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Autore: biancoceano    09/11/2014    1 recensioni
Il ragazzo sì voltò.
"Duemiladieci, hai detto?" Urlò il Dottore.
Kurt annuì. "Precisamente."
"Oh, allora scommetto che il prossimo sarà davvero un anno favoloso per te. Buonanotte!" Aggiunse, e lo salutò con la mano.
"Lo spero. Grazie." Disse, con una faccia interrogativa.
Per tutto il tragitto, Kurt continuò a domandarsi l'identità di quello strano ragazzo. Diceva di essere un dottore, ma era fin troppo giovane; parlava di "Terra" come se lui fosse un alieno.
Forse aveva la febbre e forse aveva davvero le allucinazioni.
Giunse finalmente alla porta di casa sua. Prima di infilare la chiave nella toppa, si girò verso la direzione dove doveva esserci la cabina. Non c'era più. Vuoto.
"Non sono pazzo, non immaginato tutto, andiamo!" Disse, alzando gli occhi al cielo.
Ritornò a volgere lo sguardo verso quell'angolo. "Il prossimo anno sarà un anno fantastico, eh?" Rise, e infilò finalmente la chiave nella toppa. "Nah, non ci credo."
Genere: Angst, Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Will you ever come back?
-Moving forward.

 

Alla persona che riempie i miei pensieri.
Così vicino, così lontano.



L'esplosione prodotta dal dispositivo aveva generato un grande confusione, quindi il tempo necessario per il Dottore di far riappararire il TARDIS e di condurvi dentro Kurt privo di sensi.
Sapeva che ciò che aveva appena fatto era profondamente sbagliato e contro la sua morale, ma era perfettamente consapevole di dover mettere un punto a quella storia. 
Entrò nella sua cabina trascinandosi dietro il corpo dell'amico e una bella nube di fumo; chiuse la porta dietro di sé ed attivò gli aeratori.
Quando il fumo si fu dissipato, Blaine intravide una strana figura avvicinarsi a loro due. Credeva di essere in preda a qualche strano effetto del fumo, quando la figura si fece distinguibile ai suoi occhi.
Adagiò Kurt sul pavimento della plancia di comando e si stropicciò gli occhi, perché chi si trovò davanti fu davvero sconcertante.

"Rachel." Disse, incerto. "Rachel, sei tu?"

La figura rise in modo angelico, esattamente come il Dottore la ricordava.

"Certo che sono io. Ma tu non sei tu, da come vedo." 

"Mi sono rigenerato poco dopo la tua..." Ciò che voleva dire gli morì in gola.

"Dottore, puoi dirlo. Sì, ero morta. Mi ha dispersa in atomi nell'universo esattamente secondo la mia volontà." Iniziò a fare il giro della consolle e sorrise. "Non è cambiato nulla."

"Sono cambiate molte cose, invece." Rispose con voce gelida. "Come hai fatto a... tornare in vita?"

"Lunga storia. Ma non sei felice di vedermi?" Disse lei, andandogli vicino per stampargli un bacio sulla guancia.

Il Dottore sorrise. "Non sono domande da fare." E la abbracciò, tenendola per le spalle. "Ciò non diminuisce la mia curiosità. Su, dimmi."

"Un aiutino qui, un altro là. Sai com'è." Disse con fare quasi annoiato.

"Certo che so com'è. Dimmi un'altra cosa: quanto mi credi stupido da uno a dieci?" Chiese lui con un finto sorriso stampato sulle labbra.

Rachel fece una faccia sconcertata. "Ma cosa dici? Sei uscito di testa?"

Il Dottore le si avvicinò cautamente, fino a quando non si ritrovarono a meno di due centimetri. "Ti ho posto una domanda." Sentiva il suo fiato caldo sulle guance.

"Non ti credo stupido." 

"Allora dimmi chi sei e smetti di fingere." Si allontanò, riprendendo la sua solita aria di chi non ha nulla di cui preoccuparsi. "Sai, quando ti ho vista da lontano ho davvero creduto che l'universo mi stesse ringraziando per tutti i favori svolti in questi secoli. Stupido me: anni ed anni e non ho ancora imparato che nessuno ringrazierà mai per ciò che fai." Fece una piroetta verso la porta e fece svegliare Kurt con uno schiaffetto sulla guancia. "Kurt, voglio presentarti una persona. Su, sveglia!" E lo tirò su, tenendolo per il braccio. 

"Ma cosa cavolo sta suc-" Era ancora intontito a causa dell'esplosione di poco prima.

"Amico mio, voglio presentarti Rachel. Te ne ho parlato, giusto? Vedi, voglio che tu sappia che le persone cambiano profondamente, anche se all'esterno sono sempre le stesse. La vedi laggiù? Carina e piccolina? Ha dei circuiti sonici sotto i vestiti. Circuiti che possono portarmi alla morte."

Kurt strabuzzò gli occhi. 

"Oh, non fare quella faccia! No, non ne vale la pena! Sai cosa, Kurt? E' giusto che sia così, è giusto stare dalla parte del più forte." Alzò le mani al cielo ed urlò. "AH-AH. Me l'hai fatta di nuovo! Ma no, non mi distruggerai. Non questa volta."

Si sentì una risata gelida. "Ebbene, hai capito tutto." Rachel sorrise sprezzante. "Ma, se permetti, la curiosità ora è mia."

"Posso soddisfarla tranquillamente. Hai presente il bacio sulla guancia che mi hai dato? Ecco, non lo hai mai fatto. Un primo inidizio più che palese. 
Secondo: quando ti ho dato l'abbraccio ho sentito qualcosa di metallico e duro sotto le mani. 
Non sei ancora soddisfatta? Allora, quando ti ho vista camminare. Eri fin troppo cauta e facevi fin troppa attenzione ai movimenti."

Lo guardò con aria di sfida.

"La mia domanda è: cosa hai intenzione di fare ora?" 

"Ucciderti. Sono stata programmata per questo. Mi hai chiesto come ho fatto a ritornare in vita: mi hanno trovata e riassemblata secondo i loro piani. Sono una macchina travestita da ragazza, Dottore. Sono un automa con i sentimenti e la ragione. Credimi quando ti dico che fare tutto ciò mi sta provocando un dolore inimaginabile, ma è l'unico modo per non morire ancora. Ho affrontato la morte solo per te, ricordi? Ho visto l'oscurità ed il dolore, ho assaggiato l'inferno e ho bevuto lacrime salate. Questo corpo è l'unica cosa che mi garantisce l'immortalità e, di conseguenza, la salvezza eterna."

Kurt era rimasto in disparte, seduto sulle poltroncine dietro la consolle. Ascoltava tutto ciò che si dicevano e vedeva tutto ciò che stava accadendo. 

"Mi stai dicendo che preferiresti vivere facendo del male piuttosto che vivere secondo dei principi? Preferisci sopportare la vista di una persona che muore piuttosto che essere una persona normale? Non venirmi a parlare di dolore, Rachel. In anni di viaggi nel tempo ho assaporato il dolore in ogni sua sfumatura, l'ho osservato cambiare a seconda dei sentimenti e delle persone, me ne sono fatto carico io stesso, e sono ancora qua. Vado ancora in giro ad aiutare persone per evitare che il mondo diventi pieno di persone come te, priva di ogni genere di morale e piene di egocentrismo. 
Ma vedo che ciò ti fa stare bene e, nonostante tutto, è ancora ciò che desidero.
Fai ciò che devi."

"Ma cosa dici? Dottore, ti si è trasformato il cervello in purè di pastinaca? Non puoi permettere una cosa del genere."

"Kurt, da quanto tempo viaggiamo insieme?" Si voltò verso di lui, mentre Rachel si avvicinava con le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi.

"Non ne ho idea. Il tempo con te è relativo."

"Hai ragione. Ad ogni modo, c'è una cosa che non ti ho detto. A dire il vero, è più una regola."

"Cioè? Parla prima che sia troppo tardi!"

Le labbra di Blaine si aprirono in un dolce sorriso. "Il Dottore mente."

Si voltò velocemente e, trovandosi la ragazza a due passi da lui, gli premette il cacciavite sonico contro il petto. 

"Mi dispiace così tanto."


Il viaggio nel tempo presenta delle complicazioni. Tutti credoni sia una passeggiata: premi un pulsante qui, abbassa una leva là. Ecco, non è esattamente così.
Si deve trovare la destinazione giusta, ad esempio. E anche il tempo, che non è molto semplice. 
Poi, avere una macchina del tempo vecchia fa la sua parte.
Era ciò che stava passando nella mente del Dottore quando Kurt ritornò nella plancia di comando avvolto in un accappatoio.

"La piscina è stupenda. Ma come fai ad averne una qua dentro?" Chiese lui, asciugandosi i capelli con un asicugamano.

"I pregi della tecnologia gallifreyana." Si voltò e gli sorrise. "Vai a vestirti. Saremo a destinazione fra pochi minuti."

"Ai suoi ordini, signor Dottore. Oh, che cacofonia." E si avviò verso gli infiniti corridoi del TARDIS.

Sapeva che gli sarebbe mancato. Avevano passato poco tempo insieme e gli aveva mostrato troppe cose, ma capiva le necessità di Kurt. 
Poi, riportarlo a casa non significava necessariamente non rivederlo più. 
Forse.

La cabina fece un brusco movimento, segnale dell'atterraggio.
Il Dottore aprì le porte ed inspirò un po' di aria fresca del mattino. Kurt fece una corsa e si appoggiò allo stipite della porta.

"Eccoci a destinazione. Pronto per la normalità?" 

"Non tanto. Ma devo." Uscì dalla cabina e gli si pose di fronte. "Non voglio dirti addio."

"Nemmeno io, e non credo sia necessario. Posso tornare quando voglio, lo sai."

"Sì, hai ragione. Voglio però che tu sappia che questa avventura è stata davver molto importante per me. Mi ha aperto gli occhi su numerose cose. Quindi, grazie. E poi, promettimi che tornerai da me per davvero. Ci conto, sappilo." Gli sorrise. Il Dottore vide una luce diversa in lui. "Comunque, ci sono due cose che volevo chiederti prima di andare via."

"Spara. Cioè, si dice così da voi?"

"Fa molto primi anni duemila, ma posso perdonartelo. Comunque, volevo chiederti della mia natura. Ciò che ha detto Karas è vero?"

"Temo di sì. Ma non sei un Signore del Tempo completo perchè tuo padre è umano. Hai una sola vita, non puoi rigenerarti."

La delusione prese vita sul volto di Kurt. "Immaginavo."

"E' un bene, credimi. E' una semi-immortalità, e ciò signfica portarsi sulle spalle il peso di molte cose. Vivere una sola vita significa non vivere con i fantasmi che ti tormentano ogni notte." Sorrise stancamente. 

Si guardarono per un attimo infinito, poi, imbarazzato, Blaine chiese: "La seconda domanda?"

"Ah giusto." Arrossì. "Cosa ne dici di andare a prendere un caffè? O un tè o quello che ti pare. Così, per salutarci. Se vuoi."

Un largo sorriso prese vita sul volto di Blaine.

"Non faccio mai queste cose." Uscì fuori e chiuse la porta a chiavi. "Ma per te, Kurt, questo ed altro." 

E si avviarono fianco a fianco verso il futuro.

 

 
Angolo autrice:  E quindi, eccoci alla fine. 
Volevo dirvi grazie; grazie per aver letto questa storia, per averla messa tra i preferiti, tra le ricordate e tra le seguite. Grazie per avermi accompagnata in questa folle, folle avventura.
Grazie per aver realizzato il mio mini-sogno di pubblicare una long Klaine prima della fine di Glee.
Grazie di cuore. <3
Prima di andare via e sparire nel nulla per un po', volevo lasciarvi una canzone molto importante per me.
Enchanted di Taylor Swift.

Detto ciò, vi auguro tante cose dolciose e, se permettete, le auguro anche a me stessa perché ne ho davvero bisogno.

Grazie ancora.
Alla prossima!

*Clicca su "completa" ed esce di scena.*
  
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