Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: nevermore997    05/11/2014    4 recensioni
Vittoria Baudelaire è una Calfornia Girl a tutti gli effetti: snob, piuttosto antipatica ed abituata a vivere tra tutti gli agi e tutte le comodità. Per lei la decisione dei suoi genitori di trasferirsi da San Francisco a Foggy Hollow, desolante e gelida cittadina dello sperduto Wyoming, è una vera e propria doccia fredda. Senza volerlo si ritroverà catapultata in una vita completamente diversa da quella a cui è abituata, circondata da nuovi bizzarri amici, troppa neve per i suoi gusti, pianisti misteriosi e le mura di una casa inquietante che cela un terribile mistero.
La storia di una sedicenne in un mare di guai che si ritrova costretta ad adattarsi, a dimostrarsi coraggiosa, ad agire e anche a cambiare. Se in meglio o in peggio, lo scoprirete solo leggendo.
Questa storia è un esperimento, uno sporadico tentativo di fondere assieme due generi che nulla hanno a che vedere tra di loro: l’horror e il comico. Nella speranza che questo strano miscuglio vi incuriosisca, vi auguro buona lettura.
Genere: Comico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 10
Comincia un anno e finisce una storia
 
Venne capodanno ed i miei genitori ebbero l’eccellente idea di andarsene ad un ricevimento (mia madre usò esattamente questo termine pomposo che faceva pensare ad un invito a palazzo) da vecchi amici di Afton, lasciandomi la casa tutta per me. Avendo carta bianca, decisi di sbizzarrirmi ed organizzare una festa a mia volta. Invitai tutti, Lucy, Kimberly ed il suo fidanzato (mi feci l’appunto mentale di suggerirle che, con i denti storti che si ritrovava, avrebbe fatto meglio a lasciarlo), Toad e la sua insopportabile sorellina dodicenne, Maxwell e due compagni della sua squadra di basket, due energumeni bontemponi proprio come lui. E infine, ovviamente, Owen. Dalla visita al cimitero non ci eravamo visti molto e, dovevo ammetterlo, avevo una gran voglia di passare del tempo con lui. E poi, beh, per quanto questo fosse decisamente meno lusinghiero da confessare, avevo assolutamente bisogno di qualcuno che preparasse la cena. Con le mie doti culinarie avremmo potuto cibarci al massimo di tramezzini e latte freddo.
Da brava padrona di casa maniaca dell’ordine, avevo spolverato e lucidato ogni singola superficie disponibile, mi ero messa un bel vestito rosso con un fiocco sulla schiena e non avevo nemmeno un capello fuori posto. Questa volta, tuttavia, decisi di rinunciare all’ingresso in pompa magna dalla cima delle scale.
Non appena gli ospiti arrivarono Owen fu subito schiavizzato in cucina («sei pessima, Vittoria, mi hai invitato solo per non morire di fame») mentre noialtri restammo nel salone a chiacchierare del più e del meno. Stetti ben attenta a non nominare mai Sebastian Avary, Clair de Lune ed il mistero della mia casa in generale. Io ed Owen avevamo deciso di non parlarne. Era più bello che restasse un nostro piccolo segreto, e comunque, in ogni caso, dubitavamo che qualcuno ci avrebbe mai creduti. Una mezz’oretta dopo il nostro cuoco improvvisato fece capolino nella stanza.
«E’ pronto in tavola!»
Tutti quanti, affamatissimi, si precipitarono schiamazzando nella sala da pranzo, tranne me. Mi si era, non ho idea di come, impigliato il fiocco del vestito tra i rami dell’albero di Natale ed ero fastidiosamente incastrata. Diedi uno strattone per liberarmi, ma ci misi troppa energia ed ottenni soltanto il risultato di sbilanciarmi all’indietro, perdendo l’equilibrio. Chiusi gli occhi, pronta ad una dolorosa ed umiliante caduta sul pavimento, ma atterrai invece su un paio di morbide braccia, quelle di Owen.
«Sei veramente un impiastro», ridacchiò, guardandomi con gli occhi che brillavano di un misto di compassione e tenerezza.
«Maledetti tacchi», borbottai, arrossendo più di quanto non avrei voluto e cercando di rimettermi in piedi mantenendo una certa dignità (per chiunque fosse interessato a sapere se ci riuscii, la risposta è, naturalmente, no). Owen mi sorrise.
«Vittoria, tu sai perché Sebastian Avary ha cercato di uccidermi?»
Non riuscivo a spiegarmi il perché di quella domanda. Non ci avevo assolutamente mai pensato, quindi scossi la testa.
«Non ne ho idea, e tu?»
«Credo di saperlo.»
Lo guardai con espressione interrogativa.
«E perché?»
Mi sorrise.
«Credo che fosse semplicemente geloso. Geloso perché io sono riuscito nell’impresa della sua vita, quella che lui non è mai riuscito a portare a termine: scrivere una canzone per… per la persona a cui si tiene di più, ecco.»
Alzai lo sguardo su di lui e vidi che le sue guance lentigginose si erano impercettibilmente tinte di rosso. Mi presi del tempo per osservarlo. Era il solito Owen, con quei capelli color carota perennemente disordinati, gli occhi azzurri illuminati da una luce furba e vagamente maligna e quel sorriso storto alla Sylvester Stallone. Lo stesso Owen che mi aveva vista ruzzolare giù dalle scale, dormire con camice da notte imbarazzanti, ingozzarmi al cenone di Natale e con la faccia stravolta dopo aver affrontato una tempesta di neve. Lo stesso Owen che mi aveva vista isterica, terrorizzata, intrattabile, la stessa persona con cui avevo dato il peggio di me e che eppure non se n’era andata. E proprio mentre stavo pensando a tutte queste belle cose, a come il nostro rapporto fosse fiorito e maturato, a come in fin dei conti lui fosse esattamente il genere di persona che avrei voluto avere sempre accanto, lui si chinò su di me e mi diede un bacio.
Sgranai gli occhi, esterrefatta, immobile come uno stoccafisso, mentre tutto dentro di me (lo stomaco, il cervello, il cuore) sembrava esplodere. Alla fine, nel dubbio, feci un salto all’indietro degno di un campione olimpico di salto in lungo. Lui alzò lo sguardo su di me con espressione confusa e vagamente ferita.
«Ma questo avevo in mente di farlo io!», esclamai. Cercai di fingermi stizzita, ma si vedeva lontano un miglio che in realtà ero felice come non lo ero mai stata. Owen scoppiò a ridere, una risata traboccante di sollievo e tenerezza.
«Vittoria, sei veramente impossibile», mi disse.
Mi tirò a se di nuovo e mi baciò di nuovo, stavolta a lungo, con più trasporto, con più passione, proprio come se quello fosse un momento che aspettava da tanto tempo e finalmente era arrivato. Fosse stato per me, avremmo anche potuto non staccarci mai, ma un urlo dalla cucina che ci intimava di darci una mossa ci costrinse a separarci.
«Andiamo a mangiare l’indimenticabile cena che ho cucinato?», mi chiese, accarezzandomi i capelli.
«Ottima idea, ho giusto appetito.»
«Lo vedi? Senza il mio aiuto stasera saresti sicuramente morta di fame. Ammettilo Vittoria, saresti persa senza di me.»
Il sorriso che gli feci fu il meno ironico ed il più sincero della mia vita.
«Verissimo», risposi semplicemente.
Ci avviammo verso il cenone di capodanno ed ebbi la certezza che, con nessun fantasma molesto in giro per casa e soprattutto con Owen al mio fianco, quello sarebbe stato davvero un felice anno nuovo.
Fine.
 
 
 
Buonasera, miei amatissimi lettori!
Vi preannuncio che per la prima volta in assoluto in questo trafiletto finale ho UN SACCO di cose da dire, quindi sarà meglio che io non mi perda nei soliti farfugliamenti inutili e mi dia una mossa a cominciare. E voi, piccoli imbroglioni, non saltate subito in fondo e leggete tutto quello che ho da dire. Guardate che vi vedo.
Ebbene si, è finita, e vi confesso che non sono mai stata così malinconica. Mi mancherà così tanto pubblicare ogni mercoledì (beh, dai, più o meno) e leggere le vostre meravigliose recensioni. Cercherò di tornare al più presto con una nuova Long, sotto la quale spero di ritrovarvi tutti.
Siccome non riesco a trovare un modo per far capire ai miei recensori quanto io sia loro grata per il loro sostegno, i loro complimenti ed i loro consigli, credo che la cosa migliore da fare sia citarli uno ad uno.
Con tutto il mio cuore grazie a:
 
  • Adda95 (per avermi sempre fatta ridere e mai annoiata con le sue parole meravigliose)
  • CatWarrior (per aver compiuto l’incredibile impresa di leggere ben nove capitoli in un solo giorno)
  • freeedom (per avermi dato della “scrittrice non da poco” e per esserci stata fin dall’inizio)
  • matt2212 (per avermi fatto notare che la parmigiana non è propriamente adatta al Wyoming)
  • Percabeth7897 (per essere stata la più grande fan di Vittoria ed Owen in assoluto)
  • Shailene_bird (per aver avuto fiducia in questa storia quando era appena iniziata)
  • SilverSoul (per essersi sempre incuriosita su tutto)
  • Steph808 (per essere stata la prima arrivata e per avermi insegnato a non abusare degli avverbi in mente)
  • (per aver avuto fiducia in questa storia quando era appena iniziata)
 
A tutti voi va il mio affetto più sincero. Spero, almeno in queste righe, di essere riuscita a farvi sentire speciali come voi avete fatto sentire me. Un grazie sincero va anche a tutti i “lettori silenziosi” che hanno aggiunto la storia alle seguite/ricordate/preferite. Sappiate che non passate inosservati e mi date anche voi una gioia immensa.
Ancora una volta grazie a Leonardo, senza il quale questa storia non sarebbe mai esistita. Anche se non leggerai mai queste righe perché sei troppo impegnato a fare cose che non scrivo solo e unicamente per amor tuo, sappi che hai dato inizio ad un percorso nuovo, che mi manchi e che ti voglio bene anche se non lo ammetterei mai.
Siamo davvero arrivati alla fine. Spero di tutto cuore di non essermi dimenticata nulla. Vi prometto che tornerò al più presto con una nuova Long, nel frattempo sul mio profilo potete sempre leggervi le One Shot “Rumori” e “Serate indimenticabili” (Nevermore passione spam). Un abbraccio traboccante d’affetto a tutti voi,
Nevermore
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: nevermore997