo poco per essere già allo stadio "migliori amici", ma si sbaglia: lui è l'unica persona che riesca a capirmi, uno dei pochi (se non proprio l'unico) che in diociotto anni è riuscito a farmi ridere.
-Eilà!- mi prende scherzosamente a braccetto. Ormai il contatto fisico non mi spaventa più.
-Allora, la tua misteriosa sorpresa?- non ce la faccio più, DEVO sapere.
-No no, devi aspettare ancora un pochettino. Alla fine della giornata avrai la tua sorpresa.-
Oggi stranamente le ore sembrano non passare mai; anche se stiamo tutto il tempo a ridere e scribacchiare sul banco, non riesco a pensare ad altro che all'ultima campanella.
Finalmente l'ultimo trillo. Sto per uscire quando mi afferra per un braccio
-Aspetta- tira fuori dallo zaino una scatolina argentata -Per te-
Me la porge e io la apro con quanta più cura possibile: dentro c'è una collanina con un ciondolo a forma di fiocco di neve; in fondo alla scatoletta c'è un bigliettino
The cold never bothered me anyway.
-è bellissima- riesco solo a mormorare. Con un gesto mi intima di girarmi e me la lega al collo -Anche io ho qualcosa per te, come regalo di Natale- spiego
Frugo nello zaino e ne estraggo un pacchettino bianco a pois blu.
Lo prende e lo straccia lentamente per poi sollevare davanti al suo volto una felpa indaco con su il disegno di uno strano bastone ricurvo
-L'ho trovata ad una fiera del fumetto: si dice che quel bastone appartenga allo spirito dell'inverno, e pensavo potesse piacerti. Così almeno avrai un'altra felpa da aggiungere alla collezione delle preferite- sorrido
-è...è davvero fantastica-
La appoggia sul banco per poi sfilarsi quella che sta indossando; sotto ha una semplice maglietta grigia, che mette in risalto il fisico asciutto. Piega alla meglio quella blu e la stipa nella cartella, indossando poi la mia. Devo dire che gli calza a pennello.
-Però io ho altre due sorprese per te- riprende
-Addirittura?- rido
Mi prende una mano e mi trascina fino alla cartina sistemata vicino alla porta
-Questa è la prima- indica un punto all'interno della Croazia. Mi sposto leggermente per individuare il nome della città
-Jelsa- scandisco la parola, diventando improvvisamente paonazza -è buffo, no? Cioè...-
Ci voltiamo contemporaneamente e i nostri nasi si sfiorano
-E questa è la seconda-la sua voce è ridotta a un sussurro. Si sporge verso di me e poggia le labbra sulle mie. è un bacio leggero, che sa di neve e di grafite. Spalanco gli occhi, colta di sorpresa, ma poi lentamente li richiudo: è una sensazione stupenda.
Allontana il volto dal mio e si dilegua sorridendomi.
Non riesco a evitare di sorridere a mia volta: ecco che cosa era quel caldo.
 
Sono in macchina e guardo fuori dal finestrino; le cuffie sono al loro posto, ficcate nelle orecchie con il volume al massimo, mentre stringo in mano il cellulare. Improvvisamente mi accorgo che sto ancora sorridendo, ma non m'importa: non posso, non VOGLIO tenermi dentro tutta questa felicità.
Sento il telefono che vibra.
Jack: “Scusa per prima, spero che questo non rovini la nostra amicizia.”
Digito velocemente la risposta sulla tastiera qwerty
“Perché dovresti scusarti per avermi regalato un ricordo felice?”                                  
Sono tentata di aggiungere un cuore alla fine del messaggio, ma forse è meglio evitare.
Invio.
Non ho mai sentito il mio cuore battere così forte; i secondi mi sembrano ore mentre aspetto la sua risposta. Finalmente il cellulare vibra di nuovo
Jack: “Davvero? Non sei arrabbiata?”
“No :)”
Invio. Mi permetto la faccina, per lo meno per rassicurarlo.
Jack: “Ehm...posso dirti una cosa?”
“Tutto quello che vuoi.”
Invio.
Stavolta ci mette un po' prima di rispondere, e inizio a pensare di aver scritto qualcosa di sbagliato.
Jack: “Tu mi piaci Elsa, dal primo momento che ti ho vista. So che forse starai pensando che sono un coniglio a dirtelo attraverso uno schermo invece che di persona, ma così è molto più facile. Mi piaci. Punto.”
Gli piaccio. Io, quella sempre sulle sue, quella che non ha mai avuto un vero amico. Io gli piaccio.
“Anche tu. E non sei affatto un coniglio,per me sei sempre il più coraggioso,sappilo <3”
Invio.
Premo il tasto prima di avere ripensamenti. Voglio che veda quel cuore, voglio che sappia che lui per me è importante.
Jack: “Quindi ora...stiamo insieme?”
“Tu vuoi?”
Invio.
Jack: “Più di ogni altra cosa”
“Allora ti sei risposto da solo <3”
Invio. Altro cuore. Senza mi sembra che il messaggio sia incompleto.
Jack: “Buon viaggio principessa <3”
ultimo accesso oggi alle 15:38
Mi appoggio al vetro e mi concentro sulla musica, tamburellando le dita a ritmo e canticchiando sommessamente
-...The cold never bothered me anyway-
 
 
NOTE DELL'AUTRICE:
Allora, questa è la prima one shot che scrivo, quindi vi prego di essere clementi :)
Come si può capire, Jelsa è la mia ship preferita e ho cercato di renderle omaggio come meglio potevo, spero di esserci riuscita bene xD
Ed ecco il perchè del titolo, visto che il motivo non era poi così banale? v.v
Ho voluto fare una specie di frase simbolica stile "Colpa delle stelle" della serie
-Forse "The cold never bothered me anyway" potrebbe essere il nostro "Sempre"- xD
Bhe tutto qua, ricordatevi di recensire, perchè è grazie alle recensioni ed alle critiche costruttive che riesco a migliorare.
Un bacio (sopratutto alla mia amata Falltopieces <3)
Ladradilucciole
 
   
 
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