Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: DanFulgor    24/10/2014    0 recensioni
Robert è un ragazzo appena 18enne, tormentato da un improvviso desiderio di scoprire le verità che il resto dell'umanità ignora. L'arrivo del suo nuovo insegnante neolaureato di scienze motorie cambierà radicalmente la sua vita e quella della sua migliore amica, Crystal. Venire a conoscenza di essere dei Custodi, antichi Esseri delle più alte gerarchie angeliche, incarnati in questo mondo per impedire l'Apocalisse guidata dall'Oscurità, getta sulle spalle di due liceali grandi responsabilità. Per compiere la loro missione è necessario che raggiungano la completa connessione con la propria essenza angelica, affinando giorno dopo giorno, battaglia dopo battaglia, i poteri donati loro da Dio stesso.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

Arriva il momento nella vita di ogni uomo in cui si è spinti a cercare delle risposte, a scoprire la verità. Chi sono? Da dove vengo? Esiste Dio? sono le grandi incognite dell'umanità. Ci sono individui per i quali tali quesiti divengono un tormento, un chiodo fisso e irremovibile nella propria mente; altri lo ignorano poichè non riescono a trovarvi risposta e altri ancora preferiscono vivere la propria vita immersi nelle questioni del mondo materiale, affidando la propria esistenza al caso.
Robert da circa due mesi precendenti all'inizio del suo ultimo anno scolastico, iniziò a far parte della prima categoria di uomini. Non fu un processo graduale, bensì qualcosa dentro di lui iniziò improvvisamente ad indurlo a cercare, a riflettere; era un istinto che non riusciva a controllare e più cercava di reprimerlo, più esso si intensificava. Le giornate diventarono cupe, tempestate di pensieri, inquiete e neanche il sonno gli fu risparmiato.
Era l'ultima sera di assoluta libertà prima dell'inizio della scuola. Fu una serata come le altre: cena, un bel film, chat e pensieri, ancora pensieri. Quella notte fu la più intensa da due mesi a quella parte.

Era immerso nell'oscurità, non riusciva a vedere niente se non il suo stesso corpo camminare nel vuoto. Ogni cognizione del tempo e dello spazio in quel luogo sembrava non esistere e a Robert parve d'esser perso per l'eternità. Sentiva quei pensieri echeggiare intorno a lui, in numero sempre maggiore. Più aumentavano, più sembravano corrotti dall'oscurità e quell'iniziale chi sono io? si trasformavaa in un non sei nulla, non vali niente, sei un essere inutile! e così con loro cresceva la disperazione, una morsa gelida che gli stringeva il petto, finchè non avvertì le lacrime solcargli il viso.
D'un tratto però, fu un leggero sussultò, ma lo sentì provenire dal cuore. Rivolse lo sguardo in avanti e in lui iniziò a tornare la speranza: era una luce bianca, calda, che lentamente si espandeva e più diventava ampia, più in quel  luogo caotico venivano a regnare la pace e l'armonia.
In quel chiarore si delineò una figura umana, la quale protese la grande mano di luce verso Robert, che percepì le calde dita poggiarsi sul suo petto, sempre più luminoso. Si sentì finalmente in pace dopo mesi di agonia, era sempre più leggero dai pesi che fino a quel momento avevano afflitto la sua mente.
"Ricorda..". Era una voce piena di amore, di serenità. Poi tutto finì. Robert non riuscì a stabilire per quanto tempo vide quella luce, l'unica certezza era che in quel momento si era sentito a casa e che ora, mentre fissava il soffitto della sua camera, illuminata dai fievoli chiarori dell'alba, ne aveva nostalgia.

Anticipò la sveglia di mezz'ora e rivolse subito l'attenzione verso la finestra di modeste dimensioni alla sua destra. Alzatosi, si diresse, un po' barcollando, verso di essa e rabbrividì nel poggiare le dita sulla sua superfice fredda. Le strade erano ancora quiete, se non per qualche macchina che di rado passava di lì.
Robert risiedeva in un appartamento di tre vani al centro della città, di fronte ad una piccola area verde, che verde non era più. La stagione fredda non aveva tardato ad arrivare e perciò sin dagli inizi di settembre, dopo un'estate altrettanto tormentata da temporali e addirittura grandinate, la temporetura di era ulteriolmente abbassata e gli alberi spogliati delle loro foglie. Sul mondo pareva imminente l'apocalisse: il clima disastroso e le catastrofi naturali portavano scompiglio sull'intero scenario globale.
Camminando in punta di piedi giunse in cucina, dove, quasi meccanicamente, scaldò nel microonde un bicchiere di latte. Seduto al tavolo da pranzo, posò su di esso un libretto, che poco prima aveva estratto dal cassetto del comodino, posto a sinistra del suo letto. Si soffermò quelche secondo nel leggere il titolo I Messaggeri di Dio e, sorseggiando il bicchiere di latte meravigliosamente caldo, sfogliò le prime pagine, saltando la prefazione, fino a giungere al primo capitolo.
"In ogni istante della tua vita gli angeli ti guidano. Essi sono ovunque, pronti a condurre l'uomo verso la salvezza, perchè essi sono i messaggeri di Dio.".
Tuttavia i suoi pensieri erano ancora rivolti a quel sogno e perciò troncò quella lettura sul nascere per l'ennesima volta. Ignorandone il motivo, trovava quel libro scadente già dalle prime frasi. Cosa avrebbe dovuto ricordare? Più Robert ci pensava, più le domande aumentavano e più si tormentava per le mancate risposte.

Arrivò a scuola dieci minuti in anticipo e trovò la classe fredda, priva del calore umano. Odiava il freddo e il sou corpo magro e fragile lo pativa partcilarmente. In quel mometo il suo unico desiderio era quello di trovarsi di fronte ad un camino, avvolto da una coperta di soffice lana e un attimo dopo quel sogno ad occhi aperti sembrò influenzare inspiegabilmente la realtà: a partire dalle mani sentì tutto il suo corpo riscaldarsì, dall'interno verso l'esterno, finchè tale sensazione non si diffuse anche intorno a lui, tanto da schiarire i vetri delle finestre, appannate per via del freddo. Robert non ebbe modo di rendersi conto realmente della situazione, che suonò la campanella della scuola e i passi, le voci e le risate degli alunni rovinarono quell'atmosfera di calma che aveva permesso al giovane di compiere il suo primo miracolo...
   
 
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