Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: yackka    11/11/2014    4 recensioni
Elsa è una ragazza normale che vive in un appartamento assieme alla sorella, insieme a loro abita anche, da alcuni mesi, un certo Hans.
La mano di lei gli afferrò il braccio, era fredda, non gli dispiaceva, lui era sempre così caldo, anche d'inverno, quasi aveva dimenticato quella sensazione così piacevole.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Gli occhi color ghiaccio di Elsa guardavano un punto fisso nel vuoto, le dita tamburellavano ritmicamente sul tavolo, la tazza di cioccolato calda di fronte a lei si era raffreddata, ciò non le dispiaceva, le piaceva il freddo, si sentiva a casa in esso.
Sbuffò, la sua mente viaggiava alla ricerca della sorella. Anna era partita con il suo fidanzato alcune settimane fa, le mancava terribilmente. 
Incrociò le braccia sul tavolo e ci poggiò la testa, i lunghi capelli platinati le cadevano suule spalle e sul volto.

"Buongiorno reginella, oggi niente treccia ?"
La ragazza alzò il volto, era appena entrato nell' appartamento il loro coinquilino, un cert Hnas, oramai abitava con lei e la sorella da due mesi, ancora non riusciva ad inquadrarlo, aveva sempre un sorrisetto beffardo disegnato sulle labbra ma i suoi occhi, i suoi occhi erano così belli, così verdi, così tristi e così pieni di rabbia...
Si era affezionata a lui, anzi forse si era più che affezionata ma ciò nonostante cercava di tenerlo a distanza.
"Ciao Hans, quante volte ti avrò detto di smetterla di chiamarmi regina ?" sbuffò lei.
"Come posso non chiamarti così ? Sei sempre così elegante" si mise a frugrare nelle buste che aveva portato.
"Prima di tornare a casa ho fatto un salto da Olaf per fare quattro chiacchere, visto che ero lì ti ho preso una pasterella al cioccolato, so che ti piace" Elsa arrossì visibilmente e sorrise cercando di nascondere le labbra con la mano.
"Non coprirti, se no che te li compro a fare i dolci ?" gli porse il pasticcino adagiato su un piatto di plastica.
Elsa lo ringraziò arrossendo, cercò di pensare ad altro, inutilmente.

Hans si sedette di fronte a lei, si mise a leggere una rivista che aveva comprato.
Passarono alcuni minuti di silenzio assoluto, lei mangiava timidamente, lui la osservava nascondendosi con il giornale.
"Allora, come mai sei così triste questa mattina ?" 
La giovane rimase stordita dalla domanda inaspettata "C-cosa ? N-non è vero, sto bene"
Hans sbuffò.
-Mantieni le distanze Elsa_ pensò lei, in fondo non sapeva quasi nulla di lui.
Aprì la bocca per dirgli che non ne voleva parlare, invece le uscì l'intera storia della sua vita, gli raccontò dei problemi che avevano avuto lei e la sorella. Di quando, da piccola aveva colpito per sbaglio la minore alla testa e che a causa di ciò Anna passò svariate settimane in coma, gli raccontò della scelta, impostagli di allontanarla, dli disse anche della morte dei genitori in un incidente d'auto e del riavvicnamento alla sorella, gli espose pure della preoccupazione che le attanagliava le viscere al momento, cioè il non sapere come stesse Anna, la vedeva ancora così piccola e indifesa.

Ci fu un minuto di silenzio, sembro durare un eternità, poi Elsa parlò "Adesso tu sai tutto di me, raccontami la tua di storia"
Hans cominciò ad agitarsi, cercò di cambiare discorso senza troppo succesoo, rinunciò e scconfitto cominciò a raccontare.
" Che dire, ho dodici fratelli maggiori e un padre, se così si possono definire, l'unica vera figura che rispettavo nella mia famiglia era mia madre, che si ammalò, l'accudii solo io visto che quegli altri bastardi erano troppo impegnati da altre faccende, morì il giorno prima del mio diciottesimo compleanno, la mia festa fu andare a trovare il corpo nella camera mortuaria prima che venisse cremata, neanche a dirlo i miei familiari non vennero.
Dopo la sua morte la sitruazione a casa precipitò, mio padre cominciò a bere e a menarci, i miei fratelli si sfogavano poi su di me e il dodicesimo che si diede alla droga, morì quando avevo vent'anni e anche l'ultimo semidecente in casa se ne andò, l'anno dopo decisi di fare i bagagli e andarmene ed ora eccomi qui, a raccontare la storia della mia vita a te"
Appena finì di parlare si alzò e si avviò cerso la sua stanza, odiava le situazioni di silenzio imbarazzante che si venivano a creare in questi momenti.

La mano di lei gli afferrò il braccio, era fredda, non gli dispiaceva, lui era sempre così caldo, anche d'inverno, quasi aveva dimenticato quella sensazione così piacevole. Ora che ricordava l'ultima volta che lo provò fu prima della morte della madre, prima che l'odio e la rabbia si impossessassero del suo cuore.
Una lacrima gli scivolò sulla guancia, girò la testa, non voleva che qualcuno lo vedesse piangere, soprattutto se quel qualcuno era Elsa, qualcosa era cambiato in lui dopo averla conosciuta ma non sapeva identificarlo.

Elsa si alzò e lo cinse in un abbraccio, il primo da molti anni, i sentimenti si impossessarono di lui, la rabbia, la frustrazione, l'odio...la speranza...la felicità...l'amore, si mescolarono, combattevano,vincevano e perdevano.
I verdi occhi di lui si riempirono di lacrime, proruppe in un pianto sommesso, cosa gli stava accadendo ? Riusciva sempre a gestire le sue emozioni, perché proprio ora non ci riusciva?

Il ragazzo ricambiò il gesto e poggiò la testa sul petto di lei, le forze lo abbandonarono, crollò in ginocchio, la ragazza lo seguì, lo strinse ancora più forte a se, Hans era oramai preda del pianto, non riusciva più a fermarsi, era scosso da un violento singhiozzo, più cercava di calmarsi più la situazione peggiorava.
"Lasciati andare, non fermarlo" sussurrò Elsa.
A quel puntonon si controllava più, passarono i minuti, le ore ad Hans non importava, non gli importava più di nulla, alla fine le lacrime smisero di scendere, i singhiozzi diminuirono fino a fermarsi, un senso di leggerezza si impossessò di lui, era una sensazione piacevole, alzò la testa incrociando lo sguardo con quello della ragazza, non vide in essi commiserazione o compassione, vide invece empatia e un vero interesse a lui, un sorriso sbocciò sulle labbra di lei, un sorriso così puro, così delicato che, al tempo stesso,ispirava fiducia e tranquillità, era un sorriso unico, che si vede forse solo una volta nella vita.

Una nuova forza si impossessò di lui, il suo corpo si mosse da solo, la mano si poggiò sul volto di Elsa che arrossì e sorrise imbarazzata, le labbra di lui si avvicinarono a quelle di lei fino a toccarle, la baciò con tutta la passione che aveva, la ragazza ricambiò senza esitare, gli cinse il collo in un abbraccio, lui la strinse a se, il battito accellerato del cuore di lei lo rese come mai lo era stato, almeno da quello che ricordava. 
L'intera situazione riempì entrambi di un nuovo sentimento, qualcosa che Hans non pensava di riprovare mai più per nessuno, qualcosa che gli scaldò il cuore, qualcosa che riuscì a domare i fuochi della rabbia e dell'odio, qualcosa di semplicemente bellissimo e perfetto
....
"Ti amo"   

 




 
  
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