CAPITOLO DICIASSETTE – DI NUOVO PUNIZIONI
La fantomatica cena nella sala dei banchetti del palazzo Mercurius fu uno degli eventi più catastrofici a cui l'umanità avesse mai assistito. Mettere l'intera Fairy Tail in una stanza chiusa era già abbastanza pericoloso, ma mettere otto Dragon Slayer feriti, affamati e irritabili era decisamente più rischioso. Sette, contando che al momento Lucifer era ricoverato in infermeria, dove probabilmente lo stavano rimettendo a posto come potevano.
Dranbalt
sapeva di aver fatto un grosso azzardo ordinando al capitano Arcadios
di far preparare un banchetto per quei matti, ma non avrebbe
immaginato che la situazione gli sarebbe sfuggita di mano fino a quel
punto. Due terzi delle scorte di cibo del palazzo erano finite a
causa della fame insaziabile di quei dannati cacciatori di draghi, i
quali, non contenti di essersi riempiti lo stomaco fino a scoppiare,
si stavano ora sollazzando nelle più insensate e pericolose
attività
del mondo.
Tipo
il lancio dei piatti contro le finestre, l'incendio delle
costosissime tende in broccato, la perforazione delle pareti della
sala ad opera di grossi tubi di metallo, il lancio dei coltelli
contro i quadri della famiglia reale, l'esplosione del soffitto,
l'avvelenamento del gatto!
Dranbalt
avrebbe voluto urlare a quel gruppo di idioti violenti di darsi una
calmata, ma sapeva che sarebbe stato uno spreco di tempo, fiato ed
energie, perciò non poteva far altro che assistere impotente
allo
spettacolo di Natsu e Gajeel che se le suonavano distruggendo
qualsiasi cosa fosse loro d'intralcio, Laxus e Cobra che si
inventavano modi sempre più originali – e osceni
– per
insultarsi, Sting e Rogue che dopo essersi ubriacati giocavano al
lancio del pollo arrosto da una parte all'altra del salone e Wendy
che – povera cara – tentava di tenere a freno
l'impeto
collettivo.
Era
solo grazie a lei, alla sua pazienza e serietà se era
riuscito a
mettere insieme i pezzi della storia e a capire cosa fosse successo
in tutto il regno. Ora che aveva un quadro abbastanza completo di
come fosse la situazione, sapeva di non poter nemmeno rimproverare i
Dragon Slayer per i danni compiuti, perché oltre ad essere
le
vittime erano stati anche i salvatori.
Anche
il capitano Arcadios stava davvero perdendo la pazienza dinanzi al
loro comportamento euforico e altamente infantile, ma del resto
nemmeno lui poteva – o voleva –
fare niente per fermarli,
ben sapendo che se il regno era salvo era soltanto merito loro.
Quando
però un piatto volante gli passò accanto alla
testa, tranciandogli
via un paio di capelli, fu il momento in cui Dranbalt mandò
al
diavolo la pazienza e saltò su come una iena.
“Insomma, adesso basta!” abbaiò. “Vi volete dare una cal...”
Splat!
D'accordo. Chi era l'idiota che gli aveva tirato in faccia un piatto di spaghetti?
Stravaccato sulla propria sedia e intento a spolpare un osso di pollo, Cobra assistette all'espressione stravolta di Dranbalt e se la rise di gusto.
Di
fronte a lui, Laxus mise su un'espressione sarcastica.
“Certo
che ne hai di coraggio” lo apostrofò.
“Nemmeno Natsu oserebbe
tirare un piatto di cibo in faccia a un membro del Concilio”
Cobra
ridacchiò.
“Cos'ho
da perdere? Tra un paio d'ore mi riporterà in cella,
perciò tanto
vale divertirmi fino in fondo”
“Poi però non lamentarti se un giorno o l'altro ti dovesse puntare un coltello alla gola. Gli hai fatto davvero saltare i nervi, a quel povero diavolo”
“Pff. Staremo a vedere”
Sollevarono entrambi lo sguardo verso l'alto nel momento in cui due esagitati Natsu e Gajeel volarono sopra le loro teste, avvinghiati nella lotta, per poi schiantarsi sulla tavola imbandita e spaccarla in due.
“Questa me la paghi, Salamander!”
“Sei stato tu a cominciare!”
“Sei tu quello che rompe le palle per primo!”
“Ti ammazzo!”
“Devi solo provarci!”
E giù a darsele di santa ragione, rotolando avanti e indietro sulle macerie della tavola.
“Giù la testa, Natsu-san!” esclamò divertito Sting, lanciando un mandarino che venne prontamente intercettato da Rogue, armato di un manico di scopa.
“Palla in base!”
“Ma che state facendo, siete impazziti?!” intervenne Arcadios, sull'orlo di una crisi di nervi, prima che un doppio pugno di Natsu e Gajeel lo centrasse in pieno e lo spedisse a volare fuori dalla finestra.
Laxus e Cobra si godettero lo spettacolo ridendo e commentando ogni singola cazzata compiuta dagli altri draghi, piazzando addirittura scommesse su chi l''avrebbe spuntata e chi sarebbe stato sbattuto nelle segrete del castello. Se ne sarebbero rimasti lì anche tutta la notte, non fosse stato per una bottiglia di vino scagliata a casaccio da Rogue, la quale finì per frantumarsi proprio sotto i loro nasi, schizzandoli entrambi.
Si
alzarono in piedi contemporaneamente, entrambi con i vestiti
inzuppati di vino.
“Tu
non hai idea di che cosa hai fatto” sibilò Laxus
all'indirizzo di
Rogue, generando piccole scariche elettriche attorno a sé.
Cobra
lo affiancò subito, le mani che già grondavano
veleno purpureo.
“Ti
sei scavato la fossa da solo, moccioso”
Rogue
dovette accorgersi del danno fatto, perché sgranò
gli occhi e
arretrò lentamente.
“Aspettate
un secondo... io non...”
Laxus
avanzò minacciosamente.
“Fatti
da parte, me ne occupo io” ringhiò.
“Cosa?!” protestò Cobra. “Levati tu, piuttosto”
“Non mi hai sentito?”
“Non darmi ordini!”
“Fuori dai piedi!”
“Vuoi prenderle?!”
I due finirono per dimenticarsi di Rogue e afferrarsi per il bavero a vicenda, caricando un pugno e apprestandosi a spaccare la faccia l'uno all'altro, ma in quel momento un Natsu lanciato da Gajeel piombò loro addosso, finendo per travolgerli entrambi.
“Ghihi! Tre in un colpo solo!” ridacchiò il Drago d'Acciaio poco distante, soddisfatto.
Peccato che un secondo dopo venne travolto a sua volta da nientemeno che Sting, il quale aveva intrapreso chissà quale litigio con il Drago d'Ombra e aveva finito per cadergli addosso.
Da
una delle finestre, risalì faticosamente il capitano
Arcadios,
bagnato fradicio dopo esser caduto in una fontana.
“Adesso
basta!” decretò imperiosamente. “Siete
tutti in arres...”
Non
finì mai la frase, una fiammata lo investì in
pieno e lo rispedì
fuori, mentre all'interno della sala ricominciava il peggior
putiferio di sempre.
Dranbalt
assisteva a bocca aperta a quella furiosa rissa, senza il coraggio di
intervenire. Quei Dragon Slayer erano matti fino al midollo!
Wendy
gli si avvicinò, sorridendo timidamente e con un po' di
imbarazzo.
“Ecco...
mi dispiace per la confusione...” esordì.
“Hanno solo bisogno di
sfogarsi un po' dopo tutto quello che è successo”
Dranbalt
annuì con un sospiro rassegnato.
“Lo
capisco. Anche se sfogarsi nel palazzo del re non è l'idea
più
intelligente”
Però
tutto sommato sarebbe potuta andare peggio. L'indomani gli
inservienti del palazzo avrebbero avuto un bel po' di lavoro da fare
per ripulire tutto quel casino e riparare le finestre rotte, ma
almeno i danni non si erano estesi fuori dalla sala banchetti.
Purtroppo,
però, proprio in quel momento uno dei Dragon Slayer
centrò con un
colpo una colonna portante del palazzo, finendo
irrimediabilmente per far crollare muro, soffitto e l'intera ala est
dal castello, così da seppellire la sala banchetti sotto un
cumulo
di macerie.
Dranbalt
si era sbagliato.
Poteva
ancora andare peggio, quando si aveva a che fare
con Fairy
Tail.
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Dranbalt e Cobra scesero dal carro e s'incamminarono fianco a fianco verso l'ingresso della sede del Consiglio della Magia.
Cobra
notò che i pali e le teste di Dragon Slayer erano stati
rimossi, e
il sangue ripulito dalla pavimentazione.
“Petra
e Aurum” esordì. “Che ne avete
fatto?”
Dranbalt non si era nemmeno curato di mettergli le manette, perché in ogni caso era stato lui stesso a consegnarsi spontaneamente.
Il
mago del Consiglio sospirò continuando a camminare.
“Abbiamo
ritrovato i loro corpi non lontano da qui. Ho dato ordine di dare
loro una degna sepoltura”
Cobra
annuì senza aggiungere altro.
Il
peso della colpa opprimeva il suo cuore, e gli occhi dei due Dragon
Slayer assassinati continuavano ad affacciarsi nella sua mente senza
dargli tregua. Non si sarebbe mai perdonato di averli consegnati a
Silvermine, anche se l'aveva fatto per proteggere i suoi compagni.
Alla fine non aveva fatto altro che scegliere il minore dei due mali
per lui.
Arrivarono
dinanzi all'ingresso dell'edificio, e Dranbalt tirò fuori un
paio di
manette dalla giacca.
“Scusa,
ma a un carceriere non è permesso girare per la sede del
Consiglio
con un prigioniero libero”
Il Drago del Veleno fece spallucce e unì i polsi, lasciandosi incatenare senza opporre resistenza.
Una
volta che Dranbalt ebbe finito di assicurargli le manette,
però,
Cobra sollevò la testa e lo guardò dritto negli
occhi.
“Ti
dirò una cosa, Dranbalt. Questa è l'ultima
volta che mi
faccio sbattere in prigione. La prossima volta che esco, lo
farò per
sempre”
“Beh, mi auguro che per allora avrai fatto ammenda dei tuoi crimini”
Cobra sogghignò. “Quelli li abbiamo tutti, sai? Li abbiamo tutti”
Dranbalt
non ebbe niente da ribattere, perché la consapevolezza di
aver
abbandonato Wendy al suo destino ed essere fuggito da solo da
Tenroujima tornò a tormentargli la coscienza.
In
fin dei conti, pensò, l'unica differenza tra lui e Cobra
erano un
paio di manette ai polsi.
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Makarov sembrava veramente infuriato.
Cioè,
a vederlo paonazzo, seduto a braccia incrociate sulla sua scrivania e
pieno di venuzze che minacciavano di esplodergli da un momento
all'altro, sembrava davvero arrabbiato.
Natsu,
Gajeel, Wendy e Laxus se ne stavano in piedi davanti a lui, guardando
qualsiasi cosa non fossero gli occhi indemoniati del vecchio. Persino
Lucifer appoggiato pigramente alla parete di fondo era una vista
più
interessante.
“Si può sapere...” esordì il Master. “... COSA DIAVOLO AVETE COMBINATO?!?!?!”
L'urlo del vecchio avrebbe potuto assordarli, da quanto fu forte.
Natsu
si tappò le orecchie per non farsi saltare i timpani.
“Datti
una calmata, nonnetto, non è mica colpa nostra!”
protestò.
“Ah, no?” ribatté Makarov, sempre più paonazzo. “Non è colpa vostra?! Re Toma mi ha spedito due chili di reclami e fatture per danneggiamento di edifici pubblici e voi dite che non è colpa vostra?! Che diavolo avete fatto, stavolta?!” berciò. “Anzi, no. Non ditemelo. Non lo voglio sapere” aggiunse, esasperato, o più precisamente, disperato.
I
Dragon Slayer si scambiarono un'occhiata eloquente.
Quando
erano tornati alla gilda non avevano fatto parola con gli altri di
ciò che era accaduto. Prima o poi l'avrebbero raccontato al
Master,
certo, ma non volevano che i loro compagni sapessero di esser stati
posseduti da un incantesimo e di aver tentato di ucciderli. Ci
sarebbe stato disagio, silenzi imbarazzanti, sensi di colpa a non
finire, ed era una situazione che nessuno dei presenti voleva.
Perciò... avevano deciso all'unanimità di non
farne parola con
nessuno. Per il momento.
Makarov
sfogliò con rabbia l'enorme plico di fogli sulla sua
scrivania.
“Guardate
qua che roba! Distruzione di edifici pubblici, danneggiamento del
palazzo reale, disfacimento del Domus Frau! Avete
una vaga
idea di quanto costerà alla nostra gilda saldare tutti
questi
debiti?”
Wendy si morse il labbro e abbassò lo sguardo, sull'orlo delle lacrime per il senso di colpa, mentre al contrario Natsu si irritò non poco.
“Perché te la prendi solo con noi?! È colpa anche di Lucifer! A lui non dici niente?!”
Makarov
lanciò un'occhiata al Drago degli Inferi, il quale se ne
stava ad
ascoltare in silenzio con una tale tranquillità da farlo
sembrare
assolutamente innocente. Aveva il cappotto posato sulle spalle in
modo da nascondere il braccio mancante, perso quando aveva rallentato
l'onda della Hell Law.
A
suo favore c'era da dire che era innocente riguardo alla distruzione
della sala banchetti del palazzo Mercurius. Si era pure comportato
bene dopo che era uscito dall'infermeria, non aveva spedito nessuno
all'altro mondo e non aveva nemmeno estratto la spada.
Era
stato così civile e tranquillo che Gajeel si era chiesto se
per caso
non fosse ubriaco.
Makarov
tossicchiò e tornò a guardarli.
“A
lui non posso dire niente. Da quando è entrato a Fairy Tail
ha già
portato a termine più di tre missioni di classe S e ci ha
lasciato
l'intero compenso. Perciò è grazie a lui
se adesso possiamo
permetterci di pagare tutti i danni che avete combinato”
“Quindi, se ho capito bene...” disse Laxus. “... noi non dobbiamo pagare niente”
“Fa' silenzio, nipote sfrontato! Vi beccherete una bella punizione, altroché!”
Natsu,
Gajeel e Laxus impallidirono.
L'ultima
volta che erano stati puniti non era stato affatto piacevole... ma
fortunatamente si erano ubriacati così tanto da dimenticare
totalmente l'esperienza, anche se sospettavano che Bixlow nascondesse
ancora qualche foto compromettente.
“Gajeel!” chiamò Makarov, solennemente. “Sotto la guida di Levy rimetterai a posto tutti gli ottantacinquemila volumi della nostra biblioteca”
“C-cosa...?!”
“Laxus!” continuò il vecchio. “Tu servirai al bancone per i prossimi sei mesi”
“Stai scherzando, vecchio?!”
“Natsu! Tu pulirai tutti i bagni della gilda da cima a fondo per lo stesso lasso di tempo”
“Nooo! I bagni della gilda nooo!” latrò Natsu gettandosi in ginocchio per implorare il vecchio di risparmiargli quello strazio.
Makarov
lo ignorò beatamente e puntò gli occhi su Wendy,
la quale tremò.
“Wendy...”
“S-sì, Master?”
“Tu vai pure, cara, hai già fatto abbastanza stando dietro a questi tre idioti”
“Ma... perché lei è l'unica a non essere punita?!” ringhiò Gajeel.
“Questo non è giusto, nonnetto!” lo sostenne Natsu.
“Fate silenzio! E ringraziate che non vi faccio fare un altro spettacolo di striptease!”
Nastu, Gajeel e Laxus arrossirono fino alla punta dei capelli e finalmente smisero di ribattere, accettando la punizione.
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Più
tardi nel salone della gilda ebbe inizio una delle solite feste-risse
alla Fairy Tail.
I
Dragon Slayer erano sconcertati dal fatto che nessuno dei presenti si
fosse accorto di ciò che era successo, dell'incantesimo di
possessione che li aveva tenuti soggiogati per giorni, del loro
tentativo di uccidere i cacciatori di draghi, del fatto che fosse
appena stata sventata una grande minaccia.
Tutti
si erano risvegliati dall'incantesimo senza ricordare assolutamente
nulla degli ultimi giorni, e adesso ci ridevano pure sopra.
“Tsk. Quanto sono fastidiosi” borbottò Gajeel seduto al tavolo con Panther Lily, Wendy e Charle. “Stavano per ammazzarci e non ne sono minimamente consapevoli”
“Forse è meglio così, Gajeel-san” rispose Wendy. “Almeno sono sereni e spensierati”
“Tch”
Aveano
raccontato l'intera vicenda solo ai loro Exceed, e già
lì c'era
stato un profondo disagio e scuse a non finire. Non osavano
immaginare la situazione imbarazzante in cui sarebbe caduta l'intera
gilda, se fosse venuta a galla la verità! A causa di questo,
tra
l'altro, non era venuta fuori nemmeno la verità sulla colpa
di cui
si era macchiato Gajeel.
Il
Drago d'Acciaio rivedeva continuamente davanti agli occhi l'immagine
della bambina che aveva involontariamente assassinato a Crocus, e il
cui corpo probabilmente era stato ritrovato da dei genitori
disperati. Si sentì male a quel pensiero, e si ripromise
come minimo
di tornare alla capitale e cercare quei poveri disgraziati per
ammettere la sua colpa, un giorno o l'altro.
Poco più in là Natsu e Gray avevano appena cominciato a darsele di santa ragione, generando un gran putiferio con tanto di sedie rotte e tavoli volanti, a cui ben presto si aggiunsero altri maghi in cerca di rogne.
Al bancone Laxus osservava la scena a metà tra il divertito e l'annoiato, mentre si scolava una birra accanto a Cana.
“Daaai, Laxuuus...” miagolò la maga delle carte. “Dimmi perché il Master ha permesso a Lucifer di restare qui. E poi... perché siete tutti pieni di ferite? Si può sapere cos'è successo?”
Il
Dio del Tuono sospirò, rassegnato.
“Una
rissa fuori città” mentì. “Ci
siamo incrociati per caso di
ritorno da una missione e abbiamo deciso di menare un po' le
mani”
Cana
mise su un broncio diffidente, perciò Laxus decise di
cambiare
argomento.
Lanciò
un'occhiata al Drago degli Inferi, il quale aveva battuto quindici
volte Max e Warren a una partita di freccette. Con una mano sola.
Bendato.
I
due maghi stavano infatti giocando da un po' quando ad un certo punto
Lucifer era passato di lì, aveva preso una manciata di
freccette e
le aveva scagliate una dopo l'altra a raffica.
Inutile
dire che quel Dragon Slayer padroneggiava qualsiasi tipo di arma ed
eccelleva in qualsiasi forma di combattimento, perciò
lanciava le
freccette come fossero coltelli, centrando continuamente il pallino
rosso del bersaglio anche ad occhi chiusi. Faceva paura!
“Te l'ho già detto, non lo so” rispose Laxus distogliendo lo sguardo dall'altro drago. “A dire il vero non so nemmeno perché lui sia qui, dato che ci considera tutti degli insetti. Credo abbia solo voglia di mettersi in mostra. Oppure è annoiato”
“Annoiato, dici?” ripeté Cana, svuotando un altro barile di saké e poi sorridendo, maliziosa. “Allora sai che ti dico? Vado a vedere se riesco a tirarlo fuori dalla noia. Per tutte le divinità del vino, è davvero uno schianto”
Laxus
scrollò le spalle.
“Buona
fortuna. Anche se credo che non concluderai niente con lui. Sai...
non ha i recettori del dolore e del piacere, quindi dubito che certe
cose gli interessino”
“Cosa? Davvero?” si stupì la ragazza. “Poveraccio, non sa cosa si perde!”
Tuttavia
Cana decise di provarci comunque e si alzò dallo sgabello
per andare
a fare quattro chiacchiere con il Drago degli Inferi.
Lucifer
finì in quel momento la partita a freccette, quindi
girò sui tacchi
e marciò dritto verso il tavolo a cui sedevano Wendy e
Gajeel, prima
ancora che Cana potesse avvicinarlo.
“E tu che vuoi?” lo apostrofò poco gentilmente Acciaio Nero non appena lo vide vicino al loro tavolo.
“Da te? Niente” rispose secco il Drago degli Inferi. “Ma dalla mia sorellina...”
Lo videro protendersi in avanti e afferrare una ciocca di capelli blu della ragazzina, facendoseli scivolare tra le dita come fossero fili di seta pregiata.
“L-Lucifer-san...?”
L'uomo
puntò gli occhi su di lei.
“Mi
sei piaciuta, nell'arena. Combatti con grazia ed eleganza, non priva
di una certa determinazione. Sono rimasto impressionato”
ammise.
“Sono rimasto impressionato” lo imitò Gajeel, simulando la sua voce tanto per sfotterlo. Anche dopo averlo avuto come alleato, il Drago degli Inferi continuava a stargli sull'anima.
Lucifer
lo ignorò e invece guardò fissa Wendy.
“Ho
deciso che tra una decina d'anni ti sposerò”
Tutti
quelli che lo sentirono si voltarono istantaneamente verso di lui con
le mandibole dislocate dallo shock.
“C-C-C-COOOOOSA?!?!?!?!”
Inutile dire che Wendy arrossì fino a diventare dello stesso colore di un pomodoro maturo, mentre Gajeel saltò su come una iena.
“Cosa cazzo credi di fare, pedofilo?!”
“Giù le mani da Wendy!!!” berciò Lucy.
“Non osare toccarla!” ringhiò Erza sfoderando una lama.
“Sposarla non è da uomini!” urlò Elfman battendo i pugni come un gorilla.
Natsu
saltò in piedi sul loro tavolo e si chinò in
avanti per guardare
faccia a faccia Lucifer.
“Ma
tu... non avevi sposato Gajeel?”
“C-CHE CAZZO HAI DETTO, SALAMANDER?!?!?!”
“Ah no? E allora che ci facevi in braccio a lui nel bel mezzo della battaglia?”
“Cos... ci hai visti?!”
“Certo, ti teneva come fossi una principessa!”
Gajeel arrossì ancora più di Wendy e sferrò al rivale un pugno talmente forte da spedirlo dritto fuori dalla gilda, lasciando un bel buco nel soffitto e poi gettandosi subito al suo inseguimento.
“Se non ti ha distrutto Silvermine ti distruggo io, salamandra del cazzo!!!”
“Ti sto aspettando, testa di latta!!!”
Dopo
aver assistito a quella scenetta degna del circo più
scadente, i
maghi della gilda abbandonarono la questione e ripresero a fare
ciò
che avevano fatto prima di essere interrotti: mangiare, bere, ridere,
scazzottarsi, distruggere la gilda e via dicendo.
Lucifer
si gettò elegantemente i capelli oltre la spalle prima di
fare
l'occhiolino a Wendy e avviarsi verso la bacheca degli annunci di
classe S.
Laxus
lo vide prendere una missione bella tosta, una di quelle che
normalmente accettava solo Gildarts: una missione dei dieci anni.
Il
Drago degli Inferi infilò in tasca l'incarico e si diresse
verso
l'uscita della gilda con la stessa tranquillità che avrebbe
avuto se
fosse andato a fare la spesa. Se andava male, non lo avrebbero
rivisto per due o tre anni. Se andava bene, non lo avrebbero rivisto
mai più.
Laxus lo seguì con lo sguardo finché non fu scomparso oltre la soglia, poi sorrise e scosse la testa.
In quella gilda, non ce n'era uno che fosse normale.
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Angolo dell'autrice
E
con questo la storia è finita! Mi rendo conto che magari
quest'ultimo capitolo sia un po' scadente rispetto ai precedenti, ma
arrivata a questo punto la mia ispirazione mi ha ormai abbandonata.
Gomen-ne. u.u
Spero
comunque che la storia vi sia piaciuta (o che almeno sia stato un
passatempo interessante in mancanza d'altro da fare).
Ringrazio di cuore tutte le persone che mi hanno seguita fin qui e che hanno recensito/messo la storia nei preferiti/seguite, ecc... ecc... in particolare Xamine, God_of_Thunder, fairylove315 e Slepnir88 che mi hanno recensito tantissimi capitoli (ne avete avuto di coraggio e pazienza!)! Grazie mille! :D
Dunque alla prossima storia, gente! ;)
- Devileyes