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Autore: Miss Yuri    23/10/2014    2 recensioni
Dal testo:
" Death the Kid ricercava la perfezione, la simmetria in ogni cosa. Nel più piccolo dettaglio, nella posizione di una candela, nella disposizione dei mobili, doveva esserci un equilibrio costante. Bastava davvero poco per rovinarlo, Kid lo sapeva bene. La simmetria è come una fragile farfalla, così difficile da raggiungere, così facile da rovinare. Ma, se conquisti la sua fiducia pian piano, senza fretta, potrai ammirarla in tutta la sua bellezza. (...) "
Prima classificata al contest "5x5=?" Flash contest di IMmatura
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Black Star, Death the Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Only a touch
 

 
Solo chi ha necessità di un tocco delicato sa toccare con delicatezza. (Hermann Hesse)
 

Death the Kid ricercava la perfezione, la simmetria in ogni cosa. Nel più piccolo dettaglio, nella posizione di una candela, nella disposizione dei mobili, doveva esserci un equilibrio costante. Bastava davvero poco per rovinarlo, Kid lo sapeva bene. La simmetria è come una fragile farfalla, così difficile da raggiungere, così facile da rovinare. Ma, se conquisti la sua fiducia pian piano, senza fretta, potrai ammirarla in tutta la sua bellezza.
In ogni preciso gesto, in ogni calibrato tocco delle dita, Kid usava un’attenta delicatezza che sfiorava il maniacale, pur di raggiungere quell’ideale di simmetria, inseguito dacchè ne aveva memoria. Del resto, quando nella tua vita hai avuto solo la compagnia degli oggetti inanimati, era naturale dedicare loro così tanta attenzione, vero?
Kid era a conoscenza del vuoto che si celava nella sua anima, ma non credeva che fosse così profondo e freddo. Lui, così perspicace nel comprendere gli altri, non era in grado di fare altrettanto con sé stesso. Prima di Liz e Patty, non aveva avuto nessun amico, non una presenza buona a cui raccontare i suoi disagi, non una persona cara e disponibile, che lo distraesse dal suo continuo struggersi per le strisce bianche che, ogni mattina, era costretto a vedere nel riflesso dello specchio. Shinigami-sama passava la maggior parte della giornata nella Camera della Morte, come era giusto che un buon leader dovesse comportarsi. Kid non aveva mai rimproverato suo padre per quella mancanza. Eppure, almeno una volta, ricordava di essersi chiesto, con l’innocente rammarico di ogni bambino, se fosse voluta o meno la significativa assenza del suo unico genitore. A quel dubbio, Kid, non aveva mai avuto risposta.
Ora, invece, le cose stavano cominciando ad andare per il meglio. Villa Patibolo, da quando aveva incontrato Liz e Patty e si era iscritto alla Shibusen, non era più stata una casa silenziosa, troppo grande per una sola persona. Le scorribande dei suoi amici la riempivano di odori nuovi, di cibi comprati da un venditore lungo la strada o cucinati in casa con amorevole dedizione, di schiamazzi, di rumori insoliti che deliziavano le orecchie… ma fino un certo punto. Qualcuno aveva di nuovo inclinato quel dannatissimo quadro.
Un attacco di tic nervoso si impossessò del suo occhio destro.
« Bene. Chi è stato QUESTA volta? » Sibilò, voltandosi alla ricerca del colpevole. Dopo aver passato un intero pomeriggio a sistemare l’orrendo disordine che aveva sfigurato casa sua durante la festicciola – tuttora in corso – organizzata dalle sorelle Thompson, non poteva evitarsi di usare un simile, inquietante e sinistro, tono di voce.
Notando l’espressione stravolta e al limite della sopportazione di Kid, i presenti pensarono bene di filarsela finché erano in tempo.
Prevedibile come sempre, Black*Star fu l’unico a non avere una simile prontezza. Questa volta, neanche Tsubaki avrebbe potuto trarlo in salvo.
« Sei tu il responsabile, Black*Star? »
Il guerriero lo guardò, le mani tenute con disinvoltura dietro la nuca.
« Uhm… di cosa? » Chiese, ingenuamente.
Le nevrosi di Kid ebbero la meglio sul suo autocontrollo.
« Lo vedi questo quadro che tu hai deliberatamente toccato?! E’ spostato di tre millimetri verso il basso! Tre millimetri! » Sbraitò lo Shinigami, sopraggiungendo sul luogo del misfatto come un fulmine, una vena pulsante in fronte. « Vedi?! »
Black*Star strabuzzò gli occhi per lo scatto d’ira del moro, probabilmente non si aspettava una reazione del genere.
Nonostante l’evidente collera che lo animava, Kid rimediò comunque al danno. Le sue dita sottili, abili ed esperte, armeggiarono meticolose con la cornice e restituirono al quadro la perfetta inclinazione che aveva momentaneamente perduto. La tensione abbandonò finalmente il suo corpo.
« Ripetimelo ancora, Kid: perché sei così fissato con la simmetria? » Gli domandò Black*Star, con un’espressione di pura commiserazione.
Kid sbatté le palpebre una, due volte. Sorrise.
« Le cose a cui tengo desidero che siano perfette. »
Mai aveva pensato, Kid, che il vuoto dentro di lui potesse in qualche modo condizionarlo, addirittura accentuare le sue incontrollabili nevrosi. Dedicava così tanto affetto ad oggetti privi di anima, che mai si era soffermato a considerare quella abitudine come una muta richiesta di attenzioni. E un quadro, una candela, o un rotolo di carta igienica non avrebbero mai potuto colmare quel bisogno di comprensione e di affettuoso calore. Per fortuna, il tempo trascorso con i suoi nuovi amici, aveva saputo affievolirlo un poco, ma non del tutto.
Lo sguardo dello Shinigami venne catturato all’istante da uno dei ciuffi ribelli di Black*Star, che copriva prepotentemente la fronte dell’amico. Non riuscì a reprimere l’impulso di allungare la mano per riassettargli la capigliatura, ma Black*Star gliela fermò a mezz’aria.
« I miei capelli stanno bene così, grazie. » Disse Black*Star, con un mezzo sorriso.
Quel divieto, invece che infastidirlo, fece affiorare il riso sulla bocca di Kid. Il guerriero rise a sua volta, ma smise inaspettatamente presto. Lo vide inclinare la testa da un lato con uno sguardo concentrato, un atteggiamento che provocò al moro un senso di déjà vu .
Infine, Black*Star gli scostò leggermente una ciocca di capelli. Lo Shinigami lo guardò senza capire.
« Così, quando ti guarderai allo specchio, non saremo costretti a sentire le tue solite lagne. » Spiegò, dopo un’ultima occhiata alla frangia, ora uniforme grazie al suo piccolo ritocco.
Kid schiuse le labbra, sorpreso dal suo gesto. Un inaspettato calore lo prese dal petto, risalì fino alle guance, nel Grazie. che gli rivolse, senza rifletterci troppo. Un lieve sorriso nacque sulle sue labbra: per un secondo, il vuoto si era definitivamente dissipato.
 
 
Note 
Buon pomeriggio al fandom di Soul Eater!
Ormai ci ho preso gusto a scrivere su questi due, l'occasione per tornare a scrivere su questo fandom mi si è ripresentata con un'altro contest e non ho potuto resistere.
Non ho voluto far pronunciare la citazione ai personaggi, ma ho scelto di usarla come base per la storia, trovandola una scelta più consona.
Spero che i (pochi) fan di questa coppia abbiano gradito questo piccolo omaggio, chi invece ha aperto la pagina senza sapere cosa stava per leggere, beh, spero che abbiate apprezzato comunque. 
Baci!

Miss Yuri


 
  
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