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Autore: Triz    09/11/2014    4 recensioni
Creed è il capo dei ribelli da catturare a tutti i costi e c'è un soldato che, come i suoi commilitoni, ha ricevuto questo ordine.
Ma anni prima della guerra civile, Creed e il soldato erano grandi, grandissimi amici. I loro nomi erano Treat e Sly.
Storia scritta per il contest A me la canzone, a voi le parole di JonS. Buona lettura.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il capo dei ribelli Creed doveva essere catturato a ogni costo.
Quell'ordine venne ripetuto fino allo sfinimento e il presidente Cox aveva promesso una promozione, una medaglia e onore eterno a colui o colei che avrebbe consegnato Creed alla giustizia.
La promessa di Cox ottenne l'effetto desiderato: dalle caserme alle trincee scavate per le strade, non c'era soldato che non desiderasse di poter sparare lui stesso al "lurido traditore numero uno" e di vedersi appuntata la medaglia sul petto, per la gioia di amici e parenti.
Anzi, effettivamente c'era un soldato che sembrava persino infastidito dalle chiacchiere dei suoi compagni e dall'ossessione generale su Creed.
Il nome del soldato era Treat McGrew e Sly Foster era il suo migliore amico, prima di farsi chiamare Creed.

When I look into your eyes
I can see a love restrained
But darlin’ when I hold you
Don’t you know I feel the same

Amici, inseparabili, fratelli: queste erano tre delle tante parole che definivano Sly e Treat.
Sin da quando erano bambini, era più probabile vedere un asino volare che quei due separati. Il loro tempo insieme scorreva tra le mura sotterranee della Barricata, un rifugio risalente alla Guerra Antiatomica che avevano scoperto a otto anni in un vecchio parco abbandonato. Tra le mura del loro covo c'erano risate, sfoghi, notti passate a chiacchierare e a raccontarsi storie di terrore. In poche parole, nella Barricata c'era tutta la loro amicizia e la loro vita insieme.
Bastava guardarli per un istante e, se si faceva attenzione, si poteva scorgere nei loro occhi una luce di felicità che difficilmente si sarebbe spenta finché fossero rimasti insieme.
E come molti loro coetanei, anche Treat e Sly credevano che la loro amicizia sarebbe durata in eterno.

‘Cause nothin’ lasts forever
And we both know
hearts can change
And it’s hard to hold a candle
In the cold November rain

Voci di corridoio dicevano che, ogni anno, il presidente William Cox consegnasse una lista di nomi al Primo Comandante delle Forze dell'Ordine. Chi aveva la sventura di capitare su quella lista, ammesso che esistesse, veniva arrestato sotto il naso indifferente della popolazione, costretto ad ammettere colpe che non aveva in tribunale e poi fatto sparire nel nulla.
Chris e Rose Foster furono due dei nomi di quella lista.
Furono arrestati entrambi nell'aprile 2095 e, quando Sly tornò da scuola con Treat, trovò un'auto governativa e un assistente sociale che lo stavano aspettando. Fu costretto a cambiare cognome da Foster a Johnson, come la famiglia a cui fu dato in adozione, e Treat non riuscì a vederlo né a mettersi in contatto con Sly per tutta l'estate.
D'altro canto, anche le domande di Sly sui genitori trovarono muri impenetrabili e i suoi tentativi di contatto con Treat furono stroncati sul nascere.
Quando nel settembre dello stesso anno Treat ritornò alla Barricata, notò con sollievo e gioia che il suo amico di sempre era lì ad aspettarlo.
Nel giro di poco tempo, però, quella gioia andò a cozzare con la rabbia repressa di Sly e la loro amicizia cominciò pian piano a sgretolarsi.

So if you want to love me
then darlin’ don’t refrain
Or I’ll just end up walkin’
In the cold November rain

«E così andrai a fare il bravo poliziotto, eh?».
Prima dell'arresto dei Foster, quando si confidava con Sly, Treat non aveva nulla da temere ed era convinto che, qualunque cosa avrebbe detto, il suo amico lo avrebbe capito e, nel caso, aiutato. Negli ultimi anni, però, Sly aveva imparato a esibire un crudele sarcasmo e Treat era sicuro che lui non sapesse quanto le sue parole potessero ferire.
«Non sarà per sempre» cercò di spiegare Treat stringendo le spalle: «Si tratta di una situazione temporanea finché non finirò l'università».
«Mh, capisco» mormorò Sly grattandosi il mento, coperto da una folta barba che innervosiva spesso la madre adottiva.
«Sly, smettila!».
«Di fare cosa?».
«Di comportarti così» sbottò Treat irritato: «Da quando hanno arrestato i tuoi, non hai fatto altro che avvelenarti contro il mondo intero. Prima eri la persona migliore che potessi avere come amico e ora... beh, basta ascoltarti per cinque minuti, se non di meno».
«Le persone cambiano, Treat» rispose Sly freddamente: «Che c'è, non te lo hanno insegnato alla Grande Università dei Sottomessi e dei Leccaculo?».
Prima che potesse rifletterci, Treat diede a Sly un pugno sul naso, a cui l'amico rispose con un forte spintone. Si rotolarono per terra dandosele di santa ragione, fino a quando non furono stanchi di scornarsi tra loro come due cervi.
«Ecco, guarda come siamo finiti!» sbottò Treat dando uno scappellotto a Sly, poi si alzò in piedi a fatica. Uscì di corsa dal covo segreto - il loro covo segreto - e scappò verso casa, lasciandosi la Barricata e l'amicizia con Sly alle spalle.
Quando suo padre lo vide sporco di polvere e pieno di lividi, Treat non volle dargli nemmeno una spiegazione: farlo avrebbe significato ricordare anche che tra lui e Sly non c'era più nulla e non avrebbe potuto che farlo sentire peggio.
Ma Treat non fu il solo a rimanerci male.

Do you need some time
on your own?

Dopo essere scappato di casa e aver ripreso il proprio cognome, Sly entrò tra le file dei ribelli con il nome di battaglia di Creed.
Era il periodo dei primi tumulti contro Cox, quelli che spesso si concludevano con i poliziotti che sparavano sui ribelli e arrestavano i sopravvissuti. Nei telegiornali venivano trasmessi in diretta le esecuzioni dei capi delle rivolte, che scoppiavano in continuazione nelle piccole città.
Poi Sly divenne il capo dei ribelli e le rivolte raggiunsero la capitale.
Cox usò contro Creed ogni mezzo per fermarlo, ma la polizia da sola non riusciva a contrastare la rabbia crescente dei ribelli e le spie mandate per catturare Creed venivano uccise da Sly in persona.
L'arrivo dell'esercito diede inizio alla guerra civile.
«Hanno accorpato polizia ed esercito, Creed» annunciò uno dei ribelli: «Li stanno addestrando insieme e chi studiava o stava per andare in pensione è stato costretto a rinunciare».
Per la prima volta dopo tre anni, Sly pensò a Treat. Lo immaginò nella caserma, sottomesso contro la sua volontà agli ordini di un tiranno, e lo ricordò da bambino in ogni istante insieme a lui, prima dell'inizio della sua rabbia contro tutto e tutti.
"Prima eri la persona migliore che potessi avere come amico" erano state queste le sue parole e Sly le ricordò con la tristezza nel cuore.
"Non ho tempo per queste stronzate" pensò risoluto scuotendo il capo.
Aveva una ribellione da guidare.

Sometimes I need some time
on my own.

Nel dormitorio pieno di soldati della Caserma 9, Treat si sentiva solo.
A occhi spalancati nel buio, attendeva l'esercitazione all'alba sbuffando e cercando di ignorare il russare di Carson, il suo vicino di branda.
Quel penoso sottofondo, paradossalmente, andava a tempo con i cupi pensieri che gli appesantivano il cervello e che riguardavano ciò che aveva perso o a cui stava per dire addio.
Pensò a sua sorella Katie: lei e Treat avevano litigato dopo che lui si era unito alla polizia e di lei aveva saputo che era stata arrestata e impiccata dopo i sanguinosi scontri a Downing Street dell'anno precedente. Chiudendo gli occhi, Treat rivedeva le due lunghe trecce scure che la prigione le aveva tagliato via a pochi giorni dalla morte.
Sly aveva avuto una cotta per Katie, a undici anni.
Treat si chiese, poi, dove fosse finito suo padre: si erano perse le tracce del signor McGrew dopo la morte della moglie e della figlia e Treat sospettò che c'entrasse qualcosa la famosa lista di Cox.
«Ehi, voi due, vedete di non fare danni!» berciava sempre il signor McGrew ogni volta che Treat e Sly uscivano per andare alla Barricata.
Era chiaro, ormai, che Treat non avrebbe ripreso più gli studi di biologia a cui era così appassionato: come avrebbe potuto ritornare a studiare la vita se, per farlo, avrebbe dovuto ricorrere alla morte?
L'ultimo pensiero, poi, andò a Sly.
Era lui l'origine di tutto questo, lui il responsabile delle morti di centinaia di persone, lui la spina nel fianco di Cox. Era di Sly - no, non Sly, Creed - la colpa.
"Le persone cambiano, Treat" era stata una delle ultime frasi che gli aveva sentito pronunciare e Treat se le ripeté muovendo solo le labbra. Quand'è così, perché pensare a Sly - Creed - con nostalgia? Per sua stessa ammissione, non era più l'amico d'infanzia con cui aveva trascorso gran parte di un passato ormai morto e sepolto per entrambi.
Creed, un nome che aveva già sentito... Ma dove? Quando?
D'improvviso, Treat ricordò e sorrise.

And when your fears subside
And shadows still remain
I know that you can love me
When there’s no one left to blame

Se lo avessero scoperto, sarebbe stato processato e fucilato per diserzione.
Con indosso abiti civili e con il cappuccio della felpa calato sugli occhi, Treat uscì di soppiatto dalla Caserma 9 e corse sotto la pioggia battente, evitando le pattuglie notturne dei colleghi.
Impiegò un'ora prima di raggiungere una recinzione di fil di ferro tranciata di netto nel mezzo e Treat attraversò il varco. Gli alberi frondosi e l'erba alta del parco abbandonato avevano lasciato il posto a un terreno arido e bruciato: Treat si avvicinò furtivo al ceppo annerito che una volta era la quercia più grande e con il piede scansò della cenere da una botola arrugginita. Si chinò per aprire la botola, ma un tocco deciso alla nuca lo costrinse a fermarsi.
«Alza le mani e voltati, lentamente» ringhiò una voce alle sue spalle e Treat obbedì, trovandosi di fronte a Sly: «Ah, sei tu» aggiunse il capo dei ribelli senza abbassare il fucile.
«Infatti».
«Hai portato i tuoi amici del governo?».
«Ma sei matto?» esclamò Treat ostentando un tono scandalizzato, poi recitò: «“Ti possono accecare, ti possono far male...”».
«“... ma qualsiasi cosa accada, non parlare mai della Barricata”» concluse Sly e abbassò il fucile scuotendo la testa, mentre Treat abbassava le mani.
Scesero entrambi nel rifugio in silenzio. Solo quando si furono chiusi dentro e seduti per terra, Sly mise il fucile accanto a sé.

So never mind the darkness
We still can find a way
‘Cause nothin’ lasts forever
Even cold November rain

«E dopo tutti questo tempo, non hai dimenticato una filastrocca stupida che abbiamo inventato a otto anni?».
«Che io ho inventato a otto anni» lo corresse Treat: «E poi, senti chi parla! Il tuo nome di battaglia è lo stesso di quando giocavamo ai cow boy da ragazzini».
I due amici sorrisero come non facevano ormai da tantissimo tempo. La luce che brillava nei loro occhi non era dovuta alla torcia accesa che illuminava debolmente il bunker.
«Mi chiedo perché non è tutto così facile come allora» sospirò Treat raccogliendo le ginocchia sotto il mento.
«Non possiamo più arrenderci, se è questo che hai in mente» mormorò Sly indurito.
«Non è questo, è solo...» Treat sbuffò: «Senti, non voglio più litigare con te, okay?» aggiunse e porse la mano all'amico. Sly la strinse dopo un attimo di esitazione.
«Ma non li uccidono più quelli che disertano?» chiese il ribelle.
«Sì, lo fanno».
«E come mai sei qui, allora?».
«Hanno in mente uno scontro aperto con voi» rispose Treat e Sly alzò un sopracciglio: «Non te lo dico perché odio Cox, ma solo perché non voglio che ti uccidano».
«Davvero?».
«Davvero».
Treat aveva sempre pensato al giorno in cui si sarebbe riavvicinato a Sly: si era sempre immaginato un giorno di grande festa, dove i due amici avrebbero sorriso ricordando i vecchi tempi e avrebbero parlato molto di quanto era capitato loro negli anni. Non aveva considerato l'eventualità di una conversazione arida come quella.
«Vattene, Treat».
«Come?».
«Sparisci, non voglio che ti faccia fucilare per me, okay?» ribatté Sly e Treat si alzò. Salì la breve scaletta fino alla botola e aprì la porta di metallo.
«Aspetta».
«Che c'è?».
«Se questo scontro aperto ci sarà e mi troverò costretto a spararti, sappi che lo farò» disse Sly cercando di assumere un tono duro.
«Temo che anche io farò lo stesso».
«Addio, Treat».
«Addio, Sly».
E Treat uscì dalla botola, affrontando la pioggia mattutina.

 
* * *

Urla, spari, esplosioni e bestemmie.
Da entrambe le parti, uomini e donne cadevano a centinaia.
Treat sparò contro un ribelle grande e grosso e ne scavalcò il corpo per inseguire un gruppo che si stava nascondendo dietro un palazzo abbandonato.
Si fermò, non appena vide Sly impugnare il mitra dal cadavere di Carson e consegnarlo a una ribelle.
I loro occhi si incrociarono e immediatamente si puntarono le armi addosso.
"Devo ucciderlo, è il capo dei ribelli" pensò Treat con il dito sul grilletto.
"È un soldato, meglio lui che io" pensò Sly puntando alla testa di quello che era stato il suo migliore amico.
Esitarono a lungo, come se nessuno dei due ricordasse come si spara.

Alla fine il colpo arrivò, ma si perse nella confusione della battaglia.













Note dell'Autrice
Un piccolo appunto sul contesto: la storia è ambientata a cavallo tra il XXI e il XXII secolo. Il mondo è stato sconvolto da una Guerra Atomica, dopo la quale l'America è finita in mano a una famiglia di dittatori, i Cox.
La canzone usata è November rain dei Guns 'n' Roses e ho deciso di interpretare la canzone sia come testo da cui prendere spunto sia come colonna sonora della storia. Il finale, inoltre, è volutamente aperto: lascio a chi legge le conclusioni su chi ha sparato a chi.
A titolo di curiosità, ho due prestavolto per i protagonisti: Treat è interpretato da Johnny Galecki, mentre Sly ha il volto di Joshua Gomez.
Concludo ringraziando JonS per aver indetto il contest a cui la storia partecipa e tutti coloro che hanno letto e che, spero, commenteranno la storia.
A presto,
Triz
  
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