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Autore: MV_Raven    07/11/2014    10 recensioni
Il cammino della redenzione; il vero significato della solitudine.
Dovevo espiare i miei peccati, ma soprattutto dovevo perdonare me stesso per quello che ho fatto al mio villaggio, al mio migliore amico, a mio fratello, e... soprattutto a te, Sakura.

Breve one shot incentrata sui pensieri di Sasuke quando, finalmente, fa ritorno a Konoha. [Ambientato fra i capitoli 699 e 700 - SPOILER!]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la serie
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Ritorno a casa.

[Cap 699]

 
«…vai già via? Tsunade-Sama ha quasi finito la protesi per il tuo braccio, grazie alle cellule di Hashirama…».
«Ora… devo vedere da solo. Com’è fatto il mondo. Tutte le cose che ho trascurato, credo che riuscirei a vederle meglio adesso. E se perdessi questa possibilità… non penso che ce ne sarebbe un’altra. Inoltre ci sono alcune cose che mi danno fastidio.».
«Co…sa.. pensi che ti dica… che… mi piacerebbe… venire… con te?» Sakura lo fissò con tristezza e vergona insieme, così come aveva sempre fatto in tutti quegli anni.
«È il mio cammino di redenzione. Tu non hai niente a che fare con le mie colpe» rispose Sasuke, chiudendo gli occhi con risolutezza.
«Niente a che fare… dici…» la ragazza dai capelli rosa abbassò il capo; inutile illudersi ancora, ormai era chiaro che al moro non importava nulla di lei. Tuttavia, poco dopo sentì un tocco caldo sulla fronte; riaprì gli occhi di scatto, sempre a capo chino, alzando gli occhi verde acqua per incrociarli con quelli di Sasuke: uno nero e l’altro, il Rinnegan… quel gesto… quel gesto era…
«Ci rivedremo presto» le disse, fissandola con un lievissimo sorriso sulle labbra, restando qualche altro secondo in silenzio, prima di dire quelle parole che covavano in sé un significato profondo«… grazie…».
La ragazza sgranò gli occhi, osservandolo poi allontanarsi da lei. Di nuovo…
Quella volta, però, sarebbe stato diverso. Perché lui sarebbe tornato.
Lei lo sapeva.
E anche Lui.

***
[Un anno dopo.]
 
Il cammino della redenzione; il vero significato della solitudine.
Dovevo espiare i miei peccati, ma soprattutto dovevo perdonare me stesso per quello che ho fatto al mio villaggio, al mio migliore amico, a mio fratello, e... soprattutto a te, Sakura.
Ero davvero disposto a farmi carico di tutto l’odio possibile pur di salvare il mondo.
Ero davvero disposto a perdere tutto, pur di restare fedele ai miei propositi; pur di non avere moventi che mi facessero desistere dal divenire Hokage “a modo mio”.
Ho da sempre considerato il Team 7 come la mia famiglia. Si, come quella famiglia sterminata da mio fratello per delle stupide regole e paure dettate dagli anziani e dalle circostanze avverse al mio clan, convinto che per mantenere la pace fosse necessario avere un capro espiatorio.
Ma come avrei potuto farmi odiare dal mondo se prima non eliminavo le uniche due persone che, nonostante tutto, credevano di farmi rinsavire?
Pensavo che trattarti male, allontanandoti ogni volta con menefreghismo e cattiveria, ti avrebbe fatta desistere dall’amarmi ancora.
Ma tu non ci hai mai rinunciato.
Mai, nemmeno dopo tutte le volte che ti ho delusa, ferita, nell’anima e nel corpo.
Quante cose ho sbagliato nella vita, con occhi accecati dalla sete di vendetta dapprima, e dal desiderio di rivalsa poi, quando seppi le vere intenzioni di Itachi e l’amara verità dietro ai suoi gesti.
Eppure, le mie convinzioni errate non mutarono, anzi, si evolsero in un modo che credevo giusto. Giusto fino a quando Naruto mi aprii finalmente gli occhi…
Una dittatura impregnata di odio e terrore, non era il futuro che volevamo. Non era il futuro che avrebbe voluto mio fratello e nemmeno quello che si meritavano le generazioni future.
Mi dispiace di aver sbagliato.
Nessuno può immaginare quanto pesante sia il macigno che mi porto sul cuore, per questo non potevo restare a Konoha, sebbene le mie gesta sono state perdonate per aver contribuito alla vittoria nella Guerra.
Per questo me ne sono andato: per far pace con me stesso e tutte le mie emozioni, sopite per tanto tempo.
Ora però, sono tornato. Come ti avevo promesso…
Sei davanti alle porte del villaggio, ad aspettare; è così che passi qualche ora di tutte le tue giornate, quando gli impegni di medico ti danno una tregua dagli studi e dall’ospedale.
Ed io lo so perché, ormai, è da qualche giorno che ti osservo nell’ombra. Sono bravo in questo… sono Oscurità, lo Yin; in essa mi ci immergo e mi ci nascondo, senza farmi vedere da nessuno e, a dirla tutta, star lì mi fa bene, ogni tanto…
Ogni tanto, però, sento il bisogno di rivederti.
L’ho sempre sentito, anche quando mi convinsi di non tornar più indietro, impegnato nei miei pensieri e negli abbietti propositi di vendetta, cercando di allontanarti anche solo nei ricordi.
Mi spiace esser stato crudele e cinico, toccando apici di cattiveria pura, specialmente con te, che hai sempre cercato di darmi ciò che mi mancava, ciò di cui… forse, avevo bisogno per non perdere la via.
Non ti ho permesso di amarmi sin da bambini, quando probabilmente, la tua, era solo una cotta infantile.
Non ti ho permesso di aiutarmi quando decisi di andarmene per sempre e tu hai cercato di fermarmi.
Non ti ho mai permesso nulla…
Ti ho ferita più e più volte, ignorando la tristezza nel tuo sguardo, osservando l’amore nei tuoi occhi divenire delusione, ma senza mai spegnersi del tutto. Come l’amore di una madre, che non smette di amare i suoi figli nonostante i loro errori… quell’amore che mi è stato negato e per cui ho sempre sofferto in silenzio. Avevo bisogno di essere amato, ma al contempo avevo paura di perdere ancora coloro a cui mi sarei affezionato, chiudendomi nella mia misantropia fatta di sguardi e silenzi.
Ti ho delusa vero, Sakura?
Eppure mi ami ancora, non hai mai smesso; lo vedo nei tuoi occhi che attendono il mio ritorno.
Ci sarebbero un milione di cose che vorrei dirti e dubito di proferirne una soltanto. Un po’ mi vergogno, non mi piacciono i sentimentalismi; ecco perché temporeggio… non sono un tipo loquace, dovresti saperlo, ma sento il bisogno di dirti qualcosa, qualunque cosa, sebbene me ne sia uscito con quel “grazie”… però quella parola conteneva tutte quelle che non son riuscito a dirti e che in fondo al cuore, spero tu abbia capito.
Mi avvicino, pestando il terreno sabbioso che delinea il sentiero per Konoha; la strada che ci separa e che, lentamente, viene colmata passo dopo passo… fino a quando finalmente mi vedi, sgranando gli occhi verdi che subito di velano di lacrime… quelle lacrime che ho visto troppe volte sul tuo volto.
Quante volte ti ho violentata con gesti e parole dure, abusando del tuo amore incondizionato? Denigrandoti come mai nessuno aveva fatto…
Avresti dovuto odiarmi per come ti ho trattata… invece no, sei qui ad aspettarmi.
«Sasuke-kun…».
Il tuo bisbiglio mi riempie il cuore in un secondo, lo stesso che ci separa, poiché la prima cosa che fai è corrermi incontro.
Mi abbracci, ed io lascio cadere la katana sulla terra sabbiosa, restando inerme ad occhi socchiusi.
Il tuo calore mi fa sentire di nuovo vivo.
Il tuo profumo mi riempie le narici e mi addolcisce i rimorsi.
Sei qui…
«Mi sei… mancato… Sasuke-kun…» singhiozzi, senza più trattenere un pianto liberatorio, ma colmo di gioia al tempo stesso, e mi sento già meglio.
Sfioro i tuoi capelli, leggermente cresciuti dall’ultima volta che ci siamo visti, rigirandoli fra le dita che possono finalmente constatarne la morbidezza.
«Io… te lo avevo promesso…» dico soltanto, incapace di uscire dalla mia armatura fatta d’orgoglio e silenzi.
Sakura… tu vedi oltre ad essa, vero? Riesci a leggere il tumulto che ho nel cuore?
Ti allontano posando le mani sulle tue spalle coperte dall’abito rosso cremisi che indossi, per poterti guardare negli occhi e vedere che siamo cresciuti, maturati, ma ancora così sofferenti, sebbene sia passato un intero anno… e tu mi sorridi nel modo più dolce del mondo, ponendo la parole “Fine” al nostro burrascoso passato.
Prendi il mio viso spigoloso fra le mani, così delicate e nivee, ma capaci di una potenza sovrumana al tempo stesso, alzandoti sulle punte dei piedi per lasciar sulle mie labbra un lieve bacio…
Guarisci per tutti e due le nostre ferite, dimostrando che sei tu la più forte fra i due, perché io… sono troppo orgoglioso per farlo. Non riesco nemmeno a ricambiare il tuo bacio, che troppo presto interrompi…
«Vieni Sasuke-kun… andiamo a casa…» sussurri dolcemente, prendendo la mia mano dopo aver raccolto la katana. Camminiamo insieme …e mi spalanchi le porte di Konoha.
Si, sono tornato a casa… penso, stringendo più forte la tua mano.
Non lasciarmi più, nemmeno quando sarà difficile avere a ché fare con me.
Nemmeno quanto proverò ad allontanarti, mascherando i miei sensi di colpa con la rabbia.
Sono uno stupido… ho un brutto carattere; sono… cattivo.
Ma ti prego, non lasciarmi più Sakura.
Mai più…
Perché… anche io…
Ti amo…
 
Fine.
 
Note dell’autrice
Beh, che dire… non ho mai scritto nulla su questo fandom, ma sono una fan della coppia SasuSaku e, con la fine di Naruto e la realizzazione del mio pairing preferito, ho voluto provare a buttar giù qualcosa per dar spazio a Sasuke…
Volevo fare una fiction long, immaginando anche il tempo che intercorre fra il capitolo 699 ed il 700, comprendendo la nascita di Sarada, ma non so nemmeno se possa piacere questa one shot, quindi vedrò che riscontri avrà questa, che potrebbe essere l’intro di una probabile long… chissà.
Adoro il personaggio di Sasuke e amo scrivere dalla parte maschile, inoltre… lui è esattamente il tipo di persona che mi somiglia caratterialmente.
Siamo persone difficili, che spesso si isolano e restano sole davvero… siamo quelle fraintese, che bisogna scavare a fondo per capire ciò che celano dietro a parole dure e crudeli. E che in pochissimi comprendono davvero, finendo inevitabilmente odiati dalla maggior parte della gente.
Ma esiste qualcuno che vede in noi del buono. Come Bulma con Vegeta, così sono certa che Sakura sia riuscita ad andare oltre le parole di Sasuke. L’unica che l’abbia capito, nonostante tutto… come quando lui si scusa e lei gli dice “per cosa?”. È già perdonato…
Mi spiace leggere commenti femministi su Sakura “denigrata” e “abusata”, che finisce a far la casalinga (chi dice che non faccia anche altro? Siamo pur sempre in tempo di pace)… ma io lo so, lo sento, che dietro c’è ben oltre e che Kishimoto ha volutamente lasciato tutto sottointeso per coloro che sono in grado di capire.
Spero che la storia vi piaccia… a presto.  
   
 
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