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Autore: Quasar93    18/11/2014    1 recensioni
[Thoschei-platonic]
[Bestenemies]
Un'avventura ambientata ai tempi in cui il Dottore e il Maestro frequentavano l'accademia su Gallifrey. What if che parte dal finale di Divided Loyalties ma che da questo prende praticamente solo l'ambientazione.
Il Dottore e il Maestro partono per sfidare una grande entità cosmica, il Giocattolaio nell'intento di ucciderlo e di salvare due loro amici, ma niente andrà come hanno previsto.
[angst] [drammatico]
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - Altro, Master - Altro
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Salve! Questa ff è ambientata nell'universo esteso di Doctor Who, principalmente ai tempi dell'accademia narrati in Divided Loyalties.
Alla fine scriverò alcune note per spiegare l'ambientazione e alcuni personaggi, e qui qualche antefatto, ma se avete altri dubbi chiedetemi pure. Per chi è già a conoscenza degli eventi, considerate il Giocattolaio una versione leggermente AU, modificato per seguire la trama.

Antefatti da Divided Loyalties (spoiler per alcune cose della ff): Il Dottore, Rallon e Millennia (suoi compagni all'accademia) erano andati, dopo aver rubato un tardis,  a cercare il Giocattolaio, un'entità cosmica, che ha poi preso possesso del corpo di Rallon, uccidendolo e che ha trsformato Millennia nella sua serva-bambolina annullando le loro personalità. Solo il Dottore era riuscito a fuggire, lasciando, di fatto, i suoi amici al loro destino.
Successivamente fu sottoposto a processo e espulso per qualche secolo dall'accademia, che gli fu concesso di ri frequentare solo molto dopo.





 
I dreamed I was missing
You were so scared
But no one would listen
Cause no one elese cared
 
 
Doveva trovare un modo di salvarli.
Rallon, Millennia.
Quello che gli era accaduto era solo colpa sua.
Se solo non fosse stato così stupido, così presuntuoso, non sarebbero mai partiti per quel viaggio che palesemente non erano in grado di affrontare, verso un entità che non erano in grado di sconfiggere.
Se solo non l’avessero ascoltato, sarebbero ancora tutti insieme all’accademia, a lamentarsi di quanto fosse noioso Borusa e a chiedersi per quale motivo Vansell si ostinasse ad uscire con loro.
 
After my dreaming
I woke with this fear
What am I leaving
When Im done here?
 
 
Theta lasciò cadere la testa all’indietro, per poi richinarsi subito in avanti sulla marea di fogli sparpagliati sulla sua scrivania.
Una pila di libri minaccio di cadergli addosso, ma la fermò prontamente con una mano, mentre con l’altra continuava a scrivere complicati calcoli in Gallifreyano.
Li avrebbe riportati indietro, a qualunque costo.


Forse per una volta avrebbe reso vera la promessa che aveva scelto insieme al suo nome.
Mai crudele, o codardo. Non arrendersi mai, non mollare mai.
Forse per una volta sarebbe riuscito a salvare qualcuno invece che a metterlo nei guai.
Forse dopo anche Koschei l’avrebbe perdonato per quello che aveva fatto.
Nonostante tutto lo riteneva ancora il suo migliore amico.
Anche se non si era presentato al processo.
Ne il giorno dopo.
Ne quello dopo ancora.
Non aveva più avuto sue notizie da quando era tornato da solo dal regno del Giocattolaio.
In quell’occasione si era limitato a colpirlo in viso con un pugno e ad andarsene, con un silenzioso “te l’avevo detto” che per Theta fu peggio di qualsiasi insulto,
L’aveva lasciato solo con il dolore e il senso di colpa come unici compagni nel momento in cui aveva più bisogno di un amico.
Bisogno di qualcuno che lo aiutasse a non farlo sentire un assassino invece che a convincerlo del contrario.
Non gli rivolse la parola nemmeno quando se ne andò dalla stanza che condividevano nel dormitorio, dopo l’ordine di lasciare l’accademia.
Le prime notti da solo erano state orribili, aveva paura e nessuno era li con lui a dirgli che i mostri non esistevano, ne sotto ne sopra il letto.
Ma presto avrebbe risolto le cose, avrebbe sistemato tutto.
Lui sarebbe tornato all’accademia e loro sarebbero tornati amici come prima.
Tutto sarebbe stato di nuovo bellissimo.
 
Don't be afraid
I've taken my beating
I've shared what I made

Theta alzò il braccio, era sul punto di bussare alla porta di Koschei, ma improvvisamente ritrasse la mano.
Erano passati quasi dieci anni dall’ultima volta che si erano visti.
Ma finalmente aveva trovato la soluzione, sapeva come trovare il Giocattolaio e come salvare i suoi amici.
Alzò di nuovo il braccio ma la mano gli tremava da impazzire, una parte di lui voleva correre dall’amico dal secondo in cui era riuscito a calcolare l’algoritmo giusto da inserire nel TARDIS, un’altra parte lo spingeva lontano da quella porta che così duramente gli era stata sbattuta in faccia tanti anni prima.
Poi pensò che forse proprio per questo Koschei era la persona più indicata per accompagnarlo.
Stavolta se qualcuno doveva essere lasciato indietro sarebbe dovuto essere lui e nessun altro, e il suo migliore amico ora come ora l’avrebbe senz’altro abbandonato al suo destino.
Sorrise amaramente, poi si fece coraggio e finalmente bussò piano alla porta di mogano rosso del dormitorio dell’accademia Prydonian che Koschei, a differenza sua, frequentava ancora.
 
-Dottore? Cosa ci fai qui?- lo accolse freddo il ragazzo coi capelli corvini che era accorso ad aprire la porta, cercando di nascondere una leggera sorpresa nel rivedere dopo tanto tempo l’amco.
-Ce l’ho fatta, Koschei!- disse Theta abbassando lo sguardo, non riuscendo a reggere quello di disprezzo dell’altro.
–so come trovare il Giocattolaio-
-E perché sei venuto a dirlo a me?-
-E’ un lavoro per due persone, ho bisogno del tuo aiuto-
-No- si limitò a rispondere Koschei prima di chiudere la porta in faccia all’amico biondo.
-Koschei ti prego!- urlò l’altro iniziando a bussare alla porta –ho bisogno di te-.
Dall’altra parte della stanza solo il silenzio, e mentre Theta continuava a implorarlo e a bussare Koschei se ne stava dritto in piedi, di spalle a pochi centimetri dalla porta, lo sguardo basso.
Rivedere il suo amico dopo tutto questo tempo non l’aveva lasciato indifferente come pensava e ricordi di quando era la persona a cui voleva più bene di tutti gli riempirono la mente.
-Koschei ti prego! Fallo almeno per loro, fallo per Rallon e Millennia, da solo non posso farlo-
 
Ci fu un momento di silenzio.
Theta smise di bussare e Koschei, probabilmente, smise di pensare, perché aprì la porta e lasciò entrare l’amico biondo con tutte le sue scartoffie e i suoi calcoli, sapendo che se ne sarebbe pentito molto presto.
 
 
Im strong on the surface
Not all the way trough
Ive never been perfect
But neither have you
 
 
-Ripetimi cosa dovremmo fare se fosse troppo tardi per salvare i nostri amici, Theta-
-Allora dovremmo uccidere il Giocattolaio, in modo che non faccia più del male a nessuno-
-Ed esattamente come pensi di farlo?-
-Troveremo un modo, devi solo fidarti di me-
-Io non mi fido di te, è questo il punto-
-Dovrai fartene una ragione temo..-
Theta sorrise, facendo finta di nulla, mentre varcavano la soglia della dimensione del Giocattolaio.
-Koschei, tieni- disse Theta, passandogli uno strano apparecchio – l’ho costruito io, ti condurrà da Millennia. Cerca lei, mentre io mi occupo del Giocattolaio- concluse, estraendo un altro strano congegno che pareva un cacciavite sonico e una sfera arancione. In quel momento un raggio di luce illuminò la stanza, per poi scomporsi nelle sue componenti lanciando giochi di lampi su tutte le pareti, sempre che di pareti si potesse parlare.
Riguardo ai confini di quel luogo nulla era certo.
-Corri, Koschei!-
Il ragazzo moro non se lo fece ripetere due volte mentre Theta lasciava cadere la sacca che si era portato dietro ad eccezione della sfera e del cacciavite e si preparava ad affrontare il Giocattolaio.
-Eccoti di nuovo qui- disse l’entità cosmica, sorridendo sorniona – cosa ti porta di nuovo nel regno del Giocattolaio? Non penserai certo di poter salvare questo qui, vero?- disse, facendo comparire al posto della sua la faccia di Rallon per un secondo.
-E dove avresti spedito il tuo amico? Nessuno dei gallifreyani venuto qui quel giorno è più recuperabile da molto, moltissimo tempo ormai.-
-Oh, ma questo lo so benissimo, non è per loro che sono venuto, Giocattolaio, è per te- disse, e mentre parlava lasciò cadere un piccolo cubo argentato che, tirati fuori dei piedini andò subito a nascondersi dietro una colonna.
-Giochiamo- disse poi, puntando il cacciavite verso l’entità cosmica con aria di sfida.
 
 
When my time comes
Forget the wrong that Ive done
Help me leave behinde some
Reasons to be missed
 
 
Koschei stava correndo per corridoi che gli parevano infiniti, seguendo il bip che l’apparecchio costruito da theta stava emettendo. Lo strano palmare aveva anche una specie di mappa, che doveva indicargli la presunta vicinanza o lontananza di Millennia, ma non sembrava funzionare granchè.
Come tutte le invenzioni di Theta.
Per un attimo al ragazzo sfuggì un sorriso, ripensando ai pomeriggi trascorsi nel laboratorio di Ushas insieme al suo amico a combinare disastri.
Come quella volta che avevano lasciato scappare tutti i ratti geneticamente modificati per i dormitori dell’accademia. Casualmente una decina finì nella camera di Vansell.
Fu una delle giornate più belle del Deca.
 
Un bip incredibilmente più forte degli altri richiamò Koschei alla realtà.
L’apparecchio tremò un attimo e improvvisamente generò un’immagine olografica di Theta.
-Ah-hm! Sta registrando questo coso? Oddio, si, credo di si- farfugliò l’ologramma, mentre il biondino cercava di sistemare la fonte di registrazione per avere un ologramma decente.
-Bene, ci siamo. Se stai guardando questo olo-messaggio vuol dire che hai fatto abbastanza strada e che il mio piano sta andando a buon fine. Probabilmente avrai detto qualcosa circa il non poterti fidare di me e, devo ammetterlo, avevi ragione. Non c’è modo di salvare Rallon e Millennia, non come lo intendi tu.-
L’immagine di Theta scomparve un attimo per far apparire l’ologramma di un piccolo cubo argentato – questo è un recettore della Matrice portatile. Con un po’ di fortuna io dovrei essere riuscito a nasconderlo al Giocttolaio mentre lo distraevo coi miei discorsi. E ora quello che hai tu dovrebbe cadere da questo comunicatore-
Il cubo argentato uscì dall’apparecchio più grande all’interno e zampettò via
- Il mondo del giocattolaio non è ampio come vuole farci credere, due ricevitori a questa distanza dovrebbero setacciarlo tutto. Quando sarà tutto finito, se io non dovessi farcela, devi assolutamente riportarli su Gallifrey e uploadare il suo contenuto nella Matrice genetica. Le uniche menti Time Lord qui dentro sono le loro, se sono ancora in giro dovrebbero scaricarsi sui ricevitori. Prima o poi saranno tessuti di nuovo, e vivranno di nuovo. E’ il massimo che possiamo fare per loro-
L’immagine di Theta ricomparve.
-Ora, se tutto ha funzionato, il Giocatolaio dovrebbe essere momentaneamente prigioniero in una sfera di contenimento. E qui viene la parte difficile, dovremo ucciderlo. Vieni sub..-
-Oh, Theta, lo so. E vorrei che fosse così semplice come pensi-
Koschei interruppe la comunicazione e attivò a sua volta un cacciavite sonico per alterare i circuiti del dispositivo e teletrasportarsi alla sua fonte, dove si trovava Theta.
 
Don’t resent me
And when you’re feeling empty
Keep me in your memories
Leave out all the rest
Leave out all the rest
 
Quando Koschei arrivò nel salone centrale dove Theta stava combattendo contro il Giocattolaio vide l’amico stringere con tutta la sua forza la sfera arancione, dello stesso colore dell’involucro in cui era stretto il Giocattolaio.
-Non riuscirò a tenere questo campo di forza ancora per molto, devi ucciderlo, Kos.
E’ un campo di energia che sfrutta l’energia di rigenerazione, l’abbiamo progettato insieme, sai come funziona. Dobbiamo sbrigarci. Scusa se non ti ho detto subito che avevo intenzione di ucciderlo, fino all’ultimo ho pensato che saremmo riusciti a fuggire comunque -
Ma Koschei rimase immobile, lo sguardo freddo.
-Certo che so come funziona, e so anche che non è uccidendolo ora che lo fermeremo per sempre. Ho fatto anche io le mie ricerche, Theta. Pensavi che fossi rimasto un decennio con le mani in mano?-
Theta si girò a guardarlo senza capire, mentre l’energia arancione riempiva sempre di più la stanza.
-Il corpo in cui è ora è troppo forte. Ha assorbito l’energia di un Time Lord in piena salute ed è un corpo potente. Ma il campo di forza in cui l’hai chiuso? Non usa solo la tua di energia. Ho modificato la sfera, lo sta prosciugando e mutando. Presto sarà costretto a sbarazzarsi del tramite con cui si mostra a noi..-
-..e avrà bisogno di un nuovo corpo. Un corpo che illusoriamente trasuda la stessa energia in cui è immerso ora- disse piano Theta, con le lacrime agli occhi, indicando la sfera e iniziando a capire –e cosa meglio di un gallifreyano Old Blood la cui energia di rigenerazione è quasi esaurita?-
-Mi dispiace, Thete-
-Era solo questo? Fin dall’inizio? Per questo hai accettato di partire con me-
Koschei abbassò lo sguardo.
-E’ la mia occasione vero? Di mantenere finalmente la promessa? Di dare un senso alla mia vita?-
-Non si tornerà indietro. Una volta che sarà dentro di te lo sigillerò affinchè non possa più andarsene. Se vuoi scappare, è questo il momento-
-Mai crudele, o codardo-
-saranno momenti di agonia, divorerà ogni briciolo di energia che ti è rimasta per cercare di rigenerarsi e fuggire-
-non arrendersi mai-
-anche lui vive di tempo, così come noi. Lo ruba alle sue vittime, non risparmierà un secondo del tuo-
-non mollare mai.-
-stai ascoltando quello che ti dico?- urlò Koschei, forse inizando a pentirsi di quello che aveva fatto, sull’orlo delle lacrime a sua volta.
-Non avrei preferito morte migliore, Koschei della casa Oakdown, maestro dell’ipnosi e genio tra i prydonian..- urlò Theta, per coprire il rumore sempre più forte che i turbini di energia creavano nella stanza.
-..e mio migliore amico-
Koschei cercò di raggiungerlo, ma il vento causato dal potere della rigenerazione rendeva difficile muoversi.
-Sono orgoglioso di te, Theta. Riesci a sentirmi? Sono orgoglioso di noi-
 
Forgetting all the hurt inside youve learned to hide so well
Pretending someone else can come and save me from my self
I cant be who you are
 
Poi fu un attimo.
Theta cadde in ginocchio, la sfera si spense per poi cadere e frantumarsi in tanti piccoli pezzettini.
Il viso del Giocattolaio che fino a quel momento continuava a cambiare come una trottola impazzita si fermò sul viso di una persona che non riconobbe e si crepò al centro, gli occhi spenti.
L’entità doveva abbandonare quel corpo che per così tanti anni aveva nutrito col tempo rubato ad altri esseri viventi.
Era ferita, debole e confusa.
Captò nell’aria qualcosa con l’energia simile alla sua e ci si infilò dentro.
Theta urlò con quanto fiato aveva in gola, mentre il suo corpo crepitava di energia arancione senza però riuscire a rigenerarsi.
In quel momento Koschei puntò il suo cacciavite laser su di lui e lo colpì con un raggio piccolo ma preciso che fece sussultare il ragazzo biondo.
-Ho fuso completamente le vostre energie, già mescolatesi prima. Giocattolaio, se è con te che sto parlando sappi che non puoi uscire finchè non avrai diviso i tuoi atomi uno per uno da quelli del Dottore. Ho calcolato che ci vorrà più di un millennio, ma il ragazzo non ha tutto questo tempo. Il suo corpo sta cercando di innescare una rigenerazione, ma non ha sufficiente energia. Presto morirai. Presto morirete entrambi- disse serio, freddo, senza alzare lo sguardo all’altezza di quello di Theta.
-K-koschei.. sono io, non il giocattolaio- disse questi, sorridendo triste.
In quel momento il senso di colpa colpì Koschei come una lancia dritta nel petto, che cosa aveva fatto?
Si lanciò a prendere Theta tra le sue braccia, accarezzandogli i capelli biondi.
-Io..- balbettò Theta – volevo solo i miei amici indietro-
-lo so- disse Koschei – lo so – strinse a se più forte il suo amico, mentre la luce arancione continuava ad illuminarlo a intervalli regolari, senza però riuscire nel suo intento.
-Cosa ho fatto, Theta?-
-Hai salvato l’universo da un’entità cosmica malvagia-
-No, ho ucciso il mio migliore amico, ecco cosa ho fatto-
-Non c’erano altre possibilità.-
-Non te ne ho lasciate-
Koschei poteva sentire il calore dell’energia di rigenerazione dell’amico cercare inutilmente di salvarlo.
-Ormai ci siamo, Kos, ho contato dieci tentativi-
-Non andartene, Theta. Non lasciarmi-
-E’ un po’ tardi per questo-
-Anche io rivoglio il mio amico indietro, ti porterò su Gallifrey e risolveremo il problema. Trattieni l’energia dentro di te- esclamò concitato Koschei, cercando di trascinare l’amico verso il TARDIS.
-Hai fatto anche tu le tue ricerche, sai benissimo che non ce la farei mai- disse, mentre l’undicesima scarica di energia pervadeva il suo corpo.
Koschei lo strinse più forte.
-Kos?-
-Cos c’è Thete?-
-Devo dirti un segreto. Sto facendo il figo, ma in realtà ho una paura fottuta, non lasciarmi, ok? Resta con me, fino alla fine-
-Fino alla fine- Ripetè Koschei, appoggiando la sua fronte su quella dell’amico per attivare la connessione telepatica e stargli il più vicino possibile.
Il corpo di Theta si illuminò di energia, mentre il Giocattolaio al suo interno cercava inutilmente di mangiare tutta l’energia residua per potersi salvare.
-Saremo amici per sempre, vero Thete?-
-Per..-
Un lampo di energià arancione partì dal corpo del ragazzo biondo e illuminò la stanza con la potenza di una supernova per poi lasciare al suo posto solo una bellissima colonna di filamenti di luce blu.
Koschei la sfiorò con le dita.
-Grazie- percepì telepaticamente, per poi scoppiare a piangere conscio finalmente di ciò che aveva fatto.
 
 
Il giorno dopo – Gallifrey
 
Drax, Magnus e perfino Jelpax se ne stavano stretti nelle spalle a guardare Koschei che dava fuoco a una grande pira funebre, nella fredda notte gallifreyana.
-Cosa sta bruciando?- chiese Drax –Pare che di Theta non sia rimasto nulla-
-L’ho visto con in mano la sua vecchia divisa e un cacciavite sonico- rispose Magnus.
In quel momento percepirono una presenza alle loro spalle.
-Nonstante quello che è successo sono stupito, siamo venuti solo noi tre-
-Ushas non è una persona sentimentale e non penso che a Vansell importi granchè- borbottò Magnus.
Improvvisamente avvertirono una presenza alle loro spalle e si accorsero che anche Badger era arrivto, accompagnato da Mortimus. L’avataroid sembrava inconsolabile e dopo aver lasciato il ragazzo coi suoi compagni camminò fino a raggiungere Koschei e si mise a fissare triste l’enorme falò.
-Nessuno dalla casa dei Lungbarrow verrà- annunciò.
-Tu sei venuto- disse e osservò l’avataroid stringersi nel minuscolo gilet di Theta e piangere.
-vieni, torniamo dagli altri- concluse Koschei lanciando la torcia nel falò e indietreggiando fino a raggiungere i suoi compagni.
-E’ riuscito a caricare le menti di Rallon e Millennia nella matrice?- stava chiedendo Jelpax a Magnus.
-si, ci sono riuscito.- rispose Koschei, cogliendo gli altri di sorpresa-
-e.. quella di Theta?- chiese Jelpax, per poi beccarsi una gomitata da Magnus in un silenzioso tentativo di zittirlo.
-non lo so, non so quanto avesse influito la sfera di metamorfosi su di lui. Potrebbe essere ritessuto o essere eliminato dalla matrice se riconosciuto come estraneo. Ma non importa, gli ho promesso che non lo avrei lasciato solo, quindi ora lo aspetterò-
-Ci potrebbero volere secoli, milleni quasi. Ti ci potrebbe volere…-
-.. fino alla fine del tempo-
 


Note:

Theta TheteTheta Sigma: era il soprannome che aveva il Dottore all'accademia, datogli da Drax, probabilmente in riferimento ai voti bassi che il Dottore prendeva (le votazioni all'accademia erano in lettere greche).
Lungbarrow: La famiglia del Dottore
Koschei Oakdown: Soprannome del Maestro su Gallifrey, Oakdown è la casata.
Old Blood: riferito ai gallifreyani di prima (o più vecchia) generazione. Tra le varie cose sono più deboli dei New Blood perchè nascono con un cuore solo e poca telepatia (il secondo cuore e il resto arrivano con la prima rigenerazione).
Badger: è un avataroid che viveva con il Dottore quando questi viveva ancora nella casa dei Lungbarrow. Il Dottore era odiato dalla sua famiglia e il suo unico amico era, appunto, Badger. Badger è un grande animale peloso con le corna ricurve e il muso simile a un maialino, alto circa due metri, si arrabbia se viene definito "pet".
Drax, Magnus (poi Warchief), Jelpax, Mortimus (poi The Monk): compagni del Dottore, Magnus è l'unico ad aver presenziato al processo del Dottore per la faccenda del Giocattolaio.
Vansell: colui che tradì il Dottore denunciando che aveva rubato il TARDIS
Ushas: soprannome all'accademia della Rani.
Deca: il gruppo d'eitè di cui il Dottore e i suoi amici facevano parte
  
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