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Autore: SkyMe    15/11/2014    1 recensioni
Ero cosi' tanto vicina alla sua bocca che dio solo sa cosa gli avrei fatto. La voglia di urlare al mondo il mio male era troppa e vomitare tutte le mie emozioni su di lui non mi sembrava il caso. Decisi di stare seduta e guardalo scrivere, mentre io morivo dentro.
Quando troverò la mia cura, forse , tutto cambierà.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Armata di cuffie e la cover di James Arthur di Impossible  cammino lungo la strada che mi porta al mio lavoro. Cazzo e che giornata. Pure il mio  grillo s’è stancato.  A pensare che ora mi tocca stare fino a notte fonda in quel locale. Vorrei puntarmi un chiodo nella gamba e dire che sono accidentalmente caduta. Oggi Ian mi ha raccontato un sacco di cosa sul suo lavoro. Come ha cominciato e perché. Dove e quando. Mi ha raccontato di Anika, e di come la mamma l’abbia scaricata in ospedale dopo una notte insonne. Pensava avesse la rabbia, diceva, perché piangeva sempre. Ecco se solo fossi stata li, le avrei preso la faccia a sprangate, ed avrei fatto uscire il peggio di me a parole.  Lui invece era calmo e placato mentre parlava, quasi come se fosse stato aiutato da un monaco buddista per la calma interiore.  La storia di Phil è più triste di quella precedente, entrambi i genitori sono stati sparati. Liti tra gang, o qualcosa del genere. Lui aveva 6 anni quando è andato da solo dai poliziotti reclamando aiuto per sé e sua sorella più piccola. Della sorellina non sappiamo nulla, se non che si trova in un’altra casa. L’ultimo, Toddino, alla morte della mamma per overdose, quell’imbecille del padre non l’ha voluto con sé, credendo che il bambino dato che non ancora parla sia un demente. Padre dell’anno direi. Ognuno dei tre, a detta di Ian, aveva qualcosa di speciale. Anika sapeva  scrivere delle storie fantastiche, Phil conosceva benissimo la matematica, e Tod, bhe, tra un po’ lo scopriremo. Ian dal canto suo, ha accettato subito la proposta fattagli da un suo ex docente universitario di prendersi cura di loro. Ed io non ho esitato un solo istante a rendermi disponibile a migliorare la vita di questi meravigliosi tre bambini. E mentre lui parlava, io continuavo a perdermi nei suoi occhi. Ho letto che relazioni tra dottori e pazienti  non sono etici, moralmente sbagliati. Quindi io sono  moralmente deficiente ed eticamente incasinata perché non faccio altro che pensare a lui, nudo, tra le mie gambe. Vir , come uno stratega, cerca in tutti i modi di distrarmi, poverino, neanche tom cruise riuscirebbe a vincere  in questa mission impossible.  Quando arrivo al locale, vuoto, mi sento meglio. almeno riuscirò a distrarmi per tutta la serata.

-Mike, davvero perdonami per il fottuto ritardo, ma avevo davvero una cosa urgentissima di cui occuparmi. Se ti dicessi tra la vita e la morte , mi capiresti?-

Certo proprio tra vita e morte. Magari sua non mia. Quel dottorino di quattro soldi mi aveva aperto una finestra sul mondo che io non sapevo neanche di avere in casa.

-Muoviti vai dietro il bancone. La divisa è lì dietro, indossala e fai quello che ti dico.-
-Agli ordini capo!
- Ecco, forse con un po’ più di gentilezza guadagneresti più punti.

Chiamarla divisa non era neanche il nome giusto. Era un grembiule che allacciava dietro la nuca. Di un nero brillante. Non ci poteva essere di peggio.

-Lezione numero 1: la prossima volta indossa una camicia bianca con il pantalone nero. Il fisico ce l’hai e quindi mostralo. Lezione numero 2: il cliente ha sempre ragione. Quindi se ti fanno delle avances tu falli fare. Non ti sto dicendo di essere una troia, ma di fingere. Il lavoro funziona così cara mia. Adesso, ti ho lasciato dei bigliettini  delle ricette di ogni cocktail. Se ti chiedono di improvvisare, fallo, ma non usare mai delle bottiglie dell’ultimo ripiano. Rischiamo di uccidere qualcuno. –

Non dovevi di certo dirmelo tu che le cose andavano così. Il mio primo lavoro in un bar lo mandai a puttane dopo aver versato del latte bollente sulla mano di un tizio che mi aveva palpato la chiappa sinistra. Ma se così doveva andare, bhe proviamoci.

-Io ti aiuterò per queste prime sere, dopo di che sarai da sola al bar. Naturalmente avrai dei camerieri che serviranno e prenderanno nota degli ordini. Tu devi solo preparare e servire a chi si siede al bancone. Ordine e professionalità Skye, non chiedo altro. Il bar sta andando bene e non voglio guai di nessun genere. Ti presento Molly e Caitlyn. Saranno il braccio destro e sinistro.-

Eh più che due bracci mi sembrano due stecchini. Ammazza. Mi chiedo se sappiano fare due più due.
Sono appena le nove e qui dentro a stento ci si muove e si respira. Al bancone si siedono sempre i cascamorti che fanno il filo alla barista, in questo caso a me medesima. Ho imparato subito   a fare i cocktail più noti, anche se ancora mi chiedo che diamine di motivo c’è nel mettere il sale sul bordo del margarita. Combino sempre un pasticcio e andrà a finire che devo pure ricomprargli pure il pacco di sale a Mike. Quando finalmente il deejay stacca quel fracasso infernale che  sta trapanando da ore i miei poveri timpani mi dedico alle pulizie. Non ho mai visto tutto questo schifo in vita mia. Quando Molly urla di aver trovato due preservativi usati shekerandoli con la manina destra mi si rivolta decisamente lo stomaco ed il mio grillo mi tira per la felpa pur di uscire da quel porcile. Lo dicevo io che queste non sanno neanche come si scrivi preservativo.
Finalmente alle 4 e 35 minuti esatti sono fuori dal locale. Non ero mai rimasta in piedi fino a quell’ora e la calma che dominava in città mi faceva venire voglia di una bella passeggiata in centro. Ma quante cose si possono scoprire invece di dormire! Tralasciando il fatto che dormire  era di vitale importanza per un bradipo come me. La strada fino a casa mia era davvero lunga a quell’ora, ma volevo godermela tutta. Due o tre barboni dormono a terra su cartoni aperti e mi chiedo se davvero sia comodo. Per dormire così di sicuro non sono scomodi. Ero sempre stata abituata alle belle cose che non mi sono mai fatta dei problemi alla vista dei barboni. Adesso invece, non che mi senta Madre Teresa di Calcutta, ma mi dispiace  a vederli così perché ci sono così tanti posti in cui andare, dormitori per esempio, e invece loro scelgono di stare li. Imbecilli direi. Oppure adorano guardare le stelle. Come me. Come Phil ed Anika. Quei ragazzini mi avevano turbato. Mi rendevano inquieta, triste. Come me hanno perso qualcuno di caro, ma non avevano avuto la fortuna di avere due genitori e un  paio di amici su cui contare. Ian era convinto di potermi salvare da me stessa, di attaccare i miei mille pezzi. Io ,mai come stasera, sentivo il bisogno di augurarlo a me stessa. Mi ha trascinato in quella nuova casa, con tre bambini, un cane ed un assistente sociale che sembrava la signorina Rottermaier.  Ma io non ne avevo bisogno. Come diamine posso pensare di far stare bene qualcun altro se  sono io  la prima a non stare bene? Il mio bisogno di stare con qualcuno mi sta portando a  voler stare con Ian, e stare con lui non è semplice.  Anzi mi correggo è impossibile.
Va bene miei cari neuroni, il pigiama l’ho indossato, ora dormiamo. Domani sarà ancora peggio di oggi.

-Svegliati-  disse qualcuno vicino al mio orecchio. Sembrava una mosca. Ma quelle di solito ronzano, non parlano.
-Sta zitto, lasciami in pace.- Furono le parole che riuscii a sbiascicare infilando la testa sotto al cuscino.
-Eddai Skye, non fare storie, alza quel culo dal letto, fatti una doccia e vestiti che dobbiamo uscire.-

Ma chi ca…… che mi rompe i coglioni di domenica mattina alle dieci dopo che si e no ho dormito quattro ore??? Fermi tutti. Riconosco questa voce. Era nel mio sogno prima. Ian? Ian????Damn!

-Ian.-
-Dimmi.-
-Sei davvero tu?-
-Chi deve essere Skye? Hai passato la notte con qualcuno?-
-Certo che no. Ho finito di lavorare alle 4.-


Quando mi giro lui è li. Seduto alla mia scrivania. Jeans e camicia bianca. No dico, ma quante ragazze sognano di svegliarsi così? Io non sono tra quelle. Quando mi alzo dal letto non rivolgo la parola a nessuno e vederlo lì che mi ordina di alzarmi mi fa venire voglia di rispedirlo a calci in culo nel mio sogno e riaddormentarmi.

-Che diavolo ci fai qui?-
-Buongiorno anche  a te. Mi ha fatto entrare la tua amica.-


Certo dovevo ricordarmi che Maggie era a casa a dormire ieri sera. Il portone non si mica apriva da solo.

-Allora ti aspetto in cucina. Tu fai alla svelta e vestiti comoda.-

Ha un abilità incredibile di ispirare violenza  e dolcezza allo stesso momento quest’uomo che non me ne capacito neanche io. Certo prima lo prendere a seggiate in faccia, e poi forse con dolcezza lo curerei. Quando finalmente mi alzo e con la velocità di una lumaca ferma ad un pit stop mi vesto e vado in cucina.
Vederlo seduto sulla sedia vicino all’isoletta della mia cucina con in mano una tazza di caffè e un sorriso stampato in volto mi fece ripensare al sogno fatto poco prima. Di cui vi risparmierò i dettagli che voglio solo ed esclusivamente tenere per me.

-La tua amica è così gentile. Mi chiedevo invece cosa mangiassi tu per essere così rude alle volte.-

E ridono. Volete vedere come rido io se accidentalmente stacco la lampada e ve la rompo in testa?

-Non mi avevi detto che avevo un amico così ,stronza.-
-Lui è il mio psicologo ,puttana.-


Sempre con amore. E tieniti questa Maggie!

-Veramente stamani non sono in vesti ufficiali,  più ufficiose. Sei pronta?-
-Si ma dove andiamo?-
-Prendiamo i ragazzi e andiamo in barca. Che te ne pare?-
-Possiedi una barca?-
-Due veramente. Ma oggi prenderemo quella più grande. Ah, stai bene, davvero. Quella maglia mi piace. Forza andiamo.-


Quando varca la porta mi guardo con Maggie. E’ diventata verde di invidia, e presto mi torturerà con tutte le domande possibili su questa faccia della terra.

-Ma quanto è bello Maggie?- i miei occhi a cuoricino e le farfalle nello stomaco.
-Cretina, questa me la paghi. Corri che ti sta aspettando. E Skye per piacere non farti del male. E non intendo in barca.-

E lei mi conosceva. Troppo bene anche. Bastava guardarmi negli occhi per capire quello che provavo. Per lei ero un libro aperto. Fin troppo delle volte. Fidati amica mia è solo una cotta da adolescente, tutto qui. Lo adotto come mantra della giornata. Ma il mio grillo mi precede e inizia la sua litania domenicale.
 Cara Skye è il tuo dottore, non fa per te, possiede due barche e dio solo sa cos’altro, è troppo bello, ha un fisico bestiale e due occhi brillanti.
Cara Skye è una cotta da sedicenni in balia di ormoni pazzi.
 Cara Skye non pensare ti togliergli quella camicia solo con la curiosità di sbirciare se c’è una tartaruga al di sotto. Fidati ce ne sono due.
 Cara Skye  per lui non sei niente, solo lavoro.
Caro Vir fatti un po’ i cazzi tuoi e lascia che ammiri la sua camicia, i suoi pantaloni , le sue scarpe, e prega che mi sia rimasta un po’ di forza di volontà e soprattutto amor proprio prima che inizia a desiderare di togliere  tutto e supplicare per una dose d’amore.

  
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