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Autore: Water_wolf    30/10/2014    2 recensioni
{ Quarta Classificata al contest "Fino alla Fine" indetto da SunlitDays sul forum di EFP }
Nancy Bobofit? La tipa rossa e antipatica del primo libro? E a chi importa di lei? A chi ha deciso di scrivere questa fic solo per lei e a voi, se veniste a conoscenza del suo segreto… forse.
Quando una bambina ha paura di dormire, spesso è perché crede che un mostro si nasconda nell’armadio. […] Il fatto è che i mostri negli armadi della maggior parte delle bambine sono solo ombre, mentre quello che si nascondeva nel guardaroba di Nancy era vero.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick: Water_wolf (sia EFP sia forum)
Titolo: Di caffè e mostri nell’armadio
Personaggio scelto: Nancy Bobofit
Pacchetto scelto: Il mio migliore amico va a comprarsi un abito da sposa; utilizzato solo il prompt.
Genere: Introspettivo, Sentimentale
Rating: Verde
Avvertimenti: What if…?
Conteggio parole: 790
Introduzione: Nancy Bobofit? La tipa rossa e antipatica del primo libro? E a chi importa di lei? A chi ha deciso di scrivere questa fic solo per lei e a voi, se veniste a conoscenza del suo segreto… forse.
Quando una bambina ha paura di dormire, spesso è perché crede che un mostro si nasconda nell’armadio. […] Il fatto è che i mostri negli armadi della maggior parte delle bambine sono solo ombre, mentre quello che si nascondeva nel guardaroba di Nancy era vero.
Note dell’Autore: Breve fic senza pretese dedicata interamente a Nancy Bobofit. Gea è stata sconfitta – perché, anche se non ho letto BOO né HOH, so che Rick Riordan la farà ritornare da dove è venuta – e lei ha un’esistenza del tutto normale. Nel mio headcanon, Nancy riesce a vedere oltre la Foschia e, sempre secondo il mio headcanon, lei non va alla Yancy Academy perché sia stupida/cleptomane/doveva rompere a Percy okay, forse questo sì, ma perché nasconde la sua “pazzia”. Conosciamo così poco di lei che non so se sia IC o OOC o lievemente OOC o cosa; spero di essermi attenuta il più possibile all’originale. James è un personaggio fittizio utile solo allo svolgersi della trama, così come gli altri due ragazzi citati. Di che fine ho trattato? Della fine del suo essere single e delle sue menzogne, perché – come vedrete nel finale – forse a qualcuno può dire tutto. Questo è quanto, enjoy! ♥

 
 
Di Caffè e Mostri nell'Armadio
 
 
Dalla tazza di caffè erano strabordate alcune gocce di liquido, che erano colate lungo i bordi, prima di  formare un anello marrone sul fondo del piattino. James non sembrava farci caso, ma Nancy si trattenne dallo storcere il naso alla vista di tanta sporcizia e non curanza.
Era il terzo ragazzo in due settimane che portava in quel bar italiano non troppo distante dall’università. Nessuno di loro aveva superato la Prova del Caffè.
Forse, rifletté Nancy, gli studenti della Columbia avevano un’avversione per la pulizia. Lei, invece, incominciava ad essere allergica a loro.
Si preparò il discorso strappalacrime da propinare a James appena rientrati alla Columbia. Se lo immaginava già ad insistere per accompagnarla fino al suo dormitorio e ad attendere per un dolce commento sul pomeriggio trascorso insieme. Patetico.
James allungò la mano per sfiorare la sua, tenuta sopra il ginocchio, e iniziò ad accarezzarle le nocche. Nancy lo lasciò fare, terminando il suo caffè.
«Che ne dici di fare un giro, ora che hai finito?» propose il ragazzo, sorridendole.
Era stato selezionato soprattutto per il suo aspetto fisico, atletico ma non eccessivamente muscoloso, e il suo sorriso, che metteva in mostra una schiera di denti perfetti. Poi, Nancy si era informata sui suoi voti e rendimento scolastico. Non un secchione, ma aveva punteggi abbastanza alti per non essere un completo idiota.
La ragazza gli sorrise di rimando. «Va bene» rispose, recuperando la borsa in pelle.
Si lasciò condurre fuori dal locale dalla sua mano, dopo che James ebbe pagato i due caffè – almeno, era educato, a differenza dell’Henry di inizio settimana.
«Da che parte andiamo?» chiese James.
Nancy scrollò le spalle. «È uguale» rispose. «Non ho nessuna preferenza.»
Il ragazzo le sorrise. «Facciamo a destra» disse, incamminandosi.
Il suo sguardo si soffermò sulla mano di Nancy, come se fosse indeciso se prenderla o meno. La rossa si trattenne dallo sbuffare per tanta mancanza d’iniziativa e gliela strinse, intrecciando le proprie dita con le sue. Si accorse che aveva il palmo sudaticcio e ricorse al tutto il suo autocontrollo per non fare una smorfia di disgusto.
Una folata di vento li investì, e Nancy si tirò su la sciarpa fino a sfiorare il naso.
«Dicono sarà un inverno particolarmente freddo» commentò James.
«Già.»
«Io…» Il giovane si interrompe di colpo e si fermò, strattonandole la mano.
Non la guardava, così Nancy seguì il suo sguardo. C’era quello che sembrava un gigante, nascosto per metà dietro un grattacielo.
Nancy rabbrividì. Adesso capiva perché faceva tanto freddo. Ignorando il mostro, sciolse l’intreccio di mani e diede un colpetto al braccio di James.
«Tutto okay?» domandò, compiacendosi di quanto il suo tono suonasse indifferente alla scena a cui aveva appena assistito.
«Mh?» Il ragazzo si voltò di scatto verso di lei. «Oh, sì, sì, tutto okay.» Le rivolse un sorriso un po’ colpevole, grattandosi il collo. «Continuiamo pure a camminare.»
Ripresero a vagare per la via, seguendo il flusso di gente. Nancy portò una mano all’orlo della gonna e lo strinse forte, mentre serrava la mascella.
I ricordi di quando era piccola avevano preso a vorticarle in testa e non le davano pietà. Aveva provato a dimenticare, a fingere di essere normale, ma non ci era riuscita fino in fondo.
Quando una bambina ha paura di dormire, spesso è perché crede che un mostro si nasconda nell’armadio. Lo va a dire a mamma e papà; a volte, se ottiene il permesso, si rintana nel lettone con loro. Quando la piccola è cresciuta, però, la incoraggiano a non avere timori e a dormire da sola. Se il terrore persiste, iniziano a preoccuparsi. Il fatto è che i mostri negli armadi della maggior parte delle bambine sono solo ombre, mentre quello che si nascondeva nel guardaroba di Nancy era vero.
Nancy era una bambina disturbata, a quanto diceva il medico. Andava alla Yancy Accademy non tanto perché non fosse abbastanza intelligente, ma perché era la struttura più adatta ad accogliere una persona con la sua patologia mentale.
C’era anche il problema della cleptomania, che non l’aiutava per nulla. Non sapeva bene quando aveva iniziato a rubare, né perché lo faceva, ma sembrava la cosa giusta. Per un momento, poteva avere qualcosa di reale, tangibile, materiale tra le sue mani e tenerlo finché voleva.
Gran parte del passato di Nancy le faceva schifo. Non avrebbe mai dovuto parlare di ciò che vedeva ai suoi genitori, né alle sue amiche più strette. Nessuno le avrebbe creduto, lo sapeva, ma… magari, qualcuno si sarebbe fidato di lei. Aveva bisogno di supporto.
Quando capì che nessuno gliene avrebbe dato, si finse guarita. Mostri? No, non li vedeva più. Non esistevano più.
Li aveva ingannati tutti, Nancy. Tutti quanti. Dal primo all’ultimo.
Lasciò andare l’orlo della gonna, che lisciò accuratamente. Forse, quel giorno aveva trovato il suo qualcuno. Chissà, magari James aveva passato una prova più importante di quella del Caffè.
  
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