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Autore: JeanGenie    17/10/2008    4 recensioni
C'è chi pensa che l'unico posto adatto al Joker sia una cella imbottita in fondo all'Arkham Asylum. La dottoressa Harleen Quinzel non è della stessa opinione.
Rigorosamente ispirata al Nolan-verse. Prima pubblicazione: 15 Agosto 2008.
(ON LINE L'ULTIMO CAPITOLO E L'EPILOGO)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier, Quasi tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Prologo
"Ronda notturna"

 

Don't let the dark into me
We killed the angels that warned us of you
Don't let the dark into me
We raised the tower of Babel for you
Don't let the dark into me
We let the children build temples for you
Don't let the dark into me
Don't let the vengeance of Heaven be you

(Gary Numan, Dark)

Notte di bonaccia e foschia caliginosa al porto di Gotham City.
La sirena antinebbia risuona per avvisare i traghetti di fare attenzione e chi si fosse attardato in strada di stare in guardia sulla via di casa.
L'apparente calma non inganna nessuno. Ciascuno dei cittadini di Gotham è a conoscenza del fatto che l'ala scura che proteggeva la città come una coperta è calata a soffocarla. L'eroe e l'assassino indossano la stessa maschera.

Notte di quiete insolita a Gotham City.
Non ci sono spari né auto della polizia in corsa sulle strade. Perfino il crimine sembra avere scelto una certa forma di rispetto in quella giornata che sta finendo, quella delle esequie di Harvey Dent, di una maschera di cera ricomposta su un volto devastato, su un'immagine di eroismo che copre una fine ingloriosa.
James Gordon ha gli occhi fissi sullo schermo televisivo, ma non vede davvero le immagini di quel pomeriggio al cimitero monumentale. Non riconosce come autentiche le lacrime versate dai cittadini di Gotham e si sente in colpa per questo. Lui è l'unico custode della grande menzogna. Lui e l'altro, il giustiziere in nero che da quel giorno dovrà nascondersi e piegarsi all'infamia della calunnia.
James Gordon pensa che quella città la menzogna ce l'ha nel sangue. Quella città poggia su fondamenta putride. E c'è ben poco che lui possa fare per il momento, tranne dare un'occhiata ai suoi figli e andarsene a dormire.

Notte di aria acre e stagnante a Gotham City.
Pino Maroni, per la prima volta da mesi, si addormenta con il sorriso sulle labbra. La scheggia impazzita è in manette, in isolamento, in fondo all'Arkham Asylum, e l'arcinemico è diventato poco più di un pluriomicida con una taglia mostruosa sulla testa, dopo avergli fatto l'enorme favore di togliere di mezzo il sant'uomo Harvey Dent e papà.
E adesso c'è una città sventrata dalle esplosioni e dal panico da ricostruire e questo vuol dire dozzine di appalti da truccare e centinaia di mazzette da incassare.
Con l'ottimismo che gli è proprio, sa che le cose stanno finalmente tornando com'erano una volta, ai bei vecchi tempi. E lui sarà il primo a raccogliere i succulenti frutti di quella rinascita, una volta messo in chiaro con Umberto chi comanda adesso.
Per il momento deve solo aspettare che la puzza di bruciato ed esplosivi sparisca.

Notte di luci pallide e sperdute nella foschia a Gotham City.
Bruce Wayne le osserva dall'alto e l'impressione che appartengano a un altro mondo rende il senso di solitudine che lo schiaccia da giorni ancora più opprimente. Al sicuro fra le mura di cristallo del suo regno temporaneo, lascia fuori il buio notturno e le ombre.
La Torre dell'Orologio ha appena annunciato le due. Quella sera l'angelo protettore non spiegherà le ali. Non hanno bisogno di lui, al momento. E lo attendono, là fuori, per metterlo in catene. Perché è quello che lui ha voluto. Non importa se nessuno gli dirà mai grazie. Pensare come un criminale e continuare ad agire come un vigilante, questo deve imparare a fare al momento. Per questo ha bisogno di prendersi qualche giorno di vantaggio sulla polizia. Su Jim Gordon.
E c'è ancora quel sapore amaro in gola da ingoiare. Harvey Dent è stato sepolto accanto a Rachel.
Bruce Wayne vorrebbe avere una corazza in grado di parare anche quel tipo di colpo, ma quella nemmeno Fox sarebbe in grado di metterla insieme. E comunque Fox non c'è più.
Piano piano se ne vanno tutti.

Notte di frenesia sulla collina a un miglio dal centro di Gotham City.
Paulo Morales lavora ad Arkham da dieci anni. Eppure delle ore come quelle non le ha mai vissute.
Lui e Everton tirano giù dal furgone l'ultimo folle ad essere accolto tra quelle mura. Li hanno scelti perché sono i più alti, i più massicci, i più forti. E Everton ha le mani pesanti. Inoltre sei tiratori sono pronti con dosi di tranquillanti che stenderebbero un pachiderma. I loro occhi sbarrati lo mettono a disagio. Basterebbe che sbagliassero mira di mezzo centimetro per spedirlo a nanna al posto del criminale. Ma questo ha fortunatamente deciso di starsene buono.
Quel tizio deve avere qualche santo in cielo. Non lo spediranno a Blackgate ad aspettare il processo. O forse qualcuno spera che possano rimettere in sesto il suo cervello prima di arrivare in aula, in modo da potergli dare una trentina di ergastoli. Quelli comunque sono affari del dottor Arkham, della polizia e dei tribunali. Lui deve solo fare in modo che arrivi fino alla sua cella.
Docile docile, ingabbiato nella camicia di forza, il paziente muove la testa da una parte e dall'altra sorridendo. Sorride sempre, non c'è proprio modo di farlo smettere, "neanche con un pugno ben assestato nei reni" ha confermato Everton dopo avere fatto l'esperimento.
Paulo Morales stenta a riconoscere in quel viso deturpato ma innocuo il clown sadico di quei filmati raccapriccianti mandati in onda da… quale stazione era? Poco importa. Tolto il trucco non cambia l'essenza. L'uomo, il freak anzi, ha davanti a sé settimane di isolamento. E mentre riceve dal mostro un'occhiata indagatrice, Paulo Morales capisce che quella sarà una fortuna soprattutto per coloro che non avranno la possibilità di arrivargli a tiro.
In fretta, meglio fare in fretta. Chiuderlo dentro e dimenticarsi di lui. Dei massacri che ha compiuto con un folle ghigno color sangue dipinto sulla faccia. Perché nonostante la rabbia, la voglia di rivalsa e il desiderio bestiale di fargliela pagare, di fargli così male da costringerlo a supplicare pietà, di cancellare dalla sua risata ossessiva due o tre denti, Paulo Morales scopre di avere paura.

Solita notte incollata al monitor del portatile in quell'appartamento alla periferia di Gotham City.
Nel salotto della dottoressa Harleen Quinzel, le luci artificiali del computer e della TV muta fanno bruciare gli occhi della padrona di casa. Allora lei si sfila gli occhiali e cerca un po' di tregua riflettendo sull'ultimo capitolo.
Nonostante gli scaffali pieni di dvd che riempiono le sue serate di pausa con appassionanti storie d'amore e dozzine di melodrammi d'annata, quella sera è un nastro con servizi e reportage di cronaca nera a fare da sottofondo silenzioso al suo picchiettare sui tasti. Meno di trenta pagine alla parola fine.
I libri della dottoressa Harleen Quinzel vendono bene, nonostante i suoi colleghi storcano regolarmente il naso di fronte a quella che definiscono "psicologia da supermercato". Lei li lascia fare. Si tratta di pura e semplice invidia.
Contava sul suo ultimo lavoro, "Menti criminali e presunta sanità mentale" per metterli definitivamente a tacere. Ma Jonathan Crane, il suo ultimo capitolo, ha avuto la pessima idea di guarire completamente e a tempo di record. Ad ogni seduta, Harleen Quinzel loda i suoi progressi, si congratula con lui per il suo essersi perfettamente reintegrato nello schema sociale e gli chiede se abbia finalmente gettato quell'orrida maschera da spaventapasseri. E lui, mentendo, risponde sempre di sì.
Ma il dottor Arkham le ha detto chiaramente di non tornare, nei suoi incontri con Jonathan, al suo periodo di follia. Di non scavare ulteriormente. È deleterio, secondo lui. Teme una ricaduta, e di rimetterci la faccia. Ovvio che quest'ultima comunque sia solo una sua deduzione.
Inoltre Jonathan fa i capricci ad ogni suo tentativo di abbordare l'argomento. "Queste cose mi deprimono, Harley. Ho un'idea. La prossima seduta la facciamo a lume di candela. Che ne dici? Per ricordare insieme i bei tempi dell'università."
Lei solitamente finge di volerlo rimettere al suo posto, gli ripete che voler approcciare il proprio psichiatra è una cosa nociva, ma Jonathan è comunque molto carino e le piace da quando erano solo due matricole. Spalle un po' troppo strette, ma è un dettaglio al quale potrebbe anche evitare di badare il giorno in cui decidesse di fregarsene dell'etica e uscire davvero con lui. Prima che la scintilla della pazzia, quella che a lei interessa davvero, svanisca del tutto dai suoi occhioni immensi.
Harleen Quinzel si stiracchia e sente le ossa del collo scricchiolare. Occhioni immensi o no, Jonathan Crane non può più essere la ciliegina sulla torta del suo libro. E frugare Arkham da cima a fondo non servirà poi a molto. Nemmeno un giretto a Blackgate potrebbe tornarle utile, ormai. Dopo la faccenda dei traghetti minati, prevede che il carcere verrà svuotato. Oh, sono stati così bravi, così eticamente perfetti, i ragazzi, a non far saltare in aria un carico di onesti cittadini. Harleen Quinzel è pronta a giurare che l'opinione pubblica premerà per vederli in libertà.
Spegne il portatile senza salvare. Ha scritto solo due inutili pagine di frasi vuote. Si alza, accende la luce e osserva con una smorfia le begonie sul tavolo.
"La serata-film è confermata mercoledì alle otto da me. Baci baci. Pam."
Pam non sa mandare degli sms. Pam ignora l'uso delle e-mail. Comunicazione dopo comunicazione, Pamela Isley le sta riempiendo casa di verdura. Serata-film. L'emozionante diversivo settimanale.
Harleen Quinzel non vorrebbe certo che la vita fosse come nei romanzi d'amore che ingombrano la sua libreria. Si accontenterebbe solo di qualcosa che potesse spezzare la monotonia. Sbadiglia, poi si guarda intorno tentando di trovare la forza di andare in cucina e prepararsi una parvenza di cena. Le maschere finto-veneziane comprate da sua madre ad un'asta televisiva la fissano dalla parete con le orbite vuote e le labbra strette. Solo una su cinque accenna un sorriso. Sarà l'unica a salvarsi dalla pattumiera.
Harleen Quinzel ferma il videoregistratore guardando appena il clown che sillaba parole minacciose attaccato alla telecamera.
Il suo ultimo capitolo dovrà aspettare altre ventiquattro ore. Troverà una soluzione, in un modo o nell'altro. Dopo tutto, dopo il lavoro, la palestra e Pamela, non ha altre cose con cui impiegare il tempo che le resta.
Il problema di Harleen Quinzel in realtà è uno solo: Gotham City è noiosa da morire. In quella dannata città non succede mai niente.


Don't let the light shine on me
I am the poison that feeds life to you
Don't let the light shine on me
I am the demon that waits inside you
Don't let the light shine on me
I am the ghost that reminds death of you
Don't let the light shine on me
I am the darkness that crawls into you


(Gary Numan, Dark)

Note:


1) La Torre dell'Orologio di cui si parla nella parte su Bruce è al centro di Gotham e diventerà il quartier generale dell'Oracolo, ossia Barbara Gordon, la figlia del commissario, ex Batgirl che, dopo che il Joker le ha riservato uno dei suoi trattamenti (my sweetie *_*), si ritrova inchiodata a una sedia a rotelle e da quel giorno dirige le operazioni anziché combattere sul campo.
2) I figli di Salvatore Maroni si chiamano davvero Pino e Umberto. -_-'
3) Chiedo perdono per la stoccata sulla fisicità di Cillian Murphy ad eventuali fan, ma quell'uomo ha davvero le spalle più strette della storia. Del momento che lui nel film interpreta un Jonathan Crane/Spaventapasseri molto giovane e che la mia Harley ha finito l'internato da un po', mi piaceva l'idea di farne due ex compagni di studi, visto che fanno lo stesso mestiere. (Sui risultati e sulla loro psiche è meglio sorvolare).
4) Per la cronaca, Pamela Lillian Isley è la futura Poison Ivy.
Nei fumetti lei e Harley diventano amiche del cuore DOPO che entrambe si sono votate al crimine. In pieno stile Nolan ho scelto di fare risalire la loro amicizia a PRIMA. Presto darò delle imbeccate circa la situazione di Pamela. Il suo amante, un professore di botanica, chiaramente folle, la usa come cavia per i suoi esperimenti, rendendola velenosa e al tempo stesso immune ad ogni tipo di tossina (i suoi baci stendono letteralmente) oltre che in empatia con il mondo vegetale che le obbedisce. Alla domanda che assilla i fans da anni ossia 'Harley e Ivy sono solo amiche?' non rispondo. Resta il fatto che il Joker non ha in simpatia di Ivy e tenta di accopparla più volte.

   
 
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